The Children Act - Il Verdetto

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uragano venerdì 9 novembre 2018
profondo immenso mcewan Valutazione 4 stelle su cinque
79%
No
21%

Non è un film semplice come non lo sono gli scritti di McEwan Fedele la trasposizione cinematografica immagino perchè si avvale del grande regista Richard Eyre e della co-regia dello stesso McEwan Non è la storia a coinvolgerci ma il senso che la storia ci provoca Fiona Maye una straordinaria Emma Thompson occupa un posto di spicco in qualità di giudice dell’Alta Corte Britannica Stimata e onorata dai colleghi per la competenza professionale per l’impegno che profonde nel lavoro e per la capacità di sapere dare pari ascolto alla mente ed al cuore equilibrata saggia competente Fiona ha pochi giorni a volte poche ore per potere leggere un caso ed emettere una sentenza che ha potere di decidere della vita o della morte di qualcuno come accade per la sentenza di divisione di due fratelli siamesi dei quali lei decreterà la morte dell’uno per la salvezza dell’altro La giudice è sempre riuscita nello svolgimento del suo lavoro a mantenere “la giusta distanza” dai casi che la chiamavano a giudizio a non guardare troppo da vicino per non essere sopraffatta dalle emozioni e non restare a troppa distanza  per non perdere i contorni della vicenda Ma il caso di Hanry Adam la coglie in un momento di fragilità della sua vita di donna Fiona sta attraversando una fase delicata è sulla soglia dei 60 anni il marito gli ha confessato di avere intrecciato una relazione con una giovane donna E’ per la prima volta smarrita fragile vulnerabile e per la prima farà l’errore di lasciarsi coinvolgere dal caso che le viene affidato Henry Adam è un ragazzo di 17 anni malato di leucemia che rifiuta una trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la vita essendo lui testimone di Geova Fiona commetterà un errore irreparabile prima di emettere il giudizio stabilirà un contatto diretto con il giovane Adam. [+]

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kostanzo domenica 4 novembre 2018
inizio piacevole, poi son solo sbadigli Valutazione 1 stelle su cinque
0%
No
100%

Nel leggere recensioni e commenti profondi ed entusiastici di questo film, mi domando e dico : ma sono io, spettatore comune, così ottuso e insensibile da non capire le problematiche sociali, giuridiche , personali, pubbliche e private scodellate sullo schermo?
ebbene sì, lo ammetto: la prima parte si guarda con piacere. Un giudice donna bella, fine, decisa , sicura nell’ affrontare serie e gravi situazioni familiari. Caspita che figura invidiabile, mirabile e ammirevole 
Ma quando si entra nel personale, per un paio di corna messe dal un marito filosofo insoddisfatto, quando entra in scena il figlio leucemico di una coppia di testimoni di Geova, per lo spettatore cominciano i dolori , anzi gli sbadigli. [+]

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tonimais martedì 30 ottobre 2018
etica giusta ? Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Legge ,  diritto ,religione : nell'Antigone è spiegata molto bene la differenza tra i primi due concetti. Antigone ha due fratelli morti l'uno per difendere la libertà, l'altro il tiranno. Al primo verranno negati i funerali di Stato al secondo tributati. Il primo si è mosso animato dal diritto , il secondo dalla legge. Dunque la legge è ben diversa dal diritto ma quando si mette di mezzo la religione cosa capita ? Fiona Maye agisce secondo la legge nè può fare diversamente : ordina , contro la volontà dell'interessato , che il giovane testimone di Geova , minorenne e quindi incapace di decidere ,sia trasfuso . Così facendo gli salva la vita. [+]

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angeloumana martedì 30 ottobre 2018
anche i giudici hanno un'anima Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

 Il film ha fatto di Fiona Maye un personaggio vincente, giudice inglese sicura di sé, dedita pienamente al lavoro, irreprensibile, inflessibile: fosse stata una giudice italiana sarebbe stata sicuramente incorruttibile. Non si è accorta però che, complice anche la mancanza di figli, ha trascurato i rapporti affettuosi col marito; lui glielo fa notare, ricorda che l'ultimo loro amplesso risale a 11 mesi prima e che dopo 20 anni di matrimonio si sente come in una coppia composta da fratello e sorella. Questa spiegazione si sposa nel film con la dichiarata intenzione di lui di avere un'avventura con una donna più giovane; gli manca il sesso o le attenzioni femminili insomma (“a te non va' di farlo e ci devo rinunciare!”), ma è dubbio che l'andazzo del matrimonio gliele potrebbero ridare o almeno, se succede, succede solo nei film, e in questo film avviene. [+]

