
Titolo originale | Across the River and Into the Trees |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 106 minuti |
Regia di | Paula Ortiz |
Attori | Liev Schreiber, Matilda De Angelis, Josh Hutcherson, Danny Huston, Laura Morante Maurizio Lombardi, Alessandro Bressanello, Sabrina Impacciatore, Alessandro Parrello, Claudia Della Seta, Massimo Popolizio, Enzo Cilenti, Giulio Berruti (II), Maurizio Zacchigna, Samuele Busolin, Andrea Pergolesi, Enrico Bergamasco, Giovanni James Bertoia, Stella Sabbadin. |
Uscita | giovedì 3 luglio 2025 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | PFA Films, L'Altrofilm |
MYmonetro | 2,99 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 1 luglio 2025
Da un romanzo di Hemingway un incontro speciale che cambia radicalmente la vita di un ex colonnello. Di là dal fiume e tra gli alberi è 99° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 61,00 e registrato 13.779 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Il cinquantenne colonnello statunitense Richard Cantwell ha ancora poco tempo da vivere. Raggiunge Venezia seguito dal sergente Jackson. Ha combattuto in Italia ed ora vuole solo andare a caccia di anatre in laguna. Incontrerà una donna molto giovane, la contessa Renata Contarini, con la quale sperimenterà sensazioni forse mai provate prima.
Paula Ortiz ambienta il romanzo dello scrittore americano sfruttando gli spazi di una Venezia deserta a causa del Covid.
Il film giunge con tre anni di ritardo sui nostri schermi e quindi colpisce (e fa compiere un rewind alla memoria) vedere una Venezia totalmente deserta in cui si muovono poche comparse. La collocazione temporale del romanzo viene rispettata (anche se con uno stridente anacronismo che lo spettatore potrà facilmente individuare) ma l'atmosfera rarefatta in cui viene a svolgersi l'azione contribuisce in maniera determinante all'esito finale.
La coppia Liev Schreiber/Matilda De Angelis offre ai personaggi del colonnello Cantwell e della contessina Contarini il giusto livello di avvicinamento e distanza. Ortiz si tiene lontana dall'attrazione sessuale tra una diciannovenne e un cinquantenne per sottolineare al contempo la lontananza generazionale e la prossimità del comprendere chi si ha di fronte e che fino a poco prima non si conosceva.
La sceneggiatura fa propria la teoria Iceberg che Hemingway ha applicato nella sua opera letteraria. Essa consiste nel mostrare in superficie il minimo indispensabile lasciando sottintendere quanto si muove nel profondo. Schreiber è perfetto nel dare al suo colonnello la ruvidezza giusta, finalizzata ad occultare il dolore fisico ed esistenziale che sottende. I suoi sguardi, i suoi silenzi, l'apparente laconicità che non si muta mai in disinteresse ma comporta un'acuta osservazione dell'interlocutore. Così come De Angelis sa offrire a Renata la freschezza dell'età ma anche la consapevolezza dell'esplorazione dei sentimenti nuovi che sta provando.
Intorno a loro si muove una ristretta rappresentanza della società italiana dell'epoca che, uscita da poco dal secondo conflitto mondiale, non aveva ancora cicatrizzato le ferite aperte vivendo in precario equilibrio tra un passato antico (la città), uno più recente e un futuro da costruire magari con un matrimonio non desiderato profondamente.
Su tutto questo, così come nel romanzo, aleggia il senso della morte nelle sue varie esplicitazioni e Venezia, come la storia del cinema ci insegna, si configura come un ottimo scenario anche per questo tema.
La regista mette in scena, con bravura, coadiuvata da un cast splendido, una versione filmica tratta dal romanzo omonimo di Ernest Hemingway. Ambienta la storia in una Venezia pressoché deserta (per il Covid), siamo a poca distanza dalla fine del secondo conflitto mondiale. Il protagonista maschile è un colonnello dell’esercito americano, Richard Cantwell (Liev Schreiber) che (secondo [...] Vai alla recensione »
mi sono alzato ed ho lasciato il cinema dopo poco più di metà film. ne ho visti pochi così pesantemente noiosi, al di là del consueto stupro di Venezia. la riproposta ossessiva del faccione del protagonista, con un'espressione sempre la stessa, mi ha perseguitato fino alla mia uscita. Non lo consiglio
Studio Hemingway da quasi un decennio e questo film lo attendevo da tempo, considerato che era stato finito nel 2021. L'ho visto in anteprima in edizione originale e poi rivisto in sala nel giorno dell'uscita doppiato. Un film che pur discostandosi dal romanzo di Ernest Hemingway in alcune scelte, situazioni riesce ad entrare in perfetta sintonia con il mood del libro .
Un film patinato, diretto bene, ma privo di emozioni. Tutto ? prevedibile e quasi banale. Purtroppo manca il talento.
