maggie69
|
domenica 23 marzo 2014
|
sentimenti non verbali
|
|
|
|
La sceneggiatura è ottima. Gli attori bravi. Stavolta il regista piú che sul dialogo punta sui silenzi, sui sentimenti che ci sono ma non vengono espressi a parole ma con uacmuizione fatta di attenzioni, di presenza, di l'amore vero non si dice, si mostra. Lei brava. Inedito lui, la cui bellezza peró non oscura nè appanna la emotivitá che lo caratterizza. Scicchitano é il piú naturale, piú lo vedo e piú mi piace. Non il solito Ferzan, ma acquisteró il dvd...
|
|
[+] lascia un commento a maggie69 »
[ - ] lascia un commento a maggie69 »
|
|
d'accordo? |
|
danskara
|
sabato 22 marzo 2014
|
da vedere
|
|
|
|
bravo Ozpetek e bravi gli attori
|
|
[+] lascia un commento a danskara »
[ - ] lascia un commento a danskara »
|
|
d'accordo? |
|
clairelle
|
sabato 22 marzo 2014
|
un film che ti rimane dentro
|
|
|
|
All'inizio non riusciva a convincermi, ma poi all'improvviso le immagini bellissime della Puglia, il calore delle emozioni che solo Ozpetek sa trasmettere, le battute inconfondibili dei suoi personaggi ti sciolgono il cuore e il film ti rimane dentro. Continuano a tornarmi in mente i fotogrammi più belli di Elena e Antonio che raccontano la normalità della vita tra gioie e dolori. E'incredibile continuare a sentire addosso le loro emozioni e bellissima l'idea dell'Amore che il regista tratteggia e porta con se' in ogni film: abbandono totale all'altro e accettazione completa di tutto il suo essere. Di grande forza e trasporto la scena in ospedale tra Elena e Antonio. Forse per alcuni potrebbe risultare banale l'idea degli opposti che si attraggono, ma è proprio nella semplicità che si rivela la grande del maestria del regista nel raccontare un frammento di una storia comune e però speciale.
|
|
[+] lascia un commento a clairelle »
[ - ] lascia un commento a clairelle »
|
|
d'accordo? |
|
diomede917
|
sabato 22 marzo 2014
|
a ma non a mano ti è presa la mano
|
|
|
|
Ferzan Ozpetek racconta una storia d'amore lunga tredici anni tra due persone all'apparenza incompatibili ma attratte tra loro da una forza magnetica irresistibile e le turbolenze che la vita di porta sotto forma di un tumore che metterà a dura prova la loro unione.
Se all'apparenza c'erano tutte le premesse per un moderno Voglia di Tenerezza diretto dal nostro regista più dotato nel mettere in scena il melo', Allacciate le cinture risulta un film totalmente sbagliato.
Non farò come molti che hanno gettato la croce addosso ad Francesco Arca, anzi lui pur consapevole del proprio background ce la mette tutta facendosi anche crescere una panza da bevitore di birra per aderire al personaggio.
[+]
Ferzan Ozpetek racconta una storia d'amore lunga tredici anni tra due persone all'apparenza incompatibili ma attratte tra loro da una forza magnetica irresistibile e le turbolenze che la vita di porta sotto forma di un tumore che metterà a dura prova la loro unione.
Se all'apparenza c'erano tutte le premesse per un moderno Voglia di Tenerezza diretto dal nostro regista più dotato nel mettere in scena il melo', Allacciate le cinture risulta un film totalmente sbagliato.
Non farò come molti che hanno gettato la croce addosso ad Francesco Arca, anzi lui pur consapevole del proprio background ce la mette tutta facendosi anche crescere una panza da bevitore di birra per aderire al personaggio.
Il vero colpevole è il buon Ferzan...... In primis è inspiegabile raccontare una storia d'amore sanguigna e viscerale ambientandola nel sanguigno Salento e poi non avere nel cast nemmeno un pugliese (giusto per giustificare il finanziamento di Apulia Commission) e i meridionali sono relegati a banali cameo affidando il ruolo del maschio focoso a un fascista toscano.....un ossimoro sul nascere.
