Titolo originale | David |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Repubblica ceca |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Jan Tesitel |
Attori | Igor Bares, Mikulas Cizek, Karel Fink, Patrik Holubar, Anita Krausova Dusan Palencar, Ondrej Pavelka, Alena Stréblová, Sárka Vaculíková, Jakub Frydrych. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,89 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 5 luglio 2016
David, cosciente della sua malattia mentale, cerca la fuga, ma non si rivelerà la soluzione più azzeccata.
CONSIGLIATO SÌ
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David soffre di una disabilità che comporta un ritardo mentale. In famiglia sente la fatica che i genitori e il fratello provano nel dover quotidianamente affrontare la sua minorazione e i comportamenti che ne derivano. Un giorno decide di andarsene dopo aver prelevato qualche soldo dal portafoglio del padre. Raggiunge Praga e, mentre i familiari sono alla sua ricerca, sperimenta per la prima volta una vita al di fuori dell'ambito domestico. Scoprirà un ambiente ostile che lo metterà di fronte a una nuova modalità di solitudine.
Jan Tèsitel mostra, con questa sua opera prima in lungometraggio, non solo di conoscere bene la disabilità mentale (ha un fratello che vive condizioni simili) ma anche di saperla portare sullo schermo senza la minima ombra di retorica e senza la volontà di utilizzare colpi bassi nei confronti dello spettatore per spingerlo alla commozione o, ancor peggio, alla commiserazione.
David non è una persona su cui si fa esercizio di retorica. È un essere umano che ha preso coscienza della propria disabilità e cerca una strada che sia autonoma da quella proposta dal nucleo familiare. Perché i modelli che ha dinanzi a sé lo fanno sentire solo in modo quasi ineluttabile. Il fratello ha una compagna mentre a lui restano le riviste porno con cui masturbarsi di nascosto. La madre cerca di fare del suo meglio per stargli accanto e per proteggerlo da un padre che non vuole accettare la realtà e pretende da lui comportamenti che non è in grado di assumere.
Grazie all'interpretazione molto efficace del protagonista riusciamo a leggerne le pulsioni e i bisogni anche quando non si trasformano in parole ma è lo sguardo che Tèsitel lancia sui familiari e sulla società che lo avvicina al Gianni Amelio di Le chiavi di casa. Entrambi hanno saputo leggere nel profondo la solitudine e il dolore di chi vive il problema in famiglia ma anche l'indifferenza, quando non si trasformi in cattiveria, del modo esterno. Lo sguardo di David finisce con l'interrogarci coinvolgendoci.