The Children Act - Il Verdetto

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COME UN INTRICO DI VENE Valutazione 4 stelle su cinque

di CamillaLavazza


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sabato 15 giugno 2019

Le aule di tribunale sono state spesso utilizzate dalla letteratura e dal cinema quali luoghi in cui naturalmente emergono gli interrogativi fondamentali della vita e dove si scontrano opposte visioni sui reciproci rapporti tra diritto, etica e morale.
Ian McEwan, autore del romanzo e della sceneggiatura, ricorda come, durante una cena a casa di un amico giudice, gli fosse capitata in mano una raccolta di sentenze che trattavano casi di diritto di famiglia: “Lì, sulle mie ginocchia, una galleria di personaggi concepiti in modo realistico si agitava in avvincenti situazioni plausibili, sollevando complesse questioni etiche e morali”. 
Durante il film ci vengono posti, senza alcuna pedanteria, una serie di interrogativi; si può dire che sia un film di domande che stimolano nello spettatore la ricerca di una modalità per giungere alla risposta, facendolo immedesimare nel lavoro del giudice che deve prendere una decisione analizzando tutte le informazioni a sua disposizione.
Gli autori del film, si sono documentati accuratamente sull’ambientazione e sulle procedure legali ma hanno alleggerito le scene in aula, eliminando ogni tecnicismo, rendendo protagonista assoluta della scena la bravissima Emma Thompson, spesso inquadrata frontalmente, sola, seduta sul suo alto scanno, da cui sentenzia: “In questo tribunale si applica la legge, e non la morale”.
Questa donna forte ci viene inizialmente presentata di spalle, nel suo privato, in crisi con il marito (Stanley Tucci, straordinario nel lavorare di sfumature) che lei ha trascurato per il lavoro. Siamo portati immediatamente a farci delle domande: Chi dei due ha ragione? La materia delle decisioni del giudice sono la vita stessa, cosa importa se per esse trascura la propria?
Il regista sceglie di mostrarci letteralmente il “dietro le quinte” del tribunale: i vicoli accanto alle Royal Courts of Justice (le riprese son avvenute nel centro di Londra, alla Gray’s Inn, alla Lincoln’s Inn), le porte che da un anonimo corridoio s’aprono inaspettatamente sull’aula del processo, tutto un mondo ristretto i cui membri vivono una vita appartata ed esclusiva (fondamentale la figura del Cancelliere), in cui il mondo esterno può penetrare solo sotto forma di casi da discutere in tribunale.
Ed è in tal modo che la giudice Maye viene in contatto con il giovane Adam Henry, adolescente che per questioni religiose rifiuta la trasfusione che potrebbe salvargli la vita.
The children actè un film con più livelli di lettura: è un legal drama che stimola domande su argomenti complessi, chiarendo, senza imporlo, un punto di vista, procedendo senza cedimenti su un terreno scivoloso e,  allo stesso tempo, che indaga le dinamiche dei rapporti tra uomo e donna quando, dopo molti anni di vita passata insieme, rimane l’affetto ma non la passione fisica, ed infine ci mostra come salvare la vita a qualcuno implichi, in un certo senso, essere responsabili del resto della sua esistenza per sempre, quasi che il salvatore diventi un secondo genitore per il salvato. “Si diventa per sempre responsabili di chi si addomestica.” scriveva Antoine de Saint-Exupéry ne  Il piccolo principe.
Emma Thompson è straordinaria nell’impersonare il giudice, donna di potere, sicura di sé, affascinante (finché non si tratta di inviare un messaggino sul cellulare al marito, allora no, è come tutte quante noi) che, pur celando, da buona inglese, i suoi sentimenti in pubblico, mostra la sua umanità attraverso la musica. Ecco, infine, ad un livello più profondo, come la scia di un profumo, che emergono altri livelli: la musica e la poesia come ancora di salvezza contro l’aridità dello spirito, l’entusiasmo un po’ esaltato della gioventù contro la tristezza apatica dell’abitudine, l’inutilità degli eroici sacrifici (la vita è più importante della dignità, e questa volta non è una domanda).
È tutto un gioco di sottili rimandi ed intrecci, non a caso il giudice Maye in una scena accompagna al piano un collega  che canta The Conventry Carol, il cui testo si ispira all’episodio della strage degli innocenti, mentre lei stessa canta The Salley Gardens nell’arrangiamento di Benjamin Britten, il cui testo di Yeats parla di un amore perduto:  Là lei mi pregava che prendessi la vita così come viene, / così come l’erba cresce sugli argini del fiume; / ero giovane e sciocco ed ora non ho che lacrime.
Ed infine, a partire da quella mescolanza del sangue capace di contaminare, di mutare, tanto temuta da Adam e dalla sua famiglia,  The children act  è una storia sulle trasformazioni che, una volta avvenute, rimangono per sempre, perché se si prova per una volta ad essere diversi, non si potrà mai più essere come prima.

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