The Imitation Game

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Un film di Morten Tyldum. Con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Mark Strong, Rory Kinnear.
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Titolo originale The Imitation Game. Biografico, Ratings: Kids+13, durata 113 min. - Gran Bretagna, USA 2014. - Videa uscita giovedì 1 gennaio 2015. MYMONETRO The Imitation Game * * * - - valutazione media: 3,34 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

A. Turing: genio avverso, introverso e controverso Valutazione 4 stelle su cinque

di Great Steven


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mercoledì 16 marzo 2016

THE IMITATION GAME (USA/UK, 2014) diretto da MORTEN TYLDUM. Interpretato da BENEDICT CUMBERBATCH, KEIRA KNIGHTLEY, MATTHEW GOODE, CHARLES DANCE, MARK STRONG, RORY KINNEAR, ALLEN LEECH, MATTHEW BEARD
Alan Turing, brillante matematico esperto nella decrittazione di codici, viene reclutato nel 1939 dal governo britannico per scoprire cosa si nasconde dietro al lancio di messaggi segreti inviati alla potenza industriale europea dal Terzo Reich, quando la situazione di pace continentale sta per essere sconquassata dalla guerra. Il modus operandi di Turing si rifà al gioco dell’imitazione, un difficile insieme di questionari scientifici sul quale ripone il suo affidamento per insegnare al suo gruppo di neofiti come agire per decrittare codici apparentemente incomprensibili ma in realtà carichi di minacce belliche e pericolosi affronti politici. Nella sua squadra, dopo essere arrivata in ritardo all’esame di ammissione, entra anche la giovane Joan Clarke, assunta ugualmente da Turing perché in grado di battere autentici record nella risoluzione dei quesiti. La situazione inizia a complicarsi seriamente quando, inframmezzato al pesante e impegnativo lavoro di interpretazione dei messaggi in codice, si insinua un sentimento d’amore di Joan nei confronti del suo datore di lavoro, il quale si dichiara però gay; ma, pur di conservarla come fidata collaboratrice, Alan decide di sposarla, contro il parere dei genitori di lei. L’operato di Alan Turing al servizio della Corona britannica ha successo ma, come si evince dai titoli di coda, condannato per omosessuali, il matematico si arrende e nel 1954, a soli quarantun anni, si dà la morte. Fonte primaria di questo complesso e ambiguo thriller d’autore è il romanzo, uscito nel 1983, di Andrew Hodges, intitolato Alan Turing: The Enigma, il quale fu in ritardo di oltre quarant’anni nello svelare il funzionamento del sistema scientifico (più precisamente induttivo, ma anche intuitivo, tutto sommato) su cui Turing, personaggio realmente vissuto, si basò per contrastare, da una prospettiva verosimilmente laica, profana e pacifista, l’avanzata del regime nazista verso la conquista militare dell’Europa, sistema lungamente contestato dai colleghi invidiosi del matematico e contemporaneamente apprezzato dai superiori che lo avevano incaricato del delicatissimo compito. Una larga fetta del merito della riuscita del film è da attribuire a Cumberbatch, perfetto nel dare un volto plausibile ed efficace ad una figura che, malgrado l’indiscutibile genialità e la meno passabile ritrosia ai rapporti interpersonali e alla socialità, si apre a forza di spinte intellettuali una strada che gli riconosce i giusti meriti, ma non manca di punirlo per come pecca involontariamente di superbia e per il suo modo di trattare dall’alto in basso compagni di lavoro non meno intelligenti di lui, ma forse più lungimiranti e dotati di un maggiore senso pratico. Al suo fianco, la Knightley si ritaglia un ruolo determinante che, pur ampliando (e aggiungerei inutilmente) il suo sterminato percorso di film in costume, inserisce nel suo repertorio di donne all’apparenza fragili ma dotate in verità di coraggio e carattere un altro tassello che le permette di guadagnare visibilità artistica e di affermarsi tramite una performance convincente e ben calibrata. I due Matthew (Goode nella parte di Hugh Alexander e Beard nelle vesti di Peter Hilton) si impegnano nel dare corpo ai due controversi collaboratori di Turing, il primo interpretando con una fantastica boria il campione nazionale e maestro di scacchi e il secondo figurando come l’uomo della squadra giudicato troppo arrogante e saccente dal protagonista e dunque inadeguato al lavoro d’équipe. Fra i "pezzi grossi" del MI6 (il Secret Intelligence Service, ovvero il servizio di agenzia segreta della Gran Bretagna per l’estero), da segnalare come particolarmente azzeccati il comandante di C. Dance, che si fa convincere da Turing ad assumerlo salvo poi doverlo costringere a lavorare palmo a palmo con altre capaci menti matematiche, e il capo Stewart Menzies, cui giova fortemente l’espressione sardonica e coriacea del bravissimo M. Strong, il cui inarrestabile spirito di adattamento a personaggi sempre più spesso severi e scomodi si affina di film in film. La fetta di torta migliore, però, resta sempre la meravigliosa, insuperabile sceneggiatura di Graham Moore, giustamente premiata con un Oscar alla cerimonia 2015, la quale si distingue con incredibile abilità nel racconto delle peripezie socio-politiche della democrazia monarchica britannica, nel tracciare il ritratto spietato e sofferto di un uomo isolato dalle sue stesse doti (ma probabilmente più dal suo essere refrattario a condividere opinioni altrui e ad accettare prospettive energicamente differenti dalla sua), nonché nella trasformazione in autentico antagonista della pellicola di Enigma, la terribile macchina elettro-meccanica impiegata dallo stato nazista per cifrare e decifrare messaggi di capitale importanza. Raramente, nel mondo del cinema, si è visto (o meglio, non si è visto, perché non compare fisicamente) un cattivo così atipico, e soprattutto così schiacciante e decisivo proprio in virtù della sua anomalia perfidamente misurata. Tyldum, regista norvegese nato nel 1967 a Bergen, si limita a mettere mano dove la sceneggiatura, le interpretazioni e i contributi tecnici non arrivano a distendere ad ampie vedute lo sconsolato, ma pur sempre perentorio, significato dell’opera, intendibile specialmente se lo si guarda con occhio attento alle contraddizioni della peggiore guerra di tutti i tempi e alla potenza degli eventi segreti nella storia di ogni Paese europeo, in primis quella del Novecento. Storicamente inattendibile e zeppo di incongruenze temporali, ma comunque incisivo nella rievocazione di un avvenimento che molti libri di scuola tralasciano volentieri, e i motivi sono forse da ricercarsi nella contraddittorietà di colui che ne fu protagonista, colui che è stato anche riconosciuto come uno dei padri dell’informatica e uno dei matematici più validi del XX secolo. Riprese effettuate nell’arco di due mesi con un budget di 15 milioni di dollari. È riuscito ad incassarne 227, fino al maggio 2015.

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