Eros,Thanatos e un regista che cita se stesso: i rimandi ad altri suoi precedenti film sono evidenti (Le Mine Vaganti nella prima parte, Saturno Contro nella seconda). Si ritrovano gli scorci di Lecce,con una spiaggetta nei suoi paraggi; e la Ricci,anche qui nel ruolo della svanita eccentrica e camaleontica che, con battute che spaziano dalla Commedia dell'Arte al Teatro dell'Assurdo, fornisce una certa vis comica al film. Valide anche altre attrici nei ruoli marginali: la madre di Elena (la protagonista) ed Egle, la malata terminale carica di simpatia e vitalità. Francamente convincente anche la Smutniak, che conferma di essere un'attrice espressiva che sa calarsi nel ruolo e che qui si carica sulle proprie spalle la narrazione del film, dall'inizio alla fine.
Assi meno significativi invece gli interpreti maschili: uno Scianna sprecato e banale, un giovane e promettente Scicchitano, nel ruolo di un gay simpatico e rassicurante, più un protagonista maschile, che, più che recitare in un film d'autore, sembra piuttosto che posi per un calendario. In effetti, ci vuole ben altro che un paio di chiappe toniche e una collezione di tatuaggi per interpretare un personaggio, che nel film pare comunicare assai meglio con il pene che con la propria voce.
Si gioca molto con i contrasti, ma anche molti elementi costanti delle storie di Ozpetek: c'è la solita famiglia allargata, dove tutti mettono voce nelle vicende di Elena, l'omosessualità qui è appena citata: niente coppie di uomini piacioni con dilemmi esistenziali e tragedie dietro l'angolo. E c'è la solita bambina saputella, immancabile nei film del regista turco.
C'è però più nudità (maschile, ovviamente) che in altri film di Ozpetek.
Una prima parte del film traccia un quadro d'ambiente, con una notevole e crescente carica erotica da parte di Antonio, giovane zotico che non passa inosservato, ma che fa cadere le braccia a tutti appena apre bocca, con il suo carico di ignoranza e pregiudizi. Da parte sua, Elena è una brava ragazza di provincia, assennata e apparentemente serena, ma fidanzata senza molta convinzione e con il rimpianto di non aver fatto studi universitari.
Elena avvia un'attività imprenditoriale con Fabio, l'amico gay cui confida ogni cosa, si sposa Antonio e a questo punto la narrazione salta di tredici anni in avanti. Compare l'Imprevisto, quello indesiderato, che si comprende solo quando si vive in prima persona: la malattia oncologica. E qui gli elementi sono quelli già visti in Saturno Contro: la desolazione ospedaliera, la sofferenza privata e quasi segreta, l'attesa di una prognosi fausta e il timore di non farcela. La vicenda si incammina verso un finale che non mi è stato del tutto chiaro (quindi non sto a fare spoiling): in un rientro a casa quasi improvviso della protagonista, la narrazione si confonde con sue visioni o presentimenti (?), che sanno di surreale ed onirico.
Il marito zotico la prende con sè e la riporta nella spiaggetta idilliaca, dove anni prima avevano fatto l'amore per la prima volta. E proprio sulla spiaggia, con una 'sterzata' temporale che riporta indietro i protagonisti a prima del matrimonio, vengono presentate un paio di scene non esplicitate prima: il finale è tutto risate, ma rimane aperto.
Più sciatto e meno riuscito di altri suoi film; non mi sorprende però che il pubblico femminile lo abbia apprezzato: per la forza di carattere della protagonista e per l'esibizione corporea del giovanotto, sempre ben disposto a calarsi i pantaloni.
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marylene
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domenica 9 marzo 2014
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ah, le donne!!!!
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Bel concetto che tu hai delle donne se pensi che il pubblico femminile apprezzi questo film per i muscoli messi in bella mostra da Arca! Che superficialità!Senza offesa.
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tiberiano
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domenica 9 marzo 2014
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le donne sono le vere colonne del film
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Senza offesa, naturalmente. Né parte tua nei miei confronti, né da da parte mia verso il pubblico femminile in generale, non c'erano né superficialità né malizia nella mia battuta finale. Infastidita per l'ultima riga, ma ... l'hai letta tutta, la mia recensione ?Il film non mi ha emozionato molto, non l'ho trovato ben riuscito, ma questo lo si era capito. Ho insistito però sul fatto che le colonne portanti del film fossero le donne: più forti davanti alle avversità, più equilibrate e pazienti dei loro compagni e amici maschi, volubili, istintivi o inutilmente aggressivi.Sono i personaggi femminili a tenere in piedi e a dare spessore a questo film.Questo sul piano emotivo, deve essere stato gratificante per il pubblico femminile, senza escludere che anche l'occhio voglia la sua parte.
