lucio
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domenica 25 febbraio 2007
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la guerra per la liberta di pensiero
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E' triste constatarlo , ma è proprio così : la guerra per essere liberi comincia da quando si è piccoli e non finisce mai . Gli asili sono parcheggi ? Servono per crescere ? Me lo sto chiedendo da tempo e non ho ancora trovato la risposta . Se papà e mamma lavorano chi guarda i bambini ? Questo è un primo spunto per una riflessione a mio avviso valida in Occidente come in Oriente . Un secondo riguarda , più da vicino , il modello ( o i modelli ) di vita che la società degli uomini e delle donne ha costruito nel corso del tempo . Lo stile occidentale , edonista e narcisista , ha messo in soffitta la famiglia allargata : niente più zie in casa e niente più nonni . Lo stile orientale collettivista , a cui si riferisce il regista Zhang Yuan , tende ad omologare il pensiero e ad annullare le differenze .
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E' triste constatarlo , ma è proprio così : la guerra per essere liberi comincia da quando si è piccoli e non finisce mai . Gli asili sono parcheggi ? Servono per crescere ? Me lo sto chiedendo da tempo e non ho ancora trovato la risposta . Se papà e mamma lavorano chi guarda i bambini ? Questo è un primo spunto per una riflessione a mio avviso valida in Occidente come in Oriente . Un secondo riguarda , più da vicino , il modello ( o i modelli ) di vita che la società degli uomini e delle donne ha costruito nel corso del tempo . Lo stile occidentale , edonista e narcisista , ha messo in soffitta la famiglia allargata : niente più zie in casa e niente più nonni . Lo stile orientale collettivista , a cui si riferisce il regista Zhang Yuan , tende ad omologare il pensiero e ad annullare le differenze . Quale dei due modelli è il migliore ? A mio parere fanno schifo entrambi . La verità è che di bambini come il piccolo Gianburrasca del film se ne incontrano pochi in giro . E quelli che ci sono , se il mondo va avanti così , una volta divenuti adulti saranno degli emerginati sociali . Splendida la scena finale in cui il discoletto cinese fugge dal suo opaco presente di fiori rossi e di punti sulla lavagna . Morale : viva la liberà , anche se è faticoso conquistarla .
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andrea
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venerdì 23 febbraio 2007
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non guardatelo
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....ke palle di film..non guardatelo...è monotono..!!
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me
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sabato 10 febbraio 2007
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lento
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Ecco un film insolitamente lento in cui percorre la storia di un gruppo di bambini lasciati in un asilo, da genitori troppo impeganti nel lavoro quotidiano. I piccoli si arrabattano attorno alle problematiche quotidiane. Domina l'emergenza della vestizione/svestizione e dell'affermazione del se in un sistema meritocratico basato sull'attibuzione di "fiori", un po' come le stelle del cinema.
Il sistema entra in crisi allorquando l'attibuzione della premialità manifesta in tutta la sua ipocrisia, ovvero si esplica sul grado di conformità alle "regole " dell'asilo. La creatività viene mortificata e il protagonista del film viene emarginato dai compagni, oramai omologati, e allontanato sempre più dal sistema.
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Ecco un film insolitamente lento in cui percorre la storia di un gruppo di bambini lasciati in un asilo, da genitori troppo impeganti nel lavoro quotidiano. I piccoli si arrabattano attorno alle problematiche quotidiane. Domina l'emergenza della vestizione/svestizione e dell'affermazione del se in un sistema meritocratico basato sull'attibuzione di "fiori", un po' come le stelle del cinema.
Il sistema entra in crisi allorquando l'attibuzione della premialità manifesta in tutta la sua ipocrisia, ovvero si esplica sul grado di conformità alle "regole " dell'asilo. La creatività viene mortificata e il protagonista del film viene emarginato dai compagni, oramai omologati, e allontanato sempre più dal sistema.
Risparmiatevi i soldi!
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alex
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lunedì 29 gennaio 2007
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trovare un significato? dobbiamo proprio?
