Il docufilm indaga l'eredità della ditta Paolo Morassutti a Padova e in Italia negli anni '60, attraverso le testimonianze degli ex dipendenti. Espandi ▽
Il docufilm indaga l'eredità della ditta Paolo Morassutti a Padova e in Italia negli anni '60, attraverso le testimonianze degli ex dipendenti. Il regista collega la sua carriera artistica alla storia della sua famiglia e identifica nella compagnia teatrale Arlecchino Morassutti il culmine della collaborazione e la massima espressione dello spirito aziendale della ditta. Recensione ❯
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Il film interroga lo spettatore sul significato della percezione, sull'identità e su ciò che definiamo normalità, aprendo anche una finestra sulle nuove frontiere della medicina genetica applicata alle disabilità visive. Espandi ▽
Ivan, musicista cieco dalla nascita che vive a Berlino, torna nella sua città d'origine, Napoli, per verificare la possibilità di sottoporsi a un intervento sperimentale capace di donargli la vista. Ma il vero confronto non è con la medicina, bensì con sé stesso: con le emozioni, l'identità, il senso della realtà. Cosa significa davvero vedere per chi ha sempre conosciuto il mondo attraverso suoni, tatto, odori e ombre? In attesa dell'esito degli esami genetici, Ivan attraversa Napoli affidandosi ai sensi e ai ricordi. Una passeggiata intima tra vicoli, voci e musica, che si trasforma in un viaggio nei luoghi e nei pensieri che hanno dato forma al suo modo unico di abitare la realtà. Recensione ❯
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Ivan torna in Sardegna dopo anni in Francia: tra vigne, famiglia e ricordi, riscopre radici, legami e il senso dell'appartenenza. Espandi ▽
Dopo tre anni di lontananza, Ivan fa ritorno nel Sulcis, in Sardegna, per fare il vino con i genitori nella loro piccola azienda dopo aver lavorato in Francia come viticoltore. Il suo rientro a casa è un viaggio interiore sospeso e rarefatto dove le persone e le cose lasciate alle spalle nel passato si ritrovano nella dimensione emotiva e solitaria del protagonista. Si tratta di una riflessione sul rapporto con le proprie radici, sul rapporto fra generazioni, sul cosa significa essere figli e su come si vedono i padri e le madri, tra malinconie del passato e l'energia necessaria ad affrontare il presente. Recensione ❯
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Le storie vere di chi è stato sedotto e abbandonato da amori mai esistiti, da illusioni costruite con precisione da organizzazioni ,criminali che sanno colpire nel punto più vulnerabile. Espandi ▽
n un'epoca in cui i legami sentimentali si intrecciano sempre più spesso attraverso uno schermo, dove l'identità può essere modellata da un algoritmo, le truffe affettive emergono come una nuova forma di violenza emotiva. Donne e uomini, sedotti da profili falsi e promesse d'amore, restano intrappolati in una rete invisibile di manipolazioni psicologiche, isolamento e rovina economica. Non si tratta solo di raggiri finanziari, ma di ferite profonde che toccano la dignità, la fiducia, l'essenza stessa del legame umano.
