fabiofeli
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domenica 11 gennaio 2015
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niente sesso, siamo inglesi
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Alan Turing (Benedict Cumberbatch), grande matematico cripto analista inglese, realmente esistito, è un appassionato solutore di cruciverba. Durante l’ultima guerra mondiale si presenta al selezionatore di un team di matematici che deve decifrare i messaggi dei nazisti elaborati dalla infernale macchina di nome Enigma. Nonostante il colloquio sembri catastrofico – Alan confessa di non sapere una parola di tedesco – il matematico viene aggiunto alla squadra. Con gli altri non lega affatto, comunica poco e male. Ha una sua teoria apparentemente strampalata: costruire una macchina che “pensi ed esamini” tutti i messaggi emessi nella stessa giornata dai nazisti applicando ad essi lo stesso schema di decifrazione.
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Alan Turing (Benedict Cumberbatch), grande matematico cripto analista inglese, realmente esistito, è un appassionato solutore di cruciverba. Durante l’ultima guerra mondiale si presenta al selezionatore di un team di matematici che deve decifrare i messaggi dei nazisti elaborati dalla infernale macchina di nome Enigma. Nonostante il colloquio sembri catastrofico – Alan confessa di non sapere una parola di tedesco – il matematico viene aggiunto alla squadra. Con gli altri non lega affatto, comunica poco e male. Ha una sua teoria apparentemente strampalata: costruire una macchina che “pensi ed esamini” tutti i messaggi emessi nella stessa giornata dai nazisti applicando ad essi lo stesso schema di decifrazione. Lo scontro con chi dirige il team si risolve a sorpresa in suo favore: in alto lo vogliono addirittura a capo del progetto. In alcuni flashback compare Alan adolescente in un collegio britannico, durante la nascita e lo sviluppo di una amicizia particolare con un altro ragazzo; il regalo di un libro sui codici di comunicazione segnerà il suo destino: i due ragazzi comunicano tra loro con messaggi che nessuno può capire. La costruzione della macchina decifratrice dei messaggi di Enigma, battezzata da Alan col nome Chistopher, viene completata. Ogni giorno la macchina sperimenta sui messaggi svariati miliardi di miliardi di miliardi di combinazioni crittografiche possibili alla ricerca di un senso in lingua tedesca. Giornalmente il lavoro deve ricominciare da zero perché cambia la chiave del codice segreto. La macchina si rivela troppo lenta per esaminare tutte le combinazioni possibili. Serve un ulteriore membro della squadra da selezionare con un test ideato da Alan: un cruciverba da completare in sei minuti, che il matematico stesso ha risolto in otto minuti. Solo una ragazza, Joan (Keira Knightley), supera il test e viene scelta, ma la codina convenzione britannica di separare i sessi non le consentono di alloggiare con gli altri membri del team. Per pura fortuna l’abitudine di un tedesco compilatore di messaggi di Enigma di cominciare sempre con un nome a lui caro fornisce la chiave di decifrazione: la macchina Christopher scartando una grandissima parte delle possibili interpretazioni non fallisce … La storia d’amore tra Alan e Joan non nasce, perché lui le confessa la propria omosessualità; ma l’amicizia e l’affetto restano teneri e profondi e non si incrinano subito. Nel 1954 la rigida legislazione britannica sull’omosessualità distrugge brutalmente la vita di Alan, matematico che ha prefigurato il computer, ha contribuito a sconfiggere il nazismo e – così qualcuno ha calcolato – a evitare la morte di 14 milioni di persone.
Le recitazioni delicatissime e intense di Cumberbatch e Knightley valgono due Golden Globe e altri tre piovono sul film, sulla sceneggiatura e sulla colonna sonora originale di Desplat. La pellicola è stata presentato a Toronto al TIFF, ormai nell’Olimpo cinematografico delle rassegne assieme a Cannes, Venezia e Berlino. Già si pregusta la pioggia di film provenienti dal TIFF, anticipati dai trailer del momento. Questo film del regista norvegese Tyldem è più sommesso, ad esempio, del bellissimo e urlato Mommy del giovane regista canadese Dolan, ma è lo stesso molto valido. Da non mancare.
Valutazione *** ½
FabioFeli
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domenico maria
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martedì 13 gennaio 2015
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"umano o troppo(poco)umano"?
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Con qualche(non esagerata)indecisione rinuncio al massimo punteggio, per un film-verità che comunque mi è piaciuto molto. Parafrasando con ritocco una famosa opera di Nietzsche, per partire, sul livello della storia generale, questo film riesce a fare luce, pur se non al 100%, su un evento che ha davvero cambiato la storia, e che in Italia, al solito, è allegramente ignorato nei testi scolastici, o nella stragrande maggioranza di essi. Ma anche nei testi di libreria in lingua italiana, troppo spesso tradotti, anche piuttosto male dall'originale anglo/americano, si trova molto di rado. La decriptazione di Enigma, il terribile e indecifrabile codice tedesco verosimilmente nell'inverno '41/'42 o nella primavera '42, che a sua volta genera l'altro mostro, Ultra, ideato per depistare e ingannare il nemico, mettendo comunque in conto perdite terribili di uomini e mezzi alleati.
