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intenditorevero
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lunedì 2 febbraio 2015
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occasione sprecata!
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In un gennaio colmo di Biopic per tutti i gusti, Mortem Tyldum, mediocre mestierante al suo 4° lungometraggio, ci propone un film anonimo che vive unicamente della recitazione di B.Cumberbatch, in un ruolo che comunque sembra ricalcare il personaggio di Sherlock Holmes dell' omonima serie televisa di cui appunto, Cumberbatch, interpreta il protagonista. Le premesse per la riuscita di un buon film si presentavano tutte, una trama accattivante,un cast degno di nota tra cui spiccano Matthew Goode (Match point, Stoker) e Charles Dance(Games of thrones, Alien 3)ed uno sceneggiatore che negli ultimi anni era riuscito a dire la sua nel panorama holliwoodiano, ma alcune pessime scelte hanno inficiato sul prodotto,Odiosi effetti speciali ( nelle scene di guerra come aerei e sottomarini, una colonna sonora del tutto anonima e senza vita,che mai riesce ad accompagnare i protagonisti, ed una scenggiatura che sa di ripetitivo( come la frase pronunciata nel trailer da keira Knightley ripetuta da tre differenti persone e tutte con le medesime parole.
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In un gennaio colmo di Biopic per tutti i gusti, Mortem Tyldum, mediocre mestierante al suo 4° lungometraggio, ci propone un film anonimo che vive unicamente della recitazione di B.Cumberbatch, in un ruolo che comunque sembra ricalcare il personaggio di Sherlock Holmes dell' omonima serie televisa di cui appunto, Cumberbatch, interpreta il protagonista. Le premesse per la riuscita di un buon film si presentavano tutte, una trama accattivante,un cast degno di nota tra cui spiccano Matthew Goode (Match point, Stoker) e Charles Dance(Games of thrones, Alien 3)ed uno sceneggiatore che negli ultimi anni era riuscito a dire la sua nel panorama holliwoodiano, ma alcune pessime scelte hanno inficiato sul prodotto,Odiosi effetti speciali ( nelle scene di guerra come aerei e sottomarini, una colonna sonora del tutto anonima e senza vita,che mai riesce ad accompagnare i protagonisti, ed una scenggiatura che sa di ripetitivo( come la frase pronunciata nel trailer da keira Knightley ripetuta da tre differenti persone e tutte con le medesime parole. Nonostante tutte queste problematiche il film, anche se a singhiozzi, riesce ad andare avanti annoiando in alcune parti, ma riprendendosi alquanto bene nella mezz'ora finale. The imitation game risulta quindi essere un film incompleto, un opera lasciata a metà che come punto debole ha una scarsa regia e una sceneggiature debole,visibile soprattutto dai buchi lasciati per dare spazio ai flashback, ma ha dalla sua parte alcune ottime interpretazioni ed una parte finale alquanto buona che però non riesco a salvare in toto un film le cui aspettative, visti i pareri positivi della critica, si presentavano alte.
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mericol
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martedì 3 febbraio 2015
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genio della matematica; precursore del computer?
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Mentre scorrono i titoli di testa una voce fuori campo,quella del protagonista, invita chi gli sta di fronte seduto su una sedia, lo spettatore, a non distrarsi, a non lasciarsi sfuggire nessuna parte della storia e quindi poi del senso del film.
Una storia vera, sulla scorta di un recente libro di A. Holges “Storia di un enigma”, La storia del matematico inglese Alan Turing, svolta, e narrata, tra il 1951-54, il 1929, il 1939-41-45.
Alan Turing, genio della matematica, si pone al servizio del Regno Unito negli anni di guerra, nel gruppo di Bratchley Park, insieme ad altri giovani cervelloni. Si tratta di decrittare i codici che i tedeschi di Hitler si trasmettono per ordini operativi di guerra, attraverso un sistema complesso chiamato “Enigma”.
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Mentre scorrono i titoli di testa una voce fuori campo,quella del protagonista, invita chi gli sta di fronte seduto su una sedia, lo spettatore, a non distrarsi, a non lasciarsi sfuggire nessuna parte della storia e quindi poi del senso del film.
Una storia vera, sulla scorta di un recente libro di A. Holges “Storia di un enigma”, La storia del matematico inglese Alan Turing, svolta, e narrata, tra il 1951-54, il 1929, il 1939-41-45.