Il cast è descritto in modo disarticolato, ognuno col suo registro interpretativo.....alla fine più che un coro sembrava che ognuno avesse il suo spartito...... Così la Signoris e Elena Sofia Ricci risultano macchiette che recitano sopra le righe o Luisa Ranieri sembra il cliché di se stessa (a un certo punto pensavo dicesse Anto' fa caldo!!!!).....
Inoltre la sceneggiatura è sfilacciata, la storia scorre senza un senso logico e le scene si alternano in modo banale, scontato e un po' volgare come quando Francesco Arca dice la sua sui suoi amici alla Crescentini mentre fanno sesso (scena che ha ricordato i film anni '70 con Lando Buzzanca) o nella famosa scena dell'ospedale dove il protagonista maschile fa l'amore con la moglie seppur malata. Una scena che ha un significato importantissimo nell'evolversi della storia.......ma che meritava una passionalità e un'intensità diversa invece che risaltare i dorsali e i glutei di Francesco Arca.
Lo stesso finale molto allegorico in stile Sliding Doors sembra serva per far quadrare il cerchio coprendo le buche della sceneggiatura.
Comunque non tutto è da buttare via, la Smutniak regge benissimo nella parte più difficile del film risultando una donna tenace e combattente nonostante il tumore e che rappresenta con grande dignità la malattia con le sue sofferenze e umiliazioni e Schichittano è bravo nel suo ruolo di migliore amico gay.......forse la scena migliore del film è la sua sua quando spiega da dove è nata l'amicizia ad Arca dove trasmette tutto il dolore della situazione.
Rivoglio l'Ozpetek migliore quello che mi ha folgorato con Le fati ignoranti o Il bagno turco o mi ha emozionato con Saturno Contro o La finestra di fronte.....
Per questo ti do 4,5 per punire una certa presupponenza d'autore.....sei bravo non perderti nelle turbolenze Almodovariane
[-]
|
|
[+] lascia un commento a diomede917 »
[ - ] lascia un commento a diomede917 »
|
|
d'accordo? |
|
gufus
|
sabato 22 marzo 2014
|
allacciarle ma quando?
|
|
|
|
Spesso le recinzioni dei critici sono tiepide nei confronti di Oz; me ne son sempre infischiato, ma stavolta devo unirmi alla corrente; mi è piaciuto nè poco nè punto. La prima parte, quella brillante, l'ho trovata stucchevole e fiacca tanto che mi pareva di assistere ad una puntata del "medico in famiglia" ed ero quasi tentato di filarmela dal cinema, cosa che mi capita di rado. Decisamente meglio la seconda parte dove il regista recupera slancio e sguardo poetico, tanto che pure gli attori, sin lì piuttosto piatti, sembrano rinfrancarsi e fornire un'interpretazione all'altezza. Molte polemiche si sono appuntate sui protagonisti, soprattutto su Arca; a mio avviso se la cavano e a tratti sono anche credibili, ma nn bucano lo schermo.
