Le vite degli altri

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Un film di Florian Henckel von Donnersmarck. Con Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme.
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Titolo originale Das Leben der Anderen. Drammatico, durata 137 min. - Germania 2006. - 01 Distribution uscita venerdì 6 aprile 2007. MYMONETRO Le vite degli altri * * * * - valutazione media: 4,10 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
gaetano cup martedì 10 aprile 2007
la rivoluzione interiore Valutazione 5 stelle su cinque
94%
No
6%

La chiave è tutta in una frase che il ministro, l'alter ego negativo del protagonista, dice ad un certo punto: le persone difficilmente cambiano...Eccolo, il coraggio di questo film: sovvertire questo assioma, questo confine che stringe sempre troppo la vita umana, e farci vedere che invece un cambiamento, di più, una rivoluzione interiore è possibile, forse proprio quando non è affatto cercata. E' quella che inverte il ruolo del capitano della Stasi, che si trasforma da eroe negativo, da servo fedele del sistema, da nemico della libertà di essere e di esprimersi, in eroe positivo, in protettore, ancora meglio, in salvatore di quelle stesse vite ( tranne di una che finsice tragicamente) che prima aveva cercato di ingabbiare dentro i feroci schemi di un potere dedito solo a se stesso. [+]

[+] complimenti (di simone, torino)
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paola lunedì 30 luglio 2007
un regalo per l'anima Valutazione 5 stelle su cinque
94%
No
6%

Un film stupendo, pieno di emozione e di vera poesia. Un regalo per l’anima, che deve essere di esempio al nostro cinema moderno, spesso così pieno di effetti speciali, di violenza e di niente. La prova che si può creare suspense e comunicare messaggi forti senza indugiare nel macabro e senza scadere nel banale. E’ con il cuore che parlo, il mio è un commento poco razionale ma pieno di gratitudine: gratitudine verso il regista, al quale auguro di continuare così, e verso il cast. Il mio pensiero va soprattutto a Ulrich Muehe, che alla fine della sua vita ci ha regalato un’interpretazione così intensa e indimenticabile. Di sicuro mi sarà sfuggito qualche dettaglio tecnico, e non ho certo le basi per valutare “artisticamente” un film, che andrebbe comunque valutato in seguito a una più attenta seconda visione. [+]

[+] commento molto bello (di lojze)
[+] brava paola (di luigi)
[+] molto brava paola (di elpi)
[+] commento sensazionale (di gabriele)
[+] grande paola (di debora)
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mymy martedì 1 maggio 2007
"la sonata per le persone buone" nella fredda ddr Valutazione 5 stelle su cinque
95%
No
5%

Una sceneggiatura avvincente, un cast all'altezza del compito, uno sfondo storico tristemente reale: questi gli ingredienti di un film appassionato e intenso, le cui scene sono destinate ad imprimersi nella memoria degli spettatori. "Le vite degli altri" si configura come un film drammatico, duro e cupo in alcuni tratti, ma incline a scene di profonda commozione e ad attimi di suspense intrisi di una tragica ironia. E'proprio la mescolanza di questi elementi che rende l'intreccio del film assolutamente coinvolgente ed originale. Inoltre, su tutti i personaggi non grava un giudizio netto o definitivo, ma ognuno di essi presenta una psicologia complessa, un animo multiforme e ricco di sfumature, delle pieghe assolutamente insolite e nascoste. [+]

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catia p. venerdì 15 giugno 2007
un sobrio capolavoro Valutazione 5 stelle su cinque
84%
No
16%

Se questo film non riuscirà pian piano a penetrare la vostra corazza, superando le rigide apparenze e toccando qualcosa che si nasconde nella profondità della vostra anima, vuol proprio dire che avete il cuore di pietra. Se, al contrario, da veri spettatori che spiano quanto succede nel film (proprio come il suo straordinario protagonista fa nella storia), vi lascerete coinvolgere dal dipanarsi di questo dramma perfetto, ne guadagnerete lacrime e sangue, emozioni vere, e la consapevolezza della vostra umanità. Lo sconcertante Sistema della Berlino est a pochi anni dalla caduta del muro viene scosso dal suo interno, da qualcuno che imparerà la passione dalle vite degli altri e tenterà di proteggere questa cosa bellissima, ma precaria, da un regime crudele che sempre fa le sue vittime. [+]