Alan Turing, genio della matematica, si pone al servizio del Regno Unito negli anni di guerra, nel gruppo di Bratchley Park, insieme ad altri giovani cervelloni. Si tratta di decrittare i codici che i tedeschi di Hitler si trasmettono per ordini operativi di guerra, attraverso un sistema complesso chiamato “Enigma”. Se complesso è il sistema operativo tedesco, ancora più complesso appare il tentativo di interpretarlo. Dopo molti decenni è stato svelato il metodo di Turing , realizzato attraverso una macchina denominata “Christopher”, fondamentale (forse!) nella vittoria della coalizione alleata, nel ridurre la durata del conflitto e la mortalità di milioni di vite umane.
Il regista, il norvegese Morten Tildum, alterna nel racconto le fasi della vicenda del 1951, con quelle del 1941 e ,più indietro ancora, del 1929, ai tempi della adolescenza di Alan.
Il trionfo e la tragedia di un genio,che si distacca dalla normalità. Una diversità contrastata dai superiori nelle sue originali ricerche. Una diversità che non trova neppure spazio nel socializzare nella vita civile.
Il gioco delle imitazioni (imitation game) tra la mente umana e la macchina, di cui Turing delinea i limiti, ma anche le straordinarie prospettive aperte, tanto da risultare oggi Turing giustamente definito un precursore del computer.
“Sono le persone che nessuno immagina che possono fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare”
La “anomalia” di Alan Turing si ripercuote anche nei comportamenti sessuali. E’ omosessuale e per questo viene condannato alla castrazione chimica. Morirà poi suicida nel 1954. Un’onta questa per la Gran Bretagna, solo tardivamente, parzialmente e in piccola parte coperta dalla postuma riabilitazione della Regina nel 2013.
Il regista Hodges realizza una versione filmica pregevole della vicenda nel susseguirsi degli episodi, nei tormenti del protagonista. Si trasferisce continuamente da un’epoca all’altra, dal 1951 al lontano 1929,con un meccanismo che può sembrare confusionario. Ma che in verità, a mio avviso, costituisce il merito fondamentale del racconto filmico.
La vicenda è trasmessa infatti allo spettatore seguendo le raccomandazioni iniziali della voce fuori campo del protagonista Alan Turing. Il suo pensiero parte dalla dolorosa vicenda umana del 1951 e percorre il tempo e lo spazio liberamente, seguendo i suoi pensieri come meglio si addice al linguaggio cinematografico. Magnifica interpretazione di Benedict Cumberbatch e Keira Knightley, e giusta Nomination per entrambi ai prossimi Oscar come attore protagonista e attrice non protagonista.
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degiovannis
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giovedì 12 marzo 2015
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diversamente inglese
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Due riflessioni, dato che, nel complesso, concordo con la recensione della Casella. La prima: per caso i due film che si occupano della vita di due geni inglesi, un fisico e un matematico, mettono in luce una delle contraddizioni di quella terra: il modo molto rigido di intendere il costume finisce spesso per generare 'figli' disadattati o non in linea. Cambridge infatti è un'università in cui si formano i quadri migliori della classe dirigente inglese, ma è anche l'università da cui escono geni in vari campi in grado di mettere in discussione proprio le fondamenta di quella società. Si pensi all'intero gruppo di Bloomsbury, con la Woolf e Strachey in testa. tutti studenti cambridgiani doc.
La seconda riguarda il montaggio del film, che è uno dei segreti del suo successo.
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Due riflessioni, dato che, nel complesso, concordo con la recensione della Casella. La prima: per caso i due film che si occupano della vita di due geni inglesi, un fisico e un matematico, mettono in luce una delle contraddizioni di quella terra: il modo molto rigido di intendere il costume finisce spesso per generare 'figli' disadattati o non in linea. Cambridge infatti è un'università in cui si formano i quadri migliori della classe dirigente inglese, ma è anche l'università da cui escono geni in vari campi in grado di mettere in discussione proprio le fondamenta di quella società. Si pensi all'intero gruppo di Bloomsbury, con la Woolf e Strachey in testa. tutti studenti cambridgiani doc.
