Per il suo debutto cinematografico scelse il genere fantascientifico e, da quel momento, nessun altro registro sembrò più seducente di quello. Le sue pellicole fanno spasimare di tensione e sono sempre diverse, nonché ricche di espedienti narrativi che le rendono ancora più intriganti e brillanti. Sapiente nell'uso delle lenti grandangolari che deformano corpi e ambienti, crea scenografie che sono sculture cubiste ordinatissime, spietate nella loro ipertecnologia. Per alcuni, Vincenzo Natali (regista americano e non italiano, come molti pensano) è un autore di ottimi b-movies a basso costo. Niente di più sbagliato, solo perché è un re del low budget questo non significa che non sia capace di firmare pellicole di serie A piene di classe, eleganza e di splendidi sberleffi metafisici (per chi, ovviamente, è capace di coglierli). Natali, di solito in compagnia del fido attore David Hewlett, trasforma alla sua maniera il futuro, rendendola acida, ipocrita e anticonvenzionale, con idee geniali e surreali. Mai casuale, è anche un ottimo montatore ossessionato dagli spazi, abbruttiti o arricchiti a suo piacere.
Il maestro degli storyboard
Nato a Detroit, in Michigan da un'infermiera di una scuola liceale e pittrice e da un fotografo di origini italiane, Vincenzo Natali si trasferisce a Toronto con la sua famiglia all'età di un anno. Affascinato dalle arti figurative, coltiva il talento genetico per tutto ciò che è visivo e per il disegno, seguendo alla sua maniera le orme dei genitori, fin dall'adolescenza, quando frequentava la stessa scuola del futuro attore e suo migliore amico David Hewlett (che poi parteciperà a tutti i suoi film). Iscritto alla Ryerson University, diventa il disegnatore di storyboard per cartoni animati agli Nelvana Animation Studios. Firma infatti i bozzetti di cartoni come: Chiudi gli occhi e sogna (1990), Tin Tin (1991-1992), Babar (1991), Beetlejuice (1991), Rupert (1991-1992), Fievel's American Tails (1992), Eek! The Cat (1992) e Dog City (1993). Ma si occuperà anche di storyboard cinematografici: Boulevard (1994) di Penelope Buitnhuis con Lou Diamond Phillips e Lance Henriksen; Johnny Mnemonic (1995), Blood & Donuts (1995) con David Cronenberg; Amicizia pericolosa (1997) e Ginger Snaps (2000). Passato alla regia, dirige alcuni episodi di Space Cases (1996), Psi Factor (1998) con Dan Aykroyd e Pianeta Terra - Cronaca di un'invasione (1998-1999).
Il successo di Cube - Il cubo
Dopo il cortometraggio Elevated (1997), comincia a lavorare al suo lungometraggio di debutto: Cube - Il cubo (1998), ispirato a "Cinque personaggi in cerca di un'uscita", episodio della terza stagione del telefilm Ai confini della realtà (1961). La pellicola, che racconta di un gruppo di persone intrappolate in un enorme cubo, costò solo 350.000 dollari, messi a disposizione da Norman Jewison, e ottenne buonissimi risultati al box office principalmente in Giappone e in Francia, dove fece i 15 milioni di dollari.
Altri film
A seguire verranno Cypher (2002), Nothing - Due amici alle porte del nulla (2003) e Splice (2009), senza dimenticare l'episodio "Quartier de la Madeleine" del film corale Paris, je t'aime (2006).
L'unica apparizione da attore
Pochi lo sanno, ma Vincenzo Natali è stato anche un attore. Nel 2007, ha infatti partecipato alla pellicola horror Rip Cage di Lennie Williams.