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Con qualche(non esagerata)indecisione rinuncio al massimo punteggio, per un film-verità che comunque mi è piaciuto molto. Parafrasando con ritocco una famosa opera di Nietzsche, per partire, sul livello della storia generale, questo film riesce a fare luce, pur se non al 100%, su un evento che ha davvero cambiato la storia, e che in Italia, al solito, è allegramente ignorato nei testi scolastici, o nella stragrande maggioranza di essi. Ma anche nei testi di libreria in lingua italiana, troppo spesso tradotti, anche piuttosto male dall'originale anglo/americano, si trova molto di rado. La decriptazione di Enigma, il terribile e indecifrabile codice tedesco verosimilmente nell'inverno '41/'42 o nella primavera '42, che a sua volta genera l'altro mostro, Ultra, ideato per depistare e ingannare il nemico, mettendo comunque in conto perdite terribili di uomini e mezzi alleati. Ho trovato la scena del collega che chiede di salvare la nave dove è imbarcato il fratello, dall'attacco degli U-Boot, negata, perché avrebbe rivelato la scoperta inglese, forse il fulcro del film, profondo e sconvolgente. "Chi credi, di essere Dio per decidere chi deve morire e chi no"? "Si"(sono Dio), ammette il protagonista. Da quel momento, se fosse ancora possibile, con la decriptazione di Enigna e la nascita dell'altro Moloch "Ultra", la guerra da spietata, cretina, zozza e feroce, diviene sconfinatamente laida, l'incarnato della menzogna. E L'agente di Churcill che, in un rantolo di laido orgasmo esplode in un feroce complimento verso il matematico creatore di Christopher, appunto quanto saranno perfidamente rivoltanti gli anni a venire, infarciti di menzogne, censure, falsità, omissioni e dimenticanze più o meno orrende e mostruose. Breve riflessione: è storicamente vero che fino a giugno'42 L'Asse, come fanno vedere i filmati d'epoca, stava davvero dilagando, per il pianeta. Il Giappone era quasi alle porte dell'India e aveva cominciato a bombardare l'Australia. La Germania era padrona del 75-80% dell'Europa e in Nord Africa, dopo una serie di avanzate e ritirate "a pendolo", gli italo tedeschi erano quasi al Nilo. Ad Alessandria, Port Said e Cairo colonne enormi di fumo raccontavano la distruzione di documenti(e porcate) degli inglesi in fuga(racconti di amici di famiglia presenti in loco).Dall'Estate '42 le cose cominciano a cambiare, ogni convoglio italiano è annunciato con buon anticipo e le scanate di Rommel, ora sappiamo che forse, erano nutrite di un giusto dubbio, dal momento che, guarda il caso(!) quasi tutti i convogli di rinforzo vanno a fondo. Passando al protagonista credo che l'ambiguità estrema sia un po' la cifra fondamentale. Forse ci sono ideali smisurati e un ego scatenato(Vedi, ma meno delirante, "Lawrence D'Arabia" lo stupendo Peter O'Toole). Può anche darsi(di nuovo O'Toole "Doctor Creator"),che il nostro avesse davvero la "Visione Globale", di tutto quello che poteva essere sacrificato e sacrificabile, per la liberazione dalla Tirannia. Altra botta tremenda. Ci si dice che i 6 esperti creatori di Ultra hanno vinto loro la guerra. Non gli ideali, non la resistenza, non i partigiani(tutti orpelli retorici per le masse bovine!).Confortante!!! Il "nonno" del Computer ha creato una macchina che ha cambiato guerra e Storia.L'evoluzione avanzatissima di quella creatura produce i bombardamenti chirurgici e gli strumenti di American Sniper. Ma è arrivata anche da Al Qaeda e all'ISIS. Cosa fa Hal in 2001 di Kubrik? Sconfinata tristezza.
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dhany coraucci
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domenica 18 gennaio 2015
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sorprendente nella.... diversità
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Il confine che divide diversità e conformità non è quasi mai lineare, tracciabile o semplicemente visibile, ma corre lungo un labirinto con vaste zone d'ombra. Quando il cinema si addentra in questo intrico, tanto affascinante quanto sinistro; quando è in grado non solo di mostrarci la complessa architettura che si inalbera dietro a tale confine, ma anche di farci vibrare sulla pelle le onde emotive che vi risuonano, spesso siamo di fronte a un capolavoro. E questo film SPLENDIDO per me lo è. Non è il primo ad indagare sulla diversità, ma è senz'altro, a mio parere, il più complesso e sorprendente.
