luca capaccioli
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mercoledì 13 marzo 2019
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il primo adattamento femminile dei marvel studios!
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In oltre dieci anni, i Marvel Studios hanno sfornato una miriade di adattamenti, ma con l'eccellente abilità di diversificarli tra loro, sia a livello di tono, sia per l'aspetto delle tematiche trattate. Alcuni hanno riscosso addirittura un importante impatto culturale, tale da ottenere importanti riconoscimenti, come ad esempio Black Panther, che è stato nominato all'Accademy come Miglior Film. Questa volta è il turno di Captain Marvel, diretto da Anna Boden e Ryan Fleck, che mostra innanzitutto una novità assoluta: si tratta del primo film dell'MCU che vede come protagonista una donna, ovvero Carol Danvers, interpretata dall'attrice Premio Oscar Brie Larson.
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In oltre dieci anni, i Marvel Studios hanno sfornato una miriade di adattamenti, ma con l'eccellente abilità di diversificarli tra loro, sia a livello di tono, sia per l'aspetto delle tematiche trattate. Alcuni hanno riscosso addirittura un importante impatto culturale, tale da ottenere importanti riconoscimenti, come ad esempio Black Panther, che è stato nominato all'Accademy come Miglior Film. Questa volta è il turno di Captain Marvel, diretto da Anna Boden e Ryan Fleck, che mostra innanzitutto una novità assoluta: si tratta del primo film dell'MCU che vede come protagonista una donna, ovvero Carol Danvers, interpretata dall'attrice Premio Oscar Brie Larson. Inoltre, vi è un altro aspetto fondamentale: la pellicola in questione è ambientata negli anni novanta, ovvero cronologicamente prima di tutti i film della saga che abbiamo visto nel corso del tempo (ad eccezione di Captain America - Il primo Vendicatore), mostrandroci eventi inediti che avrebbero avuto delle conseguenze che ben conosciamo. Carol Danvers, nota al suo popolo come Vers, è una terrestre che vive su Hala, il pianeta natale dei Kree, una stirpe di esseri in perenne lotta contro degli alieni mutaforma chiamati Skrull. Con Yong-Rogg (Jude Law), il suo mentore, lei dovrà imparare a combattere e mantenere l'autocontrollo, senza la necessità di ricorrere ai suoi poteri energetici. Quando la Star Force, la milizia intergalattica dei Kree di cui entrambi fanno parte, viene inviata in una missione per rintracciare gli Skrull, questi ultimi catturano Vers e ne analizzano i ricordi che lei stessa era convinta di non avere. In un disperato tentativo di fuga, la supereroina Kree finisce accidentalmente su C-53, ovvero la Terra. Qui viene rintracciata da alcuni agenti dello S.H.I.E.L.D., tra cui Phil Coulson (Clark Gregg) e un giovane Nick Fury (Samuel L. Jackson), con il quale collaborerà per evitare che gli Skrull invadano anche il loro pianeta, nel tentativo, inoltre, di scoprire qualcosa di più sul suo passato da terrestre.
Alta era l'attesa, anche grazie ad un'astuta campagna marketing, per questo nuovo cinefumetto Marvel, che si rivela sicuramente riuscito, condito da un'elevata dose di intrattenimento e humor, quasi mai fuori luogo. Brie Larson si rivela un'attrice più che adatta al ruolo, in grado di calarsi bene in una donna tormentata da amnesie che le impediscono di ricordare le sue vere origini, dotata inoltre di un evidente senso dell'umorismo. Ottimo Sam Jackson come Fury (non chiamatelo Nicholas!), ringiovanito digitalmente ed assai diverso rispetto alla versione a cui siamo abituati, per non parlare di alcuni, più che graditi ritorni: si tratta nientemeno che di Phil Coulson (Clark Gregg), anch'egli 'ringiovanito' e visto per l'ultima volta in The Avengers (2012), e i due Kree Ronan (Lee Pace) e Korath (Djimon Hounsou), noti al grande pubblico per Guardiani della Galassia (2014). Tra le new entry più ecclatanti vi sono Goose, un simpatico gattino di natura aliena, e lo Skrull di nome Talos (Ben Mendelsohn), entrambi sicuramente ben caratterizzati ed in grado di rubare la scena, per non parlare dell'importanza di Maria Rambeau (Lashana Lynch) e sua figlia Monica, i due affetti più cari della Danvers prima che lasciasse la Terra. Nota non del tutto positiva, invece, per Jude Law nel ruolo di Yon-Rogg, in quanto interpreta un personaggio non così memorabile, e per Mar-Vell, il Captain Marvel originale; infatti, riguardo a quest'ultima, nonostante la buona interpretazione dell'attrice Annette Bening, occorre sottolineare il forzato cambio di sesso nel film rispetto al cartaceo, fatto che