inesperto
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lunedì 4 febbraio 2019
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quello giusto era remo...
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Quest'opera imperiosa è prodotta dal cinema italiano. Siamo tutti abituati a guardare con ammirazione alle grandi produzioni americane e britanniche. Ebbene, qui siamo di fronte a qualcosa che travalica i nostri confini, che strappa rispetto alla nostra ormai stanca tendenza di darci alle sole commedie perchè in altro non siamo bravi. Noi siamo bravi, e lo siamo tanto. Forse siamo poveri, e anche pigri, ma abbiamo qualità notevoli. Interamente recitate in un linguaggio proto-latino, punto di gran merito per gli attori, le vicende che si trovano ad affrontare i celebri fratelli sono vive e fortemente incisive. La colonna sonora che le accompagna è intensa ed emozionante.
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Quest'opera imperiosa è prodotta dal cinema italiano. Siamo tutti abituati a guardare con ammirazione alle grandi produzioni americane e britanniche. Ebbene, qui siamo di fronte a qualcosa che travalica i nostri confini, che strappa rispetto alla nostra ormai stanca tendenza di darci alle sole commedie perchè in altro non siamo bravi. Noi siamo bravi, e lo siamo tanto. Forse siamo poveri, e anche pigri, ma abbiamo qualità notevoli. Interamente recitate in un linguaggio proto-latino, punto di gran merito per gli attori, le vicende che si trovano ad affrontare i celebri fratelli sono vive e fortemente incisive. La colonna sonora che le accompagna è intensa ed emozionante. Da ciò che viene narrato, viene fuori molto meglio la figura di Remo; per quanto ad un certo punto sia obnubilato da smania di potere, egli dimostra costantemente la sua capacità di guerriero, salva il fratello quando è un peso per tutti, si rifiuta di ucciderlo quando la portatrice del fuoco sacro gli comunica il volere del dio e dubita, di conseguenza (unico tra tutti), dell'esistenza di alcuna divinità. Al suo confronto, Romolo, che per gran parte del tempo è fuori combattimento, si rivela timoroso ed obbediente al presunto volere degli dei (come tutti peraltro) e non esita ad uccidere il fratello quando questo mette in dubbio le credenze generali. Fra anni questo film sarà considerato un cult del genere.
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redmax
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lunedì 4 febbraio 2019
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il primo reuccio (e speriamo l'ultimo...)
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Avevo sentito fosse il colossal italiano ma se si può definire colossal un film con 10 attori e 20 comparse... Storia contorta e quasi scontata... Penoso quando Remo, dopo lotte e uccisioni si auto definisce Re alla sua banda di 10 mercenari/schiavi. Scene buie e dialoghi quasi mediocri. I soldi del biglietto meglio darli in beneficenza.
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opidum
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lunedì 4 febbraio 2019
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chiedo consiglio
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io il film non l'ho ancora visto e sono dubbioso: la rivista ciack parla troppo do Vahalla Rising-
La mai domanda è "Il Primo re " ricorda "Vahalla Risng??"
grazie
[+] il primo re è il "primo"...
(di uppercut)
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lau30
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lunedì 4 febbraio 2019
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un epic movie tutto italiano
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"Il Primo Re" è senza ombra di dubbio un capolavoro del nuovo cinema italiano. Matteo Rovere, figlio di questo nuovo cinema, ha creato un film che emoziona e che va molto al di là delle aspettative. Una nota di merito va anche alla fotografia di Daniele Ciprì, un maestro della luce. La storia è un mito che tutti conosciamo reinterpretato in chiave ancor più epica, senza eccedere di virtuosismi allegorici e anzi rendendolo un film tanto atemporale quanto contemporaneo nelle emozioni che ci regala. 5 meritatissime stelle, imperdibile!
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kleber
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lunedì 4 febbraio 2019
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il fuoco sacro del cinema
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Un discorso convincente sulla nascito di uno Stato, sulle istituzioni e anche sulla politica, emerge dal "sangue e merda" primigenio, da cui storicamente scaturiscono le civiltà. Superata la prova difficile della lingua arcaica, sia come sceneggiatura che come interpretazione, che non sfigura a confronto del cultore Mel Gibson di "la passione di Cristo" ed "Apocalypto" . Se poi consideriamo che si tratta di un film italiano... godiamoci un momento di gioia.
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lunedì 4 febbraio 2019
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liberazione
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Fra gi schiavi viene scelto Romolo, Remo si offre volontario, se non sbaglio.
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lunedì 4 febbraio 2019
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non consigliato
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Pessimo...non esiste stare incollati con gli occhi sullo schermo per poter leggere e capire questa specie di film...troppo violento....non vedevamo l'ora di andar via!!non consigliato!!
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uppercut
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domenica 3 febbraio 2019
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un'impresa regale
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Il primo re è innanzitutto un grandissimo lavoro. "Grande" sia per quantità che per qualità. Si coglie in ogni fotogramma uno sforzo professionale generosissimo da parte di ogni componente del cast, sia tecnico che artistico. Si coglie, però, anche una irrefrenabile voglia di arrivare al set, vero cerchio del fuoco in cui sprigionare ogni energia creativa. A discapito, forse, di un tempo di pensiero in più in fase di scrittura. L'idea è potente, assimilabile a Gangs of New York di Martin Scorsese. Ma lo sviluppo è un po' rattrappito. Alla faccia della dirompente spettacolarità di esondazioni, battaglie, duelli, il racconto gira un po' su se stesso.