La seconda riguarda il montaggio del film, che è uno dei segreti del suo successo. Si mettono a confronto infatti tre 'tempi': quello dell'adolescenza di Turing, in cui si pongono le basi della sua diversità'; quello della giovinezza (non bisogna dimenticare che Turing ha solo 26 anni quando inizia l'avventura della guerra e la sua vicenda); quello della maturità inquieta da cui il film prende lo spunto. Bene! Questi tre momenti sono montati in maniera eccellente e conducono lo spettatore a comprendere un po' alla volta come stanno le cose fino al momento clou in cui amicizia, amore, politica, scienza, guerra portano tutti assieme all'esplosione del fragile equilibrio su cui si può reggere una vita in quelle condizioni. Faccio rispettosamente notare che la legge in base alla quale Turing viene punito cesserà la sua validità solo nel 1967; solo un anno prima che il '68 porti un po' di aria nuova e non solo in Europa
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riccardo_
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giovedì 3 settembre 2015
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semplicemente sorprendente
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Un capolavoro di film, senza mezzi termini... la storia di uno dei più grandi matematici del '900 raccontata in poco più di 110 minuti. Ho molto apprezzato l'interpretazione dell'attore che si immedesima in Turing, Benedict Cumberbatch, ritenendolo senza ombra di dubbio adatto ad un ruolo così particolare e fine. Va però analizzata a fondo la personalità di questo grande personaggio dei gioni nostri, una persona che ha contribuito a salvare milioni e milioni di vite umane riuscendo a decifrare la macchina criptografica tedesca 'Enigma' in modo da aprire una breccia nell'impenetrabile forza e supremazia nazista. Una personalità quindi decisamente particolare, la cui più interiore e debole parte è stata però celata dal matematico stesso; l'essere cioè omosessuale, perchè considerato illegale.
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Un capolavoro di film, senza mezzi termini... la storia di uno dei più grandi matematici del '900 raccontata in poco più di 110 minuti. Ho molto apprezzato l'interpretazione dell'attore che si immedesima in Turing, Benedict Cumberbatch, ritenendolo senza ombra di dubbio adatto ad un ruolo così particolare e fine. Va però analizzata a fondo la personalità di questo grande personaggio dei gioni nostri, una persona che ha contribuito a salvare milioni e milioni di vite umane riuscendo a decifrare la macchina criptografica tedesca 'Enigma' in modo da aprire una breccia nell'impenetrabile forza e supremazia nazista. Una personalità quindi decisamente particolare, la cui più interiore e debole parte è stata però celata dal matematico stesso; l'essere cioè omosessuale, perchè considerato illegale. Aggiungerei inoltre che questo è un film decisamente intenso, profondo e coinvolgente, che fa percepire al pubblico stesso l'ansia e la paura, ma allo stesso tempo anche la forza e l'auto-determinazione, di una mente che è stata così tanto importante per la Storia Moderna. In particolar modo, non può non essere analizzata la parte finale del film, in cui si percepisce chiaramente la stanchezza di vivere di Turing, che venne sottoposto a diverse cure ormonali in modo da renderlo una persona il più possibile organica alla società di quel tempo, aggiungerei così ipocrita. Va, in ogni modo ricordato che, gli studi del matematico su Enigma hanno ispirato generazioni di scienziati nella realizzazzione e produzione di ciò che noi oggi usiamo quotidianamente, i computer. Concluderei dicendo che il premio Oscar è stato decisamente meritato per un'interpretazione così brillante di un matematico che, se non fosse esistito, non avrebbe apportato un così grande cambiamento alla Storia e alla moderna tecnologia.
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dadedade
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mercoledì 6 gennaio 2016
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biografia incorretta - parte 2
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[segue dalla mia recensione precedente - ho diviso il testo in due parti per via dei limiti di battute]
Per quel che riguarda la condanna per omosessualità... anche lì il film la racconta sbagliata.
Mai e poi mai Alan parlò agli agenti delle sue attività a Bletchey Park; era segreto di stato, se lo avesse fatto sarebbe stato accusato anche di tradimento. E tutto il resto della storia è stata raccontata nel film talmente a cazzo che mi vien da vomitare ogni volta che ci penso.
La vera storia è questa: nel gennaio 1952 Turing, che aveva 39 anni, incontrò per la strada Arnold Murray, un 19enne affamato e disoccupato.
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[segue dalla mia recensione precedente - ho diviso il testo in due parti per via dei limiti di battute]
Per quel che riguarda la condanna per omosessualità... anche lì il film la racconta sbagliata.
Mai e poi mai Alan parlò agli agenti delle sue attività a Bletchey Park; era segreto di stato, se lo avesse fatto sarebbe stato accusato anche di tradimento. E tutto il resto della storia è stata raccontata nel film talmente a cazzo che mi vien da vomitare ogni volta che ci penso.
