Due fantasmi di troppo

Nunzio e Paolo, amici di vecchia data, sono stati lasciati dalle rispettive mogli. Trovandosi entrambi in una situazione economica precaria, condividono lo stesso appartamento prestato dalla zia di Nunzio che, tra i due, è l'unico che lavora e si occupa della casa. Paolo invece si messe spesso nei guai. Dopo aver perso tutto al casinò, si è indebitato con una strozzina chiamata Tracina e deve restituire il denaro con gli interessi. Inoltre ha anche falsificato la firma di Nunzio per ottenere il prestito. Messi alle strette, i due amici pensano di trovare una soluzione improvvisandosi sensitivi e, grazie alle capacità tecnologiche di Nunzio, fanno credere ai loro clienti di poter incontrare nuovamente le persone defunte a loro più vicine. Un giorno però si ritrovano due fantasmi veri, la contessina Gilda e la sua serva Cettina, che iniziano a perseguitarli e incasinano ancora di più la loro vita.

Lo spunto sembra arrivare da una commedia di Castellano & Pipolo, Mia moglie è una strega dove Eleonora Giorgi otteneva dal diavolo il permesso di tornare nel mondo dei vivi per vendicarsi del discendente del cardinale, interpretato da Renato Pozzetto che l'aveva fatta condannare. Al tempo stesso i fantasmi sono stati al centro della vicenda del recente film di Christian De Sica, Sono solo fantasmi.

Come in questi due casi anche Due fantasmi di troppo appare un film a corto di ispirazione che non sfrutta le possibilità narrative della storia e i luoghi, soprattutto la scena nel castello in cui gli equivoci e le situazioni sospese tra commedia e fantasy potevano avere un maggiore sviluppo.

Nunzio e Paolo, alla loro prima regia, aggiornano i personaggi del loro precedente film Non è vero ma ci credo che li ha visti protagonisti: la mancanza di maturità, le imprese fallimentari di paolo e l'entrata in campo di Maurizio Mattoli che in questo film interpreta un esperto medium che accusa i due malcapitati protagonisti di avergli portato via i clienti mentre nell'altro era il titolare di un ristorante vegetariano di successo.

Le situazioni comiche sono gestite come sketch isolati e anche alcune figure come la strozzina Tracina, con Enzo Salvi meccanico travestito da donna, non vanno oltre la semplice macchietta. Qualche spunto c'è anche: gli intoppi tecnici dell'ologramma del defunto, il televisore confuso dai due fantasmi per uno specchio magico, i 130 litri di latte per il bagno nella vasca di Gilda. Le idee però restano tali, essendo appena abbozzate. E qui si vede proprio che Due fantasmi di troppo non ce la fa a costruire una storia compiuta e si ferma alle semplici battute, molte delle quali vanno a vuoto e a un'approssimazione narrativa e visiva troppo evidente, dall'inquadratura in cui Nunzio spazza per terra mentre sta parlando con Cettina alle improvvise apparizioni di un film che non sorprende e, colpa maggiore, non fa ridere. 