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Il primo re è innanzitutto un grandissimo lavoro. "Grande" sia per quantità che per qualità. Si coglie in ogni fotogramma uno sforzo professionale generosissimo da parte di ogni componente del cast, sia tecnico che artistico. Si coglie, però, anche una irrefrenabile voglia di arrivare al set, vero cerchio del fuoco in cui sprigionare ogni energia creativa. A discapito, forse, di un tempo di pensiero in più in fase di scrittura. L'idea è potente, assimilabile a Gangs of New York di Martin Scorsese. Ma lo sviluppo è un po' rattrappito. Alla faccia della dirompente spettacolarità di esondazioni, battaglie, duelli, il racconto gira un po' su se stesso. A mancare è sopprattutto la linfa che avrebbe potuto portare alla narrazione una più incisiva presenza femminile. E' in parte mancato il coraggio di far uscire la donna dall'angolo di "reggi braciere" per inondarla della stessa forza primitiva da cui sono invece pervasi i persanaggi maschili. Il film merita comunque massima attenzione, al di là di ogni sterile discussione riguardo alla sua natura più o meno italiota...Che dire? davvero un'impresa regale.
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bacieabbracci
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domenica 3 febbraio 2019
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una nuova forza nella rappresentazione di un mito
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Il cinema italiano ha creato un prodotto fuori dai suoi schemi tradizionali, potente e innovativo. Matteo Rovere ha sicuramente dedicato una grande energia a questa realizzazione. Il mito della nascita di Roma è stato reinterpretato in modo originale per arrivare alla tragica conclusione che tutti conosciamo. Un'attenzione particolare all'autenticità di tutti gli elementi del film: la location nelle vicinanze della città eterna, l'utilizzo esclusivo della luce naturale, uno studio meticoloso delle caratteristiche dei suoni, e soprattutto l'uso del protolatino sottotitolato per i dialoghi (come in The Passion e Apocalypto, film che avevo ammirato). Certo si rimane colpiti dall'aspetto "primitivo" delle popolazioni della narrazione, anche se i guerrieri di Alba appaiono più vicini alle rappresentazioni tradizionali.
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Il cinema italiano ha creato un prodotto fuori dai suoi schemi tradizionali, potente e innovativo. Matteo Rovere ha sicuramente dedicato una grande energia a questa realizzazione. Il mito della nascita di Roma è stato reinterpretato in modo originale per arrivare alla tragica conclusione che tutti conosciamo. Un'attenzione particolare all'autenticità di tutti gli elementi del film: la location nelle vicinanze della città eterna, l'utilizzo esclusivo della luce naturale, uno studio meticoloso delle caratteristiche dei suoni, e soprattutto l'uso del protolatino sottotitolato per i dialoghi (come in The Passion e Apocalypto, film che avevo ammirato). Certo si rimane colpiti dall'aspetto "primitivo" delle popolazioni della narrazione, anche se i guerrieri di Alba appaiono più vicini alle rappresentazioni tradizionali. Siamo lontani anni luce dai "peplum" e sicuramente molto più verosimili. Le scene violente si susseguono, come doveva certamente avvenire in quei tempi. Giusta enfasi al profondo sentimento religioso.. Gli interpreti sono perfetti nelle loro parti, la fotografia superba, la musica assolutamente evocativa. Il ritmo mantiene vivo l'interesse per la storia e in un paio di momenti sono rimasto commosso, data la mia passione per la storia di Roma. Spero possa avere un'ampia distribuzione e il successo che merita
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lbavassano
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domenica 3 febbraio 2019
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ambizioso
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L'impasto di fango e di sangue da cui scaturisce una civiltà millenaria, la violenza che ne costituisce le fondamenta, l'orrore ed il terrore del sacro e del fato. Alieno però, almeno apparentemente, alle speculazioni filosofiche, occultate nella materia della narrazione, nei clichè dello splatter, nell'enfasi, a tratti imbarazzante, della recitazione. Volutamente sgradevole nelle parti migliori, perchè non può non essere sgradevole l'esplorazione delle nostre radici, del nostro essere umani. Ottima, al di là di ogni dubbio, la fotografia di Daniele Ciprì, francamente banale, ridondante, e brutta, la colonna sonora.
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L'impasto di fango e di sangue da cui scaturisce una civiltà millenaria, la violenza che ne costituisce le fondamenta, l'orrore ed il terrore del sacro e del fato. Alieno però, almeno apparentemente, alle speculazioni filosofiche, occultate nella materia della narrazione, nei clichè dello splatter, nell'enfasi, a tratti imbarazzante, della recitazione. Volutamente sgradevole nelle parti migliori, perchè non può non essere sgradevole l'esplorazione delle nostre radici, del nostro essere umani. Ottima, al di là di ogni dubbio, la fotografia di Daniele Ciprì, francamente banale, ridondante, e brutta, la colonna sonora.
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[+] sgodevole
(di dan84imola)
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