diomede917@tiscali.it
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giovedì 5 luglio 2007
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denaro rosso sangue
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Con Hostel 2 Eli Roth cambia prospettiva, non potendo utilizzare nessun elemento a sorpresa il regista ci fa vedere il suo ostello degli orrori dal punto di vista del carnefice.
Partendo da dove era finito il primo ci mostra questa organizzazione cinica, fredda e calcolatrice dove tutto è accettato sulla base del dio denaro. Vediamo come questi ricchi clienti si comprano questi ingari ragazzi come fossero dei titoli di borsa mediante un asta telematica.
La storia, che ricalca il primo capitolo con tre ragazze al posto dei tre malcapitati, punta meno sul lato squisitamente horrorifico e si compiace nel lato puramente splatter da vedere la morte della povera Heather Matarazzo vittima di una sadica cliente che ama farsi il bagno con il sangue di queste ragazze.
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Con Hostel 2 Eli Roth cambia prospettiva, non potendo utilizzare nessun elemento a sorpresa il regista ci fa vedere il suo ostello degli orrori dal punto di vista del carnefice.
Partendo da dove era finito il primo ci mostra questa organizzazione cinica, fredda e calcolatrice dove tutto è accettato sulla base del dio denaro. Vediamo come questi ricchi clienti si comprano questi ingari ragazzi come fossero dei titoli di borsa mediante un asta telematica.
La storia, che ricalca il primo capitolo con tre ragazze al posto dei tre malcapitati, punta meno sul lato squisitamente horrorifico e si compiace nel lato puramente splatter da vedere la morte della povera Heather Matarazzo vittima di una sadica cliente che ama farsi il bagno con il sangue di queste ragazze.
La tanto strombazzata presenza delle nostre icone trash anni '70 rende giustizia solo a Ruggero Deodato che da buon regista di Cannibal Ferox interpreta un cliente amante del filetto di giovane.
L'impressione è che Eli Roth avesse un pò troppa fretta di finire questo film e la buona idea di far capire che chi è vittima e chi è carnefice sulla base del denaro (e chi ha visto il film so di cosa parlo) viene limitata da un finale rafazzonato e tirato via.
Voto 6 meno meno
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antitarantola
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sabato 7 luglio 2007
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evvaiiiii; trash una mazza!!!!
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Eli roth, Eli roth...
Il primo hostel a me è piaciuto... anche se non è un gran film.
In hostel due, è tutta un altra storia.
Quì la cattiveria raggiunge l'apice... e non sto parlando di evirazioni o decapitazioni(certo, ci sono anche quelle!!!).
In hostel due, è curato(anche se si poteva fare un pochino di più), il lato psicologico della vicenda.
Da antologia la scena dove, appena scannerizzati i passaporti, delle tre sfigate ragazze, che sono appena entrate nell’ostello in Slovacchia, parte l'asta; gente che compra la propria vittima, come fosse del pesce(neanche della “merce”).
CRUDELISSIMO.
Unica pecca del film: Eli doveva risparmiarsi la storia delle tre ragazze(è una porcata insulsa che non serve a niente), e incentrare la storia, sui due sadicozzi di turno.
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Eli roth, Eli roth...
Il primo hostel a me è piaciuto... anche se non è un gran film.
In hostel due, è tutta un altra storia.
Quì la cattiveria raggiunge l'apice... e non sto parlando di evirazioni o decapitazioni(certo, ci sono anche quelle!!!).
In hostel due, è curato(anche se si poteva fare un pochino di più), il lato psicologico della vicenda.
Da antologia la scena dove, appena scannerizzati i passaporti, delle tre sfigate ragazze, che sono appena entrate nell’ostello in Slovacchia, parte l'asta; gente che compra la propria vittima, come fosse del pesce(neanche della “merce”).
CRUDELISSIMO.
Unica pecca del film: Eli doveva risparmiarsi la storia delle tre ragazze(è una porcata insulsa che non serve a niente), e incentrare la storia, sui due sadicozzi di turno.
Figure forti, di alto impatto psicovisivo.
Il film, tuttavia, scorre che è un piacere.
Il sangue(ciò che, il 98% della gente, che va a vedere sti film, vuole), c'è.
…non tutto quello che dicono/millantano in giro, ma c'è.