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Il confine che divide diversità e conformità non è quasi mai lineare, tracciabile o semplicemente visibile, ma corre lungo un labirinto con vaste zone d'ombra. Quando il cinema si addentra in questo intrico, tanto affascinante quanto sinistro; quando è in grado non solo di mostrarci la complessa architettura che si inalbera dietro a tale confine, ma anche di farci vibrare sulla pelle le onde emotive che vi risuonano, spesso siamo di fronte a un capolavoro. E questo film SPLENDIDO per me lo è. Non è il primo ad indagare sulla diversità, ma è senz'altro, a mio parere, il più complesso e sorprendente. Si narra qui la vita di un genio. Ma si narra anche di un'incredibile vicenda che per decenni è stata tenuta nascosta. Si narra di un uomo perseguitato per la sua omosessualità e di un misterioso e inquietante pezzo della nostra storia, del passato vergognoso dell'Inghilterra puritana e della seconda guerra mondiale. E lo fa utilizzando i colori freddi, mutevoli e sconfinati che appartengono ai paesaggi e alle atmosfere del nord Europa (il regista è norvegese) modulati e calibrati sulla tavolozza di una raffinatissima cinematografia britannica, la quale solo in apparenza mantiene un distacco dalle pulsioni indagate, perché in realtà vi si introduce con una tale sensibilità profonda e commossa da risultare di una potenza sbalorditiva. Io sono rimasta abbacinata, ammaliata e profondamente coinvolta, l'avrete già capito! Anche perché mai come in questo caso i trailers ne assopiscono la grandezza, dunque sono entrata al cinema senza grosse aspettative, credendo che si rivelasse della decodificazione del famoso Enigma (peraltro vi era già stato un film del 2001 di Michael Apted sull'argomento, il classico film di spionaggio con i colpi di scena e tutto il resto) senza sospettare che la pellicola mi avrebbe condotto lungo quel misterioso e abbagliante labirinto. Si tratta, infatti, di un film a più strati e non dico che tra di essi siano disdegnate le tecniche più efficaci di un buon thriller o le commoventi scene o battute ad effetto, le immagini tristi di repertorio della guerra e le sadiche dinamiche legate al potere, ma ciò che lo rende davvero SPLENDIDO è quando si sofferma sul suo protagonista Alan Turing (interpretato con sconvolgente veridicità dall'attore inglese Benedict Cumberbatch a cui ovviamente consegnerei subito l'Oscar) e, anche attraverso flashback, si insinua nella sua complessa, straniante e dolorosa vita privata (la parte dedicata alla sua adolescenza nel classico College inglese è da BRIVIDO tanto è emozionante e l'attore, sempre inglese, che recita la parte dell'Alan Turing bambino, Alex Lawther, è un mostro di bravura – tenerlo d'occhio, a tutti i costi!) e la racconta attraverso scene sommesse, quasi in sottrazione e mai banali ma di grande intensità e c'è da dire che è veramente una storia incredibile, la sua, per certi versi, tremenda. Sceneggiato dal giovanissimo scrittore americano Graham Moore (classe 1981) sulla biografia “Alan Turing. Storia di un'Enigma” scritta da Andrew Hodges, per la prima volta mi ha reso simpatica anche (l'impronunciabile) Keyra Knightley che per questo film, saputo or ora, è stata candidata all'Oscar come miglior attrice protagonista (bellissimo il discorso che fa sulla diversità). Curioso che tra le candidature vi sia anche quella di un film “antagonista” dedicato alla figura di un altro genio matematico strano e diverso Stephen Hawking (La Teoria del Tutto) e che Cumberbatch abbia già interpretato lo stesso ruolo qualche anno fa nel film intitolato “Hawking” (2004): sperando che questo non significhi che da ora in poi lo vedremo soltanto in ruoli di “disturbato pazzoide” , il che non mi sorprenderebbe affatto vista la poca fantasia di certi cineasti, a questo punto sono curiosissima e vado subito a cercarlo!
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the thin red line
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lunedì 19 gennaio 2015
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degno di nota, ma un pò sopravvalutato
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1950, Alan Turing viene arrestato per atti osceni e viene interrogato da un agente di polizia. Comincia cosi a raccontare la propria storia e di come fu assegnato ad un operazione top secret: decriptare il codice nazista Enigma, e conoscere le mosse dei tedeschi in anticipo per poter vincere la guerra.
Sullo sfondo della seconda Guerra Mondiale ecco un altro stralcio di quegli infiniti tragici anni. Stavolta si narra di tale Alan Turing, futuro inventore del computer (uno dei tanti!). Un uomo dal comportamento asociale ma geniale matematico capace di vedere dove gli altri non vedono ma incosistente nei rapporti umani nonchè disadattato gay ai tempi in cui ciò era reato. Morten Tyldum confeziona un opera di tutto rispetto incentrata sul personaggio di Turing sorretto alla grande da questo Benedict Cumberbatch già divino nel ruolo di Sherlock.
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1950, Alan Turing viene arrestato per atti osceni e viene interrogato da un agente di polizia. Comincia cosi a raccontare la propria storia e di come fu assegnato ad un operazione top secret: decriptare il codice nazista Enigma, e conoscere le mosse dei tedeschi in anticipo per poter vincere la guerra.
