Hereafter |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Matt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard, George McLaren, Frankie McLaren, Thierry Neuvic.
continua»
Drammatico,
durata 129 min.
- USA 2010.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 5 gennaio 2011.
MYMONETRO
Hereafter
valutazione media:
4,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Intimista e introspettivo: bersaglio centrato!di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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mercoledì 25 novembre 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
HEREAFTER (USA, 2010) di CLINT EASTWOOD. Interpretato da MATT DAMON, CéCILE DE FRANCE, BRYCE DALLAS HOWARD, FRANKIE MCLAREN, GEORGE MCLAREN, LYNDSEY MARSHAL, DEREK JACOBI, THIERRY NEUVIC, JAY MOHR, RICHARD KIND ● Tra i produttori esecutivi di questo psicodramma figura anche Steven Spielberg, mentre la sceneggiatura è farina del sacco di Peter Morgan, inglese. La storia è ambientata in tre luoghi diversi del mondo in cui agiscono altrettanti personaggi, tutti aventi un rapporto diretto con la morte o la sofferenza. 1.) A San Francisco l’operaio meccanico George Lonegan possiede un dono che lui considera una condanna: tramite il contatto fra le sue mani e quelle di un essere umano che ha subito una grave perdita, riesce a collegarsi con la mente del defunto, leggergli dentro, riportare i suoi pensieri e le sue emozioni; desideroso di abbandonare un passato che, nonostante gli abbia garantito fama e stabilità finanziaria, gli ha anche causato un forte dolore, è però spinto dal fratello Billy a imperversare nella sua attività di sensitivo; 2.) Durante una vacanza in un’isola del Pacifico, l’influente giornalista della televisione francese Marie Lelay rischia di affogare a causa di un violento tsunami, ma sopravvive; tornata a Parigi, racconta in un libro quei pochi minuti da lei vissuti in bilico fra la vita e la morte nella speranza di ricavarne una storia edificante, ma né il suo editore né i suoi colleghi della redazione la appoggiano. 3.) In un quartiere di Londra, il piccolo e introverso Marcus, figlio di una madre tossicomane, perde in un incidente stradale il fratello gemello Jason, e non si rassegna ad elaborare il lutto; l’affido presso una famiglia estranea al suo nucleo d’origine non serve a nulla, ma un giorno, alla fiera del libro di Londra dove anche Marie si è recata per l’anteprima internazionale del suo volume, incontra George, di cui ha visto un annuncio sul web. E così le loro tre vicende si intrecciano, con esiti sorprendenti. Molti critici, all’inizio dello scorso decennio, vollero vedervi il "capolavoro" di Eastwood, ma io preferisco definirlo il suo miglior film dal 2000 in poi, per la sensibilità, l’originalità, la qualità dello stile, l’attenzione ai dettagli più importanti, la malinconia di fondo riscattata da una positività permeante e la minuziosa descrizione psicologica dei comportamenti. È una pellicola in cui la rodata vecchiaia registica di Eastwood produce i suoi frutti più generosi e squisiti. Il tema dell’aldilà è anche la sua componente più discutibile: mancano il tempo e lo spazio per spiegarlo, analizzandolo. Ma l’idea di partenza di un rapporto umano con la cessazione della vita, scevra da qualsiasi pretesa religiosa o etica, connesso giocoforza al bisogno di fornire un senso al dolore, è il suo motore principale, un’anima creatrice che non perde un colpo in un esame spietato dell’umanità che, di fronte all’incomunicabilità e all’incompatibilità di carattere, statura morale e aspettative fra simili, si rende davvero molto credibile ed efficace. Con una colonna sonora come sempre composta dal suo stesso regista, e sagaci effetti speciali (maestosa la sequenza d’apertura con l’ondata oceanica che travolge e distrugge il villaggio), è un’opera ammirevole anche per le figure di contorno, fra cui spiccano senza dubbio il paziente e fiducioso giornalista di T. Neuvic e la tenera, sensibile frequentatrice del corso culinario di B. Dallas Howard.
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