[+]
Spesso le recinzioni dei critici sono tiepide nei confronti di Oz; me ne son sempre infischiato, ma stavolta devo unirmi alla corrente; mi è piaciuto nè poco nè punto. La prima parte, quella brillante, l'ho trovata stucchevole e fiacca tanto che mi pareva di assistere ad una puntata del "medico in famiglia" ed ero quasi tentato di filarmela dal cinema, cosa che mi capita di rado. Decisamente meglio la seconda parte dove il regista recupera slancio e sguardo poetico, tanto che pure gli attori, sin lì piuttosto piatti, sembrano rinfrancarsi e fornire un'interpretazione all'altezza. Molte polemiche si sono appuntate sui protagonisti, soprattutto su Arca; a mio avviso se la cavano e a tratti sono anche credibili, ma nn bucano lo schermo. Forse avrebbe loro giovato la presenza di qualche attore più smaliziato, un Favino, un Fantastichini o interpreti di quel valore per rendere più rotondi e meno da cartellina i loro personaggi. Han tutti fatto il loro compitino, ma raramente il film e la regia decollano.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gufus »
[ - ] lascia un commento a gufus »
|
|
d'accordo? |
|
gufus
|
sabato 22 marzo 2014
|
eppur non decolla
|
|
|
|
Forse sono troppo condizionato dal piacevole ricordo di film come "le fate gnoranti", forse sono vittima di pregiudizi assortiti sui tronisti, modelle e gieffini prestati al grande schermo, ma a me l'ultima fatica del pur bravo Ferzan nn ha convinto nè poco nè punto. La prima parte mi è parsa piatta, priva di sussulti, stereotipata, priva di quella coralitá scanzonata che si respirava in altri suoi film. Gli attori sembravano delle monadi monologanti, senza connessioni con gli altri interpreti se nn quelle puramente fisiche; le battute uscivano un po' fiacche e la regia, pur elegante, mi è parsa meno fluida che in altre circostanze. Mi pareva quasi di assistere ad una puntata di " un medico in famiglia" .
[+]
Forse sono troppo condizionato dal piacevole ricordo di film come "le fate gnoranti", forse sono vittima di pregiudizi assortiti sui tronisti, modelle e gieffini prestati al grande schermo, ma a me l'ultima fatica del pur bravo Ferzan nn ha convinto nè poco nè punto. La prima parte mi è parsa piatta, priva di sussulti, stereotipata, priva di quella coralitá scanzonata che si respirava in altri suoi film. Gli attori sembravano delle monadi monologanti, senza connessioni con gli altri interpreti se nn quelle puramente fisiche; le battute uscivano un po' fiacche e la regia, pur elegante, mi è parsa meno fluida che in altre circostanze. Mi pareva quasi di assistere ad una puntata di " un medico in famiglia" . Molto più convincente, struggente ed evocativa la seconda parte dove il regista ha recuperato smalto e gli attori sembravano quasi rinfrancati. Smutniack e Arca se la sono cavata, considerando che nn sono professionisti, ma sarebbero serviti i Favino e i Fantastichini per valorizzarli maggiormente. E' un po' come nello sport; se a un esordiente affianchi un veterano smaliziato e carismatico, generalmente acquista sicurezza e si esprime al meglio, mentre se lo si affianca ad un altro elemento acerbo succede spesso che sbandi e si esprima in modo discontinuo; mi riferisco in particolare alla Smutniack, traballante nelle parti brillanti, più convincente in quelle drammatiche. Insomma mi pare che tutti, registi e attori, abbian fatto il compitino e nulla più.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gufus »
[ - ] lascia un commento a gufus »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
venerdì 21 marzo 2014
|
pessimo
|
|
|
|
Pessimo. Passo falso per Ozpetek. Aspetto il prossimo. La Smutniak non mi è piaciuta.
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
rosalba bilotta
|
venerdì 21 marzo 2014
|
allacciate le cinture, in arrivo turbolenze
|
|
|
|
Sulle note della canzone “A mano[+]
Sulle note della canzone “A mano a mano” di Rino Gaetano, si snodano le scene dell’ultimo film di Ferzan Ozpetec: “Allacciate le cinture”.
I protagonisti del film si cercano, si riconoscono fra tanta gente, pur essendo distanti caratterialmente, scelgono di vivere intensamente la propria vita e di rischiare per realizzare progetti importanti.
Le riflessioni sulla vita e sulla morte, sulla giovinezza e sulla vecchiaia, sulla verità e sulla menzogna, si alternano nel corso del film “Allacciate le cinture”.
Le anime di chi ha amato ed è stato amato, riescono ad andare oltre i corpi, alla ricerca di un’estasi eterna.
