Calvaire

Film 2004 | Horror 94 min.

Anno2004
GenereHorror
ProduzioneBelgio, Francia, Lussemburgo
Durata94 minuti
Regia diFabrice Du Welz
AttoriLaurent Lucas, Jackie Berroyer, Philippe Nahon, Jean-Luc Couchard, Brigitte Lahaie Gigi Coursigny.
MYmonetro 2,83 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Fabrice Du Welz. Un film con Laurent Lucas, Jackie Berroyer, Philippe Nahon, Jean-Luc Couchard, Brigitte Lahaie. Cast completo Genere Horror - Belgio, Francia, Lussemburgo, 2004, durata 94 minuti. - MYmonetro 2,83 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 30 marzo 2015

Trucido thriller dei nostri tempi firmato da Fabrice Du Welz che crea un angolo di mondo dove la bestialità e il surrealismo sono di casa

Consigliato sì!
2,83/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 2,66
CONSIGLIATO SÌ
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Trucido thriller dei nostri tempi firmato da Fabrice Du Welz che crea un angolo di mondo dove la bestialità e il surrealismo sono di casa.
Recensione di Fabio Secchi Frau
Recensione di Fabio Secchi Frau

La disavventura del cantante/animatore Marc Stevens inizia quando parte verso una nuova casa di riposo dove esibirsi e finisce per oltrepassare i confini di un villaggio in cui nessuno dovrebbe mai mettere piede. Qui, inizia il suo calvario: una via crucis fra individui psicologicamente instabili che hanno perso totalmente e collettivamente il contatto con la realtà, nel ricordo e nell'ombra di una donna (forse l'unico individuo di sesso femminile di tutta la comunità) che li abbandonò nottetempo.
Ecco cosa è Calvaire: grottesca e surreale opera prima - scritta assieme allo sceneggiatore Romain Protat - di un regista che fino a ora si era occupato di animazione e cortometraggi. È una questione di cattiveria, Calvaire, di crudeltà e di scorrettezze fisiche all'ennesima potenza. Alcune persino troppo truci per lo spettatore (la scena del sesso orale con il vitello, per esempio). Presentato in concorso alla 43ma "Semaine Internationale de la Critique" di Cannes 2004, con uno stile che sfiora appena la volgarità visiva, si trasforma nel trampolino di lancio di questo talentuoso autore che gioca, in perfetto equilibrio, fra il cinismo e il candore che si riflettono negli sguardi degli abitanti del villaggio. È un film che fa male, perché parla di una realtà che non sa confrontarsi con il protagonista, il quale non riesce a comunicare con essa. Sono l'impotenza del giovane cantante, la sua mancanza di reazioni e la sua sfortuna a provocarci il dolore più atroce e, noi spettatori, grazie allo strano paragone presente anche nel titolo del film, assistiamo alla sua crocifissione inermi. Esattamente come, duemilaequattro anni prima, il popolo ebraico aveva assistito a quella di Gesù Cristo.
Dopo una prima parte un po' statica e avvilente, la cinepresa diventa più dinamica, accompagnata da un montaggio più svelto e vorticoso, che scommette tutto su inquadrature sbilenche e piccole soggettive. A fare la parte del leone è però l'ottima fotografia livida di Benoît Debie che dà il meglio di sé nella scena del surreale ballo nel bar, che il regista ha dichiarato essere un esplicito omaggio a uno dei suoi film preferiti Una sera... un treno (1968) di André Delvaux.
Ironicamente, potremo dire che Calvaire è l'incrocio fra Psyco (1960) di Alfred Hitchcock e... i Puffi, ma solo una volta che Puffetta è deceduta! Immaginatevi Marion Crane che finisce nell'albergo di Norman Bates, ma sfugge all'omicidio della doccia e va a chiedere aiuto alle case che sorgono nei pressi dell'hotel maledetto, scoprendo però che i "vicini di casa" non sono altro che copie dell'albergatore assassino, con qualche piccola variazione del carattere o nella fisionomia.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 10 ottobre 2012
Baby Firefly

Mai visto nulla di più tedioso. Calvaire è questo: un’ora e mezza di nulla più totale. Spiegatemi dov’è l’horror? Nel terrificante grugnito del piccolo maialino? Fatico a trovare le parole per esprimere il mio sconcerto dopo aver sprecato 87 minuti per un film così insulso. Scene clownesche sono piazzate a casaccio all’interno del film con [...] Vai alla recensione »

venerdì 31 maggio 2013
fabrizio dividi

Calvaire non è un horror ma un viaggio allucinato in non-luoghi popolati da comunità disperate e monosessuali. Il protagonista, un giovane e androgino cantante girovago, attraversa campagne irreali con il suo spettacolo tra case di riposo popolate da anziane ammiratrici, inquietanti e ambigue, e piazze di non ben precisati villaggi sperduti nella campagna.