Il sangue è secondario; il profilo psicologico dei “torturatori”, è la base, ciò che carpisce l’attenzione degli spettatori.
L'autoironia di Roth è davvero coraggiosa.
Il primo Hostel, non dava spazio alla commedia.
Il secondo parte, seguendo la scia drammatica del primo... fino a quando non si comincia a degenerare(non vi anticipo niente).
Sta di fatto, che è stato coraggioso...
…e mentre montava tutto il girato, Eli se la rideva di gusto, pensando a quanto gli avrebbero scassato i maròni i critici, con le solite intellettualizzazioni da stellette del Merenghetti.
Siamo nel 2007: Orson, Bergman, Ford, Scorsese e cugini eretici affini, non ci sono più; ci si deve adattare...
... e Tarantino, che è un fallito, ha ragione: il cinema italiano è deceduto.
Stupito, di aver trovato(sulla locandina di Hostel2), "VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI"; non si vedeva dai tempi di "Crash" di Cronenberg...
... astuta mossa commerciale("chissà quant'è violento, vado subito a vederlo”), o autocastrazione involontaria(i ragazzetti non possono entrare = molti meno incassi!!!!)????
Comunque, bel film da vedere.
Ovviamente, solo per appassionati.
Quelli che cercano cinema d'autore, non si devono azzardare ad entrare in sala...
... ma è meglio vedersi 10 volte Hostel2, che dieci minuti, di un qualsiasi film di KIAROSTAMI... quello lì, con quei primi piani infiniti/fini, a se stessi, è più perverso delle torture di hostel.
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davide chiappetta
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mercoledì 12 settembre 2012
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diverso e uguale al primo
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Sequel che ha un grave limite: vengono a mancare totalmente la suspence e il mistero. Non potendo contare sulla sorpresa, Roth decide di farci entrare nel mondo dell'organizzazione che procaccia le vittime, in questo modo lo spettatore non vede più il film dalla parte delle vittime ma entra egli stesso nel ruolo del torturatore, anzi dei due torturatori, che verso la fine del film si scambiano i ruoli (come da copione). Purtroppo la trovata intelligente di avere il punto di vista dalla parte del carnefice, e l'abbondanza di ironia rispetto al film precedente, è affossata da una messa in scena patinata ed estetizzante quando non eroticizzata (vedi il bagno di sangue che si ispira alle torture perpetrate dalla contessa Bathory, con echi registici di Jean Rollin) facendoci perdere l'attrattiva dell'originale girato a basso costo ma con atmosfere più sinistre e cupe.
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Sequel che ha un grave limite: vengono a mancare totalmente la suspence e il mistero. Non potendo contare sulla sorpresa, Roth decide di farci entrare nel mondo dell'organizzazione che procaccia le vittime, in questo modo lo spettatore non vede più il film dalla parte delle vittime ma entra egli stesso nel ruolo del torturatore, anzi dei due torturatori, che verso la fine del film si scambiano i ruoli (come da copione). Purtroppo la trovata intelligente di avere il punto di vista dalla parte del carnefice, e l'abbondanza di ironia rispetto al film precedente, è affossata da una messa in scena patinata ed estetizzante quando non eroticizzata (vedi il bagno di sangue che si ispira alle torture perpetrate dalla contessa Bathory, con echi registici di Jean Rollin) facendoci perdere l'attrattiva dell'originale girato a basso costo ma con atmosfere più sinistre e cupe. Divertente e ritmicamente ben girata la scena dell'asta online delle tre ragazze. Camei di Fenech, Deodato che giusto per cambiare fa Lecter, e Merenda che cita una scena di 'Tutti i colori del buio'.
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albycine
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lunedì 9 luglio 2007
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il 2° omaggia tarantino per farsi coraggio
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Parto col dire che stimo alla follia QUENTIN TARANTINO, non centra niente, ma mi piace farlo sapere.
Ciao Reiver. Finalmente leggo una recensione di una persona che la pensa come me. Quello che hai detto, soprattutto sui film in bianco e nero, io lo condivido pienamente e continuo a cercare di farlo entrare in testa a tutte le persone che sostengono il contrario. Ti faccio un esempio: Quest'anno ho diretto e presentato un cineforum al Liceo Artistico di Treviso di cui sono studente( Alberto, 17 anni), e ho proiettato un ciclo sulla guerra, vista dal punto di vista di attori e registi comici ( i seguenti: La Guerra Lampo dei Fratelli Marx, Il Grande Dittatore, La Grande Guerra, Amore e Guerra).
