Un uomo è alle prese con la propria dipendenza dall'alcol. Dovrà inziare una battaglia con questo demone. Espandi ▽
Kuba Kowalski è un artista alcolizzato che alle 8 del mattino riceve la sua fidanzata la quale gli ricorda che passerà a prenderlo alle 20 per accompagnarlo in una clinica in cui inizierà la terapia di disintossicazione. Da quel momento seguiamo l’evolversi della sua giornata. Wojciech Has, che in precedenza era un documentarista, sceglie proprio questo testo ‘difficile’ per il suo esordio nel lungometraggio cosiddetto ‘di finzione’. Ma di finzione ce n’è così poca che il suo film non riceverà il visto per le proiezioni al di fuori dei confini. Non si vuole, da parte del Potere, che passi all’estero l’immagine di una Polonia in cui l’alcolismo è una piaga diffusa che si rivela come un chiaro sintomo di un malessere sociale ed esistenziale. La regia di Has può sembrare oggi molto teatrale ma già la scelta di quel tipo di bianco e nero che lo avvicina al noir più classico ci prepara a vicende oscure che in questo caso non contemplano omicidi ma piuttosto una dissoluzione interiore. Has è abile nel fondere il privato con il contesto sociale che non lascia spazio alla speranza finendo con l’indicare la vodka come ineluttabile strumento di alienazione.