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Better Call Saul, la giustizia è qualcosa che hai nel sangue

Oltre a restare fedele allo stile e alle premesse della serie, la terza stagione introduce dei personaggi chiave dell'universo di Breaking Bad. Ora su Netflix.
di Andrea Fornasiero

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Bob Odenkirk (Robert John Odenkirk) (61 anni) 22 ottobre 1962, Naperville (USA) - Bilancia. Interpreta Jimmy McGill nel film di Vince Gilligan, Adam Bernstein, Thomas Schnauz, Peter Gould, Colin Bucksey, John Shiban, Michelle MacLaren, Larysa Kondracki, Terry McDonough, Daniel Sackheim Better Call Saul.
venerdì 19 maggio 2017 - Netflix

La terza stagione di Better Call Saul riprende esattamente dove era finita la seconda, con le macchinazioni del fratello del protagonista ormai dirette verso il punto di non ritorno e con un misterioso messaggio a Mike, perché non uccida Salamanca. Prima di tutto questo però assistiamo al consueto flashforward, dove il Saul/Jimmy del futuro vive in incognito lavorando in un centro commerciale. Qui, nonostante cerchi di tenere il più basso profilo possibile e soffra di paranoia, non riesce a reprimere un consiglio da avvocato a un giovane criminale, perché la giustizia è qualcosa che ha nel sangue.

Tutti noi sentiamo il desiderio di vivere in un universo giusto. È importante che in questa serie le azioni abbiano conseguenze, com'era importante anche in Breaking Bad. A volte sembra che non abbiamo alcun controllo sul mondo in cui viviamo - ma abbiamo il controllo dei personaggi che scriviamo. È un piacere per me che il karma si faccia sentire, come una sorta di ultima giustizia, perché non so se esiste qualcosa del genere nella vita reale.

La giustizia è dunque nel DNA della serie e poco importa se in questo "legal drama" di aule di tribunale e dibattimenti se ne vedano pochi. Tanto Jimmy e Chuck quanto, se non soprattutto, Kim Wexler hanno a loro modo fiducia nel sistema e per quanto cerchino di sfruttarlo ne condividono i principi di base.


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In foto una scena di Better Call Saul.
In foto una scena di Better Call Saul.
In foto una scena di Better Call Saul.
Una diversa (im)moralità

Il palleggio di tranelli, imboscate e raggiri che i due fratelli si scambiano dalla prima stagione, oltre ad animare la serie e raccontare il lento scivolare di Jimmy verso una diversa (im)moralità, è anche il modo scelto dagli autori per dipingere uomini coinvolti in un conflitto dove ognuno tira fuori il peggio di sé e dell'altro.

È magnifico avere due personaggi che hanno entrambi le proprie legittime ragioni, così nessuno dei due è uno fantoccio. Tanto Jimmy e Chuck, quanto Jimmy e Kim. Sono tutte persone con I loro difetti e un punto di vista del tutto legittimato dalla propria esperienza.

E come loro anche il silenzioso ed enigmatico Mike, di certo la figura più carismatica e amata della serie, opera sia sulla base di una disillusione profonda, spiegata in uno splendido flashback nella prima stagione, sia sui principi di un codice che è tanto pragmatico quanto morale, come dimostra il suo bisogno di pareggiare i conti con Salamanca.


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In foto una scena di Better Call Saul.
In foto una scena di Better Call Saul.
In foto una scena di Better Call Saul.
I nuovi attesi personaggi

Questo ponderato sviluppo di diverse prospettive è aiutato dal ritmo della serie, che non rincorre i colpi di scena ma lascia crescere i personaggi, raccontandone spesso anche piccoli momenti privati. Non particolarmente influenti sul piano della trama generale, arricchiscono lo studio psicologico dei caratteri. Oltre a costruire la tensione quasi come in un film di Melville, per esempio nel lunghissimo pedinamento muto del secondo episodio della nuova annata.

Teniamo questo ritmo in parte perché non lo fa nessun altro. È un lusso poter prendere queste decisioni. La mia filosofia per conservare l'attenzione del pubblico è fare qualcosa di diverso da tutti gli altri: la gran parte delle serie non mostrerebbero le cose con tale dettaglio né senza dialoghi. Fin da Breaking Bad abbiamo visto che la gran parte delle serie era composta di primi piani e stacchi veloci. Così ci siamo detti: "allarghiamo il campo, rilassiamo il ritmo, teniamo un'inquadratura finché funziona".

La terza stagione, oltre a restare fedele allo stile e alle premesse della serie, introduce finalmente due personaggi che presto o tardi dovevano comparire: la futura guardia del corpo di Saul, l'obeso Huell Babineaux, e il mitico proprietario di Los pollos hermanos, il narcotrafficante Gustavo Fring, tra le figure più amate in assoluto di Breaking Bad.


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