uragano
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venerdì 9 novembre 2018
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profondo immenso mcewan
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Non è un film semplice come non lo sono gli scritti di McEwan Fedele la trasposizione cinematografica immagino perchè si avvale del grande regista Richard Eyre e della co-regia dello stesso McEwan Non è la storia a coinvolgerci ma il senso che la storia ci provoca Fiona Maye una straordinaria Emma Thompson occupa un posto di spicco in qualità di giudice dell’Alta Corte Britannica Stimata e onorata dai colleghi per la competenza professionale per l’impegno che profonde nel lavoro e per la capacità di sapere dare pari ascolto alla mente ed al cuore equilibrata saggia competente Fiona ha pochi giorni a volte poche ore per potere leggere un caso ed emettere una sentenza che ha potere di decidere della vita o della morte di qualcuno come accade per la sentenza di divisione di due fratelli siamesi dei quali lei decreterà la morte dell’uno per la salvezza dell’altro La giudice è sempre riuscita nello svolgimento del suo lavoro a mantenere “la giusta distanza” dai casi che la chiamavano a giudizio a non guardare troppo da vicino per non essere sopraffatta dalle emozioni e non restare a troppa distanza per non perdere i contorni della vicenda Ma il caso di Hanry Adam la coglie in un momento di fragilità della sua vita di donna Fiona sta attraversando una fase delicata è sulla soglia dei 60 anni il marito gli ha confessato di avere intrecciato una relazione con una giovane donna E’ per la prima volta smarrita fragile vulnerabile e per la prima farà l’errore di lasciarsi coinvolgere dal caso che le viene affidato Henry Adam è un ragazzo di 17 anni malato di leucemia che rifiuta una trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la vita essendo lui testimone di Geova Fiona commetterà un errore irreparabile prima di emettere il giudizio stabilirà un contatto diretto con il giovane Adam.
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Non è un film semplice come non lo sono gli scritti di McEwan Fedele la trasposizione cinematografica immagino perchè si avvale del grande regista Richard Eyre e della co-regia dello stesso McEwan Non è la storia a coinvolgerci ma il senso che la storia ci provoca Fiona Maye una straordinaria Emma Thompson occupa un posto di spicco in qualità di giudice dell’Alta Corte Britannica Stimata e onorata dai colleghi per la competenza professionale per l’impegno che profonde nel lavoro e per la capacità di sapere dare pari ascolto alla mente ed al cuore equilibrata saggia competente Fiona ha pochi giorni a volte poche ore per potere leggere un caso ed emettere una sentenza che ha potere di decidere della vita o della morte di qualcuno come accade per la sentenza di divisione di due fratelli siamesi dei quali lei decreterà la morte dell’uno per la salvezza dell’altro La giudice è sempre riuscita nello svolgimento del suo lavoro a mantenere “la giusta distanza” dai casi che la chiamavano a giudizio a non guardare troppo da vicino per non essere sopraffatta dalle emozioni e non restare a troppa distanza per non perdere i contorni della vicenda Ma il caso di Hanry Adam la coglie in un momento di fragilità della sua vita di donna Fiona sta attraversando una fase delicata è sulla soglia dei 60 anni il marito gli ha confessato di avere intrecciato una relazione con una giovane donna E’ per la prima volta smarrita fragile vulnerabile e per la prima farà l’errore di lasciarsi coinvolgere dal caso che le viene affidato Henry Adam è un ragazzo di 17 anni malato di leucemia che rifiuta una trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la vita essendo lui testimone di Geova Fiona commetterà un errore irreparabile prima di emettere il giudizio stabilirà un contatto diretto con il giovane Adam. Il ragazzo è preda di forze potenti e contrastanti da una parte immagina per se un morte gloriosa che nel rispetto della sua religione lo renderà eroe agli occhi della sua comunità dall’altra un potente istinto di sopravvivenza ed un disperato desiderio di vita Fiona con la sua sentenza gli salverà la vita ma il giovane non sarà in grado di effettuare un processo di individuazione che lo possa mettere nelle condizioni di sopravvivere all’abiuria della setta