di sicuro non andrà giù a molti appassionati. Non manca qualche cameo/riferimento ad altri film della saga, ma la cosa meglio riuscita ha a che fare con lo straordinario tributo al compianto Stan Lee, che non si limita alla sola comparsa, in quanto viene omaggiato in quasi tutte le sue apparizioni nell'MCU all'interno dell'intro dei Marvel Studios a inizio film, con tanto di una frase che recita "Grazie di tutto, Stan" subito dopo. Menzione particolare per la colonna sonora, con delle tracce note specialmente ai nostalgici degli anni novanta, peraltro riprodotti fedelmente (specialmente il Blockbuster che si vede all'inizio provocherà un bel po' di ricordi dell'epoca), oltre che per una fotografia curatissima. A differenza di altri lungometraggi dello stesso genere, però, siamo di fronte a sequenze d'azione un po' sottotono, salvo quella sul treno che vede Carol all'inseguimento di uno Skrull. Gli effetti speciali sono sicuramente ben realizzati, specialmente nelle scene ambientate nello spazio, con ambientazioni visivamente strabilianti, che in parte ricordano quelle viste nei due film dei Guardiani della Galassia e Thor: Ragnarok. In conclusione, siamo quindi davanti ad un film che, salvo qualche difetto (soprattutto una scena verso la fine del film che farà storcere non poco il naso a svariati spettatori), soddisferà indubbiamente le aspettative e anticiperà, con tanto di ben due sequenze dopo i titoli di coda, qualcosa sul futuro dei film Marvel. Ora non resta che attendere il prossimo, attesissimo crossover: Avengers Endgame, in arrivo il 24 aprile.
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[+] la prima supereroina della marvel
(di antonio montefalcone)
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lupodelupis
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mercoledì 20 marzo 2019
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il lavaggio del cervello continua
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c'era un tempo in cui si andava al cinema per sollazzo (beninteso, nulla a che spartire con il detestabile critico cinematografico radical-chic e politicamente corretto), voglia di staccare la spina e "vivere le vite altrui". Per le cose serie c'erano libri e la vita vera senza bisogno che qualcuno ci dicesse "il giusto pensare". Poi venne la Disney che è riuscita nell'intento di distruggere l'universo della fantasia per modellarlo (perfino in ambito Star Wars) alla saga del politicamente corretto e infine la Marvel con la saga degli Avengers. Se Black Panther è stata un picco di creatività positiva perchè basato su una storia radicalmente nuova che non aveva bisogno di riscrivere trame e personaggi per inserire a viva forza ogni minoranza, le ultime puntate di spider man prima e di Avengers poi hanno deciso virato il timone sulla barra dell'ideologia petulante.
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c'era un tempo in cui si andava al cinema per sollazzo (beninteso, nulla a che spartire con il detestabile critico cinematografico radical-chic e politicamente corretto), voglia di staccare la spina e "vivere le vite altrui". Per le cose serie c'erano libri e la vita vera senza bisogno che qualcuno ci dicesse "il giusto pensare". Poi venne la Disney che è riuscita nell'intento di distruggere l'universo della fantasia per modellarlo (perfino in ambito Star Wars) alla saga del politicamente corretto e infine la Marvel con la saga degli Avengers. Se Black Panther è stata un picco di creatività positiva perchè basato su una storia radicalmente nuova che non aveva bisogno di riscrivere trame e personaggi per inserire a viva forza ogni minoranza, le ultime puntate di spider man prima e di Avengers poi hanno deciso virato il timone sulla barra dell'ideologia petulante.
Il film avrebbe dovuto essere l'antefatto che spiega la nascita della Shields e un modo per introdurre la futura sostituita della (inimitabile) Scarlett. Ma è andato oltre.
In questo film abbiamo richiami a Top Gun (in salsa femminile e afroamericana per non parlare del gatto chiamato Goose ...), inseguimenti su caccia-astronavi alla Star-Wars IV, combattimenti ed entità alla matrix, etc etc in un continuo deja-vu che sa di riscrittura. Si va oltre il #metoo in quanto totalmente artificioso (vedere l'eccellente Wonder Woman per capire come si scrive un personaggio supereroe femminile) perchè si introducono anche gli alieni profughi e (udite udite) vittime della diaspora (sic!). Ecco questo tassello mancava. Adesso ci mancano solo i testimoni di Geova e i milionari alla Icardi e poi avremo finito.