Sullo sfondo della seconda Guerra Mondiale ecco un altro stralcio di quegli infiniti tragici anni. Stavolta si narra di tale Alan Turing, futuro inventore del computer (uno dei tanti!). Un uomo dal comportamento asociale ma geniale matematico capace di vedere dove gli altri non vedono ma incosistente nei rapporti umani nonchè disadattato gay ai tempi in cui ciò era reato. Morten Tyldum confeziona un opera di tutto rispetto incentrata sul personaggio di Turing sorretto alla grande da questo Benedict Cumberbatch già divino nel ruolo di Sherlock. Con una sceneggiatura classica e lineare ma al tempo stesso pulita e senza falle il regista si sofferma più sul lato umano del protagonista e sulla sua mente complicata tanto quanto il codice da decifrare, le difficoltà con il suo gruppo di lavoro verranno risolte dall'intervento di un abile donna esperta di cruciverbi capace di toccare l'animo "cibernetico" del genio e istruendolo nelle relazioni umane fondamentali per il raggiungimento del proprio scopo. The Imitation Game non presenta novità autoriali e questo è un punto debole ma si tiene al classico imitando schemi già visti in "The Beautiful Mind". Come nel film di Ron Howard anche qui il ruolo della donna diviene fondamentale per i rapporti sociali del protagonista culminando in un matrimonio farsa. L'elogio più grande va riservato al già citato Cumberbatch autore di una prova d'attore magistrale che primeggia sul restante cast adombrato dalla sua performance. The Imitation Game non è un capolavoro, non finirò mai di dirlo, e le dieci statuette a cui è candidato sono davvero troppe, ma va apprezzato per ciò che di buono ci può dare in un anno cinematografico davvero avaro di buone cose.
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lisa costa
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lunedì 19 gennaio 2015
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i giochi del genio
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La prima regola per fare un film biografico come si deve è quella di raccontare di un personaggio, di una storia, di cui si sa poco, di cui si deve approfondire, di cui si può provare interesse.
The Imitation Game questa regola la rispetta alla perfezione, raccontandoci non solo di un uomo che poco si conosce, ma anche di anni rimasti sepolti tra i segreti di Stato, di anni condivisi e mai divulgati da un manipolo di persone, scienziati.
Cos'hanno fatto questi scienziati? Cosa fino al 1974 il Regno Unito ha tenuto nascosto?
Un piano, un lungo progetto, che ha permesso di finire la II Guerra Mondiale 2 anni prima, di salvare circa 14 milioni di persone e soprattutto di sconfiggere Hitler.
A capo di questi scienziati, c'era un certo Alan Turing.
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La prima regola per fare un film biografico come si deve è quella di raccontare di un personaggio, di una storia, di cui si sa poco, di cui si deve approfondire, di cui si può provare interesse.
The Imitation Game questa regola la rispetta alla perfezione, raccontandoci non solo di un uomo che poco si conosce, ma anche di anni rimasti sepolti tra i segreti di Stato, di anni condivisi e mai divulgati da un manipolo di persone, scienziati.
Cos'hanno fatto questi scienziati? Cosa fino al 1974 il Regno Unito ha tenuto nascosto?
Un piano, un lungo progetto, che ha permesso di finire la II Guerra Mondiale 2 anni prima, di salvare circa 14 milioni di persone e soprattutto di sconfiggere Hitler.
A capo di questi scienziati, c'era un certo Alan Turing.
Mente brillante, Alan Turing decide di collaborare e di aiutare l'esercito della corona non tanto per patriottismo, no, non tanto per senso civico, ma per sfidare se stesso in quello che è a tutti gli effetti l'enigma più intricato di quel tempo: la decriptazione di Enigma, il codice tedesco, di cui gli inglesi sono entrati in possesso, che informa ogni plotone dell'asse delle mosse da fare e degli attacchi da sferrare.
Decriptarlo significherebbe conoscere in anticipo ogni spostamento, ogni piano tedesco. Ma il farlo non è assolutamente semplice, e anche se a provarci sono le menti più brillanti del Paese (tra matematici, linguisti e scacchisti), ci vorranno anni di lavoro.
The Imitation Game ci racconta questi anni, ci racconta del duro lavoro nascosto in cui Turing non era certo il capo ideale e amato, ma che con i suoi modi di fare sbruffoni e poco amichevoli, riuscì a creare una macchina capace di entrare nel cuore di Enigma.
Morten Tyldum ci mostra questi anni, i dissidi interiori ed esteriori, nel modo migliore possibile, facendo delle basi di un biopic perfetto le sue basi.
Ma non si creda basti una qualche formula, una qualche regola scritta e non scritta e poi applicata, per fare di una biografia un film perfetto.
No, ci vuole quel pizzico di genio, ci vuole calibrazione, ci vuole un'anima.
E The imitation game un'anima, un genio, un equilibrio ce l'ha.
Merito prima di tutto di un Benedict Cumberbatch straordinario, la cui voce guida e incanta, la cui interpretazione, sentita e mai sopra le righe, ammalia.
Merito poi di una sceneggiatura in cui non si calca la mano sugli aspetti più morbosi di Alan Turing, non si mostra, non si sfrutta il suo essere omosessuale per creare pietà, non lo si vede baciare, stare con un uomo, non si vede il suicidio, non si vedono gli anni più disperati se non per pochi minuti, lasciando spazio invece al suo genio al lavoro, al suo passato tormentato che dà un senso al presente, al suo cercare di stare al mondo.