L’incontro con Fiona apre ad Adam un nuovo mondo a lui sconosciuto Il ragazzo scriverà lettere appassionate e poetiche alla giudice la implorerà di stabilire un contatto con lui arriverà ad inseguirla a New Castel nel tentativo disperato di essere da lei accolto Fiona non ha gli strumenti per gestire il proprio coinvolgimento emotivo per quel ragazzo che si trova davanti bagnato fradicio supplicante di essere da lei ascoltato e che siglerà l’incontro e l’addio con un bacio sulla bocca della donna Fiona in un quell’istante percepisce il bacio casto come quello rivolto ad un figlio che lei non ha trovato il tempo di avere ed al tempo stesso sensuale avverte la carica passionale di un giovane uomo che avrebbe potuto risucchiarla in un vortice di sensazioni che lei si è sempre negata sentimenti forti e contradittori la sopraffaranno Negli occhi della Tompson lampeggia l’angoscia di una domanda non formulata ma che risale dalla coscienza ha dunque sprecata la sua vita? E quando lei saprà della morte del giovane a causa della malattia recidivante e del suo rifiuto ad essere trasfusionato i dubbi che erano sepolti nella sua coscienza tracimano e la risucchiano in una profonda angoscia E’ preda della più cupa disperazione ritiene di non aver saputo proteggere Adam avendogli dapprima fatto intravedere una vita fatta di bellezza e di poesia poi di averlo abbondanato credendo che le sue responsabilità non andassero oltre il confine del tribunale
La provocazione è tagliente ed atroce è questo dunque il prezzo che si paga quando nella vita di persone straordinarie l’impegno politico sociale civile carpisce tutta le energie i pensieri ed il tempo? E così per ogni uomo o donna che debbano fare scelte difficili che per il loro ruolo siano chiamati a stabilire l’ordine delle cose Troppo dolorosa troppo presuntuosa la sfida per emettere giudizi Solo dal profondo della coscienza può emergere la domanda
Elena
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kostanzo
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domenica 4 novembre 2018
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inizio piacevole, poi son solo sbadigli
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Nel leggere recensioni e commenti profondi ed entusiastici di questo film, mi domando e dico : ma sono io, spettatore comune, così ottuso e insensibile da non capire le problematiche sociali, giuridiche , personali, pubbliche e private scodellate sullo schermo?
ebbene sì, lo ammetto: la prima parte si guarda con piacere. Un giudice donna bella, fine, decisa , sicura nell’ affrontare serie e gravi situazioni familiari. Caspita che figura invidiabile, mirabile e ammirevole
Ma quando si entra nel personale, per un paio di corna messe dal un marito filosofo insoddisfatto, quando entra in scena il figlio leucemico di una coppia di testimoni di Geova, per lo spettatore cominciano i dolori , anzi gli sbadigli.
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Nel leggere recensioni e commenti profondi ed entusiastici di questo film, mi domando e dico : ma sono io, spettatore comune, così ottuso e insensibile da non capire le problematiche sociali, giuridiche , personali, pubbliche e private scodellate sullo schermo?
ebbene sì, lo ammetto: la prima parte si guarda con piacere. Un giudice donna bella, fine, decisa , sicura nell’ affrontare serie e gravi situazioni familiari. Caspita che figura invidiabile, mirabile e ammirevole
Ma quando si entra nel personale, per un paio di corna messe dal un marito filosofo insoddisfatto, quando entra in scena il figlio leucemico di una coppia di testimoni di Geova, per lo spettatore cominciano i dolori , anzi gli sbadigli.
La fragilità della giudicessa ( si può dire?) da drammatica diventa patetica, quindi penosa, alla fine ridicola. Peccato per la bella Thompson. Il film sembra solo un’esaltazione della sua figura, alla fine stucchevole , insopportabile. Un consiglio da amico: lasciate perdere. Andate a spasso. Oppure dopo la prima ora fate come alcuni spettatori: alzatevi e uscite.
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tonimais
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martedì 30 ottobre 2018
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etica giusta ?
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Legge , diritto ,religione : nell'Antigone è spiegata molto bene la differenza tra i primi due concetti. Antigone ha due fratelli morti l'uno per difendere la libertà, l'altro il tiranno. Al primo verranno negati i funerali di Stato al secondo tributati. Il primo si è mosso animato dal diritto , il secondo dalla legge. Dunque la legge è ben diversa dal diritto ma quando si mette di mezzo la religione cosa capita ? Fiona Maye agisce secondo la legge nè può fare diversamente : ordina , contro la volontà dell'interessato , che il giovane testimone di Geova , minorenne e quindi incapace di decidere ,sia trasfuso . Così facendo gli salva la vita.
