L'attrice interpreta una Mata Hari insospettabile che fa del suo aspetto comune, invece che della sua bellezza pericolosa, la sua arma segreta. Al cinema.
di Paola Casella
Quali carattaristiche contraddistinguono la spia cinematografica per antonomasia? Il fascino, il mistero, l'allure glamour, le location lussuose, gli abiti eleganti. Se poi quella spia è femmina diventa istantaneamente una femme fatale, una tentatrice bellissima e seducente pronta a ingannare il maschio di turno per carpirgli informazioni top secret. È esattamente contro questa aspettativa cinefila che si muove Red Joan, lo spy thriller di Trevor Nunn basato sul romanzo "La ragazza del KGB" di Jennie Rooney, a sua volta ispirato alla vicenda reale di Melita Norwood, fisica nucleare ed ex agente britannica arrestata per spionaggio negli anni Novanta con l'accusa di avere trasmesso all'Unione Sovietica informazioni per costruire la bomba atomica ai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
Joan Stanley, questo il nome della protagonista del romanzo e del film, è l'esatto contrario della spia cinematografica. Innanzitutto è una scienziata che ha sempre dato priorità al proprio intelletto rispetto al proprio fascino femminile. Joan è quella che oggi si definirebbe una nerd, timida e dimessa, impacciata e pudica.
Non a caso non è lei la seduttrice, ma è colei che verrà sedotta, travolta dalla passione per un tipo affascinante che le sfilerà gli abiti di flanella e la spingerà a mettere da parte la fedeltà alla Corona. È proprio l'invisibilità a fare di Joan la spia più insospettabile, e dunque la più pericolosa ed efficace. In questo senso ricorda il George Smiley (cui forse non a caso il cognome Stanley fa eco) de La talpa un apparente signor nessuno che si mimetizza con la tappezzeria e riesce ad infiltrarsi ovunque senza farsi notare.
La forza di Joan, come quella di George, è il suo aspetto qualunque, quel grigiore tipicamente inglese che le ha garantito l'anonimato tanto durante gli anni della guerra quanto in quelli a seguire, permettendole un ritorno al giardinaggio e al tè delle cinque senza che nessuno sospettasse il suo
operato e il suo ruolo nella nascita della Guerra Fredda. In questo senso il casting di Judi Dench nella parte di Joan da anziana è particolarmente ispirato perché, cinematograficamente parlando, il pubblico identifica Dench con M, capo dei servizi segreti inglesi nei più recenti episodi della saga di 007.