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Parto col dire che stimo alla follia QUENTIN TARANTINO, non centra niente, ma mi piace farlo sapere.
Ciao Reiver. Finalmente leggo una recensione di una persona che la pensa come me. Quello che hai detto, soprattutto sui film in bianco e nero, io lo condivido pienamente e continuo a cercare di farlo entrare in testa a tutte le persone che sostengono il contrario. Ti faccio un esempio: Quest'anno ho diretto e presentato un cineforum al Liceo Artistico di Treviso di cui sono studente( Alberto, 17 anni), e ho proiettato un ciclo sulla guerra, vista dal punto di vista di attori e registi comici ( i seguenti: La Guerra Lampo dei Fratelli Marx, Il Grande Dittatore, La Grande Guerra, Amore e Guerra). IL più dei ragazzi tirarono subito il naso quando sentirono l'anno di uscita dei film. Queste sono cose che mi mandano in bestia.
Comunque, sono appena tornato a casa dal cinema, sono stato a vedere Hostel part II e l'ho trovato, non solo un riciclaggio del primo, ma piuttosto, non so come dire,inutile. Il primo episodio mi è piaciuto tutto sommato, non da esultare, ma l'ho trovato buono. IL secondo mi ha deluso. E citando le tue parole, parlo perchè di film ne ho visti tanti( so che l'eta può ingannare, ho solo 17 anni), se no non mi permetterei mai di parlare.NOn è arroganza, e ne un vanto, lo dico solo per seguire il tuo ragionamento.Sono un grande appassionato di cinema, da quando avevo 4 anni (seriamente!) e amo tutti i generi cinematografici. Parlando da spettatore che conosce abbastanza il genere, non credo che questo film diventerà mai un elemento della mia collezione, ne un punto di ispirazione. ... Grazie Alberto
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(di reiver)
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donkey kong
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giovedì 8 gennaio 2009
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hostel buon film horror
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Un'altro buon seguito sicuramente, anche se il primo mi è piaciuto di più era più divertente (le battute, le scene e le idee e i posti), ma questo penso che sia normale i primi film solitamente sono 'quasi' sempre i migliori.
Il mio pensiero che critica il primo capitolo e anche questo suo seguito e il fatto che il regista continui a insistere nella sua trama con il fatto che le persone che uccidevano erano dei pazzi stranieri che pagavano per divertirsi con in mano un bisturi o altro verso le loro sfortunate vittime anch'esse di provenienza straniera.
Io come piccolo ritocco avrei preferito un pò diversamente la trama..avrei lasciato piu o meno tutto uguale ma avrei cambiato semplicemente la questione dei pazzi con istinto omicida che pagavano molti quattrini per divertirsi.
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Un'altro buon seguito sicuramente, anche se il primo mi è piaciuto di più era più divertente (le battute, le scene e le idee e i posti), ma questo penso che sia normale i primi film solitamente sono 'quasi' sempre i migliori.
Il mio pensiero che critica il primo capitolo e anche questo suo seguito e il fatto che il regista continui a insistere nella sua trama con il fatto che le persone che uccidevano erano dei pazzi stranieri che pagavano per divertirsi con in mano un bisturi o altro verso le loro sfortunate vittime anch'esse di provenienza straniera.
Io come piccolo ritocco avrei preferito un pò diversamente la trama..avrei lasciato piu o meno tutto uguale ma avrei cambiato semplicemente la questione dei pazzi con istinto omicida che pagavano molti quattrini per divertirsi.. a mio parere st...da come cosa era meglio che l'organizzazione slava guadagnasse sul traffico di organi e non sui pazzi che pagavano si sarebbe avvicina forse piu alla brutta realta che forse esiste ancora oggi..
Non credo che i pazzi con istinto omicida abbiano molti soldi da spendere per fare i pazzi.
Avrebbe avuto piu senso con una piccola banale modifica.
Poi ad ognuno di voi la sua scelta e la sua critica.. comunque rimane pur sempre un buon film horror.