La calibrazione della pellicola sta anche in questo, in flashback che danno un nome alla macchina di Turing, che danno una spiegazione alla sua mania per la crittografia, che permettono di fare luce sulla personalità difficile di un uomo difficile.
Affiancato da attori inglesi doc (Matthew Good, Allen Leech di Downton Abbey e una Keira Knightley convincente), Benedict rende omaggio a un uomo che solo lo scorso anno ha visto perdonata la sua colpa di essere omosessuale, un uomo che con il suo genio ha salvato milioni di vite, e che questo film, prima di raccontarcelo, di farcelo conoscere, sembra volergli chiedere nuovamente scusa.
E nel farlo, rende tutti noi, pubblico, suoi devoti studenti.
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parpignol
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mercoledì 21 gennaio 2015
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avvincente ma inopportunamente romanzato
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Il film è ben fatto, e gli attori sono convincenti, specie il protagonista che interpreta un Alan Turing cinico e razionale, e il Comandante che rispecchia appieno le tensioni militari e politiche che si dovevano percepire all'epoca dei fatti. Il problema semmai è impersonato dalla presenza di Keira Knightley, per la quale ammetto di avere una soggettiva e profonda avversione pregiudiziale: sembra che le parti che le affidino siano sempre quelle della donna anticonvenzionale, che ha pensieri e atteggiamenti mascolini, se non addirittura volgari nel contesto storico in cui il suo personaggio si trova. Questa non è certo una sua colpa, ma diciamo che in un film che già di per sè come cast è (necessariamente) "un campo di fave", la sua presenza invece che allietare gli occhi maschili, li affossa creando una sorta di inconscia repulsione verso una "Joan" che, proponendosi impropriamente come geniaccio della matematica pari al Turing in realtà.
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Il film è ben fatto, e gli attori sono convincenti, specie il protagonista che interpreta un Alan Turing cinico e razionale, e il Comandante che rispecchia appieno le tensioni militari e politiche che si dovevano percepire all'epoca dei fatti. Il problema semmai è impersonato dalla presenza di Keira Knightley, per la quale ammetto di avere una soggettiva e profonda avversione pregiudiziale: sembra che le parti che le affidino siano sempre quelle della donna anticonvenzionale, che ha pensieri e atteggiamenti mascolini, se non addirittura volgari nel contesto storico in cui il suo personaggio si trova. Questa non è certo una sua colpa, ma diciamo che in un film che già di per sè come cast è (necessariamente) "un campo di fave", la sua presenza invece che allietare gli occhi maschili, li affossa creando una sorta di inconscia repulsione verso una "Joan" che, proponendosi impropriamente come geniaccio della matematica pari al Turing in realtà... non combina nulla di realmente utile per la causa "enigma". Davvero. Non sono andato a spulciare, per pigrizia, la storia vera di Turing e della sua equipe, ma presumo con buona probabilità di certezza che NON ci fosse una donna tra gli studiosi, considerato pure che le donne dell'epoca non potevano, per tante limitazioni, ascendere ai più alti gradi accademici e di studio, e figurarsi a quelli necessari per decriptare un codice segreto! Tanto più che, come dicevo, Joan non è mai utile a tale fine. La sua presenza, anzi, sembra essere stata immessa a "giustificare" o "attenuare" se non "distorcere" l'omosessualità di Turing, secondo la solita retorica anti-gay in voga nel cinema attuale come altrove. La donna in questo film è stata inserita perché il Turing si innamorasse di lei, e viceversa, ma senza però giungere al "dunque" perché Turing è omosessuale, quindi last minute egli rinnega l'innamoramento palese accontentandosi (e accontentandoCI) dell'amicizia. Il messaggio che viene così passato al pubblico sembra allora essere "ok, Turing era omosessuale, ma non troppo, perché comunque si era innamorato di una donna. Quindi possiamo riabilitarlo, perché in fondo forse era bisessuale"; a ciò magari aggiungiamo anche l'attenuante nascosta "era omosessuale perché traumatizzato fin da piccolo dagli altri ragazzini... quindi possiamo perdonarlo". No, no, NO. Questa non è una riabilitazione, ma un'altra offesa alla memoria di Alan Turing! Bisognava per forza dolcificare la sua figura e renderla commestibile con l'inserimento (per me campato in aria) della figura purificatrice femminile nella trama? Non era politically correct dire che era omosessuale E BASTA? Joan è la figura su cui poi si accentra tutto il film nell'ultima parte, andando così a scemare la parte realmente avvincente che è quella dello spionaggio e degli intrighi legati a Ultra; e figura che, come detto, si rivela completamente INUTILE ai fini della decifrazione di Enigma. Insomma, troppa importanza data a Joan, troppa poca data invece al VERO team di sviluppo, e blando finale che lascia la sensazione di aver visto un buon film, ma non un ottimo film. Se poi ci aggiungiamo anche che, da italiani, un po' di rodimento di fegato dovremmo avercelo nel vedere come (e con che fortuna sfacciata) gli inglesi hanno decifrato Enigma condannandoci alla sconfitta in guerra, il quadro si fa completo.