La vera storia è questa: nel gennaio 1952 Turing, che aveva 39 anni, incontrò per la strada Arnold Murray, un 19enne affamato e disoccupato. Alan invitò il ragazzo a mangiare al ristorante con lui, e dopo qualche altro incontro il ragazzo iniziò a dormire regolarmente a casa di Alan.
Il ragazzo aveva bisogno di soldi, ma si vergognava di chiederli direttamente, perché non voleva far la figura della “marchetta”. Fatto sta che dal portafoglio di Alan sparì qualche sterlina. Alan subito pensò che fosse stato il ragazzo e ci fu un piccolo litigio. Fecero pace, e in seguito Alan prestò (senza chiederne la restituzione) una decina di sterline ad Arnold perché saldasse alcuni debiti arretrati (10 sterline di allora equivalgono a circa 300 euro di oggi).
Dopo qualche giorno la casa di Turing venne svaligiata (non è vero che non gli avevano rubato niente, come dice il film, gli rubarono una camicia, cinque coltelli da pesce, un paio di pantaloni, tre paia di scarpe, una bussola, un rasoio elettrico, una bottiglia di sherry, per un valore totale di circa 50 sterline, 1.535 euro di oggi).
Alan sospettò inizialmente di Arnold, ma poi Arnold gli rivelò di aver confidato la loro relazione ad un suo conoscente, Harry, che gli aveva proposto di fare un colpo assieme nella casa di Alan, cosa che ovviamente Arnold si era rifiutato di fare. Il colpevole del furto era quindi sicuramente Harry, e Alan andò a denunciarlo alla polizia inventando una storia qualsiasi su un presunto informatore.
La polizia aveva comunque già identificato Harry, che era già finito in prigione in precedenza, grazie alle impronte digitali. Però, durante l’interrogatorio Harry non mancò di raccontare ciò che sapeva della “relazione” in corso tra Alan e Arnold. Non bisogna dimenticare che all’epoca l’omosessualità era illegale in Inghilterra, per cui gli investigatori si presentarono a casa di Alan e con opportune domande riuscirono a fargli confessare la vera natura dei suoi rapporti con Arnold.
C’è da dire che Alan peccava di ingenuità. Era abituato a vivere nel mondo relativamente “protetto” dell’Università, in cui l’omosessualità era tollerata pur essendo illegale, ed era vista più come un’eccentricità che come una minaccia sociale. I tempi stavano cambiando, e negli ambienti più progressisti si credeva che di lì a poco l’omosessualità sarebbe sarebbe stata legalizzata, ma in realtà ci sarebbero voluti ancora 15 anni perché ciò succedesse.
Diciamo che la situazione era come quella della Marijuana in Italia oggi: è illegale, ma un sacco di gente la fuma lo stesso. Non la si fuma in pubblico, ma quando si è in ambienti favorevoli lo si fa apertamente. In alcuni stati è legale, per cui si pensa sempre che prima o poi la legalizzeranno anche in Italia, ma ciò non succede mai. E se per caso ti beccano con una busta piena di erba, allora sei nei guai.
Invece che negare tutto, come avrebbe fatto una persona di buon senso, Alan ammise le sue “colpe” con una dichiarazione scritta, che impressionò gli agenti, che la definirono “ben fatta e scritta in una prosa fluente”. Gli agenti furono colpiti dall’assenza di qualunque sentimento di vergogna in Alan, che “credeva veramente che ciò che aveva fatto fosse giusto”.
Alan non si rendeva conto della gravità di ciò che aveva dichiarato. Era abituato all’ambiente privilegiato e poco comune del King’s College. Non si rendeva pienamente conto dei rischi che comportava il suo atteggiamento nel mondo esterno. Sarebbe bastato negare tutto e dichiarare che Harry mentiva per avere buone probabilità di cavarsela. La deposizione di Alan lasciava invece senza scampo sia lui stesso che Arnold.
Al processo il difensore di Arnold basò il suo argomento sul tema dell’innocente portato sulla cattiva strada dall’uomo più adulto, ed ottenne la libertà condizionata.
Per Alan la corte fu clemente secondo lo standard del tempo, offrendo la nuova terapia a base di ormoni anziché la prigione.