[+] ndì a durmì (di andrea pertigi)
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pensionoman lunedì 1 aprile 2013
l'anima di una persona buona Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

LE VITE DEGLI ALTRI
Germania dell'est, Berlino. 1984. Il
 capitano della Stasi, Gerd Wiesler, viene incaricato di spiare un famoso scrittore di teatro, Georg Dreyman, gradito al regime della DDR. L'ufficiale installa un centro d'ascolto, in una mansarda sopra l'abitazione dell'artista, la riempie di microspie, e inizia un'attività di controllo a tutto campo della vita del drammaturgo e della sua compagna, la bella attrice Christa Maria Sieland.
Durante le intercettazioni, però, scoprirà che l'intera operazione è stata disposta da un politico senza scrupoli, il ministro della Cultura, Bruno Hempf, solo per togliere di mezzo Dreyman e avere campo libero con l’attrice, da lui costretta col ricatto a subire le sue rozze avanches sessuali. [+]

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alberto m. domenica 3 giugno 2007
ammiro i tedeschi Valutazione 4 stelle su cinque
93%
No
7%

Ancora una volta i tedeschi ci dimostrano che sanno fare i conti, difficilissimi, con la loro triste storia del secolo passato. Un film europeo che non cede a facili sentimentalismi o ad una facile retorica: scarno, essenziale, romanzato quanto basta, ci fa ri-vivere da spettatori impotenti ma fortemente convolti un pezzo di storia spesso ignorato. Una regia composta, che scruta con ferma pacatezza una storia paradigmatica, rappresentanza di tante storie. Anche il cattivo che diventa buono, unico ammiccamento alle facili aspettative dello spettatore, viene inserito in un contesto "minimalista" per cui non provoca alcun fastidio, anzi una sorta di nemesi liberatoria. Ottime le interpretazioni senza fronzoli di Sebastian Koch e Ulrich Muhe, a dimostrazione di quanti talenti si aggirino per l'Europa.

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massimiliano l. martedì 10 aprile 2007
un eccellente esordio! Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Le vite degli altri è un film importante, soprattutto per la sceneggiatura, la fotografia e la pova attoriale, essendo, invece, l'elemento filmico di tipo classico: la regia non sembra certo quella di un esordiente anche se non presenta soluzioni particolarmente ardite o innovative: l'uso delle panoramiche è sobrio ed appropriato e così quello dei carrelli; le conversazioni sono sempre, o quasi, filmate in campo-controcampo (con soluzioni stilistiche differnti a seconda del ruolo dei protagonisti: il primo interrogatorio condotto da un agente della Stasi, che poi diventerà il coprotagonista del film, è filmato appunto in campo-controcampo ma l'interrogante è ripreso dal basso, quasi a voler rappresentare la sua posizione di autorità, e l'interrogato dall'alto, dimostrando così anche visivamente la sua oppressione ed il suo schiacciamento; i dialoghi tra lo scrittore protagonista, Georg Dreyman, e la sua compagna,l'attrice Christa-Maria, presentano inquadrature in cui lui è in primo piano e dà le spalle a lei che si scorge sullo sfondo, a voler rappresentare la distanza che già separa i due, distanza che prelude ad un successivo tradimento; il dialogo che si svolge in un bar tra l'agente della Stasi Wiesler e la stessa Christa-Maria è filmato in campo-controcampo ma con piani dei protagonisti sempre più ravvicinati man mano che la conversazione diventa più intima); i raccordi tra le scene e le sequenze sono di tipo classico (a volte anche di natura sonora, mediante l'utilizzo di musica o parole intradiegetiche), anche l'utilizzo delle sequenze in cui compaiono degli specchi è mutuato dai classici: nel cinema classico, infatti, lo specchio rappresenta il doppio, la doppia personalità, la rivelazione di un lato oscuro o nuovo di colui che vi si riflette; ne "le vite degli altri" sia il personaggio di Christa-Maria che quello di Wiesler sono rappresentati allo specchio nel momento in cui rivelano la loro seconda personalità (lei prima di ingerire degli psicofarmaci, primo passo di un percorso che la porterà a tradire l'amante denunciandolo alla Stasi; lui prima di ricevere una prostituta, gesto che ne rivela un aspetto insospettabile e che, anche in questo caso, costituisce l'inizio di un'evoluzione che lo porterà da integerrimo funzionario della Stasi a silenzioso complice dello scrittore dissidente) e lo specchio, forse, rappresenta anche la specularità dei percorsi paralleli dei due coprotagonisti: Christa-Maria si avvicina al potere divenendo collaboratrice della polizia plitica, Wiesler vi si allontana, aiutando, attraverso una serie di omissioni e di falsificazioni, lo scrittore Georg Dreyman a pubblicare il suo articolo anti-regime sullo Spiegel; e ancora: l'unica volta in cui il superiore di Wiesler, un ufficiale fedele al regime dall'inizio alla fine e che ,a differenza del suo sottoposto, non subisce evoluzioni psicologiche nel corso del film, appare riflesso è in un falso specchio, un vetro cioè che separa la sala degli interrogatori dalla stanza dove questi vengono ascoltati e osservati dagli ufficiali della Stasi. [+]

