enzo70
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domenica 4 maggio 2014
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un viaggio riuscito a metà
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Un anziano professore svizzero che poco si aspetta dalla vita che gli salva una giovane donna che si sta lanciando da un ponte a Berna. La salva e del suo gesto gli rimane un libretto, alcune riflessioni di un giovane portoghese scritto qualche anno prima della rivoluzione di aprile. In maniera inconsapevole il professor Gregorius si imbarca su un treno, di notte, per Lisbona, alla ricerca della storia dell’autore del libro. Un modo per rivivere da dentro la rivoluzione dei colonnelli, attraverso le vite di tre giovani portoghesi e del loro amore condiviso per la stessa donna. La violenza del regime di Salazar si sovrappone ai sogni di libertà dei protagonisti, sullo sfondo la splendida città di Lisbona, sintesi di cultura e storia, di sogni e drammi, costante del popolo portoghese.
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Un anziano professore svizzero che poco si aspetta dalla vita che gli salva una giovane donna che si sta lanciando da un ponte a Berna. La salva e del suo gesto gli rimane un libretto, alcune riflessioni di un giovane portoghese scritto qualche anno prima della rivoluzione di aprile. In maniera inconsapevole il professor Gregorius si imbarca su un treno, di notte, per Lisbona, alla ricerca della storia dell’autore del libro. Un modo per rivivere da dentro la rivoluzione dei colonnelli, attraverso le vite di tre giovani portoghesi e del loro amore condiviso per la stessa donna. La violenza del regime di Salazar si sovrappone ai sogni di libertà dei protagonisti, sullo sfondo la splendida città di Lisbona, sintesi di cultura e storia, di sogni e drammi, costante del popolo portoghese. Un grande progetto di film che, però, non riesce a trovare un vero punto di snodo, l’impressione per lo spettatore è che qualcosa debba sempre avvenire, ma non avverrà, ma l’attesa rimane sempre tradita. La trasposizione di un libro è sempre un’operazione difficile e Bille August riesce solo a metà in questo lavoro.
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totybottalla
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mercoledì 22 marzo 2017
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film dalla visione impegnativa!
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Basato sul romanzo di Pascal Mercier il film di Bille August è un lavoro che non ha pretese ruffiane e non cerca compiacimenti popolari, al contrario, sembra selezionare un pubblico rilassato e che non ha fretta di sbirciare l'ultima pagina, il racconto affidato alla casuale intraprendenza del prof. Gregorius assume le sembianze d'unavventura necessaria che diventa poetica nei versi di Amadeu, il discorso in chiesa che tanto indigna fa riflettere, il film dalle argomentazioni complicate e per certi versi angoscianti mette in scena i vecchi sentimenti del genere umano causa di gioie e dolori, arrivi e partenze come un treno che ti porta altrove! Saluti.
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rita branca
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domenica 4 maggio 2014
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“il coraggio della svolta” di rita branca
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Treno di notte per Lisbona (2013 ) film di Bille August con Jeremy Irons, Mélanie Laurent, Jack Huston, Martina Gedeck, Bruno Ganz, Christopher Lee, Lena Olin, Charlotte Rampling, Tom Courtneay, Marco D’Almeida, August Diel ed altri
Una bella fotografia e un ritmo lento caratterizzano questo film, ispirato al romanzo omonimo di Pascal Mercier, ambientato solo in minima parte in Svizzera e per il resto a Lisbona, dove il protagonista, Raimund Gregorius, un maturo professore di lettere classiche, ben interpretato da Jeremy Irons, si reca per pura casualità, dopo che in un giorno piovoso e ventoso, mentre attraversa un ponte nella sua patria, avvista la figura di una giovane donna, arrampicata sulla ringhiera, che sta per spiccare un salto nell’acqua sottostante con evidenti intenti suicidi e la blocca.
