Titolo internazionale | The Well |
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Messico |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Michael Rowe |
Attori | Tania Arredondo, Arnoldo Picazzo, Zaili Sofia Macias . |
MYmonetro | 2,92 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 11 novembre 2013
Scritto e diretto da Michael Rowe, Manto Acuífero è il secondo film di una trilogia incentrata sulla solitudine.
CONSIGLIATO SÌ
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Caro è una bambina di otto anni che, dopo la separazione dei genitori, va a stare con la madre e il suo nuovo compagno, Felipe. Da Città del Messico si trasferisce verso il sud, vivendo persa dietro alla speranza di un ritorno del padre, nonostante la mamma le abbia spiegato che questo non avverrà. Nel grande giardino intorno alla sua nuova casa, trova il luogo ideale in cui poter coltivare la propria passione per gli insetti, trasmessale proprio dal padre entomologo, che preferisce di gran lunga alla televisione e alle bambole di cui le fa dono il patrigno. Un vecchio pozzo che cerca di sistemare nel migliore dei modi, inoltre, sarà per lei rifugio da una condizione difficile da tollerare.
La macchina da presa ad altezza di bambino, inquadrature principalmente statiche e di lunga durata, con gli adulti che entrano e escono da quel campo visivo consacrato soltanto alla piccola protagonista. La storia di questa pudica pellicola messicana è tutta raccontata attraverso gli occhi di una fanciulla che l'obiettivo di Michael Rowe segue con partecipata obiettività, sempre a un passo di distanza. Mentre parla con uno scarafaggio od osserva una lumaca, è come se Caro ristabilisse il contatto con il padre, il cui ruolo vede usurpato da Felipe, del tutto incapace di costruire un rapporto d'affetto anche al di là delle sue resistenze di bambina. Con l'eccezione di una sequenza, peraltro centrale nello sviluppo narrativo, in cui si intravedono alcune persone cenare insieme alla madre e al patrigno, il film si costruisce completamente intorno a questa nuova e già zoppicante famiglia, composta da un terzetto di personaggi mosso da sottili e complesse dinamiche relazionali. Proprio in ciò è possibile intuire la buona mano di Rowe, già premiato a Cannes con la Camer d'or per il precedente Año bisiesto, cineasta che sa gestire i silenzi e i rapporti di forza, senza dover ricorrere all'utilizzo del dialogo oppure a fastidiose scene esplicative. Dall'andatura dilatata, è un'opera capace di ascoltare le sue stesse immagini, di farle respirare, saldamente ancorata a un'organizzazione stilistica che rivela sensibilità, intelligenza e un lieve sospetto di maniera. Analisi sull'infanzia, dentro e attraverso il cuore di una bambina divisa a metà, Manto Acuífero cresce nella progressione dei suoi piani fissi, nei dettagli delle foglie e delle cortecce, nei giochi portati avanti come ricostruzione immaginaria di un altro possibile. Molto ben diretta la piccola Zaili Sofia Macias. Tra i produttori figura Gael García Bernal.