Anno | 2019 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 107 minuti |
Regia di | Adam Bolt |
Attori | David Baltimore, Jill Banfield, Rodolphe Barrangou, Aliza Ben-Baruch, Joab Camarena . |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 31 ottobre 2019
Dietro alla rivoluzionaria scoperta della modifica del DNA.
CONSIGLIATO SÌ
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26 ottobre 1966: in una conferenza tenuta al California Institute of Technology il biologo Robert Sinsheimer indica i canyons statunitensi come una rappresentazione in scala del cammino millenario dell'umanità, di cui la scoperta del DNA è tappa epocale e rivoluzionaria che presto metterà l'uomo in condizione di conoscere il proprio patrimonio genetico. Ma soprattutto lo porrà di fronte al tema del controllo dei geni. Sinsheimer si chiede se l'uomo sarà in grado di affrontare questa opportunità in modo costruttivo e non controproducente. Il suo discorso tornerà anche in chiusura di questo documentario ricchissimo di contributi specialistici e di spettacolari sequenze digitali che illustrano con linguaggio semplice e accessibile la cronologia delle scoperte sul genoma umano. L'ultimo passo in ordine di tempo è la scoperta dei CRISPR (cluster regolarmente interspaziale di brevi sequenze palindrome ripetitive), rappresentazioni di come i virus attaccano i batteri e distruggono le cellule. Una rivelazione che si deve alle aziende del biologico, impegnate a studiare i batteri e a fornirli a chi produce cibo (e quindi a garantire la resistenza delle colture) e che apre alla possibilità di modificare il DNA. In pratica, alla possibilità di fare editing genetico, cioè di modificare con un meccanismo analogo a quello con cui si corregge un testo in un programma di videoscrittura. Gli impatti della scoperta che subito ha diviso la comunità scientifica riguardano non solo la terapia di malattie rare e incurabili (l'anemia falciforme di un adolescente ricoverato a Stanford) e la possibilità di prevederle (l'albinismo di una ragazza con ricadute sulla capacità visiva, cresciuta da due genitori amorevoli); ma anche, come ogni innovazione tecnologica, hanno ripercussioni decisive in ambito sociale e riproduttivo, etico e religioso. E all'orizzonte la possibilità di intervenire sulla linea germinale (sperma, ovociti, embrioni) per incidere non più sui viventi ma su chi ancora deve nascere, altro tema più che controverso.
Già co-sceneggiatore e montatore del documentario Premio Oscar Inside Job di Charles Ferguson, Adam Bolt organizza il discorso in sette capitoli tematici, raccogliendo i pareri e le esperienze di microbiologi, ingegneri genetici, bioeticisti, giornalisti scientifici, ricercatori e imprenditori.
Human Nature riesce mirabilmente a tenere insieme molti ambiti - biologia, agricoltura, medicina, storia, antropologia - e molti punti di vista, in modo che si illuminino a vicenda. Evitando di prendere posizioni apocalittiche o sensazionalistiche, anche quando, inevitabilmente, nomina l'eugenetica attraverso un filmato autentico di propaganda nazista. Si pone insomma come un dialogo aperto e privo di pregiudizi, che parta dalle tesi degli scienziati per parlare a tutti, offrendo come utili punti di riferimento le previsioni fatte, in tempi non sospetti, dalla letteratura (Aldous Huxley e "Il mondo nuovo") e più di recente dal cinema, come i replicanti di Blade Runner da Philip K. Dick o la hybris o senso di onnipotenza umano rievocato anche in Jurassic Park.
In gioco c'è la storia antichissima del rapporto tra uomo e ambiente, la spinta innovatrice della tecnologia, sempre deflagrante a livello sociale, il tema del controllo della scienza e di che cosa decideremo di intendere per "evoluzione". Uno degli otto titoli della rassegna itinerante Mondovisioni, presentata ogni anno al Festival di Internazionale a Ferrara e distribuita da Cineagenzia.