franzone
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domenica 24 novembre 2019
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già visto
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Copia e incolla di film americani. Una noia mortale
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paul reds
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sabato 9 novembre 2019
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il potere e il sacro una combinazione vincente
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Film epico e brutale sulla nascita di Roma in lingua proto-latina (idea copiata dai film di Mel Gibson- la passione di Cristo ed Apocalypto).Il film parla fondamentalmente del potere e di come mantenerlo nel tempo creando alleanze e credendo ad una idea superiore.
Remo alla fine viene sconfitto ed ucciso dal più debole Romolo che al contrario di lui credeva in un dio superiore.
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Film epico e brutale sulla nascita di Roma in lingua proto-latina (idea copiata dai film di Mel Gibson- la passione di Cristo ed Apocalypto).Il film parla fondamentalmente del potere e di come mantenerlo nel tempo creando alleanze e credendo ad una idea superiore.
Remo alla fine viene sconfitto ed ucciso dal più debole Romolo che al contrario di lui credeva in un dio superiore. Complimenti a Matteo Rovere, sentendolo parlare al Parma Film Festival prima della visione del film, si intuisce subito che è regista e produttore che ci vede lungo ed ambizioso e sarà capace di stravolgere nei prossimi anni i canoni tradizionali del cinema italiano.
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elgatoloco
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giovedì 17 ottobre 2019
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da accogliere com'è
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In questo"IL primo re"(2019, Matteo Rovere)troviamo elementi tipici di una cultura e di forme espressive(intendendo non solo e neppure primariamente la lingua, ma gestualità, mimica, prossemica)che si basano fortemente sulla ritualità, sulla sacralità .dove vale la frase posta come incipit di Somerset Maugham secondo la quale"Un dio che può essere compreso non è tale", ma aggiungerei anche il"mysterium tremendum et ineffabile"di Rudolf Otto, grande storico delle religioni), in un tempo(753 a.C., secundum traditionem), nel quale questi elementi, tra i quali è ancora invalsa la violenza rituale fino all'omicidio rituale(Romolo e Remo, un patto problematico ma comunque concluso-"sancito"come tale), dove valgono naturalmente le interpretazioni classiche e in qualche modo "inamovibili" del tribalismo e del totemismo di Freud e di Leo Frobenius, senza che vi si possa aggiungere molto.
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In questo"IL primo re"(2019, Matteo Rovere)troviamo elementi tipici di una cultura e di forme espressive(intendendo non solo e neppure primariamente la lingua, ma gestualità, mimica, prossemica)che si basano fortemente sulla ritualità, sulla sacralità .dove vale la frase posta come incipit di Somerset Maugham secondo la quale"Un dio che può essere compreso non è tale", ma aggiungerei anche il"mysterium tremendum et ineffabile"di Rudolf Otto, grande storico delle religioni), in un tempo(753 a.C., secundum traditionem), nel quale questi elementi, tra i quali è ancora invalsa la violenza rituale fino all'omicidio rituale(Romolo e Remo, un patto problematico ma comunque concluso-"sancito"come tale), dove valgono naturalmente le interpretazioni classiche e in qualche modo "inamovibili" del tribalismo e del totemismo di Freud e di Leo Frobenius, senza che vi si possa aggiungere molto. Le immagini possono essere"dure", quasi da"pugno nello stomaco", a tratti,. ma, rispettando naturalmente la libertà artistica, che prescinde da una"riproduzione esatta degli eventi"che peraltro non sarebbe in alcun modo possibile, essendo solamente"mitiche"le fonti, sono le uniche che siano compatibili con quel tipo di"cultura"(uso strettamente il termine in accezione antropologica) e come noi possiamo "leggerla", senza incensamenti o denigrazioni eccessivi/e entrambi/e. Alessio Lapice e Alessandro Borghi, ridando le due figure chiave, sono decisamente espressivi, come anche Tania Garribba, quale sacerdotessa-Vestale. Il latino usato(protoitalico viene definito, forse più opportunamente nelle note registiche)appare sostanzialmente adeguato al tempo e alla cutlura, precisando che la traduzione apposta non rende sempre(meglio: non può rendere sempre)la concisione e secchezza dell'originale. El Gato
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felicity
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mercoledì 25 settembre 2019
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grande parabola della condizione umana
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"Il primo re" non è un film storico dagli intenti didascalici sotto le spoglie di un kolossal in costume.
Il regista scomoda il passato per ripensare al presente, usa temi archetipici aggiornandone l’adattabilità a ogni tempo storico.
Romolo e Remo non incarnano solo lo stato in cui versa ciascun migrante quando è costretto dalle avversità a lasciare la propria terra per cercarne un'altra che li accolga.
