kronos
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mercoledì 17 aprile 2019
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peplum!
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Data l'estrema datatezza della concorrenza ci vuole poco, ma questo "primo re" di Rovere è senz'altro uno dei migliori peplum mai prodotti: energico, vigoroso, tecnicamente competente, ben interpretato e ... ben scritto: la sceneggiatura rilegge in maniera intelligente il mito fondativo di Roma, mischiando le carte e confondendo i ruoli dei due mitologici gemelli.
La ricostruzione storica è accurata e i dialoghi in proto-latino conferiscono un'autenticità alla vicenda che generalmente risulta estranea al genere.
Buono lo sforzo produttivo e adeguati valori tecnici e locations: un film estraneo alla produzione media italiana corrente, assolutamente da vedere.
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Data l'estrema datatezza della concorrenza ci vuole poco, ma questo "primo re" di Rovere è senz'altro uno dei migliori peplum mai prodotti: energico, vigoroso, tecnicamente competente, ben interpretato e ... ben scritto: la sceneggiatura rilegge in maniera intelligente il mito fondativo di Roma, mischiando le carte e confondendo i ruoli dei due mitologici gemelli.
La ricostruzione storica è accurata e i dialoghi in proto-latino conferiscono un'autenticità alla vicenda che generalmente risulta estranea al genere.
Buono lo sforzo produttivo e adeguati valori tecnici e locations: un film estraneo alla produzione media italiana corrente, assolutamente da vedere.
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zanmar
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sabato 16 marzo 2019
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una rivisitazione deludente
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Pur recatomi al cinema animato da grande interesse e curiosità, il film ha in buona parte deluso le attese. Prima di sedermi in sala, non riuscivo a capacitarmi del fatto che, al giorno d'oggi, qualcuno avesse voluto riprendere un tema come quello della fondazione di Roma. Il film, tecnicamente interessante, ma dialetticamente molto inadeguato, è la triste immagine culturale dell’Italia contemporanea e del main stream cultural-intellettualoide che sa trasformare in letame storia, tradizioni e mito. Sul principio il ricorso alla lingua latina nella sua pronuncia scientifica e l’assenza di illuminazione artificiale affascinano. Tuttavia, scemata quella fascinazione, l’aver ridotto i pre-romani a qualcosa di simile a uomini del Paleolitico, dai quali si distinguono solo per il fatto di possedere armi ben forgiate, è una squallida operazione.
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Pur recatomi al cinema animato da grande interesse e curiosità, il film ha in buona parte deluso le attese. Prima di sedermi in sala, non riuscivo a capacitarmi del fatto che, al giorno d'oggi, qualcuno avesse voluto riprendere un tema come quello della fondazione di Roma. Il film, tecnicamente interessante, ma dialetticamente molto inadeguato, è la triste immagine culturale dell’Italia contemporanea e del main stream cultural-intellettualoide che sa trasformare in letame storia, tradizioni e mito. Sul principio il ricorso alla lingua latina nella sua pronuncia scientifica e l’assenza di illuminazione artificiale affascinano. Tuttavia, scemata quella fascinazione, l’aver ridotto i pre-romani a qualcosa di simile a uomini del Paleolitico, dai quali si distinguono solo per il fatto di possedere armi ben forgiate, è una squallida operazione. La truculenza trasposta sullo schermo non fa che accentuare questa rappresentazione simil-neandertaliana. Gli autori del film hanno accortamente voluto polverizzare migliaia di anni di, appunto, storia, tradizioni e mito. Credere che in un’area geografica collocata (e quindi crocevia) tra due grandi civiltà quali quella etrusca (poco a nord del Tevere Romano) e quella greca (presente dal basso Lazio sino alla Sicilia) vi fosse un “Mondo perduto” alla Conan Doyle (mancavano i dinosauri o quanto meno i mammut) risulta indigeribile. Come erronei sono i riferimenti geografici: difatti se i nostri “eroi” provenivano dall’area di Alba Longa (ovvero l’area dei castelli Romani) non è comprensibile perché per fondare Roma dovessero attraversare il Tevere che, a chi proviene da sud, offre la sponda sinistra, ovvero proprio il versante sul quale Roma è sorta (Palatino e altri colli). Insomma, gli autori, nel corso della loro italica operazione di “letamificazione” si sono realmente smarriti. Ritrovare il valore di ciò che fu, e capirne l'importanza, anche al di là della retorica, non è un compito all’altezza degli ominidi contemporanei.
