Le vite degli altri

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Un film di Florian Henckel von Donnersmarck. Con Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme.
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Titolo originale Das Leben der Anderen. Drammatico, durata 137 min. - Germania 2006. - 01 Distribution uscita venerdì 6 aprile 2007. MYMONETRO Le vite degli altri * * * * - valutazione media: 4,10 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

La rivoluzione interiore Valutazione 5 stelle su cinque

di Gaetano Cup


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martedì 10 aprile 2007

La chiave è tutta in una frase che il ministro, l'alter ego negativo del protagonista, dice ad un certo punto: le persone difficilmente cambiano...Eccolo, il coraggio di questo film: sovvertire questo assioma, questo confine che stringe sempre troppo la vita umana, e farci vedere che invece un cambiamento, di più, una rivoluzione interiore è possibile, forse proprio quando non è affatto cercata. E' quella che inverte il ruolo del capitano della Stasi, che si trasforma da eroe negativo, da servo fedele del sistema, da nemico della libertà di essere e di esprimersi, in eroe positivo, in protettore, ancora meglio, in salvatore di quelle stesse vite ( tranne di una che finsice tragicamente) che prima aveva cercato di ingabbiare dentro i feroci schemi di un potere dedito solo a se stesso. Perchè succede questo? Cos'è che fa precipitare le convinzioni e il modo stesso di rapportarsi al mondo del capitano? Forse l'ascolto in cuffia della lettura del libro di poesie di Brecht, o degli amplessi tra il drammaturgo e la compagna, così diversi da quei due soldi di momentaneo appagamento che lui si regala con una prostituta? In fondo conta poco capire il perchè, il momento preciso, quello che conta è che attraverso queste vite degli altri, questa sorta di pre-reality dove non c'è niente di artefatto o di costruito, il capitano scopre che l'esistenza vera non passava attaverso i freddi, grigi, monotematici uffici della Stasi, ma invece era proprio al di fuori di quelli, anzi,là c'era solo finzione,l' asservire tutto al regime e incanalare tutto in un'ideologia sempre più distante dalla vita vera. Ma quel regime, così come è tratteggiato, non è solo il paradigma del comunismo, di più, è l'emblema dei guasti (inevitabili?) di quei sistemi di potere che tendono a degenerare. Le carriere fatte attraverso il lecchinaggio politico, certe attricette che danno l'anima al diavolo le troviamo forse solo nella Berlino est degli anni '80? Ma il film, in fondo, ci dice una parola di speranza anche su questo, perchè alla fine tutto verrà rovesciato e sublimato nella forza di chi non si arrende: del drammaturgo, che accetta di fare finalmente una rischiosissima scelta di campo, dell'attrice, che si riscatta pagando il prezzo più alto possibile, del capitano, che precipita negli scantinati della Stasi perchè Berlino, a differenza di Parigi, non val bene una messa....Già, il capitano, ancora lui: un altro colpo d'ala del film è che la sua esistenza esteriore non cambia mai. Solitaria, spartana, grigia, sia prima che dopo la caduta del muro, e questo perchè i cambiamenti veri sono quelli interiori, la coscienza non ha niente a che fare con la ricchezza o il successo, la vera forza sta nel cuore e non nel portafogli. Ma una differenza tra il prima e il dopo c'è: il sorriso incontaminato che gli illumina il volto nel leggere la dedica del drammaturgo sul ultimo libro. E in quel sorriso c'è davvero tutto il senso di questo capolavoro.

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simone, torino martedì 10 aprile 2007
complimenti
96%
No
4%

Complimenti, ottima recensione. Hai scritto magistralmente di un film magistrale. L'ho appena visto ed è davvero come dici tu

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raf martedì 10 aprile 2007
bravo simone
94%
No
6%

Hai scritto già tutto te mi permetto solo di aggiungere che la figura del capitano è di grande di rigore morale perchè agisce sempre secondo quello in cui crede con la massima dedizione ed onestà

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cristian martedì 10 aprile 2007
aggiungerei...
94%
No
6%

Il sorriso del Capitano Gerd Wiesler colpisce perchè determina nello spettatore la consapevolezza di sè nell'ex Capitano, finalmente "nato", come uomo, protagonista della propria vita: non più spettatore delle "vite degl'altri".