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Treno di notte per Lisbona (2013 ) film di Bille August con Jeremy Irons, Mélanie Laurent, Jack Huston, Martina Gedeck, Bruno Ganz, Christopher Lee, Lena Olin, Charlotte Rampling, Tom Courtneay, Marco D’Almeida, August Diel ed altri
Una bella fotografia e un ritmo lento caratterizzano questo film, ispirato al romanzo omonimo di Pascal Mercier, ambientato solo in minima parte in Svizzera e per il resto a Lisbona, dove il protagonista, Raimund Gregorius, un maturo professore di lettere classiche, ben interpretato da Jeremy Irons, si reca per pura casualità, dopo che in un giorno piovoso e ventoso, mentre attraversa un ponte nella sua patria, avvista la figura di una giovane donna, arrampicata sulla ringhiera, che sta per spiccare un salto nell’acqua sottostante con evidenti intenti suicidi e la blocca. Quando la ragazza, poco dopo, scompare abbandonando il suo soprabito rosso, egli vi trova in tasca un piccolo libro “L’orafo delle parole” di Amadeu de Almeida Prado, che lo cattura immediatamente per il contenuto insolito e un biglietto di treno per Lisbona che sta per partire. Corre dunque in stazione nella speranza di trovare la ragazza e consegnarle gli oggetti personali, ma, non trovandola, si lascia guidare da un impulso insolito e sale sul treno, dopo aver abbandonato la classe in cui era in corso la sua lezione. Una volta in Portogallo riesce a rintracciare parenti ed amici dello straordinario autore del libro, che scopre essere stato un eroe della resistenza portoghese di cui nessuno parla volentieri. Le vicende che apprende, sempre più affascinato, insieme a una serie di personaggi di cui riesce a vincere la ritrosia, e l’incontro fortuito con un’oculista con la quale nasce subito empatia, lo fanno riflettere sulla sua esistenza che gli pare scialba e noiosa e lo spingono a dare una svolta totale per azzerarla e ricominciare da capo.
Il film alterna momenti di lirismo ad altri di intensa drammaticità particolarmente quando tratta della resistenza portoghese alla dittatura di Antònio de Olivera Salazar.
Rita Branca
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pensierocivile
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giovedì 17 ottobre 2013
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il boia dello spettatore
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Superare senza troppe riflessioni il principio della storia con il tentato suicidio e la rincorsa al senso del libro misterioso, è necessario per poter entrare in sintonia con l'intreccio di racconti che riportano a galla la tragedia del Portogallo di Salazar. Persino l'abbraccio con la storia d'amore è sopportabile, perché non superfluo, ma imprescindibile nella definizione delle psicologie dei protagonisti e delle azioni conseguenti, in stretto rapporto con gli atti criminali (e forse del ravvedimento) del boia di Lisbona. Purtroppo Bille August non si accorge di tutto questo, si abbandona ad un romanzone rosa che anestetizza la forza del racconto, spegne ogni ardore, ogni passione, cancella il boia riducendolo ad una caricatura, fa comparire dal nulla una nipote, mortifica gli ideali della Resistenza, per curare le ferite di un professore senza alcuno spessore cui Jeremy Irons dona un dolore esistenziale senza alcuna forza vitale.
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Superare senza troppe riflessioni il principio della storia con il tentato suicidio e la rincorsa al senso del libro misterioso, è necessario per poter entrare in sintonia con l'intreccio di racconti che riportano a galla la tragedia del Portogallo di Salazar. Persino l'abbraccio con la storia d'amore è sopportabile, perché non superfluo, ma imprescindibile nella definizione delle psicologie dei protagonisti e delle azioni conseguenti, in stretto rapporto con gli atti criminali (e forse del ravvedimento) del boia di Lisbona. Purtroppo Bille August non si accorge di tutto questo, si abbandona ad un romanzone rosa che anestetizza la forza del racconto, spegne ogni ardore, ogni passione, cancella il boia riducendolo ad una caricatura, fa comparire dal nulla una nipote, mortifica gli ideali della Resistenza, per curare le ferite di un professore senza alcuno spessore cui Jeremy Irons dona un dolore esistenziale senza alcuna forza vitale. Sceneggiatura troppo piatta per soddisfare i “bisogni” di un cast sontuoso, scene pallide da film per la tv, con un vago ricordo di ciò che bisogna “dare” al cinema.
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