fabrizio friuli
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martedì 7 giugno 2022
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er canaro e l'' orco
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In una zona poco raccomandabile di Roma , un umile toelettatore di nome Marcello conduce una vita tranquilla, ed ha un rapporto amichevole don gli abitanti del posto , che tuttavia, vengono intimoriti costantemente da un piccolo furfante ed ex pugile chiamato Simone , con il quale Simone ha un rapporto di amicizia, anche se in realtà Simone lo ritiene soltanto un amico da sfruttare per il suo tornaconto. Tuttavia, le cose cambiano quando Marcello sconta una pena in carcere per Simone , e la sua reputazione viene rovinata, come se non bastasse , Simone ha usato i suoi soldi per comprare una moto , e quindi , il minuto Marcello decide di rendere pan per focaccia il ben piazzato e pericoloso Simone.
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In una zona poco raccomandabile di Roma , un umile toelettatore di nome Marcello conduce una vita tranquilla, ed ha un rapporto amichevole don gli abitanti del posto , che tuttavia, vengono intimoriti costantemente da un piccolo furfante ed ex pugile chiamato Simone , con il quale Simone ha un rapporto di amicizia, anche se in realtà Simone lo ritiene soltanto un amico da sfruttare per il suo tornaconto. Tuttavia, le cose cambiano quando Marcello sconta una pena in carcere per Simone , e la sua reputazione viene rovinata, come se non bastasse , Simone ha usato i suoi soldi per comprare una moto , e quindi , il minuto Marcello decide di rendere pan per focaccia il ben piazzato e pericoloso Simone.
Grazie alla pellicola di Matteo Garrone , è stato possibile conoscere una pagina della storia italiana poco conosciuta, ovvero la storia del Canaro , che ha seviziato e assassinato un poco di buono di nome Giancarlo Ricci , un pugile fallito divenuto un criminale che trattava er Canaro ( Pietro De Negri ) come il bullo di quartiere tratta la sua vittima preferita, però, la vittima di Giancarlo Ricci è diventato il suo predatore. Interloquendo della pellicola del regista Matteo Garrone , sebbene i dialoghi siano alquanto scarni , gli attori principali : Marcello Fonte interpreta Marcello , il protagonista del film , mentre Edoardo Pesce interpreta l' antagonista del film , il pericoloso Simone , ed entrambi gli attori hanno saputo interpretare i loro personaggi in maniera egregia, quindi , entrambi meritano di fare strada. Oltre ai due attori principali, Domani vanta una sceneggiatura valida e la scena emblematica del film è la scena dove Simone viene ucciso : infatti , mentre Marcello viene catturato da Simone , entrambi sono posizionati su una pedana che può essere abbassata tramite un comando che Marcello aziona e Simone muore tramite l' impiccagione , avendo il collo inserito in una catena , anche il finale del film appare suggestivo, dato che Marcello , sebbene abbia salvato il quartiere dall " Orco " , rimane da solo con il corpo senza vita del suo ex avversario , in un certo senso , Marcello ha meritato l' emarginazione, perché , pur avendo avuto la possibilità di mandare Simone in galera , tuttavia, non ha colto la palla al balzo , ed ha scontato una pena inutilmente, però, bisognerebbe tenere in considerazione il fatto che Simone gli avrebbe rovinato la vita dopo essere uscito dal penitenziario, comunque, Marcello ha preso un granchio evitando di vendere Simone alle autorità, e per un altro motivo : una testa calda riottosa come Simone non sarebbe durato nemmeno tre giorni in galera , dato che gli altri detenuti lo avrebbero inquadrato come un nemico.
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roberto pizzuti
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mercoledì 3 novembre 2021
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un viaggio nell''abisso in una società distrutta
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Pellicola che trascina lo spettatore in un girone infernale , da cui non c'é possibilità di redenzione. Marcello il protagonista, è una persona che vive ed assorbe sempre più , in una escalation verso l'abisso questo piccolo mondo popolato da demoni.
C'é il venditore/ricettatore d'oro, il titolare di una squallida sala giochi e poi il suo "amico" Simone.
La trama si svolge fluida ed inevitabilmente stessa la visione delle immagini, vuote e dissacrate, travolgono lo spettatore dentro l'orrido amorale di una società sgretolata, di amicizie che sanno di polvere e sabbia sporca. Tutto è marcio come le anime nere dei personaggi.
