Titolo internazionale | Paris Prestige |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 106 minuti |
Regia di | Mohamed Bourokba, Ekoué Labitey, Hamé Bourokba |
Attori | Reda Kateb, Mélanie Laurent, Slimane Dazi, Yassine Azzouz, Constantine Attia Bakary Keita, Mamadou Minte, Sandor Funtek, Djul Niang, Aymen Saïdi, Garba Tounkara, Youssef Mzzi, Mouloud Mansouri, Lola Dewaere, Yann Raguenes, Emilie Gavois-Kahn, Elisa Bachir Bey, Amir Bettayeb, Philippe Dusseau, Mathilde Wambergue, Stéphane Coulon, Mohamed Lasri, Julie Meunier, Rachel Khan, Arben Bajraktaraj, Hassan Gaou, Rayhana Obermeyer, Emmanuelle Fernandez, Louise du Lac, Andrew Tisba, Franck Neckebrock, Pierre Rousselet, Cédric Weber, Romain Deroo, Cyril Lecomte, Virginie Acariès, Oksana Markham, Caroline Oziol, Verena Walden, Charlotte Krenz, Roda Fawaz. |
Tag | Da vedere 2016 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 4 aprile 2018
Un uomo, fuori sulla parola, cerca di rifarsi una vita con una sua attività, ma non sa che cosa lo aspetta. Il film è stato premiato a Torino Film Festival,
CONSIGLIATO SÌ
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Nel sottosuolo proletario della Parigi contemporanea, due fratelli di origine magrebina non potrebbero nutrire sogni più distanti: Arezki conduce onestamente un bar a Pigalle che ha acquistato grazie all’aiuto economico del fratello minore Nasser, che - a sua volta – predilige il guadagno facile per vie illegali. Questo lo ha portato a scontare un periodo in prigione allo scadere del quale Arezki lo aiuta a reintegrarsi fornendogli un lavoro al bar e le garanzie necessarie per il primo semestre di libertà vigilata. Ovviamente le difficoltà relazionali tra i due uomini non tardano a ripresentarsi…
È un esordio vibrante quello dei due rapper Hamè Bourokba e Ekoué Labitey, di evidente talento dentro ai fili narrativi di un mondo scomodo come quello della micro-criminalità endemica della capitale francese che loro stessi hanno frequentato. Rievocare l’antica passione del cinema transalpino per il polar (anche se qui non compaiono poliziotti) e affini è fin troppo semplice: più sofisticato è invece osservare la dinamicità con cui i due membri della rap band La Rumeur danno forma a un’opera feroce e umanissima dotata di una solida personalità.
La giungla contemporanea raccontata traduce mimeticamente il clima inquieto di quest’umanità residuale e perennemente sospesa fra un bene e un male liquidi dentro a una società che pare aver smarrito ogni punto di riferimento. Il meticciato rappresentato è in costante mutazione di pelle e culture, ma non cambia la sua esigenza di affermazione in un ambiente dalle mille opportunità ma oggi anche da rischi di un terrore crescente che trova impreparati anche quei “piccoli” criminali della Parigi sotterranea. A loro si riferisce il termine degli “ultimi parigini”, ambiguità voluta nel doppio senso di ciò che viene a significare “ultimo”. Le leggi del conflitto hanno ancora un codice ma lo vanno gradualmente perdendo nel momento in cui anche l’appartenenza alla medesima famiglia non costituisce più una garanzia di pace e sicurezza. Tale passaggio, di fatto, costituisce l’ossatura tematico/formale del film, che già nel suo incipit non nasconde quel “caos” morale in cui versano i personaggi tra risse, scommesse, spaccio, avanzi di galera violenti e permalosi, clandestini, puttane: insomma un sottobosco dolente costituito da “accattoni che pisciano davanti ai bar”, come lo definisce lo stesso Nasser. Straordinario il commento musicale, naturalmente.