Anno | 2013 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 73 minuti |
Regia di | Alessio Fava |
Attori | Matteo Lanfranchi, Beatrice Cevolani, Claudio Morganti, Max Speziani, Michele Di Mauro Tommaso Banfi. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 30 giugno 2015
Un uomo vive in una situazione di perenne lentezza, senza motivo. Un team decide di seguirlo per un anno per fare un documentario su di lui.
CONSIGLIATO SÌ
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Yuri Esposito è un uomo di quarant'anni, con una moglie che ama molto, un lavoro da restauratore di opere d'arte a soggetto religioso e una grande passione per l'apnea statica. A Yuri manca solo una cosa per sentirsi completamente appagato: la velocità. L'uomo è affetto da una rara patologia che lo ha condannato, sin dalla prima infanzia, a una condizione di perenne lentezza che rallenta i suoi movimenti e la sua capacità locutoria, rendendolo diverso dagli altri. Yuri tiene sotto controllo la malattia con una dose giornaliera di vaccino anti-poliomielite, che lo mantiene a un quinto della velocità delle persone normodotate. Quando scopre che la moglie, Lucia, aspetta un bambino, il fragile equilibrio raggiunto da Yuri va in pezzi, al cospetto con la paura di non riuscire a diventare un buon padre. Il suocero Vittorio, ex ricercatore e ora medico, prova allora a individuare un nuovo vaccino che gli renda il dono della velocità.
Il regista torinese Alessio Fava esordisce nel lungometraggio con un piccolo film intimista e delicato, che entra in punta di piedi nella straordinaria ordinarietà di un uomo in contrasto con i canoni di una società basata sulla velocità. La macchina da presa scruta, senza essere invasiva, i movimenti rallentati di Yuri, rendendo il senso di gesti che le persone "normali" compiono meccanicamente, ma che nella vita del protagonista hanno il sapore di rituali da eseguire con cura. Quella stessa cura affettuosa con cui Lucia si rapporta al marito, quasi come fosse un bambino.
Mentre osserviamo il protagonista che avanza lentamente per strada, con lo sguardo spaesato, come se vivesse chiuso dentro una bolla di sapone, mentre il mondo attorno a lui sfreccia convulso, presagiamo il pericolo di un'esplosione imminente. Che arriva puntualmente quando Yuri viene a sapere che diventerà padre. È in quel preciso istante che il senso di inadeguatezza e la mancata accettazione di sé, covati a lungo e repressi, diventano insopportabili. La prospettiva della paternità li porta a galla, insieme all'inespresso desiderio di normalità. Quella normalità che la moglie credeva di avere già costruito nel loro nido d'amore.
Il regista costruisce le inquadrature con soluzioni estetiche che mostrino la bellezza della vita di Yuri, fino a quando l'irruzione della velocità e del caos non vi portano un inatteso scompiglio a livello dei sentimenti. Mentre Yuri acquisisce consapevolezza dei propri limiti e delle proprie paure, imparando finalmente ad accettarsi, il regista induce lo spettatore a riflettere sul rapporto dell'uomo con il tempo, che troppo spesso fagocita le emozioni e l'autenticità delle piccole gioie quotidiane. Ma, mentre il protagonista impara a volare, con la complicità di un attore, Matteo Lanfranchi, sensibile e sempre in parte, il film fa più fatica a volare altrettanto in alto, trattenuto da un approccio che raffredda le emozioni.
Storia straordinaria di gente ordinaria,metafora originale nata da un'idea del regista e soprattutto un bel film.La lentezza é vissuta dal protagonista con rassegnata normalità finché non decide di sperimentare una terapia,pur contravvenendo alla moglie felice così di come sono.La cosidetta normalità ritrovata però rompe gli equilibri;in fin dei conti i [...] Vai alla recensione »