
La giuria della Berlinale viene nel complesso promossa ma poteva impegnarsi maggiormente.
di Giancarlo Zappoli
Rivediamoli uno per uno e proviamo a dare un giudizio di volta in volta alla Giuria che ha giudicato e assegnato i premi.
MIGLIOR ATTORE: Reza Najie per Avaze Gonjeshk-ha. Voto: 5
Non perchè l'attore non sia valido e non dia il meglio di sè nel solito, stereotipo film iraniano ma perchè non si può far finta di non aver visto Daniel Day Lewis ne Il petroliere. Le giurie davanti alle star si sentono sempre in dovere di ignorarle. Non si sa mai che qualcuno ritenga i giurati abbagliati dal glamour (che Daniel comunque aborre). Così voltano pagina e vanno a cercarsi, come in questo caso, un attore di un cinema 'povero'. Credendo così di mettersi la coscienza a posto.
MIGLIOR ATTRICE: Sally Hawkins per Happy Go Lucky. Voto: 10
Qui la giuria ha fatto centro. Bisogna dire che non aveva tantissime alternative (tranne Kristin Scott Thomas per Il y a longtemps que je t'aime) ma comunque il premio è più che meritato perchè l'attrice, che ha avuto l'indubbio vantaggio di essere diretta da un grande regista come Mike Leigh, ha fatto da vero perno al film.
MIGLIOR SCENEGGIATURA: In Love We Trust di Wang Xiao-shuai. Voto: 9
Il film cinese gode sicuramente di una scrittura capace di sviluppare una tematica che poteva facilmente scivolare nell'ammiccante oppure nel retorico senza mai perdere di vista una tenuta complessivamente molto efficace e capace di offrire fino alla fine delle occasioni di riflessione allo spettatore.
FILM MAGGIORMENTE INNOVATIVO: Lake Tahoe di Fernando Eimbcke. Voto: 6
Nessuno può negare a questo film una sincerità e un rigore espressivo notevoli ma assegnargli questo tipo di premio sembra quasi una dichiarazione, fa parte dei giurati, di una scarsa frequentazione del cinema indipendente. Tra i film in concorso Ballast, anche per il complesso lavoro con i non attori messo in atto dal regista, avrebbe potuto costituire una valida alternativa.
MIGLIOR REGIA: Paul Thomas Anderson per Il petroliere. Voto: 10 (ma perchè non l'Orso d'oro?)
Ci risiamo. Paul Thomas Anderson ha vinto meritatamente a Berlino nel 2000 con Magnolia il massimo riconoscimento. Ora, per evitare di seguire l'esempio di Venezia che ha premiato Ang Lee due volte in 3 anni, qui dopo 7 si pensa che non sia il caso di replicare e allora si ripiega sulla miglior regia. Che certo non è un premio da poco ma insomma...
MIGLIOR COLONNA SONORA: J. Greenwood per Il petroliere. Voto:10
La colonna sonora di questo film è un vero protagonista sin dall'inizio quando a lungo le parole sono assenti. Le sue dissonanze, il suo pulsare ossessivo, la sua necessaria enfasi ne fanno un soundtrack da non dimenticare.
PREMIO DELLA GIURIA: Standard Operating Procedure di Errol Morris. Voto:6
Come spesso accade alla Berlinale un premio 'politico' non può mancare. Chi scrive ritenne meritata la Palma d'oro a Michael Moore ma in questo caso un così elevato riconoscimento appare alquanto forzato considerata la reiterazione (linguisticamente interessante ma non tale da portare a un premio) degli scarsi materiali a disposizione del regista.
MIGLIOR FILM: Tropa de Elite di Josè Padilha. Voto: 5
Il motivo dell'insufficienza si può trovare alla voce 'Miglior regia' ma anche nel bisogno, che spesso le giurie hanno (e che questa guidata da Costa-Gavras ha ancora una volta manifestato) di premiare: a) cinematografie emergenti per le quali i giurati non lavorerebbero mai; b) film poveri dal punto di vista cinematografico ma c) contenutisticamente e politicamente di denuncia. Pazienza. Sarà per un' altra volta. (?)