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spacexion
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lunedì 3 dicembre 2012
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sequel privo di interesse.
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3 giovani studentesse americane di stanza a Roma partono in vacanza per la Slovacchia, in cerca di relax e cure termali. Si tramuterà invece nel loro peggior incubo.
Eli Roth riparte da dove Hostel part 1 finiva, riavvolge il nastro e ci ripropone lo stesso identico tema, rivisitandolo in chiave femminile. Meno genuino del primo, più ammiccante, la storia ci permette di comprendere meglio chi si cela dietro la fantomatica organizzazione mafiosa che offre ai suoi "clienti" giovani prede da tutto il mondo da torturare fino alla morte. Tuttavia svelare la psicologia dei clienti torturatori o della "mente" dietro a tutta l'organizzazione non offre allo spettatore nessuno spunto di interesse nuovo.
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3 giovani studentesse americane di stanza a Roma partono in vacanza per la Slovacchia, in cerca di relax e cure termali. Si tramuterà invece nel loro peggior incubo.
Eli Roth riparte da dove Hostel part 1 finiva, riavvolge il nastro e ci ripropone lo stesso identico tema, rivisitandolo in chiave femminile. Meno genuino del primo, più ammiccante, la storia ci permette di comprendere meglio chi si cela dietro la fantomatica organizzazione mafiosa che offre ai suoi "clienti" giovani prede da tutto il mondo da torturare fino alla morte. Tuttavia svelare la psicologia dei clienti torturatori o della "mente" dietro a tutta l'organizzazione non offre allo spettatore nessuno spunto di interesse nuovo. Anzi, al contrario rende la storia più ovvia, scontata e, in definitiva, più noiosa. Il budget di produzione (più che raddoppiato rispetto al primo film della serie) permette a Roth di lanciarsi in riprese più ricche sul piano narrativo e decorativo, con scenografie più curate fino a realizzare alcune scene di discreto delirio estetico. Ma l'estetica qui si paga perdendo la spontaneità e l'immediatezza che caratterizzava invece Hostel 1 (e ne rappresentava uno dei suoi pochi punti di forza). Finale da buttare via. Film da dimenticare.
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amandagriss
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sabato 20 aprile 2013
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venghino signori,venghino!
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Continuano i massacri nel famigerato ostello della lontana Slovacchia.Eli Roth nel rispetto dell'intelligenza e memoria degli spettatori,non ci propone un sequel-fotocopia del capostipite ma ne sviluppa la trama originale,amplificandola negli spazi,nelle dinamiche e negli effetti: scopriamo che lo sperduto ostello/esca e la fabbrica/mattatoio dismessa non sono quei circoscritti ed elitari inferni sulla terra così remoti e sconosciuti come si credeva,bensì posseggono agganci e ramificazioni in tutto il mondo,con a capo un'azienda che intasca miliardi sulla pelle degli esseri umani e che trova in internet -mostro dal multiforme aspetto- la sua linfa vitale,la via per arrivare ovunque,il modo più sicuro per mimetizzarsi e continuare ad agire indisturbata.
