Anno | 2021 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Luca Rea |
Uscita | lunedì 15 novembre 2021 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 10 novembre 2021
La grande carriera di Sergio Corbucci diventa una lezione di cinema grazie alla narrazione di Quentin Tarantino. In Italia al Box Office Django & Django - Sergio Corbucci Unchained ha incassato nelle prime 12 settimane di programmazione 2,6 mila euro e 2,4 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Uno sguardo alla carriera e alla personalità di Sergio Corbucci, storico regista e uno dei più grandi esponenti del genere spaghetti western. Tra filmati d'epoca e spezzoni di film, il mondo di Corbucci viene esplorato attraverso la lente contemporanea di Quentin Tarantino, che ne è sempre stato un ammiratore e gli ha reso omaggio in C'era una volta a Hollywood. Al suo fianco, altri protagonisti e colleghi di Corbucci come Ruggero Deodato, che iniziò come suo aiuto regista, e Franco Nero, suo attore più celebre.
"L'altro Sergio", lo chiama spesso Tarantino, perché è impossibile parlare di Corbucci senza metterlo in relazione con Leone. Eppure il sentito documentario di Luca Rea e Steve Della Casa tocca diversi aspetti della mitologia che circonda il regista di Django e Il grande silenzio, evidenziandone le inclinazioni personali e le differenze nel gusto che hanno reso i suoi spaghetti western così radicali, cupi e alternativi.
È forse un peccato che i due autori, nel tentativo di "riscoprire" Corbucci per il pubblico odierno, abbiano ceduto così totalmente a Tarantino (come sempre, va detto, generoso e appassionato nel prestarsi a parlare di un regista che ama) la prerogativa di raccontarne la carriera. In Django & Django lo vediamo recitare ancora una volta la genesi tanto del genere spaghetti western quanto di Corbucci e Leone medesimi, e perfino dedicare la parte iniziale del documentario alla storia da lui immaginata dell'incontro tra Corbucci e Rick Dalton, protagonista di C'era una volta a Hollywood.
Sarebbero forse maturi i tempi per l'adozione di una nuova (o vecchia?) prospettiva sul fenomeno dei western all'italiana che non passi sempre dal buon Quentin. Se non altro, le sue osservazioni sono come d'abitudine interessanti, e oltre agli aneddoti (gustoso l'astio di Deodato sull'"antipatico" Burt Reynolds ai tempi di Navajo Joe) c'è spazio per una riflessione sul rapporto di Corbucci con la violenza ("era un sanguinario"), la contestualizzazione del suo modo di intendere il genere rispetto a Leone ma anche al cinema americano, e le sue astuzie dal punto di vista drammaturgico.
Un tributo popolare e doveroso per colui che certamente non è soltanto "il secondo più grande regista di spaghetti western", ma anche un artigiano del genere in senso lato che dei western si stufò e che realizzò poi diverse commedie. Trascinato dall'entusiasmo di Tarantino, il documentario è pieno di contributi preziosi e interviste d'epoca, e qualunque appassionato sa di trovarsi in mani esperte con Rea e Della Casa.
Quentin Tarantino narratore d'eccezione racconta perché Sergio Corbucci è "il secondo miglior regista di western italiani", come afferma un personaggio nel suo recente film C'era una volta a Hollywood e come conferma la sua scelta di realizzare Django Unchained ispirandosi a un film di Corbucci degli anni Sessanta. Materiali d'epoca inediti, testimonianze, ricostruzioni per raccontare un cinema e un'epoca irripetibili. Django, Il grande silenzio, Gli specialisti, Il mercenario, Vamos a matar companeros, Cosa c'entriamo noi con la rivoluzione: i western di Corbucci come cinema della crudeltà, ma anche come grande invenzione e come metafora di tutte le idee che circolavano nell'Italia degli anni Sessanta. Con le testimonianze di Franco Nero (l'attore preferito di Corbucci) e Ruggero Deodato (l'aiuto regista di Django), con i super8 inediti realizzati sui set dei film del regista romano, con le immagini degli anni in cui il cinema italiano sapeva parlare a tutto il mondo. E con le animazioni che ricostruiscono un clima, uno spirito, un modo di vivere e di concepire il cinema.
Che cosa è successo quando Rick Dalton ha incontrato Sergio Corbucci? Non lo dicono né il film né il romanzo intitolati (puntini di sospensione in più o in meno) C'era una volta a... Hollywood. Con impagabile arte affabulatrice lo racconta Quentin Tarantino in persona in Django & Django - Sergio Corbucci Unchained di Luca Rea (che scrive il film con Steve Della Casa), mentre scorrono i disegni di Giordano [...] Vai alla recensione »
La cosa più bella di "Django & Django: Sergio Corbucci Unchained" arriva forse coi titoli di coda, quando, in un supplemento di chiacchiera a ruota libera, Quentin Tarantino si lancia in una curiosa e arguta interpretazione di un personaggio femminile evocato in una scena del "Django" originale, anno 1966: la messicana Mercedes. Dubito che ci sia qualcosa di vero in quanto azzarda il regista di "Django [...] Vai alla recensione »
Il paradosso di Django & Django per la regia di Luca Rea e Steve Della Casa - già in anteprima al passato Festival di Venezia e adesso per tre giorni in sala - è che le cose più interessanti vengono dette tra le pieghe del discorso. Esse, infatti, non stanno nell'enunciazione (che nei fatti dovrebbe essere un sentito e commosso omaggio a Sergio Corbucci), ma negli interstizi che slegano una parola [...] Vai alla recensione »
Sergio Corbucci morì a Roma il 1° dicembre del 1990 a seguito di un infarto. Cinque giorni dopo avrebbe compiuto sessantaquattro anni. Sono stati necessari trent'anni perché qualcuno decidesse di affrontare la sua figura registica e omaggiarla nel modo più consono, e non stupisce che a colmare questa lacuna sia Luca Rea, già curatore insieme a Marco Giusti dell'oramai mitica retrospettiva veneziana [...] Vai alla recensione »
Fuori Concorso a Venezia 78, presentato in una doppia proiezione dopo lo splendido Plastic Semiotic di Radu Jude, arriva un altro documentario sul cinema di genere. Pochi giorni fa era Joe D'Amato ad esser stato messo sotto la lente da Gomarasca e Zanin. Oggi invece è toccato ad un altro grandissimo nome del cinema di quella generazione, in particolare del western, come Sergio Corbucci.
Django & Django si potrebbe chiamare benissimo L'altro Sergio, perché a dominare ogni minuto del documentario di Luca Rea non è l'intervistato d'eccezione, cioè Quentin Tarantino, ma Sergio Corbucci, il secondo miglior regista di western italiani dopo l'omonimo Leone. Dopo quasi vent'anni di rivalutazioni e ripensamenti sul nostro cinema bis, non desta certo impressione che l'ormai venerato maestro [...] Vai alla recensione »