Anno | 2013 |
Genere | Sperimentale |
Produzione | Tailandia |
Regia di | Nawapol Thamrongrattanarit |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 14 agosto 2013
Un "adattamento digitale" di un anno della vita di un'anonima studentessa attraverso i suoi status di Twitter
CONSIGLIATO SÌ
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Mary è una studentessa thailandese all'ultimo anno di liceo. Mentre prova a concentrarsi sullo studio per l'esame di maturità insieme all'amica del cuore Suri, la ragazza si ritrova ad affrontare cambiamenti improvvisi che sconvolgono la sua vita serena e la spingono a provare nuovi sentimenti d'amore. Le pressioni degli adulti sulla necessità di pianificare il futuro aumentano e le certezze acquisite sembrano crollare. Tra compiti in classe, lunghe chiacchierate con l'inseparabile amica e i primi batticuore, Mary si sforza di trovare la propria strada e di dare un senso alla sua vita, proprio nel momento in cui tutto sembra volersi sottrarre al suo controllo.
L'adolescenza al tempo di Twitter. È così che potrebbe intitolarsi il secondo lungometraggio diretto dal thailandese Nawapol Thamrongrattanarit, sceneggiatore professionista che ha esordito nella regia con 36. Per questa seconda prova dietro la macchina da presa, Thamrongrattanarit sfrutta la sua esperienza nella scrittura per dare vita a un curioso esperimento, che decostruisce in modo innovativo le forme tradizionali del racconto cinematografico. Con questo film il regista narra l'adolescenza, ma lo fa a partire da un social network. Thamrongrattanarit ha, infatti, rubato i pensieri di una giovane a lui sconosciuta sotto forma di Tweet. 410, per l'esattezza, riportati in ordine cronologico e senza alcuna alterazione.
Una sfida ardua, quella intrapresa dal regista: prendere una serie di eventi casuali e trasformarli in una narrazione, individuare un modo nuovo di raccontare una storia, realizzando l'adattamento cinematografico di un anno di post pubblicati da un account Twitter qualsiasi. Thamrongrattanarit si lancia nell'impresa con leggerezza, senza mai prendersi troppo sul serio, consapevole dei rischi insiti nell'operazione, ma senza cadere nel paradosso. E quando si trova di fronte a un Tweet che sembra intraducibile in immagini, il regista risolve il problema con l'arma dell'ironia. Ciò nonostante, riesce a costruire una narrazione credibile, con un suo filo logico, basata sulla sostituzione dell'azione con i pensieri. Quelli espressi da un ragazzina nel suo diario virtuale, che, pur condensandosi in 140 caratteri, racchiudono una profondità, una sensibilità e persino una saggezza fuori dall'ordinario. La stessa poetica delicatezza con cui il regista scruta nella vita in tumulto di questa adolescente che non ha mai conosciuto. Qui non si tratta di voyeurismo in stile "Grande Fratello": il regista non cannibalizza i moti interiori della sua Mary, ma li mette in scena con tatto e rispetto, mostrando che, più dello strumento, conta l'approccio con cui si racconta una storia. E quella di Thamrongrattanarit è una storia che, pur essendo ricavata da un mezzo potenzialmente spersonalizzante, è carica di sentimento ed emozione, pur nello scorrere lento dei pensieri della protagonista, interpretata da una giovane attrice, Patcha Poonpiriya, capace di rendere al meglio la natura introspettiva del racconto e del suo personaggio.
Il risultato di questo curioso esperimento è una scommessa vinta: un modo nuovo di raccontare una storia vecchia - le difficoltà della crescita e la dura accettazione dell'imprevedibilità della vita - che non perde mai di attualità e intensità.
La prima impressione che colpisce lo spettatore e', a schermo ancora nero, il rumore di una tastiera da computer e un clic di invio. Solo dopo compare l'immagine. Il film narra, in modo assolutamente originale, gli ultimi mesi di scuola di una liceale, Mary Malone, i suoi dialoghi frammentati con l'amica del cuore, Suri, i suoi difficili rapporti con l'ambiente scolastico, insensibile [...] Vai alla recensione »