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Legge , diritto ,religione : nell'Antigone è spiegata molto bene la differenza tra i primi due concetti. Antigone ha due fratelli morti l'uno per difendere la libertà, l'altro il tiranno. Al primo verranno negati i funerali di Stato al secondo tributati. Il primo si è mosso animato dal diritto , il secondo dalla legge. Dunque la legge è ben diversa dal diritto ma quando si mette di mezzo la religione cosa capita ? Fiona Maye agisce secondo la legge nè può fare diversamente : ordina , contro la volontà dell'interessato , che il giovane testimone di Geova , minorenne e quindi incapace di decidere ,sia trasfuso . Così facendo gli salva la vita. Pochi mesi dopo il giovane, divenuto maggiorenne e ricaduto nello stesso male, rifiuta la trasfusione e muore. Tra il primo rifiuto ( da minorenne ) ed il secondo ( da adulto ) sono passati pochi mesi : si tratta dunque solo di un problema di coerenza con le proprie idee religiose ? Neppure per sogno . Il ragazzo conosce la gioia di vivere , una gratitudine eccessiva, morbosa, insana verso Fiona, un innamoramento malato ( 18 anni contro 60 ). La spiegazione , a questo punto, è da ricercare in un precetto seguito dai testimoni di Geova : " Mescolare il proprio sangue con quello di un altro produce inquinamento contaminazione " : la parentesi di vita è pura follia, il frutto della violazione di un Precetto Biblico . Il ragazzo si vendica della decisione di Fiona mostrandole quanto fosse sbagliata ed alla fine morrà bisbigliando : Ho scelto io" . La religione vince sulla legge.
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angeloumana
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martedì 30 ottobre 2018
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anche i giudici hanno un'anima
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Il film ha fatto di Fiona Maye un personaggio vincente, giudice inglese sicura di sé, dedita pienamente al lavoro, irreprensibile, inflessibile: fosse stata una giudice italiana sarebbe stata sicuramente incorruttibile. Non si è accorta però che, complice anche la mancanza di figli, ha trascurato i rapporti affettuosi col marito; lui glielo fa notare, ricorda che l'ultimo loro amplesso risale a 11 mesi prima e che dopo 20 anni di matrimonio si sente come in una coppia composta da fratello e sorella. Questa spiegazione si sposa nel film con la dichiarata intenzione di lui di avere un'avventura con una donna più giovane; gli manca il sesso o le attenzioni femminili insomma (“a te non va' di farlo e ci devo rinunciare!”), ma è dubbio che l'andazzo del matrimonio gliele potrebbero ridare o almeno, se succede, succede solo nei film, e in questo film avviene.
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Il film ha fatto di Fiona Maye un personaggio vincente, giudice inglese sicura di sé, dedita pienamente al lavoro, irreprensibile, inflessibile: fosse stata una giudice italiana sarebbe stata sicuramente incorruttibile. Non si è accorta però che, complice anche la mancanza di figli, ha trascurato i rapporti affettuosi col marito; lui glielo fa notare, ricorda che l'ultimo loro amplesso risale a 11 mesi prima e che dopo 20 anni di matrimonio si sente come in una coppia composta da fratello e sorella. Questa spiegazione si sposa nel film con la dichiarata intenzione di lui di avere un'avventura con una donna più giovane; gli manca il sesso o le attenzioni femminili insomma (“a te non va' di farlo e ci devo rinunciare!”), ma è dubbio che l'andazzo del matrimonio gliele potrebbero ridare o almeno, se succede, succede solo nei film, e in questo film avviene. Incredibile poi che una crisi matrimoniale si possa risolvere con una semplice avventura extra-coniugale.
La riconciliazione ha avuto il prezzo di una tragedia: è morto Adam, minorenne intelligente, seguace della religione di Geova, un po' per convinzione sua ma molto forse per l'educazione dei genitori. Quando la giudice deve decidere se imporre una trasfusione di sangue al ragazzo, preferisce recarsi a vederlo e interrogarlo in ospedale: le qualità di Fiona non possono non sortire il cambio di convinzione del ragazzo, proteggendolo dalla sua religione e da sé stesso. Qui viene “sistemato” il momento più toccante della sceneggiatura: la giudice, che suona il piano per passione, fa suonare al ragazzo la sua chitarra e canta con lui. Come dev'essere avvenuto in qualche caso nella narrativa o nella realtà, il mancato suicida si lega alla giudice, la segue, vuole comunicare con lei, le scrive, la insegue, le propone di girare il mondo insieme su una nave, coi genitori non aveva quel rapporto e non và più nella “sala del regno”. Lei sembra aver pensato a lui in qualche momento come al figlio che non ha mai avuto. Ma finisce sempre per allontanarlo, lo discosta, gli dice di vivere una vita ricca, di giovane e sciocco come tanti, forse perché lei non ha mai pensato ad avventure, è ligia al suo ruolo pubblico e ai suoi doveri sociali. Solo una volta la sentiamo dirsi felice di andare in una nuova città, Newcastle, l'unico posto dove si sentelibera e selvaggia (anche un'integerrima giudice necessiterebbe di una certa deregulation).