A tre anni dalla sua première internazionale, Di là dal fiume e tra gli alberi è arrivato finalmente nelle sale italiane, distribuito da PFA Films con L'Altrofilm. La regista spagnola Paula Ortiz firma un adattamento sobrio e contemplativo dell'omonimo romanzo di Ernest Hemingway, pubblicato a New York nel 1950 dall'editore Scribner. Il titolo, tratto dalle ultime parole del generale confederato Stonewall [...] Vai alla recensione »
Ernest Hemingway scrisse Di là dal fiume e tra gli alberi (pubblicato nel 1950) circa una decina di anni dopo quello che è considerato il capolavoro della sua produzione artistica, Per chi suona la campana (uscito nel 1940). Questo invece è un'opera minore, scritta un po' per noia, un po' per indulgere nel sentimentalismo, in parte autobiografica: in quel periodo, infatti, il grande scrittore americano [...] Vai alla recensione »
Tra le calli di Venezia possono sbocciare passioni tormentate. Lo sapeva bene Hemingway, che alla fine degli anni Quaranta scrisse Di là dal fiume tra gli alberi. L'omonimo film è stato girato nel 2022 da Paula Ortiz, in una Venezia deserta per il Covid, ma da noi arriva solo oggi. La storia è quella di un colonnello americano che, a guerra appena finita e gravemente malato, sa che non gli resta molto. [...] Vai alla recensione »
È davvero singolare, in questo torrido 2025, recensire Di là dal fiume e tra gli alberi: film per altro girato nel 2021, ma che sembra provenire da un passato assai più lontano. Per stile e per temi sembra un'opera del secolo scorso, il che non è necessariamente un difetto: il passo della narrazione è ampio e solenne, la fotografia del basco Javier Aguirresarobe è splendida e il protagonista, l'americano [...] Vai alla recensione »
Trasposto da uno dei romanzi meno apprezzati di Hemingway, "Di là dal fiume e tra gli alberi" è ambientato nel 1946 e racconta la storia del colonnello americano Richard Cantwell (Schreiber) tornato a Venezia dopo aver prestato servizio nella campagna d'Italia della Grande Guerra per potere curare al meglio una malattia cardiologica. Prima d'intraprendere una delle tanto amate battute di caccia in [...] Vai alla recensione »
Dall'ultimo romanzo di Hemingway (1950), Schreiber è Cantwell, il colonnello morente col groppo del passato al cuore, e gli viene benissimo: occhi amari, pelle arsa, divisa di due guerre, odori di tabacco e alcol in una Venezia/laguna terminale, solo con qualche cartolina. Certo, Lucia Bosé non c'è più, ma De Angelis per la contessina è scelta discutibile di casting.
La Seconda guerra mondiale è finita, il col. Cantwell (Schreiber), molto malato e depresso, torna a Venezia per cacciare le anatre. Incontra la giovane contessa Renata (Matilda De Angelis), prossima a nozze senza amore. Trascorrono insieme qualche giorno. Parlando con lei, lui ritrova un minimo di interesse per la vita. II romanzo di Hemingway è molto discusso: capolavoro o opera minore? II film di [...] Vai alla recensione »
Di tanto in tanto accade che alcuni titoli d'interesse si perdano tra maldestre strategie distributive e questioni di maggior complessità, talvolta in dialogo con la dispersività delle piattaforme streaming. Oltreoceano, il film di Ortiz è proposto già da tempo, tanto da Prime Video quanto da Apple TV+. Di là dal fiume e tra gli alberi, il terzo lungometraggio di Paula Ortiz, nonché adattamento dell'omonimo [...] Vai alla recensione »
Una fedele trasposizione dell'omonimo romanzo di Hemingway e prevedibilmente uno spottone per la regione Veneto, con sfilata di nomi altisonanti che mettono a disposizione la loro professionalità. Liev Schreiber è un colonnello americano che nel 1946, di stanza a Trieste e malato di cuore, ripensa ai giorni della Grande guerra e prima d'iniziare un'ultima battuta di caccia in Laguna vive a Venezia [...] Vai alla recensione »
Se c'è uno stile letterario che sin dall'inizio era già cinema, è quello di Ernest Hemingway. Uno stile in cui la parola si fa non solo scarna, priva di orpelli, ma apparentemente "opaca", nel senso che il più delle volte non si addentra, non svela (i pensieri e i sentimenti dei personaggi, innanzitutto), limitandosi a mostrare "dall'esterno" ciò che accade.
"La morte ce l'ho cucita addosso" mormora Richard Cantwell, eroico colonnello americano cinquantenne di stanza a Venezia nell'immediato dopoguerra, arrivato al termine della notte, devastato da una malattia terminale che sta curando male e dai ricordi del fronte conficcati nella memoria o cicatrizzati sulla pelle. Nel tradurre per il grande schermo il romanzo scritto da Ernest Hemingway nel 1950, [...] Vai alla recensione »