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renato
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giovedì 7 marzo 2019
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e' più fascista romolo o "remolo"?
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Intorno al film si sta generando un dibattito che forse, in base al successo potrà allargarsi e magari incattivirsi.
La polemica sul supposto fascismo del film nasce sicuramente anche da una sorta di riflesso condizionato: Mussolini ha saccheggiato abbondantemente il mito di Roma per accreditare la visione del regime fascista come restauratore della sua grandezza e della sua politica imperiale.
Ma c'è dell'altro tant'è che un intellettuale di destra come Marcello Veneziani ne canta le lodi perchè capace di far rivivere allo spettatore l'importanza del mito come punto di riferimento esistenziale ed umano in contrsto con la "modernità" creatrice di un individuo privo di valori e del senso autentico del sacro.
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Intorno al film si sta generando un dibattito che forse, in base al successo potrà allargarsi e magari incattivirsi.
La polemica sul supposto fascismo del film nasce sicuramente anche da una sorta di riflesso condizionato: Mussolini ha saccheggiato abbondantemente il mito di Roma per accreditare la visione del regime fascista come restauratore della sua grandezza e della sua politica imperiale.
Ma c'è dell'altro tant'è che un intellettuale di destra come Marcello Veneziani ne canta le lodi perchè capace di far rivivere allo spettatore l'importanza del mito come punto di riferimento esistenziale ed umano in contrsto con la "modernità" creatrice di un individuo privo di valori e del senso autentico del sacro.
sul "Fatto Quotidiano", Furio Colombo definisce il film come fascista perchè racconta che Roma fu creata da un gruppo di uomini tramite la violenza (notoriamente Roma fu fondata con delibera dell'O.N.U.) nonchè sovranista perchè Romolo cinge di fuochi i confini della città promettendo morte a chi oserà sorpassarli.
Poi ho visto il film.
Dopo la fine del primo tempo ho pensato "molto rumore per nulla". Dal punto di vista tecnico artistico il risultato è buono e, fortunatamente, nel secondo tempo si và oltre il piacere estetico e si penetra nel dramma.
Il tanto evocato fascismo non l'ho trovato tanto in Romolo quanto in Remo nel momento in cui proclama la morte di dio e la supremazia della volontà di potenza. Eppure, questo "fascismo" non viene rilevato nè da destra nè da sinistra.Il fatto è che i fascismi sono tanti e quello che oggi si definisce come tale, sia da chi lo propugna sia da chi lo avversa, si ispira più al patetico ma più sicuro "Dio, patria e famigia" che ad ogni tentazione superuomistica. NB. ho dovuto scorciare il mio articolo chi volesse leggerlo per intero Interfernza.info "ho visto un re,anzi, il primo re.
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michus
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martedì 26 febbraio 2019
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finalmente!
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Finalmente un film dal respiro internazionale, fuori dagli schemi intimisti pecorecci in cui tanta fuffa intimista o buonista, spacciata per cinema italiano d'autore è da decenni impantanato, sprofondato... nella banalità assoluta di copioni, autori, registi nemmeno idonei per filmati per matrimoni... parte qualche rara eccezione come Sorrentino. Film originale, carico di pathos, immagini e scene evocative. Un film che si riallaccia ad una tradizione cine televisiva prodotta anni orsono dalla Rai, quando faceva seriamente il suo lavoro come quei capolavori che furono le produzioni dell'ODISSEA e l'ENEIDE. Pietre miliari ed ancora oggi di una modernità stupefacente. Bravissimi tutti a partire dal cast di bravissimi attori, tutti, dalla regia alla fotografia, dalla scenografia ai costumi.