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Continuano i massacri nel famigerato ostello della lontana Slovacchia.Eli Roth nel rispetto dell'intelligenza e memoria degli spettatori,non ci propone un sequel-fotocopia del capostipite ma ne sviluppa la trama originale,amplificandola negli spazi,nelle dinamiche e negli effetti: scopriamo che lo sperduto ostello/esca e la fabbrica/mattatoio dismessa non sono quei circoscritti ed elitari inferni sulla terra così remoti e sconosciuti come si credeva,bensì posseggono agganci e ramificazioni in tutto il mondo,con a capo un'azienda che intasca miliardi sulla pelle degli esseri umani e che trova in internet -mostro dal multiforme aspetto- la sua linfa vitale,la via per arrivare ovunque,il modo più sicuro per mimetizzarsi e continuare ad agire indisturbata.Così,chiunque nel mondo,munito di un considerevole conto in banca (in alternativa ci sono i debiti o l'ipoteca sulla casa) ma,soprattutto,marcio dentro al punto da provare piacere nel commettere le più nefande aberrazioni su un altro essere umano,si collega al sito della morte per prendere parte,da protagonista assoluto,al suo personale gioco per risvegliare i sensi,scuotersi dal torpore di una vita piatta e ordinaria,adagiata sui soffici guanciali del benessere,per saggiare gli istinti primordiali,testare i propri limiti (morali),svelare la propria natura.Il regista,partendo dall'horror iperrealista nudo e crudo dei '70 e contaminandolo pesantemente con il gore & splatter degli '80 aggiornato e potenziato qualitativamente -Splat Pack- costruisce un racconto esteticamente cruento,ambientandolo nella dura e atroce realtà di quelle zone dell’est del mondo sventrate dalla guerra,devastate dalla miseria,dove a contare è solo il dio danaro.Non si cura di apparire brutto,sporco e cattivo,porta in alto,orgoglioso,lo stendardo del b movie italiano e dei suoi storici rappresentanti: omaggia -e ringrazia nei titoli di coda- le muse nostrane Lucio Fulci,Aldo Lado, Umberto Lenzi,Ruggero Deodato,regista del feroce Cannibal Holocaust,al quale riserva il cameo del torturatore/cannibale,e si avvale delle illustri presenze di Edwige Fenech e Luc Merenda,due tra le tante icone del genere ‘di cassetta’.È violento,implacabile,estremo ma rigoroso: conosce bene le regole visive dell'horror e le rispetta,mostrandoci i massacri in tutta la loro evidenza,autocensurandosi dove la morte ne travalica i confini (il bimbo ucciso).Fintamente grezzo,riesce a lasciare il segno,a turbare,disgustare e raccapricciare.Se nel primo capitolo il punto di vista prevalente era quello delle vittime,qui questo si sdoppia in un interessante parallelismo tra vittime inconsapevoli e carnefici coscienti,con una particolare attenzione verso i secondi,le cui psicologie risultano più complesse ed indagate.La paura dell'ignoto più prossimo che permeava il primo capitolo adesso è superata (oramai conosciamo i fatti).Hostel part II è amaramente brutale,è la cassa di risonanza di Hostel: più cattivo e feroce,meno stilemi horror e più verosimiglianza,perché a far paura è la deriva dello spirito e dei suoi valori.Tra le vittime la brava e 'bruttina' Heather Matarazzo,vista in Scappo dalla scuola media,a cui è riservata la scena più bella,e facce-tv,viscide metà di disperate casalinghe destinate ad una fine degna del grande schermo.
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valentina
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giovedì 28 giugno 2007
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secondo capitolo,squisitamente tarantiniano..
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Con il secondo capitolo di Hostel,Hostel part II,Eli Roth firma un horror meno splatter del primo(le scene crude e di tortura sono minori,ma qualitativamente migliori e più funzionali allo svolgimento narrativo della storia, più sadicamente raffinate e citazioniste,dal bagno di sangue della prima carnefice,che tanto ricorda il gusto per la perversa e goduriosa produzione di sofferenza delle "120 giornate di Sodoma",opera del Divin Marchese De Sade,poi ripresa da Pasolini,sino al banchetto cannibalesco nel cammeo dell'italianissimo Deodato,regista,guarda caso,di "cannibal holocaust", pellicola capostipite degli horror movies anni'70 made in Italy)ma sicuramente più politico ed equilibrato(la dura critica nei confronti del lato normale/ipocrita,oscuro e perverso del capitalismo,del potere del denaro a cui tutto viene asservito,inclusa la vita stessa,si regge su un sottile,ma efficace,gioco di specchi tra carnefici e vittime in cui i punti di vista si scontrano/confondono così come i ruoli:i carnefici diventano vittime,tanto quanto le vittime diventano carnefici,in un'ottica malata e mercenaria in cui tutti possono essere venduti e comprati,senza morale nè ragione,se non quella finanziaria).
