| Titolo originale | The Safe House |
| Anno | 2025 |
| Genere | Commedia, Drammatico, |
| Produzione | Svizzera, Francia, Lussemburgo |
| Durata | 90 minuti |
| Regia di | Lionel Baier |
| Attori | Michel Blanc, Liliane Rovère, William Lebghil, Dominique Reymond, Larisa Faber Aurélien Gabrielli, Adrien Barazzone, Gilles Privat, Louise Chevillotte, Ivan Georgiev, Max Gomis, Catherine Zins, Luc Andrié, Sophie Langevin, Jérôme Varanfrain, Jules Waringo, Elodie Weber, Olivier Guibert, Vincent Aubert, François Revaclier, Viviane Pavillon, Victor Boulenger, Mö Sbiri, Liberato Candiello. |
| Uscita | giovedì 4 settembre 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Filmclub Distribuzione |
| MYmonetro | 3,07 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 4 settembre 2025
Strane dinamiche famigliari si sviluppano durante le proteste del maggio 1968 a Parigi. In Italia al Box Office Il nascondiglio ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 19 mila euro e 7,6 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Parigi, 1968. Durante il maggio francese, mentre imperversano i movimenti giovanili e per le strade si urlano slogan e si alzano barricate, il piccolo Cristophe, un bambino di nove anni, è lasciato in custodia dai genitori (impegnati pure loro nelle proteste) nel caratteristico appartamento di famiglia in Rue de Grenelle assieme ai nonni, agli zii bohémien, e all'arzilla bisnonna di origini ucraine.
Da quel nido caotico e protettivo, Cristophe osserva la Storia in movimento, filtrata dalle parole e dai silenzi dei propri cari, dal racconto e dal ricordo. Nel frattempo, vive quei giorni immerso nel confronto generazionale e con lo stupore di chi, senza rendersene conto, attraversa un'epoca di trasformazioni.
Il film trova la sua verità all'incrocio tra immaginazione e memoria, facendo del piccolo protagonista un osservatore dei mutamenti culturali e del confronto generazionale.
Il regista svizzero Lionel Baier adatta il memoir autobiografico di Christophe Boltanski "Il nascondiglio" ("La Cache") traducendo le dense pagine del romanzo in un caleidoscopio visivo fatto di collage, squarci di fantasia, carrellate urbane che si alternano al quotidiano surreale di casa, un interno pensato come estensione del mondo, nelle dimensioni dello spazio e del tempo.
Il nascondiglio del titolo è da intendere sia come il rifugio di Cristophe dai tumulti esterni e sia in senso storico, dato che in quella stessa casa il nonno (interpretato da Michel Blanc, nella sua ultima prova prima di morire) negli anni Quaranta si era nascosto per sfuggire alla persecuzione nazista degli ebrei. La memoria corre indietro anche a quel periodo, in un intreccio di intimità domestica e risonanze lontane che accompagna Cristophe verso una precoce consapevolezza del passato e del presente.
Delicato affresco di famiglia e allegoria storica venata di ironia, Il nascondiglio rilegge pagine cruciali del Novecento francese attraverso lo sguardo innocente e insieme lucido di un bambino, tirando in ballo (fisicamente) pure Charles De Gaulle. Nel tentativo di miscelare leggerezza e profondità, non tutto scorre sempre in maniera fluida, ma il film conserva l'eleganza della forma e l'intento di evocare senza spiegare troppo.
Dai grandi cambiamenti sociali e politici alle vibrazioni private, Il nascondiglio trova la sua verità nell'incrocio tra fiaba e documento storico, tra l'immaginazione (che aiuta sempre a compensare ciò che manca nella vita) e le ferite dell'anima mai sopite. E nel sorriso curioso di Christophe resta una traccia della Storia osservata con la levità di chi non sa ancora, e proprio per questo forse riesce a vedere meglio.
Parigi, maggio 1968, pieno fermento da contestazione giovanile. Christophe, nove anni, viene affidato ai nonni e agli zii, mentre i suoi genitori partecipano attivamente alle proteste studentesche e operaie. Quando un "ospite illustre" si rifugia nell'appartamento di Rue de Grenelle, le dinamiche familiari già delicate vengono messe ulteriormente alla prova: segreti, tensioni latenti, ricordi sopiti [...] Vai alla recensione »
Un titolo come Il nascondiglio porta già con sé un enigma: rimanda a ciò che si cela e resiste, a ciò che la memoria custodisce come un bene fragile e che il presente vorrebbe talvolta dimenticare. Lionel Baier costruisce attorno a questa parola un film che è insieme affresco familiare e riflessione storica, commedia lieve e meditazione sul trauma, consegnandoci anche l'ultima interpretazione di Michel [...] Vai alla recensione »
Parigi, maggio 1968. I genitori devono fare la rivoluzione, quindi portano il ragazzino Christophe a casa dei nonni. In Rue de Grenelle, pieno centro parigino (da quelle parti, c'è l'Istituto di cultura italiana). Una famiglia, diciamo così, articolata: nonno dottore, nonna di Odessa carica di nostalgie (non ultima quella per il maresciallo collaborazionista Pétain), lo zio grande e lo zio piccolo [...] Vai alla recensione »
Nel romanzo autobiografico Il nascondiglio (Sellerio), ambientato a Parigi mentre per le strade della città esplode il Maggio francese, il giornalista Christophe Boltanski, classe 1962, mappa l'appartamento della propria infanzia associando a ogni stanza un membro diverso della sua famiglia - non una famiglia qualunque, s'intende: il padre è il sociologo Luc Boltanski, la nonna una scrittrice engagé [...] Vai alla recensione »
Una commedia nel più autentico stile francese: scoppiettante, ironica, divertente, ma anche dotata di spessore storico, politico e culturale, con un grande senso di patriottismo che si unisce però alla necessità di difendere la libertà e la democrazia, con un'ambientazione parigina efficace e evocativa e una caratterizzazione dei personaggi che appassiona e avvince.
C'è una scena in particolare che, in tutta questa 75° edizione del Festival di Berlino, verrà ricordata come particolarmente poetica e contemplativa: la scena in cui un nonno e il suo nipotino (rigorosamente ripresi di spalle) si accingono ad affrontare un lungo viaggio a piedi, camminando fianco a fianco e fischiettando. Tale scena, dunque, fa parte del lungometraggio La Cache, ultima fatica del regista [...] Vai alla recensione »
La tartina con sardine e panna, la camminata claudicante della nonna, i baffi del padre, i turbanti della bisnonna, il gatto immaginato, l'automobile tanto grande da sembrare salotto. Sono tanti i segni che fanno capire quanto La cache (in Concorso a Berlino 75) sia da leggere attraverso lo sguardo del protagonista, un bambino paffuto, vispo e curioso che abita temporaneamente in una casa bohémien [...] Vai alla recensione »
Un bambino scivola fuori dalla sua camera, la sua torcia portatile illumina i corridoi bui della casa. Tende l'orecchio, un miagolio sommesso lo guida fino a dei gradini. Mentre cerca di sbirciare in una fessura nel legno, suo nonno gli si avvicina (ultimo ruolo di Michel Blanc prima di lasciarci nell'ottobre 2024). Gli spiega che non è possibile che lì sotto ci possa essere un gatto, non c'è spazio. [...] Vai alla recensione »