Samuel L. Jackson ringiovanito al computer per tutto il film ti da un effetto disturbante perché sai come era negli ultimi film e che quello che vedi è un po' strano. Il personaggio della collega/amica top gun è sostanzialmente inutile e messo lì in modo totalmente programmato come quello della bambina.
Fino alla fine ho sperato in qualcosa di dark con il gatto che si mangiava (sic!) metà dei protagonisti, Brie inclusa ... .
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samanta
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martedì 12 marzo 2019
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hai fatto la cosa giusta
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Il solito trionfo ai botteghini (456 milioni di $ a fronte di un budget di 152 milioni di $) per un film che cerca di riempire di contenuti una storia che fa acqua da tutte le parti. Captain Marvel è l'identità segreta assunta da numerosi (21?) super eroi della Marvel che temo ci inonderà di ulteriori sequel come il finale del film minacciosamente preannuncia.
La Trama [elementi di Spoiler] si divide in 3 parti distinte: Carol Denvers alias Vers alias supereroe Captain Marvel (Brie Larson Premio Oscar per Room, Kong Skull Island) vive in un pianeta abitato dai Kree di aspetto umano che sono in guerra con i cattivi Skrull alieni che cambiano forma e sono piuttosto bruttini che la rapiscono e cercano di impadronirsi di un un potetente talismano o motore di ridotte dimensioni che permette di superare la velocità della luce, per sfuggirgli Vers precipita nel pianeta Terra del 1995 (ci sono ancora i blockbuster) dove è nascosto il talismano.
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Il solito trionfo ai botteghini (456 milioni di $ a fronte di un budget di 152 milioni di $) per un film che cerca di riempire di contenuti una storia che fa acqua da tutte le parti. Captain Marvel è l'identità segreta assunta da numerosi (21?) super eroi della Marvel che temo ci inonderà di ulteriori sequel come il finale del film minacciosamente preannuncia.
La Trama [elementi di Spoiler] si divide in 3 parti distinte: Carol Denvers alias Vers alias supereroe Captain Marvel (Brie Larson Premio Oscar per Room, Kong Skull Island) vive in un pianeta abitato dai Kree di aspetto umano che sono in guerra con i cattivi Skrull alieni che cambiano forma e sono piuttosto bruttini che la rapiscono e cercano di impadronirsi di un un potetente talismano o motore di ridotte dimensioni che permette di superare la velocità della luce, per sfuggirgli Vers precipita nel pianeta Terra del 1995 (ci sono ancora i blockbuster) dove è nascosto il talismano. Sulla terra (seconda parte) incontra dopo vari vicissitudini un agente dello S.H.I.E.L.D., un'organizzazione antiterroristica, Fury (Samuel L. Jackson) che viene convinto da Vers che gli Skrull sono brutti ma in realtà soni i buoni della vicenda e devono essere aiutati.La terza parte vede l'attacco dei buoni nei confronti dell'impero Kree, viene sconfitta la loro leader la Suprema intelligenza Mar-Vell (Annette Bening) e finalmente gli Skrull troveranno un pianeta per loro.
Due osservazioni: la prima è che si sarebbe voluto fare un film femminista con la super eroe che vince tutti, non si vede perchè la dignità delle donne viene esaltata da una che corre come una matta e fa salti di centinaia di kilometri, così sarebbe un film a favore dei migranti nelle persone degli Skrull che finalmente trovano un pianeta dopo aver vagato per l'Universo. Ma la realtà è che i migranti la terra ce l'hanno già, basterebbe aiutarli a casa loro e far sì che non vengono sradicati dalle loro culture e schiavizzati nel mondo cosìdetto libero.
La seconda osservazione riguarda questo tipo dil film : il soggetto e la storia sono deboli e sono già stati visti sotto decine di altre forme, i dialoghi sono scarni, anche quando si va nell'ironia come nella seconda parte tutt'al più sfugge un sorriso, Brie Larsen mostra per tutto il film un viso inespresivo forse gli hanno insegnato che i supereroi si comportano così. Quanto agli altri attori la recitazione è di maniera, certo fa un pò pena vedere due signori attori come Annette Bening e Samuel L. Jakson (attualmente uno dei più validi attori di Hollywood), pronunciare battute insulse dette da personaggi improbabili. La storia potrebbe tranquillamente essere vista a rovescio; Vers è la cattiva come gli Skrull, i Kree e Mar-Vell sono i buoni, che non cambierebbe nulla nella vicenda. Comunque è un film che probabilmente farà divertire i regazzini di 10-12 anni, ci sono buoni effetti speciali, con battaglie aeree nella terza parte (Star Wars è una miniera inesauribile da cui attingere senza pudore).