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kiara martedì 10 aprile 2007
non potrei dire nient'altro nemmeno se volessi.
93%
No
7%

Bravissimo, senza parole. Il film, inoltre, non annoia ed è alla portata di chi capisce quanto sia stata dura la vita di certe persone in tempi come quelli, dove il tuo lavoro dipendeva dall'amicizia che avevi coi politici, dalla tua popolarità, ecc

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gian mercoledì 11 aprile 2007
complimenti ma esageri!
0%
No
100%

complimenti per la perfetta disamina sui contenuti del film, forse però devi concordare qualche scivolone melodrammatico che mi fanno ritenere 5 stelle un pò troppo. E la scena finale non è poi così originale e neppure centrata. 3 massimo 4 stelle

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fra07 martedì 1 maggio 2007
molto bello
90%
No
10%

All'inizio ero un po scettico nel scegliere una pellicola tedesca ma poi mi son ricreduto. davvero molto bello

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cq martedì 1 maggio 2007
l'attrice non si riscatta
56%
No
44%

L'attrice non si riscatta. Non e' grazie a lei che il protagonista si salva e lo stesso alla fine, leggendo i resoconti dell'interrogatorio, viene a sapere che lei lo ha tradito. Questo non leva niente alla profondita' del personaggio o del film.

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anna mercoledì 9 maggio 2007
film tedeschi
36%
No
64%

non capisco il commento di fra07...il cinema tedesco è molte spanne sopra rispetto a quello italiano.Ne dimostrano pellicole come good-bye lenin","la caduta", e appunto,quest'ultimo splendido film "le vite degli altri".bravissima la gedeck.

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tappac domenica 13 maggio 2007
meno male...
92%
No
8%

con tutte le porcherie che ci tocca vedere in tv,meno male ci sono film di questo livello!L'ho visto ieri sera, oggi ho spento la tv sull'"intervista", del tg, ai genitori di una bambina "schiacciata" da un cancello e l'ho raccontato alle mie figli

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ago lunedì 14 maggio 2007
atmosfera orwelliana?
89%
No
11%

Sono daccordissimo che sia un bel film, vorrei solo aggiungere che alcune scene ricordano molto 1984 di Orwell, e guarda caso è l'anno in cui è ambientata la vicenda...

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chiara martedì 22 maggio 2007
la bontà interiore
91%
No
9%

Una bontà interiore porta al rovesciamento di un regime esteriore che va ormai troppo stretto. Interno/esterno: ecco l'equilibrio di questo bel film, intimo, sommesso e per questo intensissimo. Proprio come l'umanità di Gerd Wiesler. Bella recensione

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gog lunedì 28 maggio 2007
stupendo
100%
No
0%

questo film è un capolavoro...non vedevo da molto tempo un film che mi facesse emozionare così tanto. assolutamente da vedere.

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paola martedì 31 luglio 2007
citazioni
100%
No
0%

Bella recensione! Riguardo al commento di Ago: è vero, anche a me era venuto in mente Orwell. Ma mentre in Orwell non si intravede un minimo barlume di speranza, in questo film il messaggio è positivo e liberatorio. Non c'è comunque nulla di male nelle citazioni... a me i funzionari della Stasi hanno addirittura ricordato i "signori grigi" del libro "Momo" Michael Ende.

[+] le vite degli altri (di tonino58)
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felicia t martedì 28 gennaio 2014
grazie
0%
No
0%

Grazie Gaetano per aver messo luce sul senso della trasformazione. Grande senso del film.Lo sto riguardando ora sul digitale terrestre. ed è proprio quella fine che mi rende più sopportabile le pene precedenti. Film bellissimo.

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