Per i testimoni di Geova le trasfusioni sono contro la legge di Dio, il sangue appartiene a lui, è un suo dono e nessuno può “sporcarlo” con altro sangue: il film accenna agli aspetti di questa religione, gli “anziani”, il “corpo direttivo” sono coloro che possono interpretare i voleri di Dio, le sacre scritture, e chi non segue il verbo è un “dissociato”, escluso dal regno. Questo in fondo accade in ogni religione: degli uomini interpretano ciò che Dio vuole e ne prescrivono i voleri ai fedeli... Ma per approfondimenti sui testimoni di Geova si consiglia un altro film, La ragazza del mondo.
I continui dinieghi della Maye faranno abbracciare ad Adam, in una sopravvenuta crisi leucemica, il volere di Dio, a riprova che gli affetti negati possono portare all'autodistruzione. E' un bella storia, accorata, toccante, ma è un romanzo: La ballata di Adam Henry, scritto da Ian McEwan nel 2014, e questa Fiona non è naturalmente da confondere con la nostra atleta Fiona May, pure di successo ma nel salto in lungo. Ottima Emma Thompson a prestare le sue fattezze, il portamento e il piglio al suo personaggio.
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freerider
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domenica 28 ottobre 2018
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un bel ritratto di donna, ma non solo
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Children Act non è solo una cornice attorno alla bella prova d'attrice di Emma Thompson - questa forse poteva essere l'insidia alla base del film che invece si sviluppa insieme e non solo al servizio della sua protagonista, merito naturalmente del soggetto e dell'intervento diretto in sceneggiatura di Ian Mc Ewan - è invece un progetto che tocca temi importanti mentre non nega all'occhio il piacere di un'ambientazione curatissima e signorile che, anzichè fermarsi all'effetto decor, restituisce in modo efficace la descrizione di un ceto sociale ben definito.
E, a dispetto di un'epoca in cui dilaganti rivendicazioni sembrano sospingere obbligatoriamente i due sessi l'uno contro l'altro, in questo felice caso abbiamo invece l'attendibile ritratto di un giudice donna rispettato e appagato dal suo ruolo di vertice e di un matrimonio di lungo corso che, seppur solido, sperimenta le fisiologiche variazioni che il tempo porta con se', non necessariamente attribuendole in toto alla parte maschile, che anzi ha modo di dare prova di apertura e trasparenza.
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Children Act non è solo una cornice attorno alla bella prova d'attrice di Emma Thompson - questa forse poteva essere l'insidia alla base del film che invece si sviluppa insieme e non solo al servizio della sua protagonista, merito naturalmente del soggetto e dell'intervento diretto in sceneggiatura di Ian Mc Ewan - è invece un progetto che tocca temi importanti mentre non nega all'occhio il piacere di un'ambientazione curatissima e signorile che, anzichè fermarsi all'effetto decor, restituisce in modo efficace la descrizione di un ceto sociale ben definito.
E, a dispetto di un'epoca in cui dilaganti rivendicazioni sembrano sospingere obbligatoriamente i due sessi l'uno contro l'altro, in questo felice caso abbiamo invece l'attendibile ritratto di un giudice donna rispettato e appagato dal suo ruolo di vertice e di un matrimonio di lungo corso che, seppur solido, sperimenta le fisiologiche variazioni che il tempo porta con se', non necessariamente attribuendole in toto alla parte maschile, che anzi ha modo di dare prova di apertura e trasparenza.