"Anime Violate" racconta, con delicatezza e onestà, le storie vere di chi è stato sedotto e abbandonato da amori mai esistiti, da illusioni costruite con precisione da organizzazioni criminali che sanno colpire nel punto più vulnerabile. Le vittime narrano con sorprendente lucidità il crollo e la lenta, faticosa risalita, incorniciate da immagini sospese, atmosfere ipnotiche e una colonna sonora essenziale, che restituiscono il senso di disorientamento vissuto da chi si è trovato in bilico tra realtà e finzione. Il lungometraggio non vuole essere un'inchiesta, ma un'indagine dell'anima, un invito a riconoscere la vulnerabilità come esperienza comune, e la rinascita come un atto di coraggio condiviso. Recensione ❯
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Il documentario è uno spaccato dei 100 anni di storia dell'US Poggibonsi, un viaggio attraverso la squadra, la città e l'Italia che cambia, dal 1925 a oggi. Più di 60 le testimonianze dirette, tra calciatori, allenatori, presidenti e tifosi, con lo storico Mauro Minghi e il giornalista Paolo Bartalini a guidare la narrazione. Recensione ❯
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Una denuncia sulla condizione paradossale di coloro che si trovano ingabbiati tra le maglie giudiziarie di un Paese che volta le spalle a chi fugge per tutelare i propri diritti civili. Espandi ▽
Maysoon Majidi, regista, attrice e attivista curda nata a Teheran, è costretta a fuggire dall'Iran per il suo impegno politico e civile contro il regime degli ayatollah. Arrivata in Italia dopo aver attraversato il mare con altri 77 migranti, comincia per lei una vera e propria odissea giudiziaria: arrestata a Crotone con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione irregolare è mandata a giudizio come scafista. Trattenuta sulla base di testimonianze non verificate, la donna affronta 302 giorni di prigionia, con 2 mesi in isolamento. Vincenzo Caricari e Barbara Di Fabio raccontano la vicenda kafkiana dell'attivista curdo-iraniana, trasformandola in un racconto universale sull'esilio e sulla prigionia. Recensione ❯
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Due sorelle calciatrici afghane vengono separate dalla fuga dai talebani. Una arriva in Italia, l'altra resta a Kabul con la figlia, in lotta per ricongiungersi. Espandi ▽
Zaynab e Maryam sono due sorelle calciatrici cresciute a Herat, in Afghanistan, dove giocano insieme da anni nella squadra di calcio femminile della città. Quando i talebani tornano al potere nel 2021, entrambe decidono di fuggire. Dopo un viaggio pericoloso da Herat a Kabul, Maryam riesce a salire su un volo d'emergenza diretto in Italia, ma Zaynab rimane bloccata a Kabul con la figlia neonata, Helal. Il film racconta il dramma della loro separazione, la disperazione di Zaynab nel tentativo di riunirsi con Maryam e la lotta per ottenere un visto, mentre affronta la paura di perdere ogni speranza di salvezza. Recensione ❯
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In un mosaico di voci, suoni e immagini - si racconta la molteplicità delle pratiche che si intrecciano lungo i sentieri di montagna. Escursionisti, volontari, ciclisti, animali selvatici e praticanti del forest bathing animano lo spazio montano, evidenziandone la complessità e la convivenza. Le scene si alternano tra il lavoro silenzioso di chi cura i sentieri e le dinamiche intense del movimento umano e animale, in un continuo dialogo tra presenza e paesaggio. Ne emerge un ritratto corale della montagna contemporanea, dove la frequentazione non è mai neutra, ma sempre parte di una relazione. Recensione ❯
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Il film si rifugia nelle vite di quattro personaggi e, con le parole e la voce di Joe R. Lansdale, tenta di leggere le ragioni profonde di una realtà complessa e di restituire un ritratto inedito dell'America contemporanea. Espandi ▽
L'East Texas è una pianura attraversata dal fiume Sabine e ricoperta di fitte foreste di pini e vaste paludi. Qui tutto sembra nascondersi e scomparire. Life Beyond the Pine Curtain tenta di oltrepassare quel confine invisibile e di insinuarsi nelle pieghe degli Stati Uniti dove, nascoste alla vista, germogliano comunità. Recensione ❯
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Entrato nella compagnia di Eduardo dopo aver lavorato come impiegato all'Ospedale Militare di Napoli,
Enzo Cannavale ha lavorato in 120 film. Espandi ▽