Alan Turing si suicidò il 7 giugno 1954, quando erano passati due anni dal processo. Il trattamento a base di ormoni era finito un anno prima e Alan sembrava esserne uscito del tutto ed era in un periodo abbastanza tranquillo della sua vita, per cui è difficile attribuire alla condanna per omosessualità la causa del suo (presunto) suicidio.
La mia fonte:
Andrew Hodges
Alan Turing, una biografia.
762 pagine, anno 2006, 19 euro.
Edizioni Bollati Boringheri.
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great steven
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mercoledì 16 marzo 2016
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a. turing: genio avverso, introverso e controverso
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THE IMITATION GAME (USA/UK, 2014) diretto da MORTEN TYLDUM. Interpretato da BENEDICT CUMBERBATCH, KEIRA KNIGHTLEY, MATTHEW GOODE, CHARLES DANCE, MARK STRONG, RORY KINNEAR, ALLEN LEECH, MATTHEW BEARD
Alan Turing, brillante matematico esperto nella decrittazione di codici, viene reclutato nel 1939 dal governo britannico per scoprire cosa si nasconde dietro al lancio di messaggi segreti inviati alla potenza industriale europea dal Terzo Reich, quando la situazione di pace continentale sta per essere sconquassata dalla guerra. Il modus operandi di Turing si rifà al gioco dell’imitazione, un difficile insieme di questionari scientifici sul quale ripone il suo affidamento per insegnare al suo gruppo di neofiti come agire per decrittare codici apparentemente incomprensibili ma in realtà carichi di minacce belliche e pericolosi affronti politici.
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THE IMITATION GAME (USA/UK, 2014) diretto da MORTEN TYLDUM. Interpretato da BENEDICT CUMBERBATCH, KEIRA KNIGHTLEY, MATTHEW GOODE, CHARLES DANCE, MARK STRONG, RORY KINNEAR, ALLEN LEECH, MATTHEW BEARD
Alan Turing, brillante matematico esperto nella decrittazione di codici, viene reclutato nel 1939 dal governo britannico per scoprire cosa si nasconde dietro al lancio di messaggi segreti inviati alla potenza industriale europea dal Terzo Reich, quando la situazione di pace continentale sta per essere sconquassata dalla guerra. Il modus operandi di Turing si rifà al gioco dell’imitazione, un difficile insieme di questionari scientifici sul quale ripone il suo affidamento per insegnare al suo gruppo di neofiti come agire per decrittare codici apparentemente incomprensibili ma in realtà carichi di minacce belliche e pericolosi affronti politici. Nella sua squadra, dopo essere arrivata in ritardo all’esame di ammissione, entra anche la giovane Joan Clarke, assunta ugualmente da Turing perché in grado di battere autentici record nella risoluzione dei quesiti. La situazione inizia a complicarsi seriamente quando, inframmezzato al pesante e impegnativo lavoro di interpretazione dei messaggi in codice, si insinua un sentimento d’amore di Joan nei confronti del suo datore di lavoro, il quale si dichiara però gay; ma, pur di conservarla come fidata collaboratrice, Alan decide di sposarla, contro il parere dei genitori di lei. L’operato di Alan Turing al servizio della Corona britannica ha successo ma, come si evince dai titoli di coda, condannato per omosessuali, il matematico si arrende e nel 1954, a soli quarantun anni, si dà la morte. Fonte primaria di questo complesso e ambiguo thriller d’autore è il romanzo, uscito nel 1983, di Andrew Hodges, intitolato Alan Turing: The Enigma, il quale fu in ritardo di oltre quarant’anni nello svelare il funzionamento del sistema scientifico (più precisamente induttivo, ma anche intuitivo, tutto sommato) su cui Turing, personaggio realmente vissuto, si basò per contrastare, da una prospettiva verosimilmente laica, profana e pacifista, l’avanzata del regime nazista verso la conquista militare dell’Europa, sistema lungamente contestato dai colleghi invidiosi del matematico e contemporaneamente apprezzato dai superiori che lo avevano incaricato del delicatissimo compito. Una larga fetta del merito della riuscita del film è da attribuire a Cumberbatch, perfetto nel dare un volto plausibile ed efficace ad una figura che, malgrado l’indiscutibile genialità e la meno passabile ritrosia ai rapporti interpersonali e alla socialità, si apre a forza di spinte intellettuali una strada che gli riconosce i giusti meriti, ma non manca di punirlo per come pecca involontariamente di superbia e per il suo modo di trattare dall’alto in basso compagni di lavoro non meno intelligenti di lui, ma forse più lungimiranti