Chasse Au Godard d'Abbittibbi

Film 2013 | Drammatico 100 min.

Titolo originaleLa Chasse au Godard d'Abbittibbi
Anno2013
GenereDrammatico
ProduzioneCanada
Durata100 minuti
Regia diEric Morin
AttoriAlexandre Castonguay (II), Sophie Desmarais, Martin Dubreuil, René-Daniel Dubois Céline Dompierre, Jean-Phi Goncalves, Steve Jolin, Dany Michaud, Normand Canac-Marquis, Manon Charlebois, Olivier Picard, Eric Morin, Adrien Bletton, Daniel Laurendeau, Jacques Matte, Bernard Duchesneau, Jean-Paul Charlebois, Megan Cotnoir Boudreault, Arthur Castonguay, Eléni Morin-Charlebois, Rachelle Lortie, Luc Brien, Suzie McLelove, Étienne Chan Kane, Daniel Bossé, Sébastien Paquin, Michel Denis (II), Madeleine Arcand, Marijo Denis, Sophie Alix, Geneviève Crépeau, Matthieu Dumont, Guy Mailly, Monique de Demus, Dany Boudreault, Mélissa Bordeleau-Gagnon, Antony Godmer-Camirand, Janie Savard, Cédrik Girard, Gabriel David, Francis Sarrazin-Poulin, Joëlle Malo, Panda Stratowski, Danik Laporte, Stéphane Mireault, Félix B. Desfossés, Philippe Marquis, Jean Goyard, Jocelyn Jacques, Félix St-Jacques, Hervé Barrette, Yannik Collin, Stéphane Richard, Joseph Vachon, Carol Courchesne, Marc Provencher, Guy Pierre Dubuc, Isabelle Rivest, Dominique Fortin (II), Louise Bédard, Pascale Charlebois, France Neveu, Jennifer Turcotte, Isabelle Leblanc, Émilienne Laforge, Alice Turcotte-Laporte, Olivia Turcotte-Laporte, Yori Morin-Charlebois, Livia Morin-Charlebois, Bruce Gervais, Greg Bastien, Pascal Gélinas, Gilles Rivest, Pascal Binette, Benoît Lavergne, Gilles Leblanc, Luc Lacroix, Yves Lyonnais, Marco Rancourt, Real V. Benoit.
MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Eric Morin. Un film con Alexandre Castonguay (II), Sophie Desmarais, Martin Dubreuil, René-Daniel Dubois. Cast completo Titolo originale: La Chasse au Godard d'Abbittibbi. Genere Drammatico - Canada, 2013, durata 100 minuti. - MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 16 gennaio 2015

Il racconto di un incontro speciale con un grande artista che scombussola la routine di una città del Quebec.

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Una commedia 'artigianale' sul bisogno di evasione e su una questione discussa della provincia canadese: l'esodo dei giovani.
Recensione di Marzia Gandolfi
Recensione di Marzia Gandolfi

Dicembre 1968. Su Rouyn-Noranda, cittadina 'congelata' nella regione di Abitibi, il vento soffia l'onda del Maggio francese. E sulla cresta della Nouvelle Vague arriva Jean-Luc Godard con un progetto di televisione politica da realizzare a Radio Nord, un'emittente locale che gli offre carta bianca. Al seguito del celebre regista approda pure Paul, vidéaste marginale di Montréal e di ritorno da New York, che impatta la vita e la relazione di Marie e Michel. Cassiera senza sogni lei, scioperato logorroico lui, Marie e Michel prendono parte al progetto di Paul: armarsi di camera e microfono per dare parola a studenti, minatori, operai forestali, donne, mogli e casalinghe. Le interviste, girate, montate e messe in onda nella sede occupata di Radio Nord, aprono a Marie e Michel nuovi orizzonti e la possibilità di fare ed essere altro. Per i giovani amanti si tratta ora di decidere se restare o partire, se cercarsi in città o lasciare che l'onda lunga della rivoluzione li spinga fino mare.
Andare o restare, di questo dice (e 'canta') bene l'opera prima di Éric Morin, ex batterista degli Abbittibbi, un gruppo musicale québécois originario di Abitibi. E Morin ne aveva soltanto diciannove quando decise di abbandonare la provincia per Montréal e realizzare il suo sogno di fare cinema, traccia lasciata sulla neve e nell'immaginario popolare dal passaggio di Jean-Luc Godard a Rouyn-Noranda. La visita inattesa del celebre autore divenne per i giovani di allora e per i personaggi di Chasse au Godard d'Abbittibbi rivelatrice di una passione e di un desiderio di partire. A metà degli anni Novanta, Morin scopre dentro un libro di cinema l'episodio: nel dicembre del Sessantotto Godard si spinse nella sua città e nell'inverno canadese per tentare un'impresa televisiva inedita, rivoluzionaria e naturalmente anticapitalista. Esperienza poi fallita davanti alla critica e 'al generale inverno', che costrinse regista ed équipe a ripiegare.
Chasse au Godard d'Abbittibbi non è però un docufiction sulla visita di Godard ad Abitibi, per questo rimandiamo al documentario di Julie Perron (Mai en décembre), e nemmeno un omaggio all'autore di Fino all'ultimo respiro e Il bandito delle 11 ma una commedia 'artigianale' sul bisogno di evasione e su una questione discussa della provincia canadese: l'esodo dei giovani. Prodotto indipendente, girato in inverno con duecento figuranti e un budget di meno di un milione di dollari, Chasse au Godard d'Abbittibbi rivela indubbiamente l'influenza estetica di Godard ma mette in scena un triangolo che ha le irrequietezze, le dolci sospensioni, gli indugi e le improvvise accelerazioni di umori dei personaggi di François Truffaut.
Travolti dall'onda rivoluzionaria di cui Godard era (ed è) portatore sano, i protagonisti avviano un'indagine nella loro città, fondendo insieme sociologia e autobiografia e scoprendo l'urgenza di una radicale e coraggiosa messa in discussione di loro stessi. Catalizzatore delle loro aspirazioni, Paul li invita a interrogare gli altri. E dando voce ai propri concittadini, Marie e Michel troveranno la propria dentro un film che racconta un'epoca dove tutto era davvero possibile. Alla fine degli anni Sessanta la Francia e l'America sbocciavano a Maggio e a nuova vita, propagando il clamore della rivoluzione studentesca anche negli angoli più profondi del Québec, che cominciava ad aprirsi al mondo e a trasformarsi dall'interno. Sul piano formale ed estetico, Morin traduce il fervore di quegli anni con grande eleganza, senza mai scadere nella caricatura e inserendo con criterio la materia documentaria e la partecipazione di non professionisti.
Generoso poi l'intervento di Philippe B, compositore québécois, che ha realizzato una trama musicale in grado di fissare quegli anni caldi fino al punto di potersi inscrivere nel movimento dell'epoca. Abitato da attori straordinari del nuovo cinema quebecchese, Sophie Desmarais, filmata come le muse della Nouvelle Vague, Alexandre Castonguay e Martin Dubreuil, che interpreta un cinéaste chanteur "à la Pierre Harel", il dilemma esistenziale di Éric Morin si fa dichiarazione d'amore al cinema e alla sua provincia. Provincia dove il regista è nato insieme a Xavier Dolan, Maxime Giroux e Denis Villeneuve, autori di una nouvelle vague québécoise, che grazie alle selezioni, alle presenze e ai premi vinti nei festival più prestigiosi superano come Marie i confini nazionali e spostano più in là lo sguardo internazionale.

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Serie TV, Drammatico, Poliziesco - Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda, Finlandia, 2023, 6x60’

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