Il ragazzo invisibile |
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Un film di Gabriele Salvatores.
Con Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Christo Jivkov.
continua»
Titolo originale The Invisible Boy.
Fantastico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Italia, Francia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 18 dicembre 2014.
MYMONETRO
Il ragazzo invisibile ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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I superpoteri d'un adolescente fuori dal comune.
di GreatStevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di GreatSteven |
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martedì 26 settembre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IL RAGAZZO INVISIBILE (IT/FR, 2014) diretto da GABRIELE SALVATORES. Interpretato da LUDOVICO GIRARDELLO, VALERIA GOLINO, FABRIZIO BENTIVOGLIO, CHRISTO JIVKOV, NOA ZATTA, ASSIL KANDIL, VERNON DOBTCHEFF Michele Silenzi è un normalissimo adolescente, figlio della poliziotta Giovanna, che vive in una città bagnata dal mare. Non si può affermare che a scuola sia una celebrità: non eccelle negli studi né tantomeno negli sport e viene spesso insultato e picchiato dai compagni strafottenti, fra cui v’è l’insolente e robusto Ivan Casadio, figlio di un detenuto appena scarcerato. Ma a Michele non importa molto dei suoi fallimenti, perché ciò che più gli interessa è ingraziarsi Stella Morrison, sua coetanea che pratica con successo la ginnastica artistica, di cui è innamorato. Nel frattempo l’inspiegabile sparizione di due studenti della medesima classe di Michele, Martino Breccia e Brando Volpi, il primo genio matematico e il secondo asso del tennis, desta le attenzioni della Polizia di Stato, che interviene direttamente nella scuola del ragazzo protagonista e nelle cui indagini viene coinvolto lo psicologo Giorgio Basili. Un pomeriggio Michele vuole comprarsi un costume da supereroe per partecipare alla festa di compleanno di Stella, e, entrato in un negozio cinese, ne trova uno di un supereroe sconosciuto di cui ignora il potere, al che il venditore che glielo porge gli dice semplicemente: «Lo scoprirai». Quella specie di pigiama fornisce a Michele il dono dell’invisibilità, e il ragazzino lo sfrutta per divertirsi un po’ a spese di coloro che lo prendono in giro, ma scopre che il potere ha una durata limitata proprio quando è dentro allo spogliatoio delle sue coetanee femmine. Ma c’è di più: l’invisibilità non dipende dal costume in sé, bensì è un potenziale che Michele possiede e che dovrà imparare ad esercitare per utilizzarlo al meglio. E le sorprese non si esauriscono qui: un giorno, sulla spiaggia, il nostro incontra Andrej, un uomo russo privato della vista che gli rivela di essere suo padre. Infatti Giovanna non è la madre del ragazzo, in quanto lo adottò quand’era ancora in fasce su richiesta di Andrej. Questi è capace di leggere nel pensiero e pure di svellere dalla mente altrui i ricordi a breve e lungo termine. Andrej racconta a suo figlio che tempo prima, in Russia, vi fu un disastro nucleare che scatenò radiazioni in seguito alle quali numerose persone assunsero facoltà extrasensoriali, Andrej compreso. L’uomo sposò Helena, madre naturale di Michele, che venne però uccisa dall’esercito nazionale, che voleva impossessarsi di questi uomini e queste donne, divenuti Speciali, per creare un’armata di individui imbattibili. Ma essi non si sono arresi, hanno fondato una divisione che opera nel mare su cui si affaccia il paese in cui abita Michele e sono ancora intenzionati a sfruttare il potenziale straordinario di giovani con talenti fuori dal comune, compresi i rapiti Martino e Brando, cui si aggiunge anche la talentuosa Stella, al cui sequestro Michele assiste tentando senza fortuna di salvarla. Il capo dell’organizzazione segreta, il cui quartier generale è un sofisticato sottomarino ultramoderno, è un bieco mutaforma noto come Artiglio, il quale, al termine di una faticosa ed estenuante lotta fra i ragazzini rapiti e i soldati ai suoi ordini, propone a Michele di aggregarsi alla cricca degli Speciali, lasciando perdere per sempre il mondo delle persone prive dei superpoteri. Ma Michele, ormai conscio di essere molto più formidabile di quanto non sospettasse, compie un triplo miracolo: ottiene l’inaspettata collaborazione di Casadio, salva i tre studenti sequestrati in precedenza e, urlando furiosamente, distrugge la base della Divisione, portando al completo fallimento il piano di Artiglio. Lo psicologo Basali, anch’egli prigioniero della Divisione, viene tratto in salvo, non senza l’aiuto determinante di Andrej e Giovanna. L’unico rammarico per Michele consisterà nel fatto che suo padre dovrà cancellare dai cervelli di tutti i ricordi dei recenti episodi violenti e incresciosi che sono accaduti. Ma Stella non si dimenticherà del suo salvatore e gli concederà finalmente i favori che lui attendeva da tempo. In un conclusivo flash forward, si nota che Michele aveva pure una sorella di nome Natasha, portata in salvo assieme a lui dal padre in comune Andrej, e che da adulta è diventata Generale degli Speciali. Ah, da non dimenticare che anche la madre biologica di Michele, Helena, possedeva il dono dell’invisibilità che hai poi tramandato al figlio prima di morire. Dopo l’ottima prova offerta con Educazione siberiana del 2013, Salvatores, con quello che sembra ormai un definitivo cambio di rotta verso nuove sperimentazioni di generi cinematografici, tenta di ripetere il colpaccio, ma l’esperimento fallisce per un abbondante 40%, e per due ragioni fondamentali: aver saccheggiato eccessivo materiale dai fumetti della Marvel (gli X-Men in particolare) e aver messo troppa carne al fuoco in una trama molto avvincente, ma di una complessità non del tutto indispensabile. Il restante 60% va ai meriti di aver costruito, grazie ad un’affiatata équipe di tre sceneggiatori, un’originale storia di fantascienza – non tutta italiana (come sarà invece per Lo chiamavano Jeeg Robot, uscito l’anno successivo), per via della coproduzione francese – che non manca di intriganti colpi di scena e si rivela un funzionale film di attori, a partire dal giovane Girardello che se la cava piuttosto egregiamente, passando poi per le buone prove della Golino e di Bentivoglio e concludendo con gli interpreti stranieri, fra cui spiccano Jikvov nelle vesti del padre con occhiali scuri e forti capacità telepatiche e Dobtcheff nei panni del capoccia barbuto che comanda una malvagia istituzione che ricorda vagamente gli esperimenti dei nazisti nel tentativo di creare una razza superiore di uomini più dotati da ogni punto di vista, sia fisico che intellettuale, ma il paragone non ha rilevanza ai fini di questa recensione cinematografica. Ciò che importa è che Salvatores si conferma ancora una volta un regista duttile e versatile, che non s’è montato la testa col premio Oscar per Mediterraneo (1991), e capace di sperimentare ambienti innovativi mettendoci sempre un’ampia dose di farina del suo sacco. E di questo gli va fatto onore con tanto di cappello. Anche in merito alla durata, i tempi sono stati ragionevolmente contenuti, il che capita onestamente di rado, nel campo del cinema di fantascienza. Montaggio: Italo Petriccione. L’esclusione dai David di Donatello e dai Nastri d’Argento è una mezza ingiustizia che però sottolinea come le premiazioni filmiche nostrane abbiano ancora una mentalità abbastanza ristretta per quel che concerne le sperimentazioni svolte a proprio rischio e pericolo, e questo è un male che andrebbe al più presto sanato.
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