Perché chi ha amato davvero, non ha perso, ma ha vissuto un sentimento che, per quanto sbiadito, deturpato, sgualcito dal tempo, tradito, ha segnato una tappa importante, di avvio, di rinascita, di maggiore conoscenza di sé e di ciò che il cuore può provare, anche se l’essere umano non sempre ha la capacità di proteggere un dono che arriva.
Solo pochi imparano a cogliere tale dono, a riconoscerlo e a non lasciarlo andar via.
“Fai tutto quello che non hai mai avuto il coraggio di fare”, per non cedere più ai vincoli della società e dei ruoli assegnati, per avere e lasciare un ricordo, per orientarsi nella vita che può rilevare, anche inaspettatamente, turbolenze.
Per questo motivo, “Allacciate le cinture”.
Rosalba Bilotta
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rosalba bilotta »
[ - ] lascia un commento a rosalba bilotta »
|
|
d'accordo? |
|
abarà
|
venerdì 21 marzo 2014
|
magnifico ozpetek
|
|
|
|
Come le recenzioni dei critici sembrano "di parte" anche la mia forse lo è: io adoro Ozpetek! L'ho scoperto guardando quasi per caso Le fate ignoranti e c'è subito stato feeling. Adoro le atmosfere che si creano nei suoi film, il dolce amaro, l'ironia sottile e adoro il suo modo di raccontare le storie. Io credo che molti che criticano questo film lo facciano perchè non riescano a coglierne l'essenza: una storia d'amore che può risultare assurda vista da fuori ma che è autentica se vista dalla parte dei protagonisti, nonostante il divario tra i due e nonostante i tradimenti. Un marito che fa tanti errori ma che impara da questi ed è capace di gesti di una dolcezza infinita. Una donna forte, che non si arrende e quando cede ottiene indietro tutto quello che prima ha fatto per gli altri.
[+]
Come le recenzioni dei critici sembrano "di parte" anche la mia forse lo è: io adoro Ozpetek! L'ho scoperto guardando quasi per caso Le fate ignoranti e c'è subito stato feeling. Adoro le atmosfere che si creano nei suoi film, il dolce amaro, l'ironia sottile e adoro il suo modo di raccontare le storie. Io credo che molti che criticano questo film lo facciano perchè non riescano a coglierne l'essenza: una storia d'amore che può risultare assurda vista da fuori ma che è autentica se vista dalla parte dei protagonisti, nonostante il divario tra i due e nonostante i tradimenti. Un marito che fa tanti errori ma che impara da questi ed è capace di gesti di una dolcezza infinita. Una donna forte, che non si arrende e quando cede ottiene indietro tutto quello che prima ha fatto per gli altri. Secondo me sono personaggi bellissimi. Come mi è piaciuto un sacco il flash back finale che dopo tutta quella tristezza fa chiudere con un sorriso.
Altra cosa che mi piace di Ozpetek sono le immagini metaforiche che inserisce nei sui film, non ti dice il finale ma te lo lascia intendere: così come il bicchiere sul finale de Le fate ingnoranti, qui c'è il mare, un tempo calmo e limpido, adesso torbido e burrascoso; "allacciate le cinture, turbolenze in arrivo".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a abarà »
[ - ] lascia un commento a abarà »
|
|
d'accordo? |
|
riker66
|
giovedì 20 marzo 2014
|
le "scosse" della vita
|
|
|
|
“Un grande amore non avrà mai fine” questo il claim del novo film di Ozpetek. Più che sul “non avrà mai fine” la storia innanzitutto ci porta a interrogarci su quel misterioso momento che definisce la nascita di un amore. La vicenda inizialmente ci fa navigare in una trama di relazioni, sensazioni e legami tra un gruppo di amici all’interno del quale nasce l’amore inatteso (e forse anche inspiegabile) tra Elena e Antonio.
Su questo amore inspiegabile ma terribilmente intenso si snoda la vicenda riproponendoci, tramite un salto narrativo, Elena e Antonio dopo 13 anni con una famiglia ormai formata, progetti personali portati a maturazione e 2 figli. Le difficoltà - o forse l’impossibilità - di relazione e di dialogo (significativa la scena del dialogo tra Elena e Antonio in cucina nella quale emerge pienamente il dolore sordo e solo dei sue protagonisti) si scontra violentemente con la scoperta casuale di una brutta malattia di Elena.
