Titolo internazionale | Why not you |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Austria, Belgio |
Durata | 107 minuti |
Regia di | Evi Romen |
Attori | Thomas Prenn, Noah Saavedra, Marco di Sapia, Josef Mohamed, Raffaela O'Neill Ursula Ofner, Hannes Perkmann, Lissy Pernthaler, Kida Khodr Ramadan. |
MYmonetro | 1,94 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 4 novembre 2020
Un giovane ballerino viene coinvolto in un attacco terroristico in cui perde un amico. La vicenda lo farà avvicinare all'islamismo.
CONSIGLIATO NÌ
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Mario è la pecora nera di un paesino del Sud Tirolo: incompreso, evitato, oggetto di chiacchiere e sospetti. Il suo sogno è il ballo, ma la sua realtà si divide tra il lavoro in una macelleria e quello come pasticciere in un hotel. La sua amicizia con Lenz - aspirante attore, anche lui nascostamente omosessuale come Mario - è inquinata dalla gelosia e dall'invidia, per l'agiatezza che consente a Lenz di fare carriera in ambiti preclusi a Mario. Quando quest'ultimo finalmente riesce a raggiungere l'amico a Roma per provare a inserirsi nell'ambiente dello spettacolo, un gruppo di terroristi islamici fa irruzione nel locale dove si trovano i due.
Sembra quasi che abbia voluto girare tre film in uno il debuttante Evi Romen. Un racconto di formazione spigoloso su un animo inquieto e problematico (dalle parti di Mommy di Xavier Dolan), una storia di omosessualità repressa in una provincia remota e retrograda, una riflessione sui pregiudizi che associano l'islamismo al fondamentalismo e l'omosessualità alla perversione.
Rendere coeso il tutto è impresa ardua e il rischio di sbilanciare l'attenzione riservata ai diversi elementi o di rimanere troppo in superficie nel quadro psicologico delineato diventa un pericolo costante. Per risolvere questi problemi Romen si affida a immagini potenti, a sequenze che aspirano a essere iconiche: Mario che danza da solo su un palcoscenico in abiti glam, i suoi viaggi su una funivia che sembra collegare l'incubo dell'intolleranza di provincia alla civiltà. O ancora il ricorso a una colonna sonora peculiare, con brani vintage pop di Ricky Shayne e Salvadore Adamo. Xavier Dolan e il suo cinema fascinoso e diseguale, dai tratti forti, hanno già fatto scuola, evidentemente, ma Hochwald mostra quale possa essere l'approdo di una simile volontà sturm und drang quando la maturità di linguaggio non è (ancora) all'altezza. L'arco narrativo del film sembra una linea tratteggiata anziché continua, spezzata da situazioni irrisolte, introdotte per scioccare ma abbandonate quando appena abbozzate: la conversione all'islam, la paternità mai riconosciuta. Un andamento diseguale che però non è giustificato da una vena sperimentale e che finisce per sembrare una mancanza di coesione narrativa, generata dalla volontà di strafare.
Il concorso del Torino Film Festival 2020 si chiude con uno dei film decisamente più deboli, ossia Hochwald (titolo internazionale Why not you ) della regista Evi Romen, cinquantatreenne di origine alto-atesina, ma che vive e lavora da molti anni a Vienna. Si tratta dell primo lungometraggio di un'autrice che di mestiere ha fatto per molti anni la montatrice, ed è una coproduzione austriaca e belga. Provia [...] Vai alla recensione »
Diretto dall'esordiente Evi Romen, Hochwald è un film basato sul concetto del confine e del suo superamento. Questo è il comune denominatore delle numerose parentesi tematiche che si intrecciano lungo la storia raccontata. Siamo in un paese del Sud Tirolo e il giovane Mario, un tossicodipendente che si procura da vivere lavorando in un hotel e una macelleria, sogna di diventare un ballerino.
Mario è un ragazzo che abita in Sudtirol. Sogna di diventare un ballerino, è gay, ha un problema con la droga. I genitori sono separati e la madre vive con il macellaio del paese, che ogni tanto costringe Mario ad avere con lui rapporti sessuali. Un giorno decide di partire per Roma col suo migliore amico, in cerca di successo. Ma un attentato terroristico islamico pone fine ai suoi sogni: l'amico [...] Vai alla recensione »
L'ultimo lungometraggio in concorso del Torino Film Festival è l'austriaco (in co-produzione col Belgio) Why Not You (titolo originale Hochwald, disponibile fino alle 14 del 28 novembre), scritto e diretto da Evi Romen, al suo esordio nel lungometraggio ma già forte di una ventennale esperienza come montatrice (premiata per My Best Enemy, 2011, e Casanova Variations, 2014) e sceneggiatrice (la recente [...] Vai alla recensione »