The piano in a factory

Film 2010 | Commedia 105 min.

Titolo originaleGang de qin
Anno2010
GenereCommedia
ProduzioneCina
Durata105 minuti
Regia diZhang Meng, Jae-yong Kwak
AttoriWang Qian-Yuan, Hailu Qin .
MYmonetro 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Zhang Meng, Jae-yong Kwak. Un film con Wang Qian-Yuan, Hailu Qin. Titolo originale: Gang de qin. Genere Commedia - Cina, 2010, durata 105 minuti. - MYmonetro 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 7 febbraio 2012

Quando la moglie chiede il divorzio e l'affidamento esclusivo della figlia, Chen acconsente alla separazione ma, non avendo intenzione di perdere la bambina, pretende che sia la figlia stessa a decidere con chi andare a vivere.

Consigliato sì!
2,75/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Critica
Premi
Cinema
Trailer
Disorganico nel montaggio, un film freddo che, malgrado il commovente spunto iniziale, non riesce ad emozionare.
Recensione di Nicoletta Dose
sabato 7 maggio 2011
Recensione di Nicoletta Dose
sabato 7 maggio 2011

Cina, anni Ottanta. Chen Guilin è il padre di una bambina che vorrebbe imparare a suonare il pianoforte. Tra il lavoro in fabbrica e le serate trascorse a suonare la fisarmonica in una band locale, cerca di trasmettere alla figlia la passione per la musica. Quando la moglie chiede il divorzio, la bimba, contesa tra i due genitori, decide di andare a vivere assieme a chi le regalerà un pianoforte. Allora Chen, senza soldi né prospettive, assieme ai suoi scapestrati amici, si ingegna per costruirne uno.
Zhang Meng realizza un film eclettico, dove generi e stili si mescolano insieme, accompagnati da una colonna sonora che tocca le punte più commoventi della musica classica ma anche quelle più vivaci e leggere di origine balcanica. Dall'alto al basso, dal rock sperimentale alla musica tradizionale, la storia di Chen ondeggia dall'inizio alla fine, senza convinzione. Lo spunto - l'idea ambiziosa di fabbricare un pianoforte 'in casa' - non è originale ma promette un'evoluzione narrativa forte che potrebbe coinvolgere emotivamente lo spettatore. E invece, nel momento in cui il protagonista si adopera per avviare il suo progetto, la storia affievolisce lo slancio e si avvia alla conclusione, sfilacciando con rigore l'intreccio.
L'unico oggetto filmico a crescere e prendere forma è il pianoforte, fatto con pochi mezzi, senza denaro ma tanta pazienza. I personaggi di contorno, dai compagni della band musicale all'amante, rimangano secondari, non cambiano, non maturano né mostrano la loro interiorità. Rimangono freddi e scombussolati. E anche la bimba, così presente nelle prime scene, scompare del tutto per poi tornare a imporsi solo alla fine.
Disorganico nel montaggio e presuntuoso nello stile, il film ruba senza pudore gli aspetti più riconoscibili del cinema di Kusturica (le corse in squallide periferie e l'invadenza della musica turbo-folk), ma rimanda anche alle atmosfere di Departures, soprattutto nella scena madre del protagonista intento a suonare sotto una fioccata di neve. Resta la bellezza intrinseca di un padre disposto a tutto pur di realizzare il sogno della figlia, ma è troppo poco per un film di un'ora e quaranta.

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