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intothewild4ever
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giovedì 22 gennaio 2015
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the imitation game, good game
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Storia vera di un genio indiscusso, considerato il primo scenziato a concepire l'idea di una macchina che compisse da sola lavori impossibili per un uomo: il computer. Sconosciuta ai più, la sua storia meritava sicuramente di essere raccontata, tanto più che è anche grazie a lui se gli Alleati alla fine riuscirono ad estirpare le malevoli radici Naziste dall'europa, sconfiggendo la Germania di Hitler nella seconda guerra mondiale. Qualche salto avanti e indietro nel tempo nel raccontare questa storia, probabilmente avrebbe dato maggiore corpo ad un film comunque ben girato e recitato. Ottime le ambientazioni e la performance di Cumberbatch, al solito la Kinghtley.
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Storia vera di un genio indiscusso, considerato il primo scenziato a concepire l'idea di una macchina che compisse da sola lavori impossibili per un uomo: il computer. Sconosciuta ai più, la sua storia meritava sicuramente di essere raccontata, tanto più che è anche grazie a lui se gli Alleati alla fine riuscirono ad estirpare le malevoli radici Naziste dall'europa, sconfiggendo la Germania di Hitler nella seconda guerra mondiale. Qualche salto avanti e indietro nel tempo nel raccontare questa storia, probabilmente avrebbe dato maggiore corpo ad un film comunque ben girato e recitato. Ottime le ambientazioni e la performance di Cumberbatch, al solito la Kinghtley. Film da vedere soprattutto per rendere omaggio ad uno scenziato che, a modo suo, ha concorso a rendere libera l'Europa dal Nazismo.
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isin89
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sabato 24 gennaio 2015
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turing vince l'oscar?
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The Imitation Game è un film sulla storia e sull'uomo. Il racconto di una piccola quanto immensa epoca storica vissuta dall'umanità che vide tra i suoi protagonisti assoluti un piccolo grande uomo che riuscì, grazie alla sua ostinazione a alla sua sapienza, a lasciare un segno indelebile e di straordinaria importanza nella storia del XX° secolo. L'uomo che ha contribuito ad accorciare la guerra e a salvare milioni di vite umane e l'uomo che, a causa delle sue inclinazioni sessuali, fu ucciso da quella stesso Paese che lui aveva salvato dall'oblio. La storia di un uomo solo e triste rinchiuso nei suoi tormentati pensieri e rifiutato da molti ma che riuscì a fare passi da gigante in un mondo quanto mai sbagliato e a lui ostile.
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The Imitation Game è un film sulla storia e sull'uomo. Il racconto di una piccola quanto immensa epoca storica vissuta dall'umanità che vide tra i suoi protagonisti assoluti un piccolo grande uomo che riuscì, grazie alla sua ostinazione a alla sua sapienza, a lasciare un segno indelebile e di straordinaria importanza nella storia del XX° secolo. L'uomo che ha contribuito ad accorciare la guerra e a salvare milioni di vite umane e l'uomo che, a causa delle sue inclinazioni sessuali, fu ucciso da quella stesso Paese che lui aveva salvato dall'oblio. La storia di un uomo solo e triste rinchiuso nei suoi tormentati pensieri e rifiutato da molti ma che riuscì a fare passi da gigante in un mondo quanto mai sbagliato e a lui ostile. È il film sulla vita di Alan Turing, famoso ed importante crittografo e matematico al quale si deve l'invenzione del primo computer della storia, utilizzato dallo stesso Turing durante la seconda guerra mondiale per criptare e decifrare messaggi in codice provenienti dall'esercito tedesco.
La pellicola è una delle più attese e desiderate del 2014 e di certo le aspettative erano davvero alte. Per mesi e mesi non si è fatto altro che parlare e pubblicizzare l'opera sia per gli importanti e delicati contenuti storico-sociali ma soprattutto per la osannata interpretazione dell'attore britannico Benedict Cumberbatch. The Imitation Game è un buon film che sa essere godibile e piacevole catturando l'animo dello spettatore ma che purtroppo non riesce ad imporsi e a raggiungere lo status d'eccezione che si era (o ci eravamo) prefissato(/i) di raggiungere. I punti di forza dell'opera sono sicuramente rintracciabili nell'ottimo cast di attori i quali hanno tutti svolto un eccellente lavoro, nella fotografia calda e legnosa che riesce perfettamente a trasmetterci la sensazione di trovarci negli anni '40 e, per ultimo, da una struttura narrativa lodevole edificata a tre livelli temporali.