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Una storia debole con sceneggiatura debole. Chi potrebbe restare affascinato da un asilo dove le maestre non sono certo mostri arcigni come le istitutrici inglesi di età vittoriana, sono pure materne, dolci e premurose, l'igiene è scrupolosa, il freddo inverno non fa paura perché i letti sono caldi e accoglienti, il tetto non gocciola, insomma nulla per poter gridare allo scandalo. Nessuno riesce a parteggiare per i "poveri" bambini, già che tutto funziona più che bene e pure gli ospiti sembrano normali, cioè felici, gioiosi, spensierati. Tutto funziona tanto bene che sembra più un documentario propagandistico del Ministero dell'Istruzione che un film.
L'apoteosi della "ribellione" del protagonista è una parolaccia ad una maestra, roba da brividi lungo la schiena, un vero colpo di scena.
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Una storia debole con sceneggiatura debole. Chi potrebbe restare affascinato da un asilo dove le maestre non sono certo mostri arcigni come le istitutrici inglesi di età vittoriana, sono pure materne, dolci e premurose, l'igiene è scrupolosa, il freddo inverno non fa paura perché i letti sono caldi e accoglienti, il tetto non gocciola, insomma nulla per poter gridare allo scandalo. Nessuno riesce a parteggiare per i "poveri" bambini, già che tutto funziona più che bene e pure gli ospiti sembrano normali, cioè felici, gioiosi, spensierati. Tutto funziona tanto bene che sembra più un documentario propagandistico del Ministero dell'Istruzione che un film.
L'apoteosi della "ribellione" del protagonista è una parolaccia ad una maestra, roba da brividi lungo la schiena, un vero colpo di scena... Nella sala si inizia a capire che non succederà nulla di meglio e qualcuno guarda nervosamente l'orologio.
Inutile tentare di appioppare significati politici ad una storia "media" di una asilo "medio" con bambini "medi" e un protagonista, il piccolo Fang, che pure recita incredibilmente bene, tanto (poco) ribelle da far sembrare Gianburrasca un rivoluzionario sudamericano.
C'è qualche buon esercizio di tecnica cinematografica e fotografica, con un buon uso, ad esempio, dello sfocato selettivo, ma si nota giusto perché la storia annoia e ci si mette a notare questi particolari "tecnici", peraltro poco funzionali alla (debole) narrazione.
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(di samuele siani)
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candy star
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sabato 27 gennaio 2007
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sicuramente da vedere
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Indubbiamente mi aspettavo qualcosa di più su un film che aveva tutti i presupposti per essere un vero capolavoro. La visione è molto piacevole, il film è delicato ed interiore, i bambini sono dolcissimi ed allo stesso tempo spietati.
vale la pena di vederlo quanto meno per vedere il genio che si nasconde dietro il piccolo protagonista che ha una mimica ed una attitudine alla recitazione veramente da lasciarti con la bocca aperta data la sua giovanissima età.
[+] non il solito stupido film di natale.
(di felicia)
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bracciante roberto
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sabato 20 gennaio 2007
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il fiorellino che non c'è
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Del primo giorno di scuola ricordiamo le lacrime per il distacco dalla mano rassicurante del genitore, più che i primi insegnamenti della maestra. Poi piano piano il piacere di incontrare i compagni e imparare nuove cose ci ha ripagato della tristezza di lasciare casa. In quel momento siamo diventati grandi, ci siamo "scolarizzati". Forse è per questo che lo spettatore si immedesima pienamente, fin dalla prima scena, nel piccolo protagonista di questo film, un bambino cinese di campagna che fa la sua conoscenza con il mondo delle regole in un asilo di Pechino, sul finire dell'inverno. Il punto di vista è proprio quello del bambino, che interpreta la realtà con gli occhi della sua fantasia, dipingendo ogni cosa di magia e incanto.