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Finalmente un film dal respiro internazionale, fuori dagli schemi intimisti pecorecci in cui tanta fuffa intimista o buonista, spacciata per cinema italiano d'autore è da decenni impantanato, sprofondato... nella banalità assoluta di copioni, autori, registi nemmeno idonei per filmati per matrimoni... parte qualche rara eccezione come Sorrentino. Film originale, carico di pathos, immagini e scene evocative. Un film che si riallaccia ad una tradizione cine televisiva prodotta anni orsono dalla Rai, quando faceva seriamente il suo lavoro come quei capolavori che furono le produzioni dell'ODISSEA e l'ENEIDE. Pietre miliari ed ancora oggi di una modernità stupefacente. Bravissimi tutti a partire dal cast di bravissimi attori, tutti, dalla regia alla fotografia, dalla scenografia ai costumi. Quando le idee ci sono realmente occorre dare ossigeno a questi film...non ai soliti raccomandati. Finalmente un bel film italiano. Halleluja!
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nino pellino
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domenica 24 febbraio 2019
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storia magistralmente ben ambientata e diretta
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Ottimo esempio di produzione italiana che va oltre i soliti schemi del nostro Cinema. Grande lavoro alla regia da parte di Matteo Rovere e magistrale l'ambientazione e l'interpretazione degli attori protagonisti e delle comparse. Gli effetti speciali sono ridotti all'essenziale e non snaturano, ma valorizzano una scenografia sublime e curata nei minimi dettagli. Sicuramente essi non scadono mai di stile come invece spesso avviene nell'ambito della cinematografia americana quando è caratterizzata da mastodontici (e inutili) effetti speciali fatti a computer. Una trama in cui la lotta alla sopravvivenza di un gruppo di uomini che riuscirà a far emergere una nuova civiltà, quella romana appunto, ci viene narrata attraverso momenti crudi, spietati, ma che fanno parte di un passato prezioso e deteminante dla quale scaturiranno gli albori di un grande Impero.
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Ottimo esempio di produzione italiana che va oltre i soliti schemi del nostro Cinema. Grande lavoro alla regia da parte di Matteo Rovere e magistrale l'ambientazione e l'interpretazione degli attori protagonisti e delle comparse. Gli effetti speciali sono ridotti all'essenziale e non snaturano, ma valorizzano una scenografia sublime e curata nei minimi dettagli. Sicuramente essi non scadono mai di stile come invece spesso avviene nell'ambito della cinematografia americana quando è caratterizzata da mastodontici (e inutili) effetti speciali fatti a computer. Una trama in cui la lotta alla sopravvivenza di un gruppo di uomini che riuscirà a far emergere una nuova civiltà, quella romana appunto, ci viene narrata attraverso momenti crudi, spietati, ma che fanno parte di un passato prezioso e deteminante dla quale scaturiranno gli albori di un grande Impero.
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writer58
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mercoledì 20 febbraio 2019
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alla ricerca del fuoco...
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"Il primo re " di Matteo Rovere è un film potente e filologicamente accurato che ci propone una descrizione delle società arcaiche essenziale e lontana dai miti e dalle leggende che la tradizione ha codificato nella narrazione di Romolo e Remo. Una natura primordiale - e molto più forte dei pochi umani che la popolano-, insediamenti rarefatti di capanne monofamigliari, "spiriti" e demoni che abitano la foresta e che necessitano di essere placati da sacrifici umani, prigionieri costretti a combattere fino alla morte tra di loro, il fuoco come elemento sacro che dà vita e calore, una lotta per la sopravvivenza ferina e brutale, un'intera esistenza passata tra fango, fame e la sopraffazione dei vincitori.
