La bussola d'oro

Aspettando il nuovo James Bond attacco la chiesa con un po’ di fantasy

Il nuovo 007 di Casino Royale, Daniel Craig, arriva nelle sale italiane, accanto alla Kindman, con il promo episodio della trilogia di Philip Pullman La bussola d'Oro. Film per “ragazzi” ma, dice l'attore, “fortemente trasgressivo”. Come lui, che ama il rischio e fare lo stuntman.
L'amore per il rischio è forse il tratto più saliente della sua personalità. Già durante le riprese di Casino Royale Daniel Craig aveva rinunciato alla controfigura. E ora in The Golden Compass (La Bussola d'Oro) Dopo essere stato un uomo del Mossad in Munich di Steven Spielberg, il killer sanguinario di Infamous che raccontava a Sangue freddo di Truman Capote, Daniel Craig ha deciso di diventare un attore sì d'azione ma più “popolare”. Eccolo, dunque, in questo kolossal fantasy tratto dalla trilogia di Philip Pullman, Queste oscure materie (La bussola d'oro, La lama sottile, Il cannocchiale d'ambra), nel ruolo di Lord Asriel, un avventuriero di epoca vittoriana. Il film racconta di Lyra (Dakota Blue Richards), una ragazzina che vive in un mondo fantastico popolato di strane creature. Diretto da Chris Weiz (About a Boy), La Bussola d'Oro è pieno di effetti speciali e ha nel cast anche Nicole Kidman e Eva Green.
Craig, come mai ha scelto di fare un fantasy?
“È stato un caso. Mi piacciono molto i romanzi fantasy: da piccolo leggevo Tolkien. Poi in famiglia hanno cominciato a circolare i libri di Pullman. Ho cominciato a leggerli e mi sono piaciuti moltissimo. Non penso siano romanzi solo per "ragazzi", hanno significati nascosti molto profondi. Così, quando ho saputo che ne facevano un film ho chiesto al mio agente di informarsi. Ma le riprese coincidevano con quelle di Casino Royale e ho dovuto rinunciare”.
E come mai, invece, hanno scelto lei?
“Il destino. Ci sono stati dei problemi, hanno dovuto cambiare il regista e rimandare le riprese. E hanno richiamato il mio agente chiedendo: ma Daniel è sempre disponibile? Ma certo idioti, ha risposto lui. Così sono diventato Lord Asriel. Ma non è stato facile perché ero in giro per il mondo a promuovere Casino Royale così non facevo altro che prendere aerei e saltare da una parte all'altra come un matto”.
Un ruolo un po' diverso da quello di James Bond.
“Già. Però guardi che La Bussola d'Oro è un film strano perché anche se per ragazzi ha una forte componente trasgressiva. Si parla già di polemiche con la chiesa cattolica: è presente il tema della morte di Dio, della tirannia della Chiesa”.
Qual è la sua opinione rispetto all'autorità della Chiesa? “Che esiste un fondamentale diritto di ogni uomo a poter discutere ogni cosa. Soprattutto oggi, quando sembra che gli integralismi di ogni genere abbiano il sopravvento. Il film, come la trilogia di Pullman, non fa altro che sollevare degli interrogativi spirituali, si chiede qual è il percorso migliore per cercare se stessi. E, comunque, penso che qualsiasi fede abbia bisogno di essere messa in dubbio per misurare la sua forza”.
Ha conosciuto Pullman?
“Sì, ci siamo visti più volte. Abbiamo, chiacchierato, mangiato insieme e soprattutto bevuto del buon vino rosso. Diciamo che alla fine eravamo un po' ubriachi. Sono un suo grande ammiratore”.
In La Bussola d'Oro è tornato a lavorare con Nicole Kidman, dopo l'Invasione degli ultra corpi. Avete deciso di fare coppia fissa?
“Beh, non sarebbe una cattiva idea. Nicole è una donna straordinaria. Non solo è bellissima, ma è una grande attrice. Orinai siamo diventati buoni amici. Però ci piacerebbe fare un film un po' più "banale". Basta con alieni e mondi paralleli. Ecco: vorrei avere con lei sul set dei dialoghi più "normali"”.
Ha appena firmato un contratto miliardario per altri quattro film di Bond. Ma è vero che prima di accettare il ruolo dell'agente segreto più famoso del mondo ci ha pensato moltissimo?
“Sì, ho riflettuto per diciotto mesi. Ho chiesto consiglio a tutti, non facevo altro che parlare di questo con amici e parenti”.
E poi?
“Ho letto la sceneggiatura e ho capito che sarebbe stato un film fantastico. Seicento milioni di dollari di incasso. Avevo ragione, no?”.
Da Il Venerdì di Repubblica, 23 novembre 2007

di Federica Lamberti Zanardi, 23 novembre 2007