E' un’esperienza immersiva che, tramite l’uso della tecnologia odierna, mira a restituire un contatto sensorialmente tangibile di un’epoca perduta.
L’insidia della lettura politica, dell’utilizzo delle interpretazioni, viene in parte disinnescato dall’approccio essenziale del film, dalla sublimazione del racconto in un dualismo di attitudini e morali che servono l’un l’altra alla ricerca di una fondamentale complementarietà.
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fabio
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lunedì 15 luglio 2019
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film coraggioso ed ambizioso però...
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Lodevole il tentativo di provare a fare un cinema diverso dal solito cinema italiano.
Attori, regia, fotografia ecc. si capisce che tutti danno il massimo e le scelte sono scelte, senza compromessi.
Tuttavia l'impressione insistente è quella di volersi accostare un po' troppo al cinema americano (Mel Gibson, Snyder, Emmerich) ma l'accostamento finisce per svilire il risultato. Gli americani in questo genere sono più abili (scene d'azione, ritmo e tensione narrativa).
Il film è una riflessione sul potere e i dialoghi sono la cosa migliore.
Vedetelo se siete curiosi di esplorare.
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diabolik
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domenica 9 giugno 2019
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tanto fango tanto sangue poca emozione
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il film ricostruuisce bene la stroria della genesi di roma a partire dal rapporto dei leggendari fratelli
la ricostruzione appare tuttavia eccessivamente fangosa e con trionfo di sangue violenza e lotte continue
certamente le vicende e le relazioni dell'epoca avevano una modalità e una mediazione diversa da oggi, ma mi è parsa improbabile la presa del potere
deboli i contesti abitativi e e gli usi e costumi, poteva essere amplificata la quotidianità e il reale rapporto e ruolo delle divinità, dall'anima dei personaggi e non dai simboli, il fuoco il sangue ecc.
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renzo67
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martedì 28 maggio 2019
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un film già dimenticato. giusto così.
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Racconto fragile per un film che attinge da film migliori ma già datati. Livello tecnico mediocre a fronte di una grosso impegno economico. Personaggi che non toccano mai il cuore intrappolati in un meccanicismo da finto blockbuster americano. Non siete americani, fatevene una ragione. La fotografia di Daniele Ciprì funziona a tratti, altre volte appare scolastica. Mel Gibson è lontano anni luce anche se personalmente non amo molto i suoi film, che per lo meno possiedono una maestria riconoscibile. Non ci siamo.
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rciotti031
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lunedì 20 maggio 2019
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pietà e sacrilegio
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Sin dalla prima scena vengono caratterizzati in modo estremamente preciso i due protagonisti: Romolo prega mentre Remo bada a quello che succede intorno a loro. Questo caratterizzazione è continuamente ribadita durante il film con i loro comportamenti, che nel caso di Remo poi, sfociano nel sacrilegio contro la sacerdotessa ed il fuoco sacro.
Remo si proclama re, metre Romolo è scelto come tale dalla comunità dei Velinenses, e quello che portà garantire la continuità di un gruppo è il sentire comune, non un capo carismatico che può garantirla solo finché è in vita.
Bellissimo il finale che, evitando scene di una banalità terrificante con solchi ed aratri, centra in pieno lo scontro tra pietà e scarilegio, posizionandolo nel primo rudimerntale luogo di culto profanato da Remo, e tale luogo per forma circolare e vicinanza la fiume non può non ricordarci il tempio di Vesta.
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Sin dalla prima scena vengono caratterizzati in modo estremamente preciso i due protagonisti: Romolo prega mentre Remo bada a quello che succede intorno a loro. Questo caratterizzazione è continuamente ribadita durante il film con i loro comportamenti, che nel caso di Remo poi, sfociano nel sacrilegio contro la sacerdotessa ed il fuoco sacro.
Remo si proclama re, metre Romolo è scelto come tale dalla comunità dei Velinenses, e quello che portà garantire la continuità di un gruppo è il sentire comune, non un capo carismatico che può garantirla solo finché è in vita.
Bellissimo il finale che, evitando scene di una banalità terrificante con solchi ed aratri, centra in pieno lo scontro tra pietà e scarilegio, posizionandolo nel primo rudimerntale luogo di culto profanato da Remo, e tale luogo per forma circolare e vicinanza la fiume non può non ricordarci il tempio di Vesta.
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melli
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martedì 7 maggio 2019
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alto impatto
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Sicuramente da vedere. Il film ci riporta indietro nel tempo, approfondendo il rapporto tra i due fratelli, Romolo e Remo. Impatto visivo molto forte, dialoghi in latino, naturalmente sottotitolato. Abbastanza cruento. Bella ed intensa interpretazione di Borghi.
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