Angeli e Demoni

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Un film di Ron Howard. Con Tom Hanks, Ewan McGregor, Ayelet Zurer, Stellan Skarsgård, Pierfrancesco Favino.
continua»
Titolo originale Angels & Demons. Thriller, Ratings: Kids+13, durata 138 min. - USA 2009. - Sony Pictures Italia uscita mercoledì 13 maggio 2009. MYMONETRO Angeli e Demoni * * - - - valutazione media: 2,21 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Dopo il «Codice Da Vinci», salvo il Vaticano

di Claudia Morgoglione Il Venerdì di Repubblica

L'attore è di nuovo il professore detective, nel film tratto da un altro libro di Dan Brown, «Angeli e demoni».
E a chi lo accusa di fare ormai solo blockbuster dice: dopo aver vinto due Oscar, posso permettermelo.
«Ho cinquantatre anni, ho vinto due Oscar. Al I cinema ho dato tanto, tutto, non ho più nulla da dimostrare. Perciò prevengo subito eventuali critiche sulle mie ultime scelte, chiarendo che se, voglio interpretare blockbuster tratti da bestseller, ad " alto tasso di spettacolarità, lo faccio. Me lo posso permettere». Letta così, su carta, la frase sembra perentoria. Quasi aggressiva. Ma visto che a pronunciarla è un sorridente Toni Hanks, con la sua vociona gentile e l'inflessione ironica da ex comico, dal vivo l'effetto è completamente diverso: suona tranquilla, bonaria.
E del resto è proprio all'insegna del relax che si svolge l'incontro col divo, impegnato nella promozione di Angeli e demoni, versione cinematografica dell'omonimo romanzo di Dan Brown, diretta da Ron Howard, nei cinema dal prossimo 13 maggio. Film in cui l'attore torna a indossare i panni del professore di simbologia Robert Langdon, già interpretato in Il Codice Da Vinci. Stavolta, però, il nostro eroe deve salvare il Vaticano dalla minaccia di un'antica setta, gli . Illuminati, decisi a distruggere la Chiesa con un'arma potentissima, l'antimateria, rubata nei laboratori supersegreti del Cern. Ed è proprio al Cern, alla periferia di Ginevra, che si tiene l'intervista: l'appuntamento è nel cosiddetto Globe, enorme edificio sferico tutto in legno, sede di rappresentanza dell'istituto. A cento metri, c'è l'ingresso per i sotterranei che ospitano il famoso acceleratore di particelle: «Sembra di essere in una macchina del tempo futurista» commenta Hanks.
Soddisfatto di questo nuovo Robert Langdon?
«Interpretarlo per la seconda volta mi ha permesso di dare al personaggio più profondità. E, poi, la cosa che mi piace di lui è che, malgrado tutta la cultura che ha, non è saccente: non è 1 quelli che hanno la verità è tasca, si mette continuamente in discussione. Certo, è un tipo competitivo. Ma in fondo ci somigliamo: per chi fa il mio mestiere, la coni-tizio- i ne è una dimensione inevitabile»
Che cosa l'ha colpita di «Angeli e demoni»? «La cosa straordinaria del libro è che Dan Drown I’ha scritto nel 1999: prima dell'epoca Google, un'era geologica fa. Eppure molte delle intuizioni che contiene sono attualissime. Per il resto, sia il libro che il film che ne abbiamo tratto sono thriller tradizionali, ma di alto livello: esplosioni, conto alla rovescia per evitare una catastrofe, adrenalina».
La Santa Sede ha collaborato?
«No. Dopo la bufera sul Codice Da Vinci, era inevitabile. Diciamo che né noi né i vertici cattolici abbiamo preso in considerazione l'idea di girare il film nei luoghi autentici. Ma grazie alla bravura di Ron Howard, degli scenografi, degli esperti di effetti speciali, posso assicurare che lo spettatore non immaginerà mai di non trovarsi davvero, tanto per fare un esempio, nella Cappella Sistina. Dio salvi il digitale! E salvi anche la Reggia di Caserta, dove abbiamo girato simulando gli interni vaticani».
Lei è stato uno dei primi a farsi «riprodurre» al computer, in «Polar Express» di Robert Zemeckís: pensa che domani si potrà fare a meno degli interpreti in carne e ossa?
«Non credo. La voce, la gestualità, la recitazione di un attore non si possono far scomparire. Così come il computer non può rimpiazzare lo sceneggiatore e il regista, il cinema, insomma».
Lei si ritiene una persona spirituale?
«Non mi è facile parlare del modo in cui vivo la spiritualità Diciamo che credo che il vero volto di Dio si manifesti nelle scelte individuali: lo Spirito santo è in chi sente di aver fatto il proprio dovere, alla fine della giornata. Questo sul piano più serio, più importante. Poi, credo anche che un giorno speso bene sia quello in cui hai avuto almeno un'occasione per farti una risata».
Anche lei crede alle teorie dei complotto come Dan Brown?
« No, credo che sia roba da show televisivi E che le cose siano sempre più complesse di come se le immagina chi propugna queste tesi».
Dopo «Angeli e demoni», lei doppia lo sceriffo in «Toy Story 3».
«All'inizio ero perplesso, temevo che non ci fossero l'organicità e la creatività del team originale. Ma poi, quando ho capito che il progetto è di altissima qualità, ho cambiato idea».
Attore, doppiatore, una volta regista («Music Graffiti», anno 1996). Ma anche produttore, con sua moglie Rita Wilson...
«Le mie preferenze sono chiare: recitare, ovviamente, e al secondo posto essere coinvolto creativamente nella produzione. Il che non significa affatto occupai-si solo di business. Mi piace molto meno l'idea di tornare a dirigere: stare dietro la macchina da presa è un lavoro troppo duro per me. Come regista mi sento un eterno studente, e alla mia età non è una bella sensazione. Diciamo che non ho (istinto per la direzione di Ron Howard. Che però, al contrario, non vuole fare mai più l'attore: sul piano delle fobie, siamo alla pari».
Dopo tanti successi, interpretazioni memorabili, due Oscar per «Forrest Gump» e «Philadelphia», ha qualche rimpianto?
«Si, aver interpretato un film pieno di sfiga come Apollo 13, in cui tutto va male. Sarebbe stato molto meglio fare, che so, Apollo 17 pochi giorni di lavoro per gli astronauti, una passeggiata sulla luna con le auto elettriche... Cosa si può volere di più?».
Da Il Venerdì di Repubblica, 1 maggio 2009

di Claudia Morgoglione, 1 maggio 2009

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