Inception |
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Un film di Christopher Nolan.
Con Leonardo DiCaprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Elliot Page.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 142 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 24 settembre 2010.
MYMONETRO
Inception
valutazione media:
3,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un sogno che non turbadi slowfilm.splinder.comFeedback: 11234 | altri commenti e recensioni di slowfilm.splinder.com |
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lunedì 27 settembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Quel che c’è di difficile nel mettere sulla carta un incubo è che la sensazione d’incubo non è provocata dalle immagini. Piuttosto, è la sensazione che provoca le immagini”. In questo modo rispondeva Borges nel 1976 a una domanda sul sogno, l'ispirazione che vi si può trarre e la possibilità di raccontarlo. Inception dei film che mostrano e abitano i sogni è forse il meno onirico. Non ci sono sensazioni da cui possano nascere i mondi del film, piuttosto un sistema intercomunicante di piani d’azione al servizio della realizzazione di un meccanismo. È stata spesso utilizzata la figura delle scatole cinesi per descrivere la costruzione narrativa di Nolan; le varie profondità del sogno esplorate dai protagonisti del film possono anche richiamare dei cerchi concentrici che si espandono dal punto in cui un sasso viene gettato nell’acqua prima immobile. Ogni mondo di Nolan,infatti,subisce l’influenza del precedente,che funge da porta e determina le leggi fisiche del girone successivo, dove il tempo sopporta una sempre maggiore dilatazione e lo spazio si fa più ampio ma anche più fragile.Quel che non convince,in Inception,è il contenuto stesso di questi mondi inscatolati o in espansione.Sotto la costruzione narrativa si celano “inconsci militarizzati” che propongono continui scontri a fuoco, inseguimenti ed esplosioni su montagne bianche ricoperte da una neve straordinariamente priva di tensione, una neve che non raccoglie impronte, non raffredda,su cui corrono in maniera anche goffa sciatori con mitra in braccio e slitte motorizzate impazzite.I mondi di Nolan possono essere manipolati come cubi di Rubik, le stanze si inclinano e ruotano, le città si piegano fino a chiudersi in una costruzione speculare. Eppure l’essenza degli oggetti è univoca, la costruzione di ogni mondo è solida e minimamente influenzata (sempre meno, nel corso del film) dallo stato del suo architetto. La persona scompare in Inception (come in altri film del regista), sovrastata dalle architetture, a loro volta svuotate d’importanza da un’impalcatura teorica che autonomamente non può suscitare reale fascino. La rappresentazione dei sogni per immagini non richiede necessariamente il dover sviluppare visioni fantastiche (soluzione Gilliam), ma mi sembra impossibile non confrontare questa fredda giustapposizione di luoghi e tempi con l’amplificazione e la confusione nel cinema di tempi, memorie e sogni operata da Tarkovskij in film come Stalker, Solaris o Lo Specchio. In quest’ultimo in particolare davvero la sensazione si fa immagine, ogni immagine è parte di una persona e di una vita e appare come l'espressione fragile di un sogno o di un ricordo; così è sufficiente che l’impronta lasciata da una tazza calda evapori lentamente dalla superficie di un tavolino di legno per unire due mondi, mettendo in dubbio la consistenza di entrambi. I dubbi di Inception sono sollevati in maniera esplicita, diretta, portano a una sospensione rigida che si autoproclama tale ma non riesce a proporsi come poetica né realmente problematica. Nel 2002 Nolan sembrava mostrasse, con Insomnia,le possibilità di un cinema dominato dall’autoinganno e dall’impossibilità di sfuggire alla relatività e alla soggettività della visione; quel che speravo fosse un inizio è probabilmente destinato a rimanere il punto d’arrivo di un cinema che successivamente s’è riempito di suggestioni artificiali e superficialmente complesse al servizio di scene d’azione neanche troppo brillanti. slowfilm.splinder.com
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