Alan turing è un personaggio strano e singolare, a tratti detestabile, che per via dei suoi bizzarri comportamenti ricorda molto il John Nash di “A Beautiful Mind” interpretato da Russel Crowe. Le similitudini con il film di Ron Howard sono riscontrabili in gran parte del film in quanto i due personaggi hanno molti punti in comune e la loro storia, se pur estremamente diversa, è per certi tratti molto simile. Il Turing di Cumberbatch stupisce e riesce ad apparire amorevole e detestabile allo stesso tempo. L'attore ha saputo calarsi in maniera quasi maniacale nel personaggio regalandoci un'interpretazione strabiliante che ha soddisfatto a pieno le aspettative del pubblico. La struttura narrativa è sapientemente gestita e organizzata riuscendo a catturare l'attenzione attraverso un ampio e intelligente utilizzo di flashback e flashforward che richiamano il passato e l'estremo futuro del protagonista. Non si può parlare allo stesso modo della regia in quanto tende a limitarsi al minimo indispensabile giocando tutto sulla buona riuscita del film senza accorgimenti stilistici di nessun tipo né virtuosismi registici degni di un'opera di cotanto spessore. Il regista, insomma, mantiene tutto nei limiti senza mai dare l'idea di osare o volerci dire la sua. È una regia contenuta e ristretta che, volutamente o no, non emerge e non si distingue ma rimane sempre dietro i confini del rischio evitando di sbavare e sbagliare. The Imitation Game è un film bello e ben realizzato che rende omaggio a un personaggio storico del passato mettendo in scena le tappe principali della sua vita alternando i sofferenti attimi dell'adolescenza ai tormentati giorni della seconda guerra mondiale. Oltre questo, però, il film non arriva. Siamo fermi all'apprezzamento della buona riuscita ma non possiamo vedere altro. Forse (o forse no) si tratta dell'ennesima opera scritta e prodotta a tavolino per accaparrarsi quanti più consensi possibili da critico e pubblica riuscendo in questo modo a ritagliarsi un siparietto nel mondo dei tanto ambiti premi cinematografici. Purtroppo opere come queste sono il più delle volte prodotte per fare breccia nel cuore dello spettatore impietosendo gli animi gentili grazie alle loro tematiche toccanti fatte di persone che diventano automaticamente degli eroi e storie che si trasformano in incredibili avventure. Non c'è niente in questo film che ci faccia sentire e percepire chi sia davvero il regista e cosa faccia. Un film incolore e privo di quello stile e quel guizzo necessari a elevarlo a decorosa celebrazione di una figura leggendaria. Una visione piacevole e struggente ma che di certo non soddisfa le grandi aspettative di chi era convinto di trovarsi davanti al capolavoro biografico dell'anno.
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isin89
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sabato 24 gennaio 2015
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turing vince l'oscar?
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The Imitation Game è un film sulla storia e sull'uomo. Il racconto di una piccola quanto immensa epoca storica vissuta dall'umanità che vide tra i suoi protagonisti assoluti un piccolo grande uomo che riuscì, grazie alla sua ostinazione a alla sua sapienza, a lasciare un segno indelebile e di straordinaria importanza nella storia del XX° secolo. L'uomo che ha contribuito ad accorciare la guerra e a salvare milioni di vite umane e l'uomo che, a causa delle sue inclinazioni sessuali, fu ucciso da quella stesso Paese che lui aveva salvato dall'oblio. La storia di un uomo solo e triste rinchiuso nei suoi tormentati pensieri e rifiutato da molti ma che riuscì a fare passi da gigante in un mondo quanto mai sbagliato e a lui ostile.
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The Imitation Game è un film sulla storia e sull'uomo. Il racconto di una piccola quanto immensa epoca storica vissuta dall'umanità che vide tra i suoi protagonisti assoluti un piccolo grande uomo che riuscì, grazie alla sua ostinazione a alla sua sapienza, a lasciare un segno indelebile e di straordinaria importanza nella storia del XX° secolo. L'uomo che ha contribuito ad accorciare la guerra e a salvare milioni di vite umane e l'uomo che, a causa delle sue inclinazioni sessuali, fu ucciso da quella stesso Paese che lui aveva salvato dall'oblio. La storia di un uomo solo e triste rinchiuso nei suoi tormentati pensieri e rifiutato da molti ma che riuscì a fare passi da gigante in un mondo quanto mai sbagliato e a lui ostile. È il film sulla vita di Alan Turing, famoso ed importante crittografo e matematico al quale si deve l'invenzione del primo computer della storia, utilizzato dallo stesso Turing durante la seconda guerra mondiale per criptare e decifrare messaggi in codice provenienti dall'esercito tedesco.
La pellicola è una delle più attese e desiderate del 2014 e di certo le aspettative erano davvero alte. Per mesi e mesi non si è fatto altro che parlare e pubblicizzare l'opera sia per gli importanti e delicati contenuti storico-sociali ma soprattutto per la osannata interpretazione dell'attore britannico Benedict Cumberbatch. The Imitation Game è un buon film che sa essere godibile e piacevole catturando l'animo dello spettatore ma che purtroppo non riesce ad imporsi e a raggiungere lo status d'eccezione che si era (o ci eravamo) prefissato(/i) di raggiungere. I punti di forza dell'opera sono sicuramente rintracciabili nell'ottimo cast di attori i quali hanno tutti svolto un eccellente lavoro, nella fotografia calda e legnosa che riesce perfettamente a trasmetterci la sensazione di trovarci negli anni '40 e, per ultimo, da una struttura narrativa lodevole edificata a tre livelli temporali.