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"Il primo re " di Matteo Rovere è un film potente e filologicamente accurato che ci propone una descrizione delle società arcaiche essenziale e lontana dai miti e dalle leggende che la tradizione ha codificato nella narrazione di Romolo e Remo. Una natura primordiale - e molto più forte dei pochi umani che la popolano-, insediamenti rarefatti di capanne monofamigliari, "spiriti" e demoni che abitano la foresta e che necessitano di essere placati da sacrifici umani, prigionieri costretti a combattere fino alla morte tra di loro, il fuoco come elemento sacro che dà vita e calore, una lotta per la sopravvivenza ferina e brutale, un'intera esistenza passata tra fango, fame e la sopraffazione dei vincitori.
Il cinema ha rappresentato il mito in modi diversi: da quello cartonato e manicheo di Hollywood al modello pulp e splatter di Mel Gibson in "Apocalypto", dalle suggestioni prometeiche di "Revenant" all'approccio estatico e meditativo di Malick. Tuttavia, "Il primo re", non si identifica con nessuno di questi filoni: propone una rappresentazione della leggenda carnale e poco lirica, volenta ma non compiaciuta, attenta ai valori estetici di una natura ostile ma non estetizzante, emotivamente coinvolgente ma non enfatica, attenta alle superstizioni e ai terrori verso l'occulto, così come alla lotta per il potere in comunità di poche centinaia di persone.
i personaggi parlano un latino arcaico che viene sottotilato in italiano: è curioso constatare come questa soluzione riguardi ormai diverse produzioni italiane di successo, come "Gomorra", quasi a significare che le radici e le declinazioni locali sono più interessanti delle storie narrate nell'idioma comune.
Il film di Rovere dispone di un cast eccellente, a cui è stato richiesto molto in fase di realizzazione dell'opera, un impegno totale e massacrante. Borghi, l'attore che ha impersonato Remo, così descrive la sua esperienza: “Nudo, al freddo, di notte. Talvolta sul set non riuscivo più a chiudere le mani. Mangiavamo in mezzo al bosco senza lavarci per giorni, tanto che il primo albergo che ci ha ospitato ci ha chiesto il rimborso per le lenzuola! E’ stato bello relazionarsi con la natura e con la terra”
Il film è centrato sul rapporto tra i fratelli, un rapporto forte e carnale, fin dalle prime sequenze quando i due sopravvivono a stento all'esondazione del Tevere. Remo difende il fratello rimasto ferito in combattimento da coloro che lo vogliono sacrificare agli Dei, s'impone come guida del gruppo di fuggiaschi, si propone come re, sfida il volere delle Divinità e i presagi della vestale; Romolo è più vicino alle tradizioni, meno ribelle, non desidera rivolte prometeiche, fonda la sua leadership sul consenso più che sull'eroismo e la paura. Solo uno dei due sopravviverà come preannuciato nella profezia.
"Il primo re" mi è parso una proposta coraggiosa e importante, dotata di una magnifica fotografia, che, al netto di qualche momento enfatico nel finale (ma era difficile evitarlo, considerando che si stava narrando la nascita dell'impero romano), propone un affresco verosimile e suggestivo delle società premoderne, società che appaiono distanti anni luce da noi, ma che rappresentano le radici della nostra civilizzazione disseminata lungo un percorso di un centinaio di generazioni.
Un ottimo film, un autore che si conferma come uno dei maggiori talenti emergenti nel nostro paese.
W.
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lunedì 18 febbraio 2019
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il primo re
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Il più brutto film mai esistito
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eden artemisio
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lunedì 18 febbraio 2019
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diventare re
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Questo film sulle origini di Roma è veramente apprezzabile dal punto di vista dello spettacolo cinematografico e presenta, cosa sempre più rara, numerosi tratti di originalità, perché riesce a sottrarsi ai condizionamenti spesso inevitabili di opere di contenuto analogo. Credo sia particolarmente da lodare lo sforzo di astrarre dalla leggenda una storia convincente che sintetizza in modo essenziale, ma esemplare,il percorso che conduce ad essere re, le modalità con le quali un uomo viene investito della regalità.