e dotati di un maggiore senso pratico. Al suo fianco, la Knightley si ritaglia un ruolo determinante che, pur ampliando (e aggiungerei inutilmente) il suo sterminato percorso di film in costume, inserisce nel suo repertorio di donne all’apparenza fragili ma dotate in verità di coraggio e carattere un altro tassello che le permette di guadagnare visibilità artistica e di affermarsi tramite una performance convincente e ben calibrata. I due Matthew (Goode nella parte di Hugh Alexander e Beard nelle vesti di Peter Hilton) si impegnano nel dare corpo ai due controversi collaboratori di Turing, il primo interpretando con una fantastica boria il campione nazionale e maestro di scacchi e il secondo figurando come l’uomo della squadra giudicato troppo arrogante e saccente dal protagonista e dunque inadeguato al lavoro d’équipe. Fra i "pezzi grossi" del MI6 (il Secret Intelligence Service, ovvero il servizio di agenzia segreta della Gran Bretagna per l’estero), da segnalare come particolarmente azzeccati il comandante di C. Dance, che si fa convincere da Turing ad assumerlo salvo poi doverlo costringere a lavorare palmo a palmo con altre capaci menti matematiche, e il capo Stewart Menzies, cui giova fortemente l’espressione sardonica e coriacea del bravissimo M. Strong, il cui inarrestabile spirito di adattamento a personaggi sempre più spesso severi e scomodi si affina di film in film. La fetta di torta migliore, però, resta sempre la meravigliosa, insuperabile sceneggiatura di Graham Moore, giustamente premiata con un Oscar alla cerimonia 2015, la quale si distingue con incredibile abilità nel racconto delle peripezie socio-politiche della democrazia monarchica britannica, nel tracciare il ritratto spietato e sofferto di un uomo isolato dalle sue stesse doti (ma probabilmente più dal suo essere refrattario a condividere opinioni altrui e ad accettare prospettive energicamente differenti dalla sua), nonché nella trasformazione in autentico antagonista della pellicola di Enigma, la terribile macchina elettro-meccanica impiegata dallo stato nazista per cifrare e decifrare messaggi di capitale importanza. Raramente, nel mondo del cinema, si è visto (o meglio, non si è visto, perché non compare fisicamente) un cattivo così atipico, e soprattutto così schiacciante e decisivo proprio in virtù della sua anomalia perfidamente misurata. Tyldum, regista norvegese nato nel 1967 a Bergen, si limita a mettere mano dove la sceneggiatura, le interpretazioni e i contributi tecnici non arrivano a distendere ad ampie vedute lo sconsolato, ma pur sempre perentorio, significato dell’opera, intendibile specialmente se lo si guarda con occhio attento alle contraddizioni della peggiore guerra di tutti i tempi e alla potenza degli eventi segreti nella storia di ogni Paese europeo, in primis quella del Novecento. Storicamente inattendibile e zeppo di incongruenze temporali, ma comunque incisivo nella rievocazione di un avvenimento che molti libri di scuola tralasciano volentieri, e i motivi sono forse da ricercarsi nella contraddittorietà di colui che ne fu protagonista, colui che è stato anche riconosciuto come uno dei padri dell’informatica e uno dei matematici più validi del XX secolo. Riprese effettuate nell’arco di due mesi con un budget di 15 milioni di dollari. È riuscito ad incassarne 227, fino al maggio 2015.
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ennio
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domenica 23 settembre 2018
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banalizzare di meno no?
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Il film è ben fatto e si avvale di un'accurata ricostruzione storica. Gli attori sono di livello, la Knightley si conferma molto espressiva come sempre.
Il punto debole di "the imitation game" è nella ricerca ossessiva dell'ideologicizzazione. Basti dire che si riesce a mettere in una sola scena, palesemente inventata, una "denuncia" del bullismo e dell'antisemitismo, e Turing non è certo ebreo.
Mi ha dato un pò fastidio l'eccessiva importanza data all'episodio dell'omosessualità del matematico inglese. In particolare alla fine del film, quando si equipara di fatto le importantissime risultanze della decifrazione di Enigma all' "ingiustizia" delle leggi anti-omosessualità allora vigenti nel Regno Unito.
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Il film è ben fatto e si avvale di un'accurata ricostruzione storica. Gli attori sono di livello, la Knightley si conferma molto espressiva come sempre.