Entrato nella compagnia di Eduardo dopo aver lavorato come impiegato all'Ospedale Militare di Napoli,
Enzo Cannavale ha lavorato in 120 film. Di qualsiasi tipo. Con qualsiasi autore o attore. Dai film
con Bombolo e Bud Spencer a quelli di Marco Ferreri e Giuseppe Tornatore. Dentro l'apparenza di una
perenne stanchezza o rassegnazione, scossi da fugaci lampi di sgomento, serbava quella che Giulio Baffi
chiama la perfezione della macchina dell'attore: il metronomo in testa, l'impertinenza e la vivacità, il
gusto dei giochi di parole, il corpo che si adatta al costume e non il contrario. Ma erano le mani che
sembravano connesse con un wifi invisibile agli occhi, perfettamente a sincrono con lo sguardo, a
mobilitare ogni spazio intorno alla sua esile persona: nella tradizione della mimica "digitale", ovvero
delle dita, tipica del meridione, Cannavale è stato una divinità minuta ed erudita dello schermo. Ma
nella vita amava passeggiare per il quartiere con il suo cane lupo o rimanere a lungo in terrazza a
guardare la distesa di piazza Plebiscito di fronte e, sullo sfondo, il profilo rosato del Vesuvio al
crepuscolo. Questo documentario, realizzato a sei mani insieme ai suoi figli, raccogliendo la traccia
incandescente che ha lasciato in chi l'ha conosciuto, cerca di raccontarlo e ricordarlo - se ne è capace. Recensione ❯
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Giulio Laroni incontra Roger Corman nel suo ufficio di Brentwood, a Los Angeles. Ne nasce una lunga
conversazione che presto prende la forma di una lezione di regia, in cui Corman svela le tecniche di
grammatica filmica e i trucchi che di solito insegna ai suoi allievi. La conversazione è commentata da
un gruppo formato da Ruggero Deodato, Daniele Nannuzzi (il cui padre, Armando, ha lavorato con
Corman), Luigi Sardiello e Davide Mancori, riuniti per l'occasione nella sede dell'AIC a Cinecittà. Recensione ❯
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Il racconto della vita del campione del mondo dei pesi massimi Oleksandr Usyk Espandi ▽
Un documentario sul racconto della vita del campione del mondo dei pesi massimi Oleksandr Usyk. Grazie all'accesso illimitato alla vita di Usyk negli ultimi cinque anni, sia dentro che fuori dal ring, il regista ha trascorso del tempo a stretto contatto con il campione in patria, con la sua famiglia e i suoi compagni di squadra in Ucraina - anche durante la guerra - e in molti paesi del mondo. Il film presenterà i momenti cruciali della vita e della carriera di Usyk, oltre a documentare tutti gli alti e i bassi nello spogliatoio prima e dopo i suoi incontri più importanti degli ultimi cinque anni, compresi quelli per il titolo mondiale contro Anthony Joshua, Daniel Dubois e Tyson Fury. Recensione ❯
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Uno sguardo inedito sul fenomeno del traffico illecito di beni culturali. Espandi ▽
Attraverso una narrazione densa e la voce di testimoni diretti, il film esplora i danni
irreversibili causati dagli scavi clandestini e dal mercato illecito d'arte, rivelando il
complesso intreccio di interessi che ha spesso coinvolto trafficanti, case d'asta e musei
internazionali. Recensione ❯
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Un film che ha il merito, oltre di far conoscere il pensiero di un grande maestro, di porre quesiti attuali sul cinema. Documentario, Italia2025. Durata 78 Minuti.
Un viaggio intimo e collettivo nel cinema di Paul Vecchiali, tra memoria, passione e visione. Un racconto d'autore che unisce arte e vita. Espandi ▽
Paul Vecchiali nel 2022 vede su un monitor il backstage delle riprese di Les gens d’en-bas, un suo film del 2010, ascolta ciò che i suoi collaboratori pensano di lui ed aggiunge osservazioni a proposito della sua concezione del fare cinema offrendo un ampio ventaglio di suggestioni ed occasioni di riflessione sulla settima arte. Un autore nel senso pieno della parola affronta senza remora alcuna la complessità del lavoro del regista di cinema. Se la Mostra di Venezia lo fece conoscere nel 1974 a un pubblico più ampio di quello dei cinephiles francesi bene ha fatto la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro a proporre questo documentario che, oltre a far conoscere il pensiero di questo maestro del cinema non sufficientemente ricordato, pone quesiti tuttora di attualità sul fare cinema. Recensione ❯
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