[+] hai ragione! (di gll73)
[+] lunga,troppo spigolosa. (di elisa)
[+] parole parole parole (di elisa)
[+] sintesi!!!!! (di dodix2003)
[+] il cinema non è soltanto ottimo/pessimo (di chiara)
[+] giusto, ma un po' cerebrale (di paola)
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ivanajac giovedì 23 agosto 2007
bello ed intenso Valutazione 4 stelle su cinque
92%
No
8%

Bella e intensa prima prova d’autore/regista/sceneggiatore di un 34 enne tedesco. La vicenda ti attrae subito perché ti fa entrare immediatamente dentro una pagina di storia recente, drammatica e rimossa. Quanti di noi avevano chiaro che ancora a metà anni ‘80 nella civilissima Europa potesse esistere un regime così opprimente e spietato? Gli occhi azzurri e gelidi di una spia della Stasi ci costringono ad essere spie e osservatori della “vita degli altri”. Ma poi capisci che la vita spiata è in realtà a doppio o triplo gioco e che la stessa spia viene spiata anche da noi nella sua lenta evoluzione, nel suo lasciarsi attrarre dal “bene”, dai valori negati e controllati. L’arte, la musica, il teatro, l’amore, la dignità, l’opporsi al regime mettendo a repentaglio le proprie sicurezze. [+]

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natale64 martedì 23 ottobre 2007
ogni tanto accade Valutazione 5 stelle su cinque
82%
No
18%

ogni tanto accade che si riesca a vedere delle belle cose, i questo caso un bellissimo film.ho 43 anni, nel periodo storico trattato nel film ero giovanotto, mi ha impressionato il modello e il colore della giacca a vento che usa sovente il protagonista.quel grigio effettivamente era "molto"usato in quei anni,lo usavo anchio anche molto simile il modello.chi poteva immagginare con la scarsa conoscenza di informazione dell'epoca, quello che succedeva in quella parte del mondo?erano i primi tempi che erano usciti i primi cd "audio" me lo ricordo benissimo!quasi totale per noi giovani del tempo occuparsi diqueste cose cosi lontane.tornando al film nel giro di 2 giorni lo rivisto una seconda volta, per afferrare meglio i dialoghi le sfumature. [+]

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ghitri giovedì 16 agosto 2007
un inno all'arte Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

le lacrime che solcano il viso dello spietato agente nell'ascoltare la musica suonata per l'amico suicida, la curiosità nuova per quei libri ritenuti fino a poco prima pericolosi sono i primi segni di una " conversione" all'umanità, all'amore e alla coscienza civile. L'arte, la senbilità dei protagonisti osservati diventa la molla di questa "conversione", di questa umanizzazione che arriverà fino al sacrificio personale.

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