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Pellicola che trascina lo spettatore in un girone infernale , da cui non c'é possibilità di redenzione. Marcello il protagonista, è una persona che vive ed assorbe sempre più , in una escalation verso l'abisso questo piccolo mondo popolato da demoni.
C'é il venditore/ricettatore d'oro, il titolare di una squallida sala giochi e poi il suo "amico" Simone.
La trama si svolge fluida ed inevitabilmente stessa la visione delle immagini, vuote e dissacrate, travolgono lo spettatore dentro l'orrido amorale di una società sgretolata, di amicizie che sanno di polvere e sabbia sporca. Tutto è marcio come le anime nere dei personaggi. La violenza è nella visione del contesto nel quale vive il personaggio.
I suoi piccoli, grandi sforzi di uscire da questa realtà sono vani, pur assecondandola.
La fotografia sul bluastro da una idea di morte, come se tutto fosse appassito.
Un'opera magistrale che porta a comprendere quanto sia difficile ed a volte impossibile sopravvivere in certi ambienti subumani, progettati per rendere la vita più vita (la vicinanza al mare, il parco giochi) ma alla fin fine complici dell'abbrutimento dei suoi abitanti.
Come una altalena arrugginita che cigola, così sono loro , cigolano , cigolano sino poi a spezzarsi.
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roberto pizzuti
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mercoledì 3 novembre 2021
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dogman , abisso morale di un uomo
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Film che trascina lo spettatore in un un girone infernale da cui non c'è possibilità di redenzione. Marcello il protagonista, è una persona che vive ed assorbe sempre più in una escalation verso l'abisso in questo piccolo mondo popolato da demoni. C'è il venditore ricettatore d'oro, il titolare di una squallida sala giochi e poi il suo " amico" Simone. La trama si svolge fluida ed inevitabilmente stessa la visione delle immagini, vuote e dissacrate, travolgono lo spettatore dentro l'orrido amorale di una società sgretolata, di amicizie che sanno di polvere e sabbia sporca. Tutto è marcio come le anime nere dei personaggi. La violenza è nella visione del contesto nel quale sopravvive il personaggio.
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Film che trascina lo spettatore in un un girone infernale da cui non c'è possibilità di redenzione. Marcello il protagonista, è una persona che vive ed assorbe sempre più in una escalation verso l'abisso in questo piccolo mondo popolato da demoni. C'è il venditore ricettatore d'oro, il titolare di una squallida sala giochi e poi il suo " amico" Simone. La trama si svolge fluida ed inevitabilmente stessa la visione delle immagini, vuote e dissacrate, travolgono lo spettatore dentro l'orrido amorale di una società sgretolata, di amicizie che sanno di polvere e sabbia sporca. Tutto è marcio come le anime nere dei personaggi. La violenza è nella visione del contesto nel quale sopravvive il personaggio. I suoi piccoli , grandi sforzi di uscire da questa realtà sono inutili, pur assecondandola. Un'opera magistrale che porta a comprendere quanto sia difficile ed a volte impossibile sopravvivere in certi ambienti subumani, progettati per rendere la vita più vita ( la vicinanza con il mare, il parco giochi) ma alla fin fine complici dell'abbrutimento dei suoi abitanti. Come una altalena arruginita che cigola così sono loro, cigolano , cigolano sino poi a spezzarsi.
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gianfranco
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lunedì 26 aprile 2021
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garrone eccelle,creando il suo capolavoro
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La prima scena che si vede nel suddetto film è quella di un gruppo di cani(tenuti chiusi in delle gabbie),a cui segue lo sguardo furioso di un pitbull che ringhia sotto gli occhi inermi ed impauriti di tutti gli altri.Subito dopo,vediamo un uomo assai goffo,basso e dall'aspetto insignificante,il cui nome è Marcello.Egli può considerarsi come l'ultima ruota del carro e vive in un quartiere alla periferia di Roma;un quartiere dimenticato da tutti,anche dalle istituzioni e in cui degrado e corruzione ne fanno da padroni.Ad ogni modo,l'uomo lavora in un negozio di toilettatura per cani e trascorre le sue giornate all'insegna del suo amato lavoro e delle partite di calcetto con gli altri residenti del quartiere,vivendo una vita abbastanza tranquilla.
