L'amore bugiardo - Gone Girl |
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Un film di David Fincher.
Con Ben Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris, Tyler Perry, Kim Dickens.
continua»
Titolo originale Gone Girl.
Drammatico,
durata 145 min.
- USA 2014.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 18 dicembre 2014.
- VM 14 -
MYMONETRO
L'amore bugiardo - Gone Girl
valutazione media:
3,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Bugiardo come le maschere, vero come la finzionedi Matteo CalvesiFeedback: 713 | altri commenti e recensioni di Matteo Calvesi |
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martedì 6 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Imprevedibile e intenso, a volte al limite del surreale. Non come la finzione, quella è più che reale. L’amore bugiardo è un film pieno di svolte e cambi di direzione inaspettati che rendono il film originale, sempre vivo e partecipato. Ogni qualvolta sembri che la spiegazione sia lì per esser colta, vicino allo spettatore, la storia e quindi il thriller cambia direzione e prende una piega inaspettata. Dietro alla risoluzione dell’enigma c’è sempre una piano diabolico e meschino più grande di quello che ci si aspetti. Perché “la risposta vera a volte è quella più facile”, ma non è questo il caso. Al centro di tutto c’è la sparizione di una donna, una moglie aristocratica e snob di New York, sposata con un bravo ragazzotto del Missouri, troppo semplice e mediocre per non sentirsi continuamente inferiore rispetto alla moglie. In questa opera, ogni personaggio è messo in gioco e può esser la soluzione all’enigmatico crimine. Il primo sospettato tra tutti è proprio il protagonista, il marito della donna, interpretato dall’attore e regista Ben Affleck, ed il movente a volte sembra quasi evidente. In questo film l’attore però, proprio perché non dotato di una forte espressività e grazie ad una interpretazione “a togliere”, alimenta il mistero e i dubbi sul personaggio. L’imprevedibilità, a volte sembra quasi surreale e grottesca, mentre la finzione e le maschere dei personaggi sono più vere che mai, reali, fin troppo contemporanee. Attuale e vero, come il mondo della tv e della cronaca nera che viene presentato, purtroppo così vicino a ciò che ci viene proposto ogni giorno. Quando proprio la linea sembra tracciata, dopo il primo colpo di scena, lo spettatore sembra indirizzato verso la soluzione del thriller, che in quel momento sembra assomigliare anche ad altri film del genere. La trama è invece quasi all’inizio, e i cambi di volta si susseguono più volte fino al finale, così intenso e più che mai originale, il quale ci rende una amara e inaspettata affermazione della finzione meschina e bugiarda. Ad un certo punto non si distingue più il vero dal falso, la ragione dalla follia. I personaggi diventano tutti schiavi di questo gioco diabolico e meschino e non c’è possibilità ormai di tornare indietro, di uscire dalla finzione per ritornare ad esser quello che si era stato. Non si può più seguire la verità, i propri principi devono esser messi da parte, bisogna andare avanti e utilizzare una nuova maschera. La regia ed il montaggio del film sono eccezionali e impreziosiscono la imprevedibilità del film. I continui flashback sembrano aiutare lo spettatore nella comprensione e nella ricostruzione del crimine, ma invece spesso lo ingannano e lo portano a conclusioni errate. La sceneggiatura è senza dubbio originale anche se quasi esasperata. Il film è intenso, vivo e originale anche se le svolte di rotta sembrano quasi forzate ed eccessive. E’ un film in cui la finzione è al centro di tutto, portata all’eccesso, ai limiti della follia umana e diabolica, perché ogni cosa può sembrare reale se noi vogliamo che lo sia, anche l’amore. I personaggi sono continuamente in discussione, possono esser vittime o colpevoli allo stesso tempo. Ciò che vogliamo sembrare ed apparire a volte rischia di esser più importante dei nostri principi e valori, come se oggi giorno ognuno di noi dovesse ricercare una sua maschera, a tutti i costi, anche di un crimine, vero o presunto che sia. Matteo Calvesi
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