Il racconto dei racconti

Uno di quei casi in cui un trailer stravolge completamente l'essenza di un film: dalla musica al montaggio, ogni elemento lascia immaginare una storia davvero accattivante, scenari affascinanti e un ritmo narrativo che non ha nulla a che vedere con il vero contenuto della pellicola. Insomma, un film che meriterebbe quello che in Internet viene chiamato "Honest trailer" postumo.
La fotografia è ben curata e la scelta delle location è certamente apprezzabile (le vedute dei castelli italiani su tutte), ma non basta. Vista la premessa, il film è deludente, usando un eufemismo.
I tre racconti sembrano non avere alcun legame l'uno con l'altro, se non la condivisione delle stesse scene da parte di alcuni personaggi ed il filo rosso delle "stagioni della vita" di tre personaggi femminili; non c'è un intreccio fra queste vicende, ma sono semplicemente affiancate.
Sembrano delle favole, quasi senza tempo, eppure a conti fatti, paiono non contenere alcuna morale, nessun messaggio di fondo e il film ci lascia indifferenti: usciti dalla sala come si è entrati, ma profondamente annoiati dal ritmo della pellicola. I personaggi stessi non sono memorabili e trovo difficile potersene innamorare.
Non tutti i registi sono in grado di cimentarsi con il linguaggio di generi profondamente diversi, o di saper adattare sapientemente il genere al proprio stile, riuscendo con successo nell'intento.
Quello che la maggior parte degli spettatori cercano nel Fantasy non è ciò che ci propone Garrone, ma che falsamente viene promosso nel trailer. Forse l'errore più grande sta proprio nella premessa scorretta.
Possiamo definire Fantasy l'esteriorità del film, ma la sostanza vera, l'anima della pellicola, lascia trasparire un approccio inconsapevole al genere. E non è neppure una reinterpretazione rivoluzionaria, perché dubito farà storia.
Qualcuno direbbe forse un film profondamente complesso; io mi unisco a chi dice semplicemente mediocre.