Se qualche dubbio può però insorgere lasciando la sensazione di un certo squilibrio, soprattutto considerate la sobrietà e la compattezza che caratterizzano la prima (e migliore) parte del film, ciò è in parte dovuto ad una certa ambiguità nella scrittura del personaggio di Adam (ragazzo malato ma anche inquieto e enigmatico, nel complesso personaggio un po' fuori fuoco) e in parte alla dinamica thriller che trascina la seconda parte facendola girare un po' a vuoto (il prolungarsi del rapporto tra giudice e ragazzo è piuttosto costruito) fino a un finale nel quale allusioni a maternità mancate, complessi edipici, scene di disperazione e infatuazioni metaforiche si addensano appesantendo oltremodo il lascito finale del film (spoiler: la scena del bacio rimane il punto in assoluto più fuori posto). D'altronde è caratteristica di Ian Mc Ewan romanziere quella di mantenere assoluto controllo della scrittura e della narrazione fino ad un certo punto per poi scatenare il dramma, peculiarità che evidentemente si riflette, seppur con maggior misura, anche in questa sua fatica di sceneggiatore, che infatti a mio modesto parere brilla maggiormente nell'apertura descrittiva e nel ritratto della protagonista che non nel congegno narrativo, a tratti un po' pretestuoso. Condivisibili tutti gli elogi ad Emma Thompson (sul cui intenso volto si nota però qualche impercettibile e comprensibile segno di fatica proprio nelle scene scritte con mano meno felice, mentre è semplicemente perfetta in tutte le altre), ma è anche un piacere vedere accanto a lei il grande Stanley Tucci, seppur troppo sacrificato, al quale si sarebbe potuto dedicare più spazio dando maggiore profondità alla dinamica di coppia anzichè andare a costruire una traccia psico-enigmatica non del tutto compiuta.
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enricodanelli
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domenica 28 ottobre 2018
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sostituire un dio ad un altro
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Film piacevole con una grande attrice e alcuni significati importanti, ma piuttosto inflazionati e fors'anche scontati nel loro esito all'interno di questo film. Invece, se ci accorgiamo che l'intervallo divide esattamente il film in due, prendendo il giovane malato di leucemia come protagonista (e non il magistrato, cosa che invece sarebbe più istintiva), è più chiara e originale la scansione del film: prima e dopo la trasfusione la vita del ragazzo cambia. Prima ha un dio, quello della sua religione, poi ne ha un altro, il magistrato che l'ha salvato. Entrambi lo deludono amaramente: i precetti del primo lo avrebbero portato alla morte, la professionalità della seconda le impone di respingere le sue proposte di una intensa relazione (non del tuto filiale).
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Film piacevole con una grande attrice e alcuni significati importanti, ma piuttosto inflazionati e fors'anche scontati nel loro esito all'interno di questo film. Invece, se ci accorgiamo che l'intervallo divide esattamente il film in due, prendendo il giovane malato di leucemia come protagonista (e non il magistrato, cosa che invece sarebbe più istintiva), è più chiara e originale la scansione del film: prima e dopo la trasfusione la vita del ragazzo cambia. Prima ha un dio, quello della sua religione, poi ne ha un altro, il magistrato che l'ha salvato. Entrambi lo deludono amaramente: i precetti del primo lo avrebbero portato alla morte, la professionalità della seconda le impone di respingere le sue proposte di una intensa relazione (non del tuto filiale). Morale: meglio non dipendere dagli dei rigidi e insensibili che gli altri ci impongono o che noi stessi ci creiamo. Se il focus lo mettiamo invece sul magistrato, l'evolversi del film sembra piuttosto scontato (estrema professionalità d'obbligo) e banale (vita coniugale travagliata). Che altro ci direbbe il film se non quel memorabile sprazzo finale di intensa umanità durante la visita in ospedale del magistrato ? Raffinata la fotografia, a tratti scontata la sceneggiatura.
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bomba
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sabato 27 ottobre 2018
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meglio pippo baudo
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Film assolutamente non verosimile, dall’incontro tra il giudice ed il ragazzo, folgorato sulla via di Damasco, che in modo chiaramente non reale riesce a scoprire tutta una serie di informazioni che, vista l’importanza della donna, non sarebbe evidentemente possibile come inattendibile risulta la sua (della donna) evoluzione affettiva La trama, tra vari tentativi di decollo culturale non riusciti, lentamente procede verso un finale alquanto scontato e banale, trionfo di una retorica melensa che raggiunge l’apoteosi nella mano del marito che prende quella della moglie con le (irripetibili per scontatezza) parole di lei.