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La prima scena che si vede nel suddetto film è quella di un gruppo di cani(tenuti chiusi in delle gabbie),a cui segue lo sguardo furioso di un pitbull che ringhia sotto gli occhi inermi ed impauriti di tutti gli altri.Subito dopo,vediamo un uomo assai goffo,basso e dall'aspetto insignificante,il cui nome è Marcello.Egli può considerarsi come l'ultima ruota del carro e vive in un quartiere alla periferia di Roma;un quartiere dimenticato da tutti,anche dalle istituzioni e in cui degrado e corruzione ne fanno da padroni.Ad ogni modo,l'uomo lavora in un negozio di toilettatura per cani e trascorre le sue giornate all'insegna del suo amato lavoro e delle partite di calcetto con gli altri residenti del quartiere,vivendo una vita abbastanza tranquilla.A stravolgere questo stato di quiete,arriva purtroppo Simone,ex pugile e cocainomane,a cui nessuno osa ribellarsi,al quale Marcello legato da un rapporto di sottomissione e che coinvolge l'uomo in situazioni sempre più estreme,sino a chiedergli di commettere un furto in un negozio di gioielli vicino al suo,facendogli credere che soltanto in questo modo le loro vite potranno cambiare e prendere la direzione giusta.Marcello,sempre più ammaliato da Simone,continuerà a fare ciò che il giovane gli ordinerà e sia per timore,ma soprattutto in nome del rispetto che prova per l'amico,lascerà che questi lo incastri,arrivando ad ammettere la propria colpevolezza,scontando un anno in carcere e permettendo anche questa volta a Simone di farla franca.Una volta uscito di galera,all'uomo non è rimasto più niente,anzi,i residenti del quartiere addirittura lo evitano,fingendo di non averlo mai conosciuto e trattandolo con diffidenza e non poco disprezzo.L'unica sua speranza sembrerebbe solo Simone,ma anche quest'ultimo gli chiuderà la porta in faccia,giungendo persino a picchiarlo con irruenza dinnanzi a tutti.Dopo questa ennesima umiliazione subita da colui che credeva fosse il suo unico amico e avendo finalmente capito di essere stata soltanto una pedina nelle sue mani,l'uomo deciderà di reagire,attuando un'atroce vendetta,in cui i ruoli vittima e carnefice finiranno con l'invertirsi,culminando in tragedia.In questo dramma dei nostri giorni,Garrone riesce come non mai a descrivere non solo la psicologia dei due protagonisti,ma ad addentrarsi nella realtà di un contesto sociale estremamente difficile,in cui il grigiore del cielo e il desolante paesaggio,si scontrano con un destino avverso,a cui è difficile,se non impossibile opporsi,così come è difficile la condizione di Marcello,dolorosa e immodificabile al tempo stesso.Garrone,nel suo Dogman,omaggia a modo suo un Borghese Piccolo Piccolo,rendendo quasi simili le situazioni in cui entrambi i protagonisti vengono a trovarsi.Se Sordi,infatti,perdeva il proprio figlio nel corso di una rapina a mano armata,il protagonista di Garrone,invece,perde la propria dignità,per colpa di uno Stato assente ed incapace di tutelare i più deboli,abbandonandoli completamente a loro stessi.Non a caso,la scena iniziale che vede il pitbull ringhiare ferocemente contro gli altri cani,ben si colloca nel contesto ed esprime con efficacia il vero significato del film,ossia che non solo nel regno animale,ma anche in quello umano è il più forte a voler dettare le regole e dominare sul più debole,prendendo inevitabilmente il sopravvento su di lui,a volte con conseguenze anche estreme,proprio come accade a Marcello.Anche quì,come in un Borghese Piccolo Piccolo,alla fine non ci saranno nè gioie,nè consolazioni,nè vincitori,nè vinti,ma soltanto la crudezza delle immagini e il rumore della pioggia a farne da sfondo,seguiti dal continuo stato di amarezza e rassegnazione che accompagneranno il nostro Marcello dall'inizio alla fine di questa terrificante storia,dove anche lo spettatore più distratto,non potrà non uscirne,se non profondamente e tristemente sgomento.
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stefano73
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sabato 13 marzo 2021
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violento capolavoro
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Di Matteo Garrone si piò dire che riesce a districarsi in pellicole distanti tra loro tra genere e ambientazione ma riesce sempre a dirigere dei prodotti eccellenti. In DOGMAN l'ambientazione, le caratteristiche dei personaggi, la vicenda e i temi sono trattati in modo dettagliato e coinvolgente. Sembra quasi di entrare nelle scene, nelle vicende personali dei protagonisti Marcello e Simone, ma anche negli altri personaggi secondari. Ci si sente immersi talmente tanto da provare paura in certi frangenti, immaginando se fossimo noi ad avere personaggi simili nelle nostre vite o di vivere in quel quartiere. I 2 attori (Marcello Fonte ed Edoardo Pesce) sono talmenmte bravi nel caratterizzare i personaggi che si prova rabbia, paura ,compassione.