[+]
“Un grande amore non avrà mai fine” questo il claim del novo film di Ozpetek. Più che sul “non avrà mai fine” la storia innanzitutto ci porta a interrogarci su quel misterioso momento che definisce la nascita di un amore. La vicenda inizialmente ci fa navigare in una trama di relazioni, sensazioni e legami tra un gruppo di amici all’interno del quale nasce l’amore inatteso (e forse anche inspiegabile) tra Elena e Antonio.
Su questo amore inspiegabile ma terribilmente intenso si snoda la vicenda riproponendoci, tramite un salto narrativo, Elena e Antonio dopo 13 anni con una famiglia ormai formata, progetti personali portati a maturazione e 2 figli. Le difficoltà - o forse l’impossibilità - di relazione e di dialogo (significativa la scena del dialogo tra Elena e Antonio in cucina nella quale emerge pienamente il dolore sordo e solo dei sue protagonisti) si scontra violentemente con la scoperta casuale di una brutta malattia di Elena.
La malattia sarà per Elena un occasione per ripercorrere il senso più profondo del suo amore per Antonio. Parallelamente Antonio avrà da manifestare ad Elena come quell’amore nato e inizialmente alimentato da una preponderante e quasi dominante fisicità non è per questo meno profondo e sincero.
La location (Lecce) richiama con alcune inquadrature “Mine vaganti” anche se lo spaccato sociale proposto è diverso, quasi a far sembrare che la vicenda si possa svolgere in un qualsiasi altro luogo del centro sud italiano.
Non mancano sapienti e accorti usi della macchina da presa con piani sequenza e soggettive in particolare all’inizio del film che mostrano un Ozpetek più che mai capace di saper usare le tecniche di ripresa (interessante e da rivedere il piano sapienza iniziale con il passaggio eterno/interno, giorno/sera tra l’ingresso e l’uscita dal bar “Tarantola”).
Un film gradevole nella tipica e romani collaudata ricetta Ozpetek: grandi sentimenti, profonde relazioni di amicizia, famiglie “normali” in cui la stranezza emerge quasi come ingrediente necessario della normalità (la zia Viviana/Dora), un pizzico di mondo gay (che questa volta più che linea essenziale alla narrazione è espressione di un mondo reale), sono solo alcuni ingredienti ben identificabili della alchimia che sa riproporre ogni volta il registra italo – turco.
Quindi un “prodotto” ben uscito dallo stile inconfondibile di Ferzan. Ai più affezionati (e cultori del regista) potrà sembrare meno accesso nel narrare i sentimenti e potranno sentire la nostalgia di quelle narrazioni quasi “macchiettistiche” con cui il regista ha saputo presentare nelle precedenti opere il mondo parallelo delle famiglie “allargate” e delle relazioni al di la dell’eterosessuale. Non stante questo rimane un coraggio non indifferente nel rappresentare i sentimenti estremi e totali. La scena di amore fisico tra Elena e Antonio in ospedale con i suoi toni forti è un coraggioso tentativo di mostrare visibilmente come un amore (a questo punto possiamo dire un vero amore?) riesce ad andare oltre al solo canone della bellezza e della esteriorità.
“Allacciate le cinture” quindi, non solo per proteggervi dalle scosse che il film potrà regalarvi durante la visione, ma per continuare percorrere la vostra esistenza. Ciò che potrà “scuotere” nel bene e nel male la vostra vita da oggi in poi non potete saperlo, non lo sapeva neanche Antonio che - inaspettatamente - scopre che tutto quello che ha vissuto accanto a Elena, come ha saputo e come ha potuto, era veramente Amore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a riker66 »
[ - ] lascia un commento a riker66 »
|
|
d'accordo? |
|
|