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Del primo giorno di scuola ricordiamo le lacrime per il distacco dalla mano rassicurante del genitore, più che i primi insegnamenti della maestra. Poi piano piano il piacere di incontrare i compagni e imparare nuove cose ci ha ripagato della tristezza di lasciare casa. In quel momento siamo diventati grandi, ci siamo "scolarizzati". Forse è per questo che lo spettatore si immedesima pienamente, fin dalla prima scena, nel piccolo protagonista di questo film, un bambino cinese di campagna che fa la sua conoscenza con il mondo delle regole in un asilo di Pechino, sul finire dell'inverno. Il punto di vista è proprio quello del bambino, che interpreta la realtà con gli occhi della sua fantasia, dipingendo ogni cosa di magia e incanto. La storia si sviluppa tutta all'interno dell'asilo, dove lui e un centinaio di altri bambini rimangono giorno e notte, affidati alle cure delle educatrici che vivono con loro. Qui vengono impartite ai bambini le norme di comportamento, con metodi severi e militareschi. I progressi di ognuno sono annotati su un tabellone, dove i punteggi sono costituiti da dei fiori rossi di carta. Il piccolo protagonista rimane affascinato dalle camerate piene di altri bambini e vorrebbe socializzare, e per far ciò utilizza il gioco come mezzo di comunicazione; gli altri bambini, già da tempo arrivati nell'asilo, lo respingono e mostrano di essere appiattiti nelle modalità stereotipate in cui li costringe la vita dentro la scuola/carcere. Non riuscendo in nessun modo ad integrarsi in questo mondo, che lo punisce se sbaglia ma non lo premia quando si impegna (''perchè io non ho neanche un fiorellino?'') il bambino svilupperà in modo personale risposte sempre più estreme. Il film, tratto da un romanzo che purtroppo non ho ancora letto, mostra in chiave metaforica e in modo sublime un sogno politico del novecento, l'annulamento della prospettiva individuale nella logica collettivistica.
Un gran bel film.
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samuele siani
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sabato 20 gennaio 2007
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ben lontani da truffaut
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Mi sono avvicinato a questo film con entusiasmo. La critica elogiava questo piccolo film. E ammetto che le prime scene mi hanno effettivamente entusiasmato, complice la musica e questa telecamera ad altezza di bambino.
Poi però la sensazione è come se il film non riuscesse a "cambiare marcia", a slanciarsi. Diventa pesante, talvolta poco chiaro.
Indago sui perché durante la visione: perché il bambino è contrario a quell'ordine (militare), perché litiga con tutti anche con la maestra che lo ha in simpatia? Perché?
Forse mancava un'indagine psicologica di quel bambino, dei suoi tormenti, delle sue mancanze (di certo i genitori), delle sue necessità.
Del resto, al di là degli eccessi militari delle maestre(ma siamo in Cina,e pur senza intuirlo nel 1949)queste puntano tutto sulla disciplina per tenere in 4 persone una classe così grande di bambini.
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Mi sono avvicinato a questo film con entusiasmo. La critica elogiava questo piccolo film. E ammetto che le prime scene mi hanno effettivamente entusiasmato, complice la musica e questa telecamera ad altezza di bambino.
Poi però la sensazione è come se il film non riuscesse a "cambiare marcia", a slanciarsi. Diventa pesante, talvolta poco chiaro.
Indago sui perché durante la visione: perché il bambino è contrario a quell'ordine (militare), perché litiga con tutti anche con la maestra che lo ha in simpatia? Perché?
Forse mancava un'indagine psicologica di quel bambino, dei suoi tormenti, delle sue mancanze (di certo i genitori), delle sue necessità.
Del resto, al di là degli eccessi militari delle maestre(ma siamo in Cina,e pur senza intuirlo nel 1949)queste puntano tutto sulla disciplina per tenere in 4 persone una classe così grande di bambini. Ma ciò non toglie che ci giocano e tanto.
Ciò che alla fine risulta è che il bambino è smarrito, ma soprattutto allergico alle regole. Il che va bene, purché non si faccia diventare "politico" un bambino di 4 anni...
http://noncontromaper.splinder.com
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dreamer
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giovedì 18 gennaio 2007
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delusione...
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E'un film che tanto attendevo, ma che ahimè mi ha deluso profondamente, infatti nn ho avto il fegato per finirlo...
E' molto noioso, con momenti insignificanti e a mio parere con troppe scene di nudo.
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imdb
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mercoledì 17 gennaio 2007
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quando la critica ci marcia
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per me e'un brutto film, che sarebbe da buttare per come pretende di spiegare e giustificare un bambino con problemi seri. da cineforum degli anni 70. quando certa gente si accorgera'che il mondo purtroppo e' mooolto cambiato?
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estaer
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venerdì 12 gennaio 2007
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un film sociale postmodernista
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sicuramente non è un capolavoro, perchè mancano quelle caratteristiche che innalzano un lavoro a opera d'arte: le musiche erano scadenti e non guistificate, la sceneggiatura sgardevole, attori poco convincenti, in particolare il protagonoista anche se offre spunti didattici-pedagogici intriseci.
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