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Di Matteo Garrone si piò dire che riesce a districarsi in pellicole distanti tra loro tra genere e ambientazione ma riesce sempre a dirigere dei prodotti eccellenti. In DOGMAN l'ambientazione, le caratteristiche dei personaggi, la vicenda e i temi sono trattati in modo dettagliato e coinvolgente. Sembra quasi di entrare nelle scene, nelle vicende personali dei protagonisti Marcello e Simone, ma anche negli altri personaggi secondari. Ci si sente immersi talmente tanto da provare paura in certi frangenti, immaginando se fossimo noi ad avere personaggi simili nelle nostre vite o di vivere in quel quartiere. I 2 attori (Marcello Fonte ed Edoardo Pesce) sono talmenmte bravi nel caratterizzare i personaggi che si prova rabbia, paura ,compassione. Le forze dell'ordine presenti in questa terra di nessuno sono presenti con irruenza volta soltanto ad eliminare i cattivi per non avere fastidi. Il film è molto violento ma ci vuole.
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enri.ca
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martedì 9 febbraio 2021
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la disumanità umana
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Marcello è un’anima pura, sperduta in un mondo in cui la bontà non è il valore con cui ci si afferma. Il film si apre con la manifestazione di un amore autentico che il nostro protagonista, che lavora in un negozio di toelettatura, rivolge ai cani (riesce ad addolcire anche i più rabbiosi ) e a sua figlia Alida. L’incantesimo dell’uomo perfetto, inserito in un mondo che mostra senza filtri il suo marciume, si rompe nel rapporto di subalternità con Simone, ex pugile temuto in tutto il quartiere. E' Marcello ad assecondarlo nella sua delinquenza e a procurargli la cocaina ed è sempre Marcello a porre fine al precario equilibrio dei due.
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Marcello è un’anima pura, sperduta in un mondo in cui la bontà non è il valore con cui ci si afferma. Il film si apre con la manifestazione di un amore autentico che il nostro protagonista, che lavora in un negozio di toelettatura, rivolge ai cani (riesce ad addolcire anche i più rabbiosi ) e a sua figlia Alida. L’incantesimo dell’uomo perfetto, inserito in un mondo che mostra senza filtri il suo marciume, si rompe nel rapporto di subalternità con Simone, ex pugile temuto in tutto il quartiere. E' Marcello ad assecondarlo nella sua delinquenza e a procurargli la cocaina ed è sempre Marcello a porre fine al precario equilibrio dei due. Lo fa nel riscatto, nella peggiore delle vendette. Il suo bisogno di rivalsa assume delle proporzioni più grandi di quella modesta gabbia per cani in cui Simone viene inizialmente rinchiuso. Diventa un raccapricciante spettacolo a cielo aperto che vuole gridare che la liberazione non è di Marcello ma dell’intero quartiere, del mondo, di un mondo così allo sfascio. Tra le scene finali, gli sguardi languidi dei cani che osservano inermi il compiersi della vendetta umana, ci suggeriscono, in modo così vivido, che forse son davvero gli unici a riuscire ad empatizzare ancora.
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enri.ca
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lunedì 8 febbraio 2021
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il potere del riscatto
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Marcello è un'anima pura, sperduta in un mondo in cui la bontà non è il valore con cui ci si afferma. Il film si apre con la manifestazione di un amore autentico che il nostro protagonista, che lavora in un negozio di toelettatura, rivolge ai cani (riesce ad addolcire anche i più rabbiosi) e a sua figlia Alida. L'incantesimo dell'uomo quasi perfetto, inserito in uno spazio che mostra senza filtri il suo marciume, si rompe nel rapporto di subalternità con Simone, ex pugile temuto in tutto il quartiere. E' Marcello a procurargli la droga e ad assecondarlo nella sua delinquenza ed è sempre Marcello a rompere Il precario equilibrio nel riscatto, nella peggiore delle vendette. Il suo bisogno di rivalsa assume delle proporzioni più grandi di quella modesta gabbia per cani in cui Simone viene inizialmente rinchiuso.