Il punto debole di "the imitation game" è nella ricerca ossessiva dell'ideologicizzazione. Basti dire che si riesce a mettere in una sola scena, palesemente inventata, una "denuncia" del bullismo e dell'antisemitismo, e Turing non è certo ebreo.
Mi ha dato un pò fastidio l'eccessiva importanza data all'episodio dell'omosessualità del matematico inglese. In particolare alla fine del film, quando si equipara di fatto le importantissime risultanze della decifrazione di Enigma all' "ingiustizia" delle leggi anti-omosessualità allora vigenti nel Regno Unito. Io credo che un'opera d'arte debba riuscire a distaccarsi dalle proprie convinzioni personali, almeno a non forzarle in un'ottica retrodatata e a guardare la storia con più obiettività.
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elgatoloco
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martedì 2 aprile 2019
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tyldum super
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Morten Tyldum con "Imitation Game"(2014)ha realizzato un'opera straordinaria, drammatica, di"spionaggio"(ossia come la Gran Bretagna si è difesa dal nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale), thriller, biografica(su Alan Turing, matematico e crittografo, inventore del computer ma non solo), sulla diversità(omosessualità, un tema che all'epoca suscitava scandalo, con reprimende e condanne assurde-era ancora l'epoca vittoriana ma non solo-in tutta Europa e in tutto il mondo la "sindrome di Oscar Wilde"sembrava essere un problema), sul rapporto vita-creazione culturale(in questo caso non tanto"artistica"o forse anche quanto invece scientifica), sul mondo e la sua interpretazione etc.
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Morten Tyldum con "Imitation Game"(2014)ha realizzato un'opera straordinaria, drammatica, di"spionaggio"(ossia come la Gran Bretagna si è difesa dal nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale), thriller, biografica(su Alan Turing, matematico e crittografo, inventore del computer ma non solo), sulla diversità(omosessualità, un tema che all'epoca suscitava scandalo, con reprimende e condanne assurde-era ancora l'epoca vittoriana ma non solo-in tutta Europa e in tutto il mondo la "sindrome di Oscar Wilde"sembrava essere un problema), sul rapporto vita-creazione culturale(in questo caso non tanto"artistica"o forse anche quanto invece scientifica), sul mondo e la sua interpretazione etc. IL tutto, basandosi su una biografia di Turing scritta ovviamente prima del film ma rieditata in seguito al successo del film stesso, come spesso avviene, peraltro. Benedcit Cumberbatch è interprete straordinario nel ruolo del protagonista, Keira Knigthley co-protagonista sensibilissima, Matthew Goode l'amico-antagonista, Chalres Dance il repressore; tutti a un livello straordinario, assolutamente superiore alla"media"delle interpretazioni cinematrografiche correnti, a dimostrazione del fatto che il vero grande film è ancora possibile, pur se è sempre più raro, dato che la"vena commericale"preme in modo sempre più stringente sulla"settima arte"come naturalmente anche sulle altre sei e sulle eventuali arti successive.... El Gato
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vincenzo ambriola
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venerdì 9 gennaio 2015
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finale di partita
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Alan Turing, matematico inglese specializzato in criptografia, è ingaggiato dall'esercito inglese per lavorare nel progetto di analisi e decodifica dei messaggi trasmessi in codice dall'esercito nazista. Per risolvere in poco tempo un problema di calcolo che una mente umana può risolvere in centinaia di anni, Turing costruisce uno strumento elettromeccanico che, dopo vari tentativi, rompe il codice usato dai nazisti e permette alle truppe alleate di conoscerne i piani. Su questa trama, storicamente e scientificamente imprecisa, si sviluppa il tema della personalità di Turing, omosessuale in una nazione che puniva questa condotta sessuale con il carcere o la castrazione chimica. Il film spazia dall'infanzia di Turing, alla sua attività scientifica a Bletchley Park, fino agli ultimi anni della sua vita quando sarà condannato e, infine, quando si suiciderà con una mela avvelenata (in suo onore, la stessa mela smangiucchiata sarà usata da Steve Jobs come icona della Apple).
