Anastasia

Un film simpatico, che oggi rivedo dall'infanzia con occhi nuovi. Come detto da altri, uno scoppiettante mix di canzoni in stile musical e personaggi che ricalcano i ruoli disneyani più classici – la simil principessa, la figura maschile di cui si innamora, animali più o meno umanizzati, il cattivissimo antagonista a tratti comico…– in un rapido susseguirsi di vicessitudini, fino all'epilogo del tutti felici e contenti. Tolti questi aspetti più consolidati dell'animazione, rivedendo il film con occhi adulti, ho saputo apprezzare maggiormente tanti dettagli che un bambino non può cogliere e che mi rendo conto non sarebbero più rintracciabili nei cartoni animati di oggi. La Russia zarista cade, scoppia la rivoluzione, la famiglia Romanov è spazzata via ed Anastasia si ritrova ragazza cresciuta, nel 1927, in pieno regime: macchinari possenti, ciminiere fumanti, neve e gelo, poliziotti d'URSS minacciosi, voci sotto banco e falsari/contrabbandieri niente meno che come protagonisti maschili in fuga dall'Unione Sovietica. Fa sorridere anche la presa di posizione alquanto capitalista di Bluth: la Rivoluzione è quasi alla stregua di opera del Diavolo, mentre lo spettatore ingenuo si trova a prendere le parti di una monarchia che non può che risultare stupenda, affascinante e magica, contro un regime invisibile, tratteggiato unicamente da alcune scene sapientemente pensate; così si passa a divertenti strofe del tipo "il regime è una noia", ai vari "compagna" e "dasvidania", alle sagaci battute "anche il visto dev'essere rosso!". Senza voler imbastire discorsi di carattere ideologico o "propagandistico", ho trovato ogni cosa alquanto spassosa: trovare tutto questo in un cartone per bambini – apparentemente –!? Molto divertente! Gran menzione per gli animatori e sceneggiatori che, a mio avviso, hanno reso espressioni ed atteggiamenti di Dimitri ed Anastasia assai realistici, con azioni e reazioni che talvolta escono dalla finzione ed entrano nella realtà delle relazioni sentimentali. Sul finire del film, bella Parigi, disegnata come un grande quadro vangoghiano, o da Belle Epoque, fatta di vere e proprie "pennellate", mentre si riconoscono alcuni personaggi del secolo che fanno una comparsata: tra questi un probabile Freud, Rodin che abbozza il suo Pensatore, Joséphine Baker con felino appresso… Peccato solo per l'incongruenza di alcune di queste presenze, come ha detto qualcun altro. Anche il ruolo di Rasputin è abbozzato goffamente e non si comprende fino in fondo il suo astio, il suo background. La computer grafica, al contrario, funziona. Alcuni personaggi sembrano essere nati dal vecchio repertorio di Bluth: la compagna tutrice di Anastasia ricorda vagamente la zia Bisbetica de Il segreto del NIMH, mentre Vladimir rassomiglia al padre di Fievel.
In conclusione, credo si possano perdonare certe sviste ed errori, se si riesce ad apprezzare questo contesto 'novecentesco estremamente divertente e piuttosto atipico per i film d'animazione, soprattutto di oggi. Consiglio almeno una visione alla luce di questa recensione :)