Alan turing è un personaggio strano e singolare, a tratti detestabile, che per via dei suoi bizzarri comportamenti ricorda molto il John Nash di “A Beautiful Mind” interpretato da Russel Crowe. Le similitudini con il film di Ron Howard sono riscontrabili in gran parte del film in quanto i due personaggi hanno molti punti in comune e la loro storia, se pur estremamente diversa, è per certi tratti molto simile. Il Turing di Cumberbatch stupisce e riesce ad apparire amorevole e detestabile allo stesso tempo. L'attore ha saputo calarsi in maniera quasi maniacale nel personaggio regalandoci un'interpretazione strabiliante che ha soddisfatto a pieno le aspettative del pubblico. La struttura narrativa è sapientemente gestita e organizzata riuscendo a catturare l'attenzione attraverso un ampio e intelligente utilizzo di flashback e flashforward che richiamano il passato e l'estremo futuro del protagonista. Non si può parlare allo stesso modo della regia in quanto tende a limitarsi al minimo indispensabile giocando tutto sulla buona riuscita del film senza accorgimenti stilistici di nessun tipo né virtuosismi registici degni di un'opera di cotanto spessore. Il regista, insomma, mantiene tutto nei limiti senza mai dare l'idea di osare o volerci dire la sua. È una regia contenuta e ristretta che, volutamente o no, non emerge e non si distingue ma rimane sempre dietro i confini del rischio evitando di sbavare e sbagliare. The Imitation Game è un film bello e ben realizzato che rende omaggio a un personaggio storico del passato mettendo in scena le tappe principali della sua vita alternando i sofferenti attimi dell'adolescenza ai tormentati giorni della seconda guerra mondiale. Oltre questo, però, il film non arriva. Siamo fermi all'apprezzamento della buona riuscita ma non possiamo vedere altro. Forse (o forse no) si tratta dell'ennesima opera scritta e prodotta a tavolino per accaparrarsi quanti più consensi possibili da critico e pubblica riuscendo in questo modo a ritagliarsi un siparietto nel mondo dei tanto ambiti premi cinematografici. Purtroppo opere come queste sono il più delle volte prodotte per fare breccia nel cuore dello spettatore impietosendo gli animi gentili grazie alle loro tematiche toccanti fatte di persone che diventano automaticamente degli eroi e storie che si trasformano in incredibili avventure. Non c'è niente in questo film che ci faccia sentire e percepire chi sia davvero il regista e cosa faccia. Un film incolore e privo di quello stile e quel guizzo necessari a elevarlo a decorosa celebrazione di una figura leggendaria. Una visione piacevole e struggente ma che di certo non soddisfa le grandi aspettative di chi era convinto di trovarsi davanti al capolavoro biografico dell'anno.
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carlett93
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domenica 25 gennaio 2015
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capolavoro
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Cosa dire di questo film se non che è un Capolavoro con la c maiuscola, storia forte, significativa non la sita americanata piena di patriottismo e propaganda, ma un film drammatico che ti tiene ipnotizzato alla visione dal primo minuto fino all'ultimo.
Per non parlare delle varie metafore che ha il film come ad esempio la persecuzione che ha avuto il protagonista.
La persecuzione che ha avuto Turing, anzi quella descritta dal regista è paragonabile proprio alla persecuzione nazista della seconda guerra mondiale. Lui riesce a decifrare enigma salava persone e persone, riduce la guerra di due anni ma mai nessuno lo saprà (se non 50 anni dopo la sua morte ) non riceverà nessun premio anzi proprio il paese che Turing ha salvato lo condannerà a morte, perchè la tortura che gli infliggono è come la morte se non peggio.
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Cosa dire di questo film se non che è un Capolavoro con la c maiuscola, storia forte, significativa non la sita americanata piena di patriottismo e propaganda, ma un film drammatico che ti tiene ipnotizzato alla visione dal primo minuto fino all'ultimo.
Per non parlare delle varie metafore che ha il film come ad esempio la persecuzione che ha avuto il protagonista.
La persecuzione che ha avuto Turing, anzi quella descritta dal regista è paragonabile proprio alla persecuzione nazista della seconda guerra mondiale. Lui riesce a decifrare enigma salava persone e persone, riduce la guerra di due anni ma mai nessuno lo saprà (se non 50 anni dopo la sua morte ) non riceverà nessun premio anzi proprio il paese che Turing ha salvato lo condannerà a morte, perchè la tortura che gli infliggono è come la morte se non peggio.
Una storia fantastica che meritava di essere scoperta, gli eroi non sono sempre quelli che stanno sul fronte a sparare e a uccidere altre persone, gli eroi sono persone come turing, salvano il paese, accorciano la guerra e permettono la vittoria ma a loro non viene riconosciuto niente i classici eroi silenziosi a mio avviso i più preziosi.
Il protagonista è un attore con l'A maiuscola sembra dio quando recita, un attore più o meno sconosciuto che fa il di dietro a vari attoroni hollywoodiani , espressioni da top player, veramente un piacere guardarlo.
Sarà che è stato l'unico film ,insieme a un nostro capolavoro la vita è bella, a farmi scendere una lacrima in mezzo alla sala.
Consigliato assolutamente si!!!!
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