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Alan Turing, matematico inglese specializzato in criptografia, è ingaggiato dall'esercito inglese per lavorare nel progetto di analisi e decodifica dei messaggi trasmessi in codice dall'esercito nazista. Per risolvere in poco tempo un problema di calcolo che una mente umana può risolvere in centinaia di anni, Turing costruisce uno strumento elettromeccanico che, dopo vari tentativi, rompe il codice usato dai nazisti e permette alle truppe alleate di conoscerne i piani. Su questa trama, storicamente e scientificamente imprecisa, si sviluppa il tema della personalità di Turing, omosessuale in una nazione che puniva questa condotta sessuale con il carcere o la castrazione chimica. Il film spazia dall'infanzia di Turing, alla sua attività scientifica a Bletchley Park, fino agli ultimi anni della sua vita quando sarà condannato e, infine, quando si suiciderà con una mela avvelenata (in suo onore, la stessa mela smangiucchiata sarà usata da Steve Jobs come icona della Apple). Notevole il lavoro di sceneggiatura, che parte da una storia militare e scientifica ben nota agli addetti ai lavori e la trasforma, semplificandola all'eccesso, in una favola moderna in cui i buoni (gli scienziati inglesi) affrontano i cattivi (i tedeschi), utilizzando una nuova tecnologia per combattere un'altra tecnologia. In questo scenario Turing presenta il calcolo automatico come l'unica arma per sconfiggere il tempo, dimostrando che le capacità umane non bastano quando i calcoli da effettuare sono lunghi e complessi. In questi casi è necessario, afferma Turing, costruire una macchina che calcoli al posto dell'uomo, sfruttando l'intelligenza umana per costruire la macchina e non per fare i calcoli. Un tema che ci riporta al presente, in cui non sappiamo più nemmeno dividere due numeri tra loro, non ricordiamo più i numeri di telefono e per sapere qualcosa usiamo Google. Forse neanche Turing avrebbe mai immaginato questo sconsolante finale di partita.
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flyanto
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venerdì 9 gennaio 2015
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la vera storia di colui che decifrò il codice enig
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Film che racconta la vera storia del matematico inglese Alan Turing, colui che nel corso della Seconda Guerra Mondiale riuscì a decifrare l'ingegnoso codice Enigma con cui i Nazisti si inviavano i propri messaggi criptati concernenti le operazioni belliche e che a tutt'oggi viene considerato come l'ideatore del computer moderno.
Questa pellicola è una pura e semplice biografia o, meglio, l' efficace rappresentazione di tutte le fasi e di tutti gli studi e delle ricerche che il reale e geniale matematico Turing intraprese, insieme anche ad un ristretto gruppo di studiosi, e che lo condusse alla costruzione della sua famosa macchina "Christopher" capace di decifratrice le comunicazioni tra i Tedeschi e contribuendo così ad accelerare la fine della guerra di un paio d'anni.
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Film che racconta la vera storia del matematico inglese Alan Turing, colui che nel corso della Seconda Guerra Mondiale riuscì a decifrare l'ingegnoso codice Enigma con cui i Nazisti si inviavano i propri messaggi criptati concernenti le operazioni belliche e che a tutt'oggi viene considerato come l'ideatore del computer moderno.
Questa pellicola è una pura e semplice biografia o, meglio, l' efficace rappresentazione di tutte le fasi e di tutti gli studi e delle ricerche che il reale e geniale matematico Turing intraprese, insieme anche ad un ristretto gruppo di studiosi, e che lo condusse alla costruzione della sua famosa macchina "Christopher" capace di decifratrice le comunicazioni tra i Tedeschi e contribuendo così ad accelerare la fine della guerra di un paio d'anni. In tutto ciò però è da rimarcare che nel corso dell'intera storia,oltre ai meri fatti, vengono soprattutto messi in evidenza determinati aspetti del periodo in cui Turing operò, come, per esempio, quelli delle ostilità e dei tentativi di boicottamento che egli dovette subire nonchè il proprio arresto con conseguente condanna per il fatto di essere un omosessuale, condizione assai deplorevole e per nulla accettabile dalla società e dalle leggi inglesi di quei tempi. E la descrizione di questo clima di finto perbenismo ed intolleranza "civile" risulta molto efficace come specchio del tempo, in aggiunta anche alla ricostruzione ambientale e dei costumi veri e propri.
Altro non vi è da dire su questo film che, appunto, rimane un importante documento storico riguardante un uomo a cui la tecnologia ed il mondo dell'informatica del presente deve moltissimo.
Bravo e convincente Benedict Cumberbatch che riveste il ruolo del, solitario, misantropo, impacciato e geniale matematico Turing, distaccandosi così completamente dal suo precedente personaggio dell'investigatore Sherlock Holmes per il quale sino ad ora era maggiormente conosciuto al pubblico.
Interessante.
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