Anno | 1966 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 70 minuti |
Regia di | Andy Warhol |
Attori | John Cale, Gerard Malanga, Sterling Morrison, Billy Name, Nico, Lou Reed Stephen Shore, Maureen Tucker, Andy Warhol, Mary Woronov. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 febbraio 2014
Nel 1966, l'anno in cui iniziano a lavorare a questo album, i Velvet Underground si guadagnano fama di band tra le più oltraggiose della scena newyorkese.
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CONSIGLIATO SÌ
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Questo documentario si inserisce nelle opere sperimentali di Warhol miranti a mettere a confronto la celebrità con la quotidianità. Viene così ripresa una performance d'improvvisazione del gruppo dei Velvet Unedrgound alla Warhol Factory a cui si aggiunge Nico. Costei (vero nome Christa Paffgen) è una cantante nata nella Germania nazista e con il padre ucciso in un campo di concentramento che, dopo la guerra inizia l'attività di modella. Dopo aver sostenuto alcuni piccoli ruoli in diversi film (tra cui La dolce vita) si trasferisce a New York dove entra nel giro degli artisti.
Warhol, in questo lungo piano sequenza, inizia proprio con il suo volto concentrato nell'utilizzo di una maracas che suonerà a lungo insieme a un tamburello. Ai suoi piedi il figlio Christian Aaaron avuto da Alain Delon ma mai riconosciuto dall'attore. Ha così inizio una session quasi ipnotica in cui alla ripetitività con variazioni della musica del gruppo si associa la ripresa di Warhol il quale scrive un proprio testo improvvisato che si fonde con quello della band. La macchina da presa è posizionata frontalmente rispetto agli artisti ma lavora in costante movimento passando da totali a primissimi piani, utilizzando lo zoom e le panoramiche (a schiaffo e non). In definitiva Warhol non vuole realizzare un video così come lo intendiamo oggi (quindi strettamente al servizio della musica e dei suoi esecutori). Ad esempio Nico, che ha cantato in altre occasioni con il gruppo, qui si limita a suonare. Warhol vuole piuttosto utilizzare il tappeto sonoro offertogli da Lou Reed e compagni per esplorare le possibilità offerte dalla tecnologia dell'epoca. L'arrivo inatteso della polizia mette fine alla session e al film offrendo al regista quell'intrusione di realtà esterna che sicuramente non lo ha infastidito ma si è inserita alla perfezione, seppur involontariamente, nella sua ricerca.
Attraverso i continui zoom,gli ingrandimenti di dettagli insignificanti,le immagini oscurate,sfocate,i movimenti frenetici e le eseltazioni psichedeliche della musica Warhol trasforma la jam-session dei "Velvet Underground"(che nello stesso anno avrebbero prodotto il loro primo Lp) in un frammento di arte sottratta alla vita e allo scorrere del tempo.