L'altro volto della speranza

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Un film di Aki Kaurismäki. Con Sherwan Haji, Sakari Kuosmanen, Ilkka Koivula, Janne Hyytiäinen.
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Titolo originale Toivon tuolla puolen. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 98 min. - Finlandia 2017. - Cinema uscita giovedì 6 aprile 2017. MYMONETRO L'altro volto della speranza * * * 1/2 - valutazione media: 3,90 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
writer58 sabato 8 aprile 2017
dall'eufrate al baltico... Valutazione 4 stelle su cinque
79%
No
21%

“Il mio eterno obiettivo è sempre stato fare un film che una donna cinese di campagna potrebbe capire senza sottotitoli”.
 Aki Kaurismaki .

Ogni  bravo regista  ha un suo ritmo, una sua musica. Quella di Kaurismaki è una miscela di rock progressivo anni '70 e blues in versione finnica. E non parlo solo degli intermezzi musicali che costellano i suoi film, tra cui questo suo ultimo "l'altro volto della speranza"-, ma del "respiro" delle sue opere che intrecciano vicende moderne con sentimenti antichi, storie di sradicamento ed emarginazione con slanci di solidarietà e accoglienza, una divertita e ironica leggerezza con la descrizione del male che si annida negli anfratti urbani delle città d'Europa. [+]

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goldy venerdì 7 aprile 2017
la solita delizia Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Nulla  di cambiato nello stile di Kaurismaki e  la Finlandia sembra un paese inattaccato dal passare del tempo. Le atmosfere e l'ambientazione sono identiche a Nuvole in Viaggio film del 1996. Di nuovo c'è una realtà drammatica, quella di coloro che scappano da territori di guerra e miseria per cercare aiuto in paesi oiù accoglienti. La
Finlandia ne esce come paese a più facce. Le istituzioni sembrano  benevole nelle fasi iniziali di prima accoglienza ma poi mostrano il volto ottuso della burocrazia che  si rifiuta di leggere realtà evidenti. Sono gli individui, la gente comune che  conserva un briciolo di umanità a compensare  l'egoismo delle nazioni. [+]

[+] un film di puro ed essenziale umanesimo (di antoniomontefalcone)
[+] non c'è contraddizione (di goldy)
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zarar giovedì 13 aprile 2017
siamo tutti 'diversi' Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

Film molto particolare e interessante. Kaurismäki costruisce con maestria, con la collaborazione di sceneggiatore e fotografo,  lo sfondo di una Helsinki nuda e grigia, dai colori freddi e dagli interni desolatamente spogli, con certi ambienti e certi personaggi che richiamano  – è stato detto – più gli interni e i volti America anni ’50 nella fotografia di una Diane Arbus che non una città dell’evoluto Nord Europa degli anni 2000.  Tristi waterfront su un mare metallico, appartamentini soffocanti, magazzini squallidi, uffici retro con macchine da scrivere pre-internet, un ristorantino tristissimo con i tavolini allineati lungo le pareti di un unico stanzone, un centro di accoglienza immigrati nudo, pulito e basta (sempre concorrenziale con certi altri, in ogni modo… :)). [+]

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vanessa zarastro venerdì 14 aprile 2017
quadri finlandesi Valutazione 3 stelle su cinque
67%
No
33%

Un film rappresenta un quadro di una Finlandia di emigrati, di naziskin, di emarginati, di clandestini, di giocatori d’azzardo, ma anche di un luogo dove sembra ci siano “gli angeli in terra”.
In epoca di crisi economica crescono anche le insoddisfazioni individuali, il negozio di camicie chiude, il ristorante va riconvertito, il maturo finlandese rappresentante di camicie le vuole svendere per cambiare lavoro.
L’altro volto della speranza,miglior regia alla Berlinale, è girato in modo antinaturalistico, scorre in poche scene, come fossero una serie di immagini cucite insieme quasi cartoons: tutto rappresentato come un succedersi di eventi e paradossi. [+]

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enricodanelli sabato 18 novembre 2017
ghiaccioli finlandesi Valutazione 1 stelle su cinque
80%
No
20%

Va bene: la tematica trattata dal film è di tutto rispetto. Il resto è veramente scadente a cominciare da come il regista intende muovere i suoi personaggi, meglio dicasi marionette, all'interno dello schermo. A cominciare dalla scena in cui il rappresentante di camicie abbandona la moglie fino alla fine del film, l'espressività degli attori è pari a zero. Questo regista riesce a far diventare inespressivi anche un siriano ed un iracheno, figuriamoci gli effetti devastanti sui suoi connazionali. Non capisco se questa minimalità espressiva sia casuale, non voluta, dettata dalla incapacità di sentimento del regista stesso o voglia significare qualcosa : magari più spazio alla trama e ai dialoghi. [+]