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Marcello è un'anima pura, sperduta in un mondo in cui la bontà non è il valore con cui ci si afferma. Il film si apre con la manifestazione di un amore autentico che il nostro protagonista, che lavora in un negozio di toelettatura, rivolge ai cani (riesce ad addolcire anche i più rabbiosi) e a sua figlia Alida. L'incantesimo dell'uomo quasi perfetto, inserito in uno spazio che mostra senza filtri il suo marciume, si rompe nel rapporto di subalternità con Simone, ex pugile temuto in tutto il quartiere. E' Marcello a procurargli la droga e ad assecondarlo nella sua delinquenza ed è sempre Marcello a rompere Il precario equilibrio nel riscatto, nella peggiore delle vendette. Il suo bisogno di rivalsa assume delle proporzioni più grandi di quella modesta gabbia per cani in cui Simone viene inizialmente rinchiuso. Diventa un raccapricciante spettacolo a cielo aperto che vuole gridare che la liberazione non è di Marcello ma dell’intero quartiere, del mondo, di un mondo così allo sfascio. Tra le scene finali, gli sguardi languidi dei cani che osservano inermi il compiersi della vendetta umana, ci suggeriscono, in modo così vivido, che forse son davvero gli unici a riuscire ad empatizzare ancora.
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vincenzo8
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sabato 14 novembre 2020
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l''amico dei cani o l''uomo cane?
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Il titolo del film è volutamente ambiguo, come ambiguo è il luogo in cui si sviluppa l'intera storia del film. Di primo acchito si potrebbe pensare(ingenuamente) che questa storia tratti la lotta tra il bene e il male, la remissione di un buon a vantaggio del cattivo. Sicuramente in superficie il film narra di questo, ma non è tutto, bisogna sviscerare più a fondo la trama ed esaminare con un occhio più attento la psicologia dei personaggi. Simone-il bullo del quartiere-non lascia spazio ad interpetazioni soggettive, è oggettivamente un bullo senza se e senza ma, un cocainomane ed ex-pugile che non mostra alcuna compassione verso gli abitanti del posto; disonesto,bugiardo,aggressivo, sfruttatore ,scassinatore e chi più ne ha più ne metta.
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Il titolo del film è volutamente ambiguo, come ambiguo è il luogo in cui si sviluppa l'intera storia del film. Di primo acchito si potrebbe pensare(ingenuamente) che questa storia tratti la lotta tra il bene e il male, la remissione di un buon a vantaggio del cattivo. Sicuramente in superficie il film narra di questo, ma non è tutto, bisogna sviscerare più a fondo la trama ed esaminare con un occhio più attento la psicologia dei personaggi. Simone-il bullo del quartiere-non lascia spazio ad interpetazioni soggettive, è oggettivamente un bullo senza se e senza ma, un cocainomane ed ex-pugile che non mostra alcuna compassione verso gli abitanti del posto; disonesto,bugiardo,aggressivo, sfruttatore ,scassinatore e chi più ne ha più ne metta. L'altro personaggio, cioè il protagonista(Marcello) non è tutto oro quel che luccica. In apparenza potrebbe sembrare un uomo mite, genuino, affettuoso, amante dei cani e della famiglia, ma più la storia prosegue e più viene mostrata la doppia natura di quest'uomo. Partiamo dal suo lavoro che è quello di dog-sitter e toelettatore dei cani. Fin dalle prime battute Marcello viene mostrato a spazzolare calorosamente i cani, ad asciugarli e a nutrirli, eppure una volta eseguiti questi passaggi i cani vengono rinchiusi dentro piccole, sporche e arruginite gabbie di ferro (non un dettaglio da poco, perchè chi ama veramente gli animali non li tiene rinchiusi come se fossero dei 'criminali ed ex-pugili qualsiasi'). Ama la figlia, le promette Mar rosso e vacanze esotiche, tuttavia una mattina