Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 101 minuti |
Al cinema | 198 sale cinematografiche |
Regia di | Cécile Allegra |
Attori | Marco D'Amore, Marianna Fontana, Maria Esposito (II), Alessio Gallo, Giuseppe Pirozzi Antonio Guerra, Maria Esposito, Gennaro Filippone, Catello Buonocore, Martina Abbate, Vittorio Edet. |
Uscita | giovedì 5 dicembre 2024 |
Distribuzione | Medusa |
MYmonetro | 2,75 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 5 dicembre 2024
Un'opera prima che rappresenta un altro importante tassello dell'ampia narrazione contemporanea di una città complessa e difficile ma straordinaria come Napoli. Criature è 9° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 13.015,00 e registrato 2.568 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
|
Mimmo Sannino, un tempo insegnante ora impegnato come educatore di strada a Napoli, si dedica al recupero di ragazzi in dispersione scolastica per riportarli sui banchi di scuola, e permettergli di ottenere il diploma di terza media. Il suo mezzo di predilezione è l'arte circense così, tra lezioni sui trampoli e letture del Barone Rampante, e grazie anche all'aiuto di Anna, assistente sociale che riconosce il valore del suo impegno, riesce a coinvolgere i giovani anche se il suo operato non è ben accolto dalle famiglie del quartiere e dalla criminalità organizzata.
Opera prima della regista Cécile Allegra, Criature è un altro importante tassello dell'ampia narrazione contemporanea di una città complessa e difficile ma straordinaria come Napoli.
È ispirata alla storia vera di Giovanni Savino, educatore nel quartiere di Barra di Napoli, l'esordio nel lungometraggio di Cécile Allegra, regista romana ma parigina d'azione, dove ha fondato una Ong che offre assistenza ai sopravvissuti dei lager della Libia, con un'esperienza di inviata di guerra e di autrice di film documentari. Caratteristiche che si fanno plastiche nella forma e nella sostanza che ha voluto dare a Criature in cui pedina per tutto il tempo il suo interprete protagonista, Marco D'Amore, in una maniera che sa di cinema del passato come curiosamente accade in un altro film ambientato a Napoli, con James Franco che riempie lo schermo come Marco D'Amore, Hey Joe di Claudio Giovannesi, regista che ha avuto a che fare, con La paranza dei bambini, con un'altra gioventù problematica partenopea. Si sta infatti delineando un'ampia ed eterogenea filmografia che ha come cuore Napoli con tutte le sue mille sfaccettature tra cui quelle ormai fissate nell'immaginario collettivo di Gomorra (di cui peraltro D'Amore ha scritto e dirigerà la serie prequel).
Consapevole di tutto questo portato artistico, Criature, scritto dalla stessa regista, mette in campo una narrazione classica con, alla base, le premesse - un educatore di strada solitario e in polemica con le istituzioni statali di cui prima ha fatto parte - a cui segue uno svolgimento centrale che ci fa conoscere le difficoltà di ogni singolo personaggio bambino all'interno della famiglia e della (mala)vita del territorio, per poi finire nel melodramma che intravede però una speranza per il futuro.
In un film del genere, con uno stuolo di attori giovani, è fondamentale la loro scelta e la loro direzione, due caratteristiche ben presenti nel film (grazie anche alla casting Marita D'Elia che lo è anche per la serie Mare fuori - e qui c'è la sua star Maria Esposito - che fa parte di uno stesso racconto della Napoli di oggi) che riportano appunto a un cinema del passato il cui faro luminoso è quello di Luigi Comencini per la stessa empatia e interesse che anima Cécile Allegra.
Perché di questo si parla in Criature, dell'aderenza della realtà trasfigurata attraverso il cinema del reale coniugato con elementi di realismo magico. In questo senso sono fondamentali, oltre ovviamente al lavoro degli interpreti tra cui troviamo la sempre convincente Marianna Fontana, gli apporti artistici dell'autore della fotografia, Valerio Azzali, e delle musiche, Dario Sansone, che riescono a rendere bene il difficile equilibrio del reale nella finzione che si fa cinema e che non rimane ancorato solo al messaggio che comunque qui arriva forte e chiaro. Ma è importante che si faccia anche questo cinema civile, lo spettatore potrà poi approfondire i temi della dispersione scolastica che sono drammatici soprattutto nelle regioni del Sud e di cui poco si parla nel discorso pubblico.
Il cuore del film è però un altro, e risiede nella fiducia della pedagogia incarnata dal protagonista del film che, etimologicamente, accompagna i fanciulli nella loro vita quotidiana introducendo nelle loro vite anche la bellezza della letteratura incarnata dalla lettura del calviniano Barone rampante. Marco D'Amore si fa dunque portatore, in una maniera ancora più ampia, di questo concetto mettendo dentro il suo personaggio un trasporto che sa di esperienza vissuta, di uno sguardo che ha ben presente la realtà raccontata. Proprio come il film stesso.
Brutta copia di “io speriamo che me la cavo”. Marco d’amore recita oramai solo quando è presente la città di Napoli e la camorra, altro non sa fare. Regia scolastica, trama con parecchie falle.
Un tempo insegnante, Mimmo Sannino è impegnato come educatore di strada a Napoli per riportare i ragazzi sui banchi di scuola, permettendo loro di ottenere il diploma di terza media. In un contesto dominato dal degrado e dalla malavita, Mimmo usa l'arte circense, attraverso la quale riesce a entrare in relazione con numerosi giovani. Ma il suo impegno non è ben visto dalle famiglie del quartiere e [...] Vai alla recensione »
Qualora si decida di considerare il cinema come il surrogato di una mission societaria, "Criature" opera prima della documentarista Allegra potrebbe aspirare ad ottenere soltanto giudizi lusinghieri. Purtroppo o per fortuna quando si parla di film entrano in gioco soprattutto una sceneggiatura, un taglio drammaturgico e una cifra stilistica incisivi e originali che prescindono dalla correttezza dell'assunto [...] Vai alla recensione »
Tagliamo subito la testa al toro. Criature è un film nobilissimo e tanto Picomedia quanto Medusa possono andarne legittimamente fieri. Nella vicenda di Mimmo Sannino (Marco D'Amore, molto coinvolto), ex insegnante ora educatore di strada impegnato nel recupero di ragazzi e ragazze in fuga dalla scuola media nella periferia di Napoli, tra l'ostilità conclamata della malavita e la letargia non meno colpevole [...] Vai alla recensione »