Non mi è dato sapere se gli autori abbiano voluto rappresentare intenzionalmente, attraverso i due gemelli, due diverse visioni filosofiche della storia; ma che sia o non sia intenzionale, è sembrato a me che Remo impersonasse l’uomo che prende consapevolezza del suo valore e che impone il suo comando con le sue sole capacità.
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Questo film sulle origini di Roma è veramente apprezzabile dal punto di vista dello spettacolo cinematografico e presenta, cosa sempre più rara, numerosi tratti di originalità, perché riesce a sottrarsi ai condizionamenti spesso inevitabili di opere di contenuto analogo. Credo sia particolarmente da lodare lo sforzo di astrarre dalla leggenda una storia convincente che sintetizza in modo essenziale, ma esemplare,il percorso che conduce ad essere re, le modalità con le quali un uomo viene investito della regalità.
Non mi è dato sapere se gli autori abbiano voluto rappresentare intenzionalmente, attraverso i due gemelli, due diverse visioni filosofiche della storia; ma che sia o non sia intenzionale, è sembrato a me che Remo impersonasse l’uomo che prende consapevolezza del suo valore e che impone il suo comando con le sue sole capacità. L’uomo che si fa re con le sue forze. Così, quando quel gruppo di disperati fugge attraverso la foresta per sottrarsi alla furia degli inseguitori, indeboliti dalla fame e in preda al terrore di essere raggiunti dai nemici o di essere sopraffatti dagli spiriti della foresta, Remo è il solo che conserva la lucidità e la sicurezza,che sa infondere coraggio ai suoi compagni e che ha la capacità di procurare il cibo per il fratello, per sé stesso e tutto il resto del gruppo. “Non c’è nessuno” dice; e sembra che volesse dire: ”Siamo soli,non ci sono spiriti intorno a noi, non ci sono divinità da temere”. Remo sprona inoltre con maggiore forza i suoi compagni ordinando loro, con tutta la consapevolezza della sua forza, di non avere più paura. “Saremo noi la paura, saremo noi il terrore” grida con la promessa di riuscita, di vittoria.
Ripeto, sia o non sia intenzionale, Remo rappresenta nella narrazione di quella storia il superuomo di Nietzschiana memoria, perché decreta la morte degli dei ed attua la sua volontà di potenza, ponendosi aldilà del bene e del male. E’ così che Remo diventa egli stesso dio. E’ così che Remo diventa re.
Diversamente dal fratello, Romolo rappresenta la pietas, il timorato degli dei. E’ lui il vero discendente del Pio Enea. E per quel suo timore e onore per gli dei si ritroverà ad essere investito del comando. Sarà allora Romolo, il re-sacerdote, a trovare il favore degli dei e ad essere il fondatore di una città destinata ad essere eterna, per la forza del suo diritto che affonda però le sue radici nella pietas religiosa. Se gli autori volevano veramente raccontarci questo, per me ci sono riusciti;allora gli autori hanno anche spiegato perfettamente il mito di fondazione, senza allontanarsi dalla leggenda, ma astraendo da essa il contenuto che ha importanza per la Storia.
Yupsos
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raffaello sarag�
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lunedì 18 febbraio 2019
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coraggioso esercizio di stile
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Bravo Matteo Rovere come Produttore . Ottima idea un pò troppo dilatata . La meticolosa ricostruzione dei linguaggi , degli usi e dei costumi di allora , ha fatto sì che si è perso un pò il filo narrativo rendendolo esile.
Ben vengano però prodotti simili nel panorama del nostro Cinema in quanto alla loro realizzazione tecnica e impronta Artistica....ma i film da ricordare sono un'altra storia.
In tutti i casi perciò...chapeau !!
RS
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silvia
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domenica 17 febbraio 2019
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sold buttati!!! pessimo
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Film ripetitivo scontato e veramente brutto!!! Altro che rinascita dle film italiano, mai visto un film così scadente: Il regista cerca disperatamente di renderlo epico, il risutato è veramente pessimo!!
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