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Con il secondo capitolo di Hostel,Hostel part II,Eli Roth firma un horror meno splatter del primo(le scene crude e di tortura sono minori,ma qualitativamente migliori e più funzionali allo svolgimento narrativo della storia, più sadicamente raffinate e citazioniste,dal bagno di sangue della prima carnefice,che tanto ricorda il gusto per la perversa e goduriosa produzione di sofferenza delle "120 giornate di Sodoma",opera del Divin Marchese De Sade,poi ripresa da Pasolini,sino al banchetto cannibalesco nel cammeo dell'italianissimo Deodato,regista,guarda caso,di "cannibal holocaust", pellicola capostipite degli horror movies anni'70 made in Italy)ma sicuramente più politico ed equilibrato(la dura critica nei confronti del lato normale/ipocrita,oscuro e perverso del capitalismo,del potere del denaro a cui tutto viene asservito,inclusa la vita stessa,si regge su un sottile,ma efficace,gioco di specchi tra carnefici e vittime in cui i punti di vista si scontrano/confondono così come i ruoli:i carnefici diventano vittime,tanto quanto le vittime diventano carnefici,in un'ottica malata e mercenaria in cui tutti possono essere venduti e comprati,senza morale nè ragione,se non quella finanziaria).Non di secondaria importanza poi,il nostro Roth,con questo volume II,ultimo(pare)della serie,confeziona un omaggio,velato e palese,colto e sentito,al suo amico e maestro Quentin Tarantino(produttore esecutivo,la cui mano si vede e si sente,maggiormente,rispetto all'antecedente hostel);dalla scelta delle protagoniste;tutte donne questa volta,apparentemente sventate e sprovvedute,in realtà toste e grintose(come le protagoniste di "Grindhouse-a prova di morte"e come tutte le girls tarantiniane in genere),alla regia;più curata,più attenta,minuziosa e mai casuale,visivamente suggestiva(in puro Quentin's style),fatta per la maggior parte di primi e primissimi piani,d'inquadrature in particolare e in dettaglio,di forti contrasti di luci e ombre,rumore/urla e ansiogeni silenzi,dotata(almeno nel prologo)di una struttura narrativa frammentaria(flash forward,flash back,susseguirsi continuo di analessi che ci(ri)mostrano,nel ricordo di Paxton,i passaggi più salienti del 1°hostel,per poi tornare,infine,al presente e all'inizio vero e proprio del film).Ma non è finita qui!Altre ancora sono infatti le citazioni rielaborate dal giovane Eli,dei tarantiniani miti(la commedia sexy all'italiana degli anni'70,incarnata dalla Fenech,qui in un cammeo nel ruolo"suo"per antonomasia,quello dell'insegnante)ossessioni(quella per i piedi,per i nudi femminili di gambe e posteriori,per le droghe..dall'erba alla cocaina)sino ad arrivare alle celebri "trovate" da humour nero( vere "chicche" di hostel part II),volutamente ironiche e dissacranti,che rendono la violenza tragi-comica(sia nella scena del taglio del pene,gettato in pasto al cane,che in quella della partitella di calcio dei bambini con la testa mozzata,non può che scattare la risata,amara,certo,ma scatta!).Quasi inutile diventa ora,dopo tanto onore reso,sottolineare la più evidente delle citazioni quentiniane(quella scena di "pulp fiction",starring John Travolta e Samuel L.Jackson,che scorre nella tv accesa dell'ostello,e presente anche nel primo hostel),così come la meno(forse)evidente:il p.p.di Beth nella scena della vendetta finale..viso pallido,sguardo freddo e glaciale,determinato,scure in mano.(=Uma Thurman-the bride,stesso sguardo,spada in mano.kill bill.Toh!di nuovo Tarantino!).Sì,il pupillo Eli si è davvero superato.
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[+] .....velentina ma vai a kagare
(di giuli)
[ - ] .....velentina ma vai a kagare
[+] ............o no?
(di metallica)
[ - ] ............o no?
[+] cara valentina...
(di francesco manca)
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[+] hostel...suck ny d**k
(di gilu92)
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sw
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mercoledì 4 luglio 2007
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la carne è debole
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Il precedente Hostel prometteva un inedito realismo, strizzando l'occhio al sempre inappagato voyerismo dell'amante dell'horror. Prometteva, ma dopo un primo tempo in cui la cosa migliore era l'atmosfera lugubre che permeava l'ambientazione di una sorta di commedia giovanilistica, dopo qualche sequenza d'effetto, ecco la carne farsi debole, cercando quell'effetto grafico e surreale che da sempre stempera il raccapriccio e il terrore e che rende l'horror un genere tutto sommato addomesticato. Non basta un po' di vomito e qualche tremore a trasmettere davvero l'idea del dolore, specialmente quando persino il realismo anatomico è soverchiata da un esubero di sangue. Il secondo capitolo, purtroppo, segue le stesse orme verso un'ironia petulante e un ridicolo spesso involontario, laddove una sana freddezza e una maggior sobrietà nelle ambientazioni, interpretazioni e nei dialoghi avrebbe giovato.