durante un escursione subacquea lascia la figlia da sola in fondo al mare per riemergere in fretta a causa di un improvviso attacco di panico (un padre veramente premuroso non lascerebbe mai la figlia da sola, specialmente sott'acqua). La moglie chissà per quale motivo non gli rivolge mai la parola-è vero sono divorziati eppure perchè non mostrargli un minimo di sentimento?Stiamo parlando di uomo veramente mite fin dall'inizio della storia o c'è un passato che non conosciamo di quest'uomo? Ecco appunto il passato; da chi prende la cocaina che rifila al suo amico-nemico Simone, un uomo veramente genuino rifilerebbe grammi di cocaina a un ragazzo che con molta probabilità non supera nemmeno i 30 anni di età? 'AMMORE' la prima parola che con molta probabilità il protagonista scandisce all'inizio del film, ma a lungo andare quella parola che viene ripetuta costantemente sembra stridere nelle orecchie, suona quasi falsa, quasi menzognera. Si faccia molta attenzione, è sicuramente un uomo che subisce i soprusi di Simone, ma nel momento in cui riceve la possibilità di salvare l'amico-orefice da un poliziotto che sapeva degli atteggiamenti intimidatori di Simone, preferisce non denunciarlo e per quale motivo? Perchè è un uomo buono? Perchè è amico di tutti compresi i cani? O perchè forse gli spettava una parte del ricavato della rapina? Insomma un film che fa riflettere sicuramente sulla lotta per la sopravvivenza che si genera all'interno di questi quartieri degradati, dove anche i 'più buoni' non sono avulsi da questa lotta. Quindi il protagonista è l'uomo dei cani o un uomo cane? Non è forse un cane fedele, dolce e amichevole quando c'è qualcuno che lo difenda e viceversa un cane bavoso che digrigna i denti quando c'è da mangiare(Simò dammi i 10000 euro che mi hai promesso, non mi importa se l'hai rubati quei soldi dal mio vicino/amico orefice) lottare e salvaguardare la propria pelle?
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robbiedikappa
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sabato 3 ottobre 2020
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gomorra (serie tv)
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Dogman di Garrone sembra un episodio di Gomorra serie tv: tanti luoghi comuni, un luogo partenopeo come location nonostante si parli di Roma, uno stile fotografico metallico molto simile, e dinamiche non così distante dalla serie tv. Tutto questo, portato sul grande schermo, appare più ampio, ma è solo un'illusione.
Marcello Fonte sorregge un personaggio ma nella sua simpatia spesso si cade nel macchiettistico.
Sopravvalutato. O meglio: mal collocato.
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great steven
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giovedì 27 agosto 2020
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essenza di garrone nel distopico mondo suburbano.
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DOGMAN (IT/FR, 2017) diretto da MATTEO GARRONE. Interpretato da MARCELLO FONTE, EDOARDO PESCE, ADAMO DIONISI, NUNZIA SCHIANO, ALIDA BALDARI CALABRIA, FRANCESCO ACQUAROLI, GIANLUCA GOBBI.
Marcello ha due grandi amori: la figlia Alida e i cani che accudisce con la sua dolcezza di uomo mite e gentile nel proprio negozio di toelettatura, Dogman. Nel sobborgo della periferia romana in cui vive, c’è, proprio accanto al suo negozio, un "compro oro" e la sala biliardo-videoteca, frequentata dall’uomo-simbolo che, insieme ai luoghi, esibisce più apertamente il degrado italiano degli ultimi decenni: l’ex pugile Simone, che terrorizza con la sua prepotenza e le sue continue scorribande l’intero quartiere.
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DOGMAN (IT/FR, 2017) diretto da MATTEO GARRONE. Interpretato da MARCELLO FONTE, EDOARDO PESCE, ADAMO DIONISI, NUNZIA SCHIANO, ALIDA BALDARI CALABRIA, FRANCESCO ACQUAROLI, GIANLUCA GOBBI.