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Senza offesa, naturalmente. Né parte tua nei miei confronti, né da da parte mia verso il pubblico femminile in generale, non c'erano né superficialità né malizia nella mia battuta finale. Infastidita per l'ultima riga, ma ... l'hai letta tutta, la mia recensione ?Il film non mi ha emozionato molto, non l'ho trovato ben riuscito, ma questo lo si era capito. Ho insistito però sul fatto che le colonne portanti del film fossero le donne: più forti davanti alle avversità, più equilibrate e pazienti dei loro compagni e amici maschi, volubili, istintivi o inutilmente aggressivi.Sono i personaggi femminili a tenere in piedi e a dare spessore a questo film.Questo sul piano emotivo, deve essere stato gratificante per il pubblico femminile, senza escludere che anche l'occhio voglia la sua parte. Anche per le donne.
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tiberiano
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domenica 9 marzo 2014
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@marylene
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Senza offesa per nessuno, per carità. Mi sorprende casomai la tua risposta piccata (completa di ben cinque punti esclamativi) per l'ultima battuta della mia recensione (ma l'hai letta tutta, per lo meno ?)Il pubblico femminile apprezzerà certamente la forza di carattere dei personaggi femminili: la forza di volontà davanti alle avversità della vita, la pazienza e lo spirito di iniziativa, tutte qualità superiori a quelle dei personaggi maschili, qui istintivi, volubili o inutilmente aggressivi. Che poi, anche l'occhio voglia la sua parte, il principio deve valere anche per le donne, non si discute. E lo dimostrano anche i numerosi commenti benevoli che ho letto qui nei confronti del prestante giovanotto.
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Senza offesa per nessuno, per carità. Mi sorprende casomai la tua risposta piccata (completa di ben cinque punti esclamativi) per l'ultima battuta della mia recensione (ma l'hai letta tutta, per lo meno ?)Il pubblico femminile apprezzerà certamente la forza di carattere dei personaggi femminili: la forza di volontà davanti alle avversità della vita, la pazienza e lo spirito di iniziativa, tutte qualità superiori a quelle dei personaggi maschili, qui istintivi, volubili o inutilmente aggressivi. Che poi, anche l'occhio voglia la sua parte, il principio deve valere anche per le donne, non si discute. E lo dimostrano anche i numerosi commenti benevoli che ho letto qui nei confronti del prestante giovanotto.A me il film non ha convinto molto nel complesso, ma questo si lo era capito e in fondo è un'altra faccenda.
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marylene
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lunedì 10 marzo 2014
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@tiberiano
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Certo che l'ho letta tutta la tua recensione. Non la condivido del tutto ma è ben articolata e argomentata. Proprio per questo mi ha colpito il tuo commento finale che francamente non mi aspettavo,soprattutto da chi scrive con cognizione di causa.In genere non rispondo alle recensioni, le rispetto tutte, ma quelle tue ultime parole mi sono sembrate un pò irriverenti nei confronti delle donne e ho scritto d'impulso.In quanto ad Arca, non per difenderlo ma...e lo scrivo anche nella mia recensione..., è il regista che lo voleva proprio così. Se avesse voluto qualcuno con qualche sfumatura espressiva in più, probabilmente si sarebbe rivolto altrove.
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pascale marie
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martedì 11 marzo 2014
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non sono d'accordo
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Mah, mi meraviglia come parla: marito zotico? Ben disposto a calarsi i pantaloni... etc. E poi finale che non è del tutto chiaro... Mah davvero sono sbalordita. Il film racconta una bella storia romantica, tutti i protagonisti sono bravi e nessuno ostenta nudità o altro. Il finale è molto semplice: Elena guarirà... la dottoressa le ha parlato chiaramente dicendole che il suo caso è molto diverso da Egle e le ha dato speranza di farcela. Credo invece che siete voi, alcuni uomini a non vedere e capire i sentimenti e le cose belle in questo film ben diretto da un bravissimo Ferzan Ozpetek Italiano di origini turche.
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tiberiano
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mercoledì 12 marzo 2014
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@pascale marie
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Guardi, che poi "nessuno ostenti nudità nel film" ... vuoi vedere che me ne sono accorto solo io ?Direi che i co-protagonisti sono bravi (solo i ruoli femminili, però) e LA protagonista lo è certamente (ma questo l'ho già riportato).Quanto al finale poco chiaro, quello è un limite mio, non del regista (e anche questo l'avevo scritto, perchè non leggete con attenzione, prima di replicare ?).Infatti non ho capito il senso della scena cui Elena assiste al suo rientro a casa, dopo le dimissioni dall'ospedale: il marito tiene in braccio una neonata, una figlia (di lui) avuta dalla parrucchiera cui ha dato proprio il nome di lei, Elena; ora, è reale, è un presentimento-fantasia della protagonista, o è una metafora (piuttosto surreale) della rinascita dopo la malattia ? La narrazione secondo me non lo chiarisce (Lei invece lo ha capito ?), ma ricorre subito all'escamotage del 'salto temporale' in spiaggia per proporre le ultime due scene nel finale.
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pascale marie
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sabato 15 marzo 2014
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rispondo alla sua risposta
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Non è che io capisco e lei no, io ho interpretato cosi: quando il marito ha in braccio la neonata ed Elena supplica di non chiamarla Elena... non era vero naturalmente, era lei che, immaginava i vari scenari nel caso della sua morte... il matrimonio con la parrucchiera etc. Poi è vero, ognuno ha i suoi gusti riguardo ad un film, può piacere o no. Alla prossima.
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