Un personaggio dice "hai fatto la cosa giusta!" Ma dov'é il giusto? Il bene e il male cosa sono? non viene spiegato, appaiono entità astratte del tutto intercambiabili.
Coraggio la macchina di Hollywood ha bisogno di soldi è in arrivo il seguito!
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felicity
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mercoledì 10 luglio 2019
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ottimo cast: brie larson è un attrice splendida
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Ambientato nel 1995, il film sembra fatto molto prima che Iron Man e gli altri Avengers fossero pronti per il grande schermo, e sventola una bandiera orgogliosamente retrò. Ma tutto nel suo DNA, dalla rappresentazione alle nozioni di empowerment, parla di quello che stiamo vivendo, qui e ora.
La rivincita del girl power pulsa attraverso ogni fotogramma, per non parlare dell’umorismo, del cuore e del brivido nel guardare qualcosa che potrebbe davvero cambiare tutto.
Questo è uno dei pochi film Marvel in cui l'azione è drasticamente secondaria rispetto alla storia, tanto da assecondare quella dilatazione dei tempi sia nei dialoghi sia nel ritmo che fa sembrare il film lento, come se davvero fosse stato realizzato ventiquattro anni fa.
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Ambientato nel 1995, il film sembra fatto molto prima che Iron Man e gli altri Avengers fossero pronti per il grande schermo, e sventola una bandiera orgogliosamente retrò. Ma tutto nel suo DNA, dalla rappresentazione alle nozioni di empowerment, parla di quello che stiamo vivendo, qui e ora.
La rivincita del girl power pulsa attraverso ogni fotogramma, per non parlare dell’umorismo, del cuore e del brivido nel guardare qualcosa che potrebbe davvero cambiare tutto.
Questo è uno dei pochi film Marvel in cui l'azione è drasticamente secondaria rispetto alla storia, tanto da assecondare quella dilatazione dei tempi sia nei dialoghi sia nel ritmo che fa sembrare il film lento, come se davvero fosse stato realizzato ventiquattro anni fa.
Captain Marvel è un film davvero godibile e riesce nel suo obiettivo di proporre un’eroina potente e divertente, sovrumana, ma anche sentimentale, idealmente perfetta per raccogliere l’eredità di Iron Man e Cap.
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loland10
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giovedì 14 marzo 2019
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gatta, sgattona un po' fusa...
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“Captain Marvel” (id., 2019) è il quarto lungometraggio della coppia californiana Anna Boden eRyan Fleck. E’ il ventunesimo film della Marvel Cinematic Universe; scritto dagli stessi registi con G. Robertson-Dworet e J. Schaeffer.
Ironia, autoironia, scherzi, dolcetti, sano equilibrio e politico correct quanto basta per un Marvel che vuoi e (forse) desideri e farsi crogiolare dal sito marchio fedele a se stesso: ecco l’ultimo filmone dalla produzione magniloquente che lascia lo spettatore stordito quanto basta e arzillo perenne quando serve.
Dopo trenta minuti succede poco e quasi…stremato l’orologio si fa guardare, dopo un po’ arriva la guerra intergalattica stile ‘stellari’, il guazzabuglio
E il solito finale dopo i primi titoli di coda, come il solito extra finale (che non è) dopo gli interminabili titoli di schiere di aiutanti, effetti, location, digitalizzazioni, location e non so più contare quant’altro (minuti e minuti.
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“Captain Marvel” (id., 2019) è il quarto lungometraggio della coppia californiana Anna Boden eRyan Fleck. E’ il ventunesimo film della Marvel Cinematic Universe; scritto dagli stessi registi con G. Robertson-Dworet e J. Schaeffer.
Ironia, autoironia, scherzi, dolcetti, sano equilibrio e politico correct quanto basta per un Marvel che vuoi e (forse) desideri e farsi crogiolare dal sito marchio fedele a se stesso: ecco l’ultimo filmone dalla produzione magniloquente che lascia lo spettatore stordito quanto basta e arzillo perenne quando serve.