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vincenzoambriola lunedì 1 maggio 2017
simbolicamente politico Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Un venditore di camicie decide di cambiare vita e di aprire un ristorante. Un ragazzo siriano non decide di cambiare vita ma è la vita che lo costringe a cambiare nazione, ad abbandonare la sua terra per salvarsi da morte certa. I due si incontrano e tra di loro nasce un rapporto di solidarietà, di fiducia. Un film ironico, dove la musica folk finlandese fa da sfondo a una società che vuole aiutare i profughi ma che non riesce a rinunciare alla sua scandinava precisione, al suo ordine, alle sue leggi. Un film simbolico, dove ogni azione può essere letta in filigrana, ritrovandone il significato politico e sociale. Ad esempio, la sorella del ragazzo siriano non vuole cambiare il suo nome perché non vuol perdere la sua identità culturale, ricordandoci simbolicamente il valore del nostro nome, della nostra identità. [+]

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ennio domenica 29 luglio 2018
umorimo surreale scandinavo, scarsissimo realismo Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
0%

Film difficile da inquadrare in categorie, ma in fondo è un suo pregio. Parte come un classico dramma sociale legato ai temi dell'immigrazione, scivolando lentamente in un'esposizione volutamente surreale e comica della vita di un gruppo di persone. In molte scene mi ha ricordato "un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza", nella ricercata inepressività degli attori, che in qualche modo ricalca il carattere iconico della gente scandinava.
Non so con quali motivazioni questo film ha vinto un premio a Berlino, spero non per la tematica "sociale" legata all'immigrazione, che qui è trattata in modo piuttosto ridicolo, tra il patetico e l'irreale. [+]

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lbavassano martedì 3 ottobre 2017
migranti senza retorica Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
100%

Raccontare il dramma dei profughi senza alcuna forma di retorica, è il grande merito del film di Kaurismaki, riducendo i dialoghi, le parole, le troppe parole che troppe volte abbiamo sentito, al minimo indispensabile, all'essenziale, indugiando piuttosto sui volti e gli sguardi, sui luoghi. Raccontare la tragedia dei profughi senza pietismi, ma incentrando il discorso sul tema della dignità, sulla nobiltà possibile dell'essere umano che non viene meno anche quando il film pare virare su toni più leggeri, da commedia. La colonna sonora però pare suggerire che questi valori di solidarietà sono un retaggio del passato, almeno nell'Europa ipercivilizzata, un retaggio da tenere in vita ma a rischio di smarrirsi assieme all'ultimo cantante di strada. [+]

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brunaparolini domenica 9 aprile 2017
assolutamente, da vedere Valutazione 4 stelle su cinque
40%
No
60%

Wilkström sostiene che con questo film, a cercato di fare del suo meglio per mandare in frantumi l'atteggiamento europeo di considerare i profughi o come delle vittime che meritano compassione o come degli arroganti immigrati clandestini a scopo economico che invadono le nostre società con il mero intento di rubarci il lavoro, la moglie, la casa e l'automobile.

E’ il primo film che vedo di questo regista e ne sono rimasta affascinata. Ed anche se tratta un argomento assai doloroso, quale l’immigrazione e la clandestinità, riesce a rendere tutto meno penoso, attraverso l’interpretazione di personaggi semplici, ma allo stesso tempo deliziosi, con dialoghi di un umorismo accattivante, intermezzati, a più riprese, con canzoni e [+]

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maumauroma giovedì 13 aprile 2017
l'altro volto della speranza Valutazione 4 stelle su cinque
42%
No
58%

Due occhi emergono da un mare di carbone stivato su una nave da carico diretta a Helsinki. Sono gli occhi del siriano Khaled, che fugge dal suo paese in guerra per cercare asilo politico in Finlandia. E poi c'e' il signor Willkstrom, annoiato venditore di camicie, stanco di una vita monotona e di una moglie imbigodinata, che decide di andarsene da casa per cercare nuova fortuna in un casino' e nuovi stimoli come gestore di un ristorante, vagando attraverso la citta' a bordo della sua elegante e nera auto d'epoca. Due anime in fuga, Khaled dagli orrori della guerra, Wilkstrom dalla noia del tran tran quotidiano. Il primo trovera' commiserazione, razzismo e violenza da parte dei finlandesi ma anche sostegno e solidarieta' dagli altri immigrati, il secondo sperimentera' a sue spese il rigido fiscalismo,  gli inganni,  le pretese dei suoi connazionali e  le impreviste difficolta' che un nuovo lavoro in genere comporta. [+]

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