Marcello ha due grandi amori: la figlia Alida e i cani che accudisce con la sua dolcezza di uomo mite e gentile nel proprio negozio di toelettatura, Dogman. Nel sobborgo della periferia romana in cui vive, c’è, proprio accanto al suo negozio, un "compro oro" e la sala biliardo-videoteca, frequentata dall’uomo-simbolo che, insieme ai luoghi, esibisce più apertamente il degrado italiano degli ultimi decenni: l’ex pugile Simone, che terrorizza con la sua prepotenza e le sue continue scorribande l’intero quartiere. Con Marcello questo bullo che umilia e intimidisce i negozianti ha un rapporto simbiotico, simile a quello fra squalo e pesce pilota. Il dog-sitter gli procura esagerate quantità di cocaina e riceve una minima parte del bottino derivante dai "colpi". Quando Simone sceglie il negozio di Marcello come base per la prossima rapina, il povero dog-sitter, piuttosto che ammettere la colpevolezza dell’amico che però lo ha tratto in inganno, preferisce non firmare il documento che lo condannerebbe e si fa un anno di galera al posto suo. Stufo dell’irriconoscenza arrogante di Simone e del suo strapotere sempre in aumento, Marcello deciderà di rompere la sua sudditanza nei confronti dell’ex pugile, programmando quieto una vendetta dall’esito insperato che farà saltare irrimediabilmente ogni equilibrio. Liberamente ispiratosi a uno dei casi di cronaca nera più cruenti della nostra storia recente, la vicenda del Canaro della Magliana, Garrone racconta un’Italia diventata terra di nessuno in cui cane mangia cane, complice l’abbrutimento culturale e sociale che ha allontanato i cittadini non solo dal benessere, ma anche dalla solidarietà umana più elementare. Garrone depura la vicenda del Canaro dalla sua componente meramente oscena, ovvero la spettacolarizzazione, arrivando a desaturare la palette di colori delle sue inquadrature di desolazione suburbana – ottima la fotografia di Nikolaj Bruël, premiata col David di Donatello 2019 –, dei quali sfuma i margini ed evidenza l’essenza. Il regista costruisce una narrazione disperante restituendo una drammatica dignità ferita ai personaggi. Non finisce certo in secondo piano una rappresentazione non mitizzata (e qui gli sceneggiatori han fatto una scelta oltremodo oculata) della lotta fra Ulisse e Polifemo, del trionfo di Davide su Golia. Il dog-sitter è un ometto mingherlino il cui aspetto induce quasi per forza al pensiero che in lui alberghi più affabilità che propensione alla violenza, mentre la stazza mastodontica del boxeur in pensione ne disvela un animo dominato da malvagità e brutalità, pronte a scatenarsi ad ogni miccia che viene appiccata. Altrettanto importante è l’attenzione agli sguardi e alla recitazione: dimensioni da fantino e leggerezza da acrobata circense per Marcello Fonte, dalla cui interpretazione scaturisce luminosità, mentre dall’altro lato troviamo un irriconoscibile e gigantesco Edoardo Pesce i cui occhi comunicano l’opacità e la devastazione dei sogni falliti e l’attaccamento gravitazionale a una realtà andata a male. Lo scontro fra i due che man mano diviene più aggressivo e perdona sempre meno i torti fa tirare fuori ad entrambi il peggio di sé, con Marcello che frantuma la motocicletta di Simone; Simone che lo massacra di botte quando scopre che il suo motociclo è passato sotto i colpi di un piede di porco. Insomma, un continuo andirivieni di vendette implacabili in perfetto stile virile e mascolino, che compendia il traslucido momento omeostatico dell’inizio per degenerare nel combattimento conclusivo in cui il ciclopico malvivente ha il collo circondato da una catena e strozzerebbe l’avversario con le sue braccia possenti, se questi non pigiasse col piede, fra i singhiozzi e i rantoli, un pedale che gli consente di spezzare al suo nemico l’osso del collo. D’altra parte, l’opera inizia col ringhio di un pitbull da combattimento che produce negli altri cani chiusi in gabbia un’emozione trasecolante e intimorita, il che esplica con grande lucidità il meccanismo di sopraffazione e sottomissione tipico della vita del quartiere. Lo sguardo smarrito di Marcello (M. Fonte, premiato a Cannes 2018 per la migliore interpretazione maschile) in riva al mare, dopo l’ennesima prepotenza subita, è il modo di riconoscersi di un’Italia che ha compreso infine il proprio indelebile status di vittima. Marcello non implode né mette in atto una vendetta efferata e grottesca come quella in cui i quotidiani hanno abbondantemente sguazzato: la sua è una rivalsa tranquilla che si compone pezzo dopo pezzo grazie all’allinearsi dei soprusi patiti in una piramide (o escalation) che si guarda bene dal toccare punte di rabbia pericolose. Svellendo dalla vicenda qualsiasi macchia avvicinabile allo stile dei talk show, Garrone conclude un film meraviglioso lasciandoci un compendio del suo universo cinematografico: come già lo erano state le vele di Scampia in Gomorra (2008), anche in Dogman l’ambiente è un posto non più pensato per gli esseri umani, ma un labirinto adeguato soltanto per le osservazioni entomologiche. I personaggi attraversano con costanza e (sempre) con rassegnazione un luogo orizzontale dove ad innalzarsi sono soltanto le palazzine abusive, mai loro.
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