The Last Redemption

Nel Regno di Brea, minacciato dagli orchi, Lord Roland brama contro il cugino Re per prenderne il posto. Promette quindi a Leland, capo della banda Nistrol, una grossa somma di denaro in cambio dell'uccisione del sovrano e della sua piccola figlia Lilì. Il re muore nella congiura ma la giovane Diana e i suoi due fratelli, membri della banda di fuorilegge, si rifiutano di uccidere una bambina e si ribellano a Leland, scappando con la principessa per salvarla. Roland li accusa davanti al regno di aver assassinato il re, e fa dare loro la caccia (con il vero intento di trovare Lilì ed eliminarla). Alla missione partecipa il valoroso cavaliere Tyrion che, scoperta la verità, cercherà di aiutare Diana.

Girato in Sicilia, sull'Etna, da un giovane regista italiano, il film tenta di prendere di petto il genere, ma senza averne i mezzi necessari.

Ci sono generi cinematografici che necessitano più di altri di maggiori risorse per raggiungere uno standard sufficiente, e il fantasy è uno di questi. John Real - nome d'arte di Giovanni Marzagalli - è un filmmaker italiano emergente, con alle spalle buoni studi ed esperienze sempre low-budget nel thriller e nell'horror, e si è qui cimentato con passione in una produzione in costume medievale, volendo sperimentare una sorta di mix tra fantasy in primo piano (l'ambientazione, il viaggio, gli intrighi di potere, la convivenza tra uomini e creature mostruose, la lotta tra bene e male) e western a un secondo livello di lettura (il denaro, la caccia ai fuorilegge, il tradimento), in una storia incentrata sul tema del sacrificio in nome della scelta giusta da compiere.

Real infila nella narrazione anche la sottotrama amorosa tra Diana e Tyrion (interpretato dallo stesso regista), e condisce il tutto con citazioni ad alti modelli di riferimento: Brea deriva dalla tolkeniana Terra di Mezzo del Signore degli Anelli; il duello finale tra Tyrion e Leland richiama in certi momenti quello tra Massimo e l'Imperatore Commodo ne Il gladiatore (2000); a un certo punto riecheggia pure la celebre colonna sonora de L'ultimo dei Mohicani (1992); senza dimenticare alcune scelte di casting internazionale quali Kevin Sorbo, divenuto famoso per la serie Hercules, e James Cosmo, presente in Braveheart - Cuore impavido (1995).

Le buone intenzioni sono tuttavia vanificate dai limiti tecnici, che si fanno sentire soprattutto nelle scene di combattimento e condizionano inevitabilmente la resa complessiva, dalle performance attoriali alle soluzioni registiche che precipitano verso un eccesso di ralenti nella parte finale. 