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Il precedente Hostel prometteva un inedito realismo, strizzando l'occhio al sempre inappagato voyerismo dell'amante dell'horror. Prometteva, ma dopo un primo tempo in cui la cosa migliore era l'atmosfera lugubre che permeava l'ambientazione di una sorta di commedia giovanilistica, dopo qualche sequenza d'effetto, ecco la carne farsi debole, cercando quell'effetto grafico e surreale che da sempre stempera il raccapriccio e il terrore e che rende l'horror un genere tutto sommato addomesticato. Non basta un po' di vomito e qualche tremore a trasmettere davvero l'idea del dolore, specialmente quando persino il realismo anatomico è soverchiata da un esubero di sangue. Il secondo capitolo, purtroppo, segue le stesse orme verso un'ironia petulante e un ridicolo spesso involontario, laddove una sana freddezza e una maggior sobrietà nelle ambientazioni, interpretazioni e nei dialoghi avrebbe giovato. Ma manca la sorpresa e il congegno narrativo proprio non parte. Siamo nel citazionismo tarantiniano e non dalle parti di Henry, pioggia di sangue, per intenderci. E purtroppo neanche nel demenziale, liberatorio splatterume di Gordon & Yuzna. Il risultato è un B-movie pretenzioso che fa rimpiangere i tanto citati lavori di Fulci o Deodato, o il talento visivo di Argento, avendone peraltro la stessa pretestuosità.
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riccardo
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mercoledì 4 luglio 2007
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meglio del primo!
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Hostel si tinge di rosa: sono infatti tre ragazze , stavolta, a diventare vittime di spietati,perversi e ricchi carnefici. Tutto sembra più curato del primo episodio, soprattutto la sceneggiatura. L'intento è quello di chiudere definitivamete col film precedente e dunque viene eliminato immediatamente Paxton (Jay Hernandez), unico superstite in Hostel, e qui timoroso che i membri dell'organizzazione possano scovarlo ed ucciderlo...e così sarà. Buona la recitazione delle tre protagoniste e dei due carnefici posti in primo piano (Roger Bart e Richard Burgi), entrambe provenienti dalla fortunata serie televisiva Desperate Housewives. Un' innovazione in questo episodio è l'aggiunta di un'analisi psicologica dei due pervertiti a quella delle tre giovani vittime: si delineano così due vicende parallelle, quella dei primi e quella delle seconde.
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Hostel si tinge di rosa: sono infatti tre ragazze , stavolta, a diventare vittime di spietati,perversi e ricchi carnefici. Tutto sembra più curato del primo episodio, soprattutto la sceneggiatura. L'intento è quello di chiudere definitivamete col film precedente e dunque viene eliminato immediatamente Paxton (Jay Hernandez), unico superstite in Hostel, e qui timoroso che i membri dell'organizzazione possano scovarlo ed ucciderlo...e così sarà. Buona la recitazione delle tre protagoniste e dei due carnefici posti in primo piano (Roger Bart e Richard Burgi), entrambe provenienti dalla fortunata serie televisiva Desperate Housewives. Un' innovazione in questo episodio è l'aggiunta di un'analisi psicologica dei due pervertiti a quella delle tre giovani vittime: si delineano così due vicende parallelle, quella dei primi e quella delle seconde. La violenza è presente anche stavolta...in abbondanza!Viene ucciso un bambino(fortunatamente la scena non è ricca di dettagli!) e si assiste ad una evirazione, per non parlare poi di tutte le altre atroci e stomachevoli torture che sembrano sfociare, a tratti, nel satanismo. Fortunatamente l'ostello è sempre lo stesso, situato in una cupa e inquietante Slovacchia (poveri slovacchi!) e l'Italia rimane bella e solare.Non è certo uno spettacolo gradevole, ma a chi è piaciuto il primo( ben pochi, a quanto sembra) rimarrà soddisfatto anche di questo secondo episodio
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(di metallica)
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(di gianlu!!)
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