La bussola d'oro |
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Un film di Chris Weitz.
Con Nicole Kidman, Dakota Blue Richards, Sam Elliott, Eva Green, Tom Courtenay.
continua»
Titolo originale The Golden Compass.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 120 min.
- USA, Gran Bretagna 2007.
- 01 Distribution
uscita venerdì 14 dicembre 2007.
MYMONETRO
La bussola d'oro
valutazione media:
2,98
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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New Line, gli anelli escono meglio delle bussoledi Giulio BrillarelliFeedback: 0 |
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mercoledì 26 marzo 2008 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Venendo in possesso di un aggeggio magico in grado di rispondere a QUALUNQUE domanda, VOI quali curiosità vi togliereste? La mia top five: 1. che schedina devo giocare per vincere un pacco di milioni al SuperEnalotto? 2. chi ha fatto fuori i dinosauri? 3. Dio c'è? 4. chi è l'assassino di Kennedy? 5. è nato prima l'uovo o la gallina? “La bussola d'oro”, costato 150-180 milioni di dollari, prodotto dalla stessa casa cinematografica della trilogia del “Signore degli Anelli”, la New Line Cinema, è solo l'ultimo (per ora) romanzo fantasy a trasformarsi in un film per il grande schermo. Peccato che gli esiti siano piuttosto deludenti, se paragonati con dei gioiellini come la trilogia tolkieniana diretta da Peter Jackson o anche il primo episodio della eptalogia di C.S. Lewis, “Le cronache di Narnia. Il leone, la strega e l'armadio”. Anche se risulta curioso come, nel passaggio dal romanzo di Philip Pullman al film, il regista-sceneggiatore Chris Weitz sia riuscito secondo me a migliorare la zuppa, rendendo molti passaggi della storia più incisivi ed efficaci. Forse l'operazione più evidente compiuta da Weitz sul romanzo di Pullman consiste in una edulcorazione. Nel romanzo il lettore si trova più di una volta di fronte a scene che rasentano il macabro; ovviamente nel film non ne è rimasta traccia. Ma Weitz ha anche polarizzato le psicologie dei personaggi (i “buoni” sono buoni al 100%, i “cattivi” sono cattivi al 100%), rendendole più comprensibili e accettabili per un pubblico di bambini, una scelta certamente criticabile dal punto di vista di un adulto ma quasi inevitabile visto il target di riferimento. Al contrario, leggendo il romanzo non si capisce bene se l'intenzione di Pullman fosse quella di rivolgersi a un pubblico di bambini, di adolescenti, di adulti; non solo per la presenza di alcuni passaggi, come si diceva, piuttosto “forti”, ma anche per l'attacco tutt'altro che velato alla Chiesa, dipinta come un potere opprimente che mira al controllo delle coscienze e all'occultamento della verità. Nel film questa critica non è del tutto assente, ma viene limata e smussata da una semplice omissione lessicale: laddove il romanzo di Pullman parla spesso di “Chiesa”, il film si limita a usare il termine “Magisterium”. Weitz, insomma, riesce almeno a confezionare un prodotto con un'identità ben precisa, quella del “film fantasy di Natale per famiglie”. Confrontando “La bussola d'oro” con altri film fantasy degli ultimi anni, soprattutto “Il Signore degli Anelli” e “Le cronache di Narnia. Il leone, la strega e l'armadio”, quello che sembra mancare alla pellicola di Weitz è la capacità di ricostruire un vero e proprio mondo alternativo; una “subcreazione”, come avrebbe detto Tolkien. “La bussola d'oro” si apre mostrando le innumerevoli galassie che riempiono l'universo, ma in realtà fallisce nel tentativo di offrire allo spettatore quel realismo e quel livello di dettaglio che fanno la differenza nel cinema e nella letteratura fantasy. Malgrado certi spunti interessanti, come l'idea dei daimon o quella dell'aletiometro, “La bussola d'oro” segna dunque, purtroppo, un altro punto a favore di chi continua a considerare il fantasy come un genere, letterario e cinematografico, di serie b. Da salvare l'eterea canzone dei titoli di coda, evocativa di quel Nord e di quell'aurora boreale che nel romanzo ben rappresentano il fascino dell'avventura e dei luoghi selvaggi e lontani, soltanto accennati nel film.
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