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(di danimani)
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cardclau
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venerdì 26 ottobre 2018
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genitorialità e viceversa
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Siamo di fronte al film The Children Act – Il Verdetto, del regista Richard Eyre. La storia, per quanto drammatica, un ragazzo minorenne, Adam [Fionn Whitehead], figlio di testimoni di Geova, che rifiuterebbe una trasfusione di sangue che i medici propongono per cercare di risolvere la leucemia da cui è affetto, un caso non così imprevisto, ci presenta delle tematiche personali che vanno bene al di là delle apparenti dinamiche del caso. Il potente giudice Fiona Maye, vostro onore [una meravigliosa Emma Thompson] ha fatto diventare il lavoro la ragione della sua vita, sembra che su di esso abbia messo apparentemente tutto. Per carità è vero che deve affrontare in continuazione tematiche molto impegnative delle relazioni umane, a volte ricorda il re Salomone, deve combinare rapidamente il buon senso con la stretta aderenza alla legge (“la legge non può cambiare” cantava Fabrizio De André). Fiona Maye è felicemente sposata da una ventina d’anni, ma non ha avuto figli. Il suo compagno Jack [Stanley Tucci] le fa suo malgrado più da padre che da amante, anche se prova a farla reagire in questa dimensione: è sinceramente innamorato di sua moglie. Quanto è bravo il giudice Fiona Maye a districarsi nelle questioni più spinose e a snocciolare sentenze nei più diversi campi, tanto meno lo è quando deve entrare in contatto con se stessa ed esprimere lucidamente quello che gli affetti le dicono, che giacciono come addormentati. Il caso della trasfusione di sangue in Adam, poi deliberata in giudizio, esita in un volano che sveglia tutti, anche se in direzioni diverse, i genitori testimoni di Geova, Adam, e la stessa Fiona. Il film raggiunge a questo punto una intensità incredibile: Fiona Maye, che va a trovare Adam in ospedale, e canta, tra l’altro, una dolcissima melodia di Yates, si troverà di fronte al suo soppresso ma irresistibile desiderio di maternità, e nel contempo, ad essere un giudice imparziale e inossidabile, e a scoprire che di quel marito, tanto trascurato, ne ha bisogno, come l’aria che respira. Adam, da parte sua scopre il desiderio di essere figlio di un genitore perfetto quanto fantastico, quindi dapprima cerca disperatamente la relazione figlio-madre con Fiona. Poi non potendola ottenere, in una incapacità assoluta a fare un corretto esame di realtà, vivendola nel senso di abbandono, si lascia andare e morire, con l’idea di punire gli altri, la leucemia mostrando una recidiva.
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laflos
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mercoledì 24 ottobre 2018
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fede e morale ci rendono ciò che siamo
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E' un capolavoro innanzitutto perché la Thompson e il giovane Whitehead sono magistrali. Naturalmente lei lo è in misura maggiore, grazie anche ad una perfetta padronanza delle tecniche recitative, acquisite in anni di onoratissima carriera. In secondo luogo, è un capolavoro per la "vera" storia sottesa a quella principale che costituisce il plot narrativo: quanto la fede o la morale laica - entrambe potenti modellatori della nostra psiche - ci condizionino e ci rendano esattamente ciò che ognuno è, senza poter cambiare, per sempre.
La protagonista femminile, sull'orlo della possibilità di perdere la testa e di imboccare la via del non-ritorno, decide con durezza (prima di tutto verso se stessa) di restare nell'alveo dell'ortodossia etica e professionale; il giovane protagonista maschile, pur sembrando più libero e aperto d'animo, si rivela prigioniero della propria fede, che sceglie fino alla fine.
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E' un capolavoro innanzitutto perché la Thompson e il giovane Whitehead sono magistrali. Naturalmente lei lo è in misura maggiore, grazie anche ad una perfetta padronanza delle tecniche recitative, acquisite in anni di onoratissima carriera. In secondo luogo, è un capolavoro per la "vera" storia sottesa a quella principale che costituisce il plot narrativo: quanto la fede o la morale laica - entrambe potenti modellatori della nostra psiche - ci condizionino e ci rendano esattamente ciò che ognuno è, senza poter cambiare, per sempre.
La protagonista femminile, sull'orlo della possibilità di perdere la testa e di imboccare la via del non-ritorno, decide con durezza (prima di tutto verso se stessa) di restare nell'alveo dell'ortodossia etica e professionale; il giovane protagonista maschile, pur sembrando più libero e aperto d'animo, si rivela prigioniero della propria fede, che sceglie fino alla fine.
Amore e morte, bene e male, ma soprattutto donna e uomo: i temi primordiali della nostra esistenza, che regista, attori (e scrittore) trattano "per via di levare" e non "di porre", eliminando qualsiasi superfluo, concentrandosi sui visi, sugli occhi, sulle mezze frasi. In questo senso, forse la scena migliore del film è il dialogo a Newcastle, intenso e crudele.
Buona visione!
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