Dopo trenta minuti succede poco e quasi…stremato l’orologio si fa guardare, dopo un po’ arriva la guerra intergalattica stile ‘stellari’, il guazzabuglio
E il solito finale dopo i primi titoli di coda, come il solito extra finale (che non è) dopo gli interminabili titoli di schiere di aiutanti, effetti, location, digitalizzazioni, location e non so più contare quant’altro (minuti e minuti...), la scrivania, la targa Marvel, il silenzio e il gatto (premio come non protagonista...) che sale sopra, guarda scruta,...pensa di essere ancora sul set. Ed ecco che si chiude il giro...per questa volta.
I fumetti Marvel scavano sempre il fondo, raschiano bene il barile, aggiustano a piacere il piatto. Servono bene la misure delle porzioni (con bis a volontà…), avvolgono lo spettatore, chiosano con intelligenza, usano un sarcasmo pop, arrivano per piacere e riescono a smaliziare anche il non avveduto. Per chi conosce fumetti e capitoli a memoria fa fuori di giuggiole, per altri che vogliono passare il tempo il biglietto ha il suo perché, per altri ancora (che poi sono pochi o molti è tutto relativo) la voglia di già visto e rivisto balza subito adombrando in se una certa noia. Per carità la sensazione può essere soggettiva e molto personale, certo è che all’uscita rimane il fumetto e poco altro (anche se la confezione è di quelle da vetrina).
Impero Kree, Skrull e destini opposti, Nick Fury e S.H.I.E.L.D., Talos e la scatola nera, la dottoressa Wendy ovvero Mar-vell, un oggetto immaginario, il Tesseract, la perdita di un occhio e una scatola in regalo, un(a) felino(a) molto particolare che visita molti luoghi e ha strane ‘fusa’, fino alla fine per chi aspetta tutti (ma proprio tutti) i titolo di coda.
Montagne di fuoco in distanze siderali, mani di fuoco e pugni goldrake, skrull e titani, intelligenze superiori e voli super galattici.
Amori e ricordi, visi lunghi e orecchie sfacciate, miste lune e pianeti, distruzioni e fughe, lacerazioni e titoli.
Restyling e refrain, rivolution e involution, ritorni e intorno(i), madre e figlia, eroina e bambina, fumi e stelle cadenti.
Veste e riveste, visto e non rivisto, veemente e vacillante, voluminoso e vuoto, vistosamente colorato.
Efficacemente distruttivo, effettivamente infuocato, Enterprise fastoso, festosamente fumettistico.
Linearmente facile, lungaggini per prossimo, laconicamente avanti, lungo per altri e corto per il futuro, felino avanti che l’inquadratura si oscura.
Lavato e levigato, lisciato e lineare, lungo il filo della memoria di un bambino in sogno perenne, Aspettando il prossimo sonno e sogno.
“Ti sei chiesta perché gli aerei hanno forma di un uccello…?”. Ecco che l’’inciampo può essere doppio per volare e darsi al volo, per non pensare al sesso degli angeli o forse il doppio senso è involuto.
“Non siamo soli”. Ecco che la frase di allarme è solo indicativa, basta girarsi, è vero Nick, ma gli incontri diventano ‘molto ravvicinati’ (come non pensare a ‘Noi non siamo soli’ frase di lancio tra le altre di ‘Close Encounters of the Third Kind” -1977- di S. Spielberg) e le paure si vincono giocando bene e con il gatto tra le mani…
Brie Larson, (Carol, Vers, Captain Marvel) giostra bene con i suoi poteri ma si ha la sensazione di non ‘accasarsi’ completamente e bene per il proprio vantaggio. Sbadatamente eroina e viso non istrionico.
Samuel L. Jackson)Nick Fury), il più ironico, il guastafeste o il meglio pagato per essere ‘caduto’ bene tra le braccia (accoglienti) della Marvel (Studios).
Annette Bening(Suprema Intelligenza/Mar-Vell/Wendy) ci piglia e accipiglia, forse accipicchia per il nome e la dimostrazione che la Mar-Vell non scherza.
Jude Law(Yon-Rogg): ecco che il nostro attore (preferito?!) si adegua al cerchio o circo Studios Kree. Da A.I. (Artificial Intelligence, 2001) a Y.R. (personaggio a cui bada) il passo è breve e anche il congruo cachet.
Regia a coppia, collaudata senza sbavatura e con i crismi supereroi-ci.
Voto: 6/10 (**½). –non si voglia, non si vuole, non va bene, ad ognuno il suo voto-
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