sabato 23 ottobre 2010
Andrea b

Marc Stevens è un cantante che si esibisce presso le case di riposo per anziani fino a che,durante un nuovo viaggio,il suo furgone in panne si ferma nelle vicinanze di un albergo nel quale inizierà il suo calvario.Questo talentuoso regista esordisce con un horror che si presenta diverso dal suo genere.Predominano le aree cupe e tetre con l' importante apporto di un bellissimo paesaggio [...] Vai alla recensione »

mercoledì 29 giugno 2011
Frz94

 Il cantante girovago Marc Stevens, di ritorno da un concerto in una casa di riposo, mentre cerca di andare a Sud per la vigilia di Natale, passando per le lande deserte di un Belgio spettrale, perde la strada giusta e il suo furgoncino va in panne; dopo aver chiesto aiuto a un contadino del luogo, viene accolto calorosamente in una sperduta locanda dal proprietario Paul Bartel, che gli dà [...] Vai alla recensione »

martedì 19 agosto 2014
gianleo67

Cantante girovago a bordo di un furgone, si sposta dalla pensione per anziani dove ha intrattenuto e ammaliato le numerose e incartapecorite spettatrici femminili al luogo dove si esibirà in occasione delle festività natalizie. Smarritosi in una brumosa strada di campagna e con il mezzo in panne, viene accolto nella locanda di un ridanciano ed eccentrico albergatore che,dopo l'abbandono [...] Vai alla recensione »

martedì 25 dicembre 2018
Ennio

Il film mi è quasi piaciuto per un'ora, perchè presenta situazioni angoscianti, anche grottesche ed esilaranti, scarne di luoghi comuni horrorfilmici. Si vede che è un film "europeo" e non la solita accozzaglia di banalità hollywoodiane in cui l'horror è soggetto a precisi e rigorosi canoni interpretativi e situazionali.

domenica 8 marzo 2015
Noia1

Un uomo e la sua stabilità psicologica messa a dura prova. L’unica cosa che ho capito leggendo i commenti è che è un film da guardare, chi lo venera e chi ci spala merda sopra, se ci si discute sopra significa che sarà sicuramente meglio del migliore tra quelli consigliati e, proprio perché così dubbio nella qualità, io sono tra quelli che, col senno di poi, piuttosto che guardarlo si sarebbe bastonato [...] Vai alla recensione »

martedì 1 agosto 2017
Francis Metal

Peccato che questo sito non permette di mettere zero stelle. Questo è uno dei peggiori film che abbia mai visto. Non ha senso, la prima parte è solo un riempitivo inutile per allungare il film. Per il resto è solo una serie di torture insensate. E poi è noioso... 

lunedì 28 marzo 2016
Dahlia

Calvaire è forse uno dei film piú inquietanti che abbia mai visto (e ne ho visti parecchi), mette in scena un mondo malato, macabro, cupo, a tratti surreale. Un piccolo paese composto da soli uomini che riconoscono nello sventurato protagonista il loro oggetto del desiderio: la donna. Memorabile la scena del ballo dei bifolchi al macabro suono del pianoforte, assolutamente inquietante! Ottima la fotografia [...] Vai alla recensione »

venerdì 17 luglio 2009
gianluca crudeli

Un'opera prima di gran classe.Delirante racconto che narra il calvario di uno "strano" cantante che vaga nelle periferie di un ancor piu' strano posto sperso nelle montagne. Ci sono percorsi nella vita che probabilmente un uomo è costretto a fare,ci sono tappe tragiche per arrivare ad un qualcosa che salvi la tua anima... Una Via Crucis quella del protagonista che passa per le mani di personaggi a [...] Vai alla recensione »

Frasi
Io non sono Gloria!!!
Una frase di Marc Stevens (Laurent Lucas)
dal film Calvaire - a cura di elijinni
NEWS
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venerdì 4 dicembre 2009
Rudy Salvagnini

Violenza e realismo sono gli ingredienti dell'horror francese Sono passati i tempi in cui l'horror francese era rappresentato da rare incursioni, talvolta molto brillanti, come La vestale di Satana di Harry Kümel (peraltro belga) e dall'eroica figura [...]

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