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freerider domenica 28 ottobre 2018
un bel ritratto di donna, ma non solo Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Children Act non è solo una cornice attorno alla bella prova d'attrice di Emma Thompson - questa forse poteva essere l'insidia alla base del film che invece si sviluppa insieme e non solo al servizio della sua protagonista, merito naturalmente del soggetto e dell'intervento diretto in sceneggiatura di Ian Mc Ewan - è invece un progetto che tocca temi importanti mentre non nega all'occhio il piacere di un'ambientazione curatissima e signorile che, anzichè fermarsi all'effetto decor, restituisce in modo efficace la descrizione di un ceto sociale ben definito. 
E, a dispetto di un'epoca in cui dilaganti rivendicazioni sembrano sospingere obbligatoriamente i due sessi l'uno contro l'altro, in questo felice caso abbiamo invece l'attendibile ritratto di un giudice donna rispettato e appagato dal suo ruolo di vertice e di un matrimonio di lungo corso che, seppur solido, sperimenta le fisiologiche variazioni che il tempo porta con se', non necessariamente attribuendole in toto alla parte maschile, che anzi ha modo di dare prova di apertura e trasparenza. [+]

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danzyca@alice.it domenica 28 ottobre 2018
bellissimo film, attori stupendi, emma thompson da oscar. Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

Eccezionale,

[+] ma che film hai visto? (di danimani)
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enricodanelli domenica 28 ottobre 2018
sostituire un dio ad un altro Valutazione 3 stelle su cinque
60%
No
40%

Film piacevole con una grande attrice e alcuni significati importanti, ma piuttosto inflazionati e fors'anche scontati nel loro esito all'interno di questo film. Invece, se ci accorgiamo che l'intervallo divide esattamente il film in due, prendendo il giovane malato di leucemia come protagonista (e non il magistrato, cosa che invece sarebbe più istintiva), è più chiara e originale la scansione del film: prima e dopo la trasfusione la vita del ragazzo cambia. Prima ha un dio, quello della sua religione, poi ne ha un altro, il magistrato che l'ha salvato. Entrambi lo deludono amaramente: i precetti del primo lo avrebbero portato alla morte, la professionalità della seconda le impone di respingere le sue proposte di una intensa relazione (non del tuto filiale). [+]

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bomba sabato 27 ottobre 2018
meglio pippo baudo
50%
No
50%

Film assolutamente non verosimile, dall’incontro tra il giudice ed il ragazzo, folgorato sulla via di Damasco, che in modo chiaramente non reale riesce a scoprire tutta una serie di informazioni che, vista l’importanza della donna, non sarebbe evidentemente possibile come inattendibile risulta la sua (della donna) evoluzione affettiva La trama, tra vari tentativi di decollo culturale non riusciti, lentamente procede verso un finale alquanto scontato e banale, trionfo di una retorica melensa che raggiunge l’apoteosi nella mano del marito che prende quella della moglie con le (irripetibili per scontatezza) parole di lei.

[+] d'accordo al 100% (di danimani)
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cardclau venerdì 26 ottobre 2018
genitorialità e viceversa Valutazione 4 stelle su cinque
44%
No
56%

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laflos mercoledì 24 ottobre 2018
fede e morale ci rendono ciò che siamo Valutazione 5 stelle su cinque
57%
No
43%

E' un capolavoro innanzitutto perché la Thompson e il giovane Whitehead sono magistrali. Naturalmente lei lo è in misura maggiore, grazie anche ad una perfetta padronanza delle tecniche recitative, acquisite in anni di onoratissima carriera. In secondo luogo, è un capolavoro per la "vera" storia sottesa a quella principale che costituisce il plot narrativo: quanto la fede o la morale laica - entrambe potenti modellatori della nostra psiche - ci condizionino e ci rendano esattamente ciò che ognuno è, senza poter cambiare, per sempre.
La protagonista femminile, sull'orlo della possibilità di perdere la testa e di imboccare la via del non-ritorno, decide con durezza (prima di tutto verso se stessa) di restare nell'alveo dell'ortodossia etica e professionale; il giovane protagonista maschile, pur sembrando più libero e aperto d'animo, si rivela